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Karl Popper

Vienna 1902 - Londra 1994

Un asserto è scientifico se e solo se è falsificabile.

Per VERCELLESE (1994,240) si tratta "dell'ultimo grido della moda dell'ANNO SCORSO" per cui non è consigliabile tirar fuori la massima così com'è, senza qualificazioni: una forma presentabile della citazione potrebbe invece essere questa "Malgrado ciò che afferma l'epistemologia post-popperiana, in fondo non è del tutto fuoristrada pensare  che vi sia un grano di verità nell'idea che un asserto è scientifico se e solo se è falsificabile". Qualcuno potrebbe obiettare che la frase è goffa, ma gli si può rispondere che  spesso anche la goffaggine può far parte della verità.

filosofo della scienza e pensatore politico liberale
Mondo 1 Mondo 2 Mondo 3
universo fisico (materia) universo sociale (mondo umano) universo mentale (mondo delle teorie)

La sintesi della nuova situazione in cui si trovano le scienze nel Novecento può essere indicata da Popper, esponente della filosofia della scienza (epistemologia): lo scienziato non può basarsi sul principio di verificabilità praticato dai neopositivisti (secondo il quale dal fenomeno si arriva alla legge in base alla sperimentabilità del fenomeno stesso). Ogni teoria si mostra utile in una determinata fase di conoscenze dell'umanità, poi viene abbandonata perché subentra una teoria più adatta alla nuova situazione. Allora è più utile e meno pretenzioso basarsi  non sul passato (gli esperimenti che convalidano la legge) ma sul prevedere quali esperimenti potrebbero falsificare in futuro la teoria-legge in questione. L'induzione (la somma di esperienze passate) è meno utile della falsificazione (la previsione di casi i n cui la teoria può essere smentita). E' dalla falsificazione (tentativi per prove ed errori, per ipotesi, congetture e confutazioni) che si traggono maggiori informazioni sulla realtà.

L'ultimo suo scritto, Cattiva maestra televisione, è una condanna senza appello del sistema tv-pubblicità. Al suo funerale viene eseguito il Cant de ocells (del catalano Pablo Casals), ultimo brano musicale da Popper udito in vita.

Popper usato  come arma impropria

Il presidente del senato Marcello Pera, seconda carica istituzionale dello Stato, ha pubblicamente dichiarato nell'estate 2002 che dietro le proteste di piazza contro le proposte parlamentari  che cercano di salvare Berlusconi e il suo avvocato Previti dalla galera (poi sfociate nella  legge Cirami sul "legittimo sospetto") c'è lo spirito totalitario di Platone, già evocato da Popper - a giudizio di Pera -  come capostipite di ogni pretesa sovranità dei filosofi sul potere civile. Che escano da un professore di filosofia affermazioni così apodittiche fa meraviglia. E' proprio Popper a sostenere metodologicamente che bisogna astenersi da generalizzazioni di tale fatta. 


Secondo DOTTARELLI 1992 il tentativo di Rorty e Vattimo di inscrivere Popper nella corrente del "pensiero debole" non funziona. 

Il cuore del  programma di P. è un complesso tentativo di salvataggio - sulla scia cartesiana -  dei "fondamenti" della conoscenza. 
Il tentativo è quello di salvare i termini della tradizione classica (privilegio della teoresi sulla tecnica) "realtà", "verità", "conoscenza oggettiva", "razionalità".
Suo proposito è sempre stato quello di superare lo scetticismo di Hume delineando un'epistemologia falsificazionista che, pur accettando la critica dell'induzione, riuscisse a salvaguardare la razionalità e l'empirismo: se e' vero che non possiamo mai stabilire la verità delle teorie scientifiche, almeno possiamo compiere con piena certezza logica il rifiuto di quelle false.
Ma la popperiana "rivoluzione copernicana" e l'ammissione della ineliminabile teoreticità del dato empirico introducono nella problematica
gnoseologica di Hume un'ulteriore questione di ordine più specificamente epistemologico e metodologico: Popper  opera nell'orizzonte postkantiano, in cui l'a priori e' storicizzato, pluralizzato e dunque relativizzato. In un contesto del genere, come e' possibile salvare
l'oggettività' della conoscenza scientifica? Il pensiero di Popper e' uno sforzo disperato per sottrarsi alle dicotomie  scienza/storia, teoria/prassi, razionalità/esistenza. C'è chi identifica l'epistemologia di P. con quella di  Bachelard, ma quest'ultimo ha messo a tacere quel super-io filosofico che pretendeva imporsi alla scienza-tecnica-storicizzata, mentre P. si accanisce su quest'ultima identità.
Permane  lungo uttti l'incerto navigare teorico di P. il proposito di attingere in qualche modo il reale attraverso la falsificazione; il tentativo di parlare comunque di verità e la certezza di poter disporre almeno di "criteri congetturali di preferenza razionale" (P. si dichiara sempre fedele alla "legge di Hume",  secondo cui il valore (la razionalità) è irriducibile al fatto (i razionalismi storicamente in atto, le teorie della comunità scientifica). La riserva mentale che sta dietro questa fedeltà al valore, è quella di ritenersi potenzialmente libero di definire tutta l'impresa scientifica come non-vera: ma se si ritiene fondante un tale criterio, allora ci si pone su un orizzonte che è il classico trascendentale kantiano.
Si evita tale riduzione epistemologica nel Popper finale, che pone tutta l'attività umana in una dimensione governata dall'apriori biologico, di un fondamento animale comune che permane oltre la storia e la cultura. In questo modo il circolo si chiude e la garanzia di validità degli schemi conoscitivi innati e' darwinianamente ricondotta al dato di fatto della sopravvivenza della specie.
Questa "epistemologia dei dinosauri" e' forse qualcosa di più rispetto all'approdo cui giunge Wittgenstein: "Quando ho esaurito le
giustificazioni arrivo allo strato di roccia, e la mia vanga si piega. Allora sono disposto a dire: Ecco, agisco proprio cosi
'" - ma e' comunque vicina al risultato cui era arrivato Hume: che "lo stesso ragionamento sperimentale che abbiamo in comune con le bestie e dal quale
dipende l'intera condotta della vita, non e' altro che una specie di istinto o di potere meccanico, che agisce in noi sconosciuto a noi stessi".

Opere 

politica-società


filosofia

 

Fonti

DOTTARELLI 1992  Luciano Dottarelli, Popper e il gioco della scienza, Roma:Erre Emme, 1992 [la sintesi che ne faccio è tratta dal Foglio del Centro di ricerca per la pace di Viterbo  [email protected], 2002, 429 (28 novembre)] 

K. Popper - J. Condry, Cattiva maestra televisione,MI:Reset 1994

VERCELLESE 1994   Michele Vercellese, Cogito ergo sum. Breve storia della filosofia, MI:Garzanti, 1994 (un giro guidato nell'universo filosofico in 50 massime commentate)

Multimedialità (vhs)

   Cassette della Enc.Multimediale Sc.Filosofiche - Rai curate da Popper:

 

Linkografia

www.ceu.hu/popper/popp1.htm sito del Popper Project (studiosi che promuovono la valorizzazione dell'archivio di Popper).

www.law.keio.ac.jp.popper sito completissimo

www.linuaggioglobale.com/filosofia/txt.Popper.htm utile sintesi in 4 pagine (url fornitami da Federica Selleri)

 

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