VERSO L'EPILOGO

di Tito Livio

Nei giorni scorsi si sono verificati in Italia alcuni episodi emblematici, che ci hanno fatto drizzare le antenne. Ci riferiamo:

- alla circolare del Ministro della Pubblica Istruzione, L. Berlinguer, che impone di commemorare agli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori, la vita e l'opera di Antonio Gramsci, figura storica del Partito Comunista Italiano. Commemorazione che deve avvenire il venerd� precedente le prossime elezioni amministrative:
- il sabotaggio ai due computers de Il Giornale, che ne ha impedito l'uscita in edicola luned� 3 marzo;
- le minacce che Prodi ha pronunciato al Senato contro il Direttore de Il Giornale, Vittorio Feltri, pur senza nominarlo ovviamente, per aver pubblicato le intercettazioni telefoniche relative ai rapporti del Presidente della Repubblica con la Banca di Novara;
- l'improvviso slancio del Presidente della Repubblica, che annuncia urbi et orbi di voler firmare miracolosi decreti per la creazione di posti di lavoro, due giorni prima di una visita programmata a Messina, ove la gente, guarda caso, lo avrebbe atteso al composto grido di "Lavoro, Lavoro!".

Non potendosi tuffare nella neve della classica settimana bianca, Tito Livio si � tuffato nell'Archivio di questa rivista, trovando qua e l� qualche spunto sorprendente ed interessante.

Nel primo numero, uscito poco dopo l'insediamento del Governo dell'Ulivo, Tito Livio stesso si era lasciato andare (v. Corsi e Ricorsi) ad un immaginario parallelo tra la presa del potere dei Partiti Comunisti, pur minoritari, nei Paesi dell'Europa dell'Est subito dopo la guerra, grazie ai cosiddetti "utili idioti" dei partiti democratici, e la presa del potere del PDS in Italia grazie ai centristi dell'Ulivo.
Particolare curioso era la constatazione che nella Cecoslovacchia del 1946 il Partito Comunista pretese subito per s� i Ministeri dell'Istruzione e degli Interni, analogamente a quanto preteso dal PDS nell'Italia del 1996 (forse per celebrare il cinquantenario).

Brivido lungo la schiena di Tito Livio: visto l'ordine di celebrare Gramsci, e vista la proposta di riforma della scuola dello stesso Ministro, di cui si parla nel N.13 (v. Convergenze Parallele), non sar� che quel parallelo immaginario...?

Il sabotaggio e le minacce (certamente episodi non correlati) all'unico giornale italiano di opposizione, a diffusione nazionale, ci sono poi balzati prepotentemente agli occhi scorrendo l'articolo Un progetto di Lungo Respiro pubblicato nel N.9, ove si osservava, a proposito del controllo dell'informazione: "...forse vale la pena di ricordare che Salvador Allende, appena eletto presidente del Cile, cominci� a chiudere i giornali di opposizione, accusati della solita propaganda antigovernativa". Pi� avanti, lo stesso articolo ricorda, a proposito dell'annullamento dell'opposizione: "Per restare ad Allende, oltre ai giornali, cominci� a chiudere le sedi della DC cilena, accusata di attivit� antigovernative, tanto per cambiare".

Altro brivido lungo la schiena di Tito Livio, e anche un'ingenua osservazione: come mai non si tollerano pi� in questo ultimo anno critiche al Potere, critiche che i vari Leone, Andreotti, Craxi, Cossiga e compagnia, accusati di essere notori lestofanti, ladri, mafiosi, criminali incalliti, pazzi, assetati di potere e chi pi� ne ha pi� ne metta, non si sono mai sognati di impedire?

Il lavoro. Non ci soffermiamo qui sul tragico problema della disoccupazione, che raggiunge in Sicilia punte che vanno dal 22% sino al 30% ed oltre, n� sul tempismo degli slanci del Presidente della Repubblica, n� sull'idiozia di un Governo che strangola le imprese, uniche a poter creare lavoro e ricchezza, per poi fare decreti di puro assistenzialismo.

Quello che colpisce la fantasia di Tito Livio � che:

- al popolo affamato per mancanza di pane, Maria Antonietta rispose che si dessero da mangiare brioches, al mentre oggi, al popolo affamato di lavoro, si risponde ordinando che si facciano decreti;
- le massaie cilene diedero il via alla tragica conclusione del regime di Allende, scendendo per le strade al suono di pentole e coperchi, per reclamare migliori condizioni di vita.

In entrambi i casi, sappiamo come � andata a finire.

E qui Tito Livio si ferma impaurito con i suoi immaginari paralleli, anche per non passare da menagramo.

Pagina successiva

Sommario Pagina di copertina Commenti alla Redazione

Hosted by www.Geocities.ws

1