UN PROGETTO DI LUNGO RESPIRO

di Eros Capostagno

" Il Polo alza il tono perché si è accorto che il Governo ha un progetto di lungo respiro, che cambierà il Paese". Così ha affermato Prodi all'assemblea della Confesercenti del 31 ottobre scorso, riferendosi alle censure fatte dal Polo sull'uso delle "deleghe", con cui il Governo impedisce al Parlamento di discutere gli articoli della Finanziaria.

Se non fosse per la tragicità della situazione, a prima vista ci sarebbe solo da sghignazzare ed invidiare Forattini per la facilità con cui può guadagnarsi il pane.

Invece non possiamo permettercelo: la frase del Presidente del Consiglio contiene una drammatica verità, come ci mostrano le vicende di questi ultimi sei mesi. Il Governo dell'Ulivo sta davvero cambiando il Paese, riuscendo brillantemente in ciò in cui nemmeno Moro e Berlinguer erano riusciti: trasformare l'Italia in uno Stato etico, dove un certo integralismo cattolico possa fondersi con le aspirazioni del marx-leninismo.

Le direttrici lungo le quali pedala la brigata Prodi sono molteplici e ricalcano, con qualche decennio di ritardo, strade ben note. Vediamone alcune.

L'occupazione dello Stato. L'obiettivo è la creazione di una "nomenklatura" affidabile e docile che consenta al Governo di controllare tutti i gangli della società. Dall'occupazione selvaggia (e con risvolti ridicoli) della RAI fino al recente cambio dei vertici dei Servizi Segreti e alle nuove nomine al CSM, un progetto di "lungo respiro" è davvero in atto (v. anche Il Regime nel numero 5 della rivista).

Il controllo dell'informazione. Dell'occupazione della RAI abbiamo appena detto. Del tentativo di oscurare le reti televisive Mediaset, con l'uso di leggi fatte "ad hoc" e in aperto spregio dei risultati del referendum relativo, si dovrà riparlare a gennaio, in prossimità della scadenza delle concessioni. Le sviolinature che giornali e canali televisivi fiancheggiatori ci propinano quotidianamente nei riguardi delle varie macchiette che compongono il Governo, sarebbero anche grottescamente divertenti, se non fossero parte della strategia di lavaggio del cervello messa in atto sull'opinione pubblica italiana. Che l'opposizione del Polo sia praticamente inesistente sulla TV di Stato, se ne è accorto anche "l'osservatorio di Pavia": aspettiamo fiduciosi che se ne accorgano anche le oche che due anni fa starnazzavano sulla "par condicio". Il villano rifiuto del Presidente del Consiglio a rispondere a New York alle domande della giornalista del TG4, essendo questa emittente a lui non gradita, dimostra come solo chi è allineato e gradito al Potere, potrà avere dei diritti, una volta che Egli avrà "cambiato il Paese". Forse vale la pena di ricordare che Salvador Allende, appena eletto Presidente del Cile, cominciò a chiudere i giornali di opposizione accusati della solita propaganda antigovernativa.

L'annullamento dell'opposizione. Come nei regimi che credevamo finiti nel 1989, il Progetto di lungo respiro prevede evidentemente che l'opposizione si svolga all'interno del partito unico, intendendo per opposizione il gioco delle parti che si svolge all'interno della nomenklatura (vedi Bertinotti o la Triplice sindacale). L'opposizione vera, quella parlamentare, non trova spazio nel Progetto.
E così, oltre a ricorrere alle deleghe, al voto di fiducia e ai decreti per impedire la discussione parlamentare, dobbiamo pure sentire l'ineffabile Prodi attaccare il Polo perché "gli impedisce di governare" come Egli vorrebbe. Cambia l'umore dei cittadini e si riparla vagamente di elezioni? Ecco pronta l'esternazione del medesimo (1 novembre u.s.): " Nessuno può pensare alle elezioni!", che ci illumina, se bisogno ve ne fosse, sul valore della democrazia nel Paese che Egli avrà cambiato. Come il gatto che riprende i concetti appena espressi dalla volpe, il Veltroni ci chiarisce il giorno seguente: "Creare problemi a questo Governo sarebbe un suicidio!".
Se il Polo volesse portare un milione di lavoratori in piazza il prossimo 9 novembre, per protestare contro la Finanziaria, è avvertito...
Per restare ad Allende, oltre ai giornali, cominciò anche a chiudere le Sedi della DC cilena, accusata di "attività antigovernative", tanto per cambiare.

L'economia proletaria. Il Progetto di lungo respiro prevede chiaramente la distruzione della borghesia, che oggi si chiama "ceto medio produttivo", obiettivo sul quale non ci dilunghiamo essendo stato ripetutamente trattato su questa rivista (v. ad es. "A proposito di farmacie" e i vari Osservatorio Politico), in riferimento alla Finanziaria. L'incremento spaventoso della tassazione su questo ceto medio e l'abrogazione della legge Tremonti (detassazione degli utili delle imprese reinvestiti), forse l'unica legge seria ed efficace degli ultimi anni, testimoniano ampiamente come l'obiettivo del Progetto sia in realtà la sovietizzazione dell'economia italiana, con la distruzione dell'iniziativa privata e l'instaurazione del dirigismo economico statale. Pare che anche Agnelli se ne sia accorto e cominci a preoccuparsi, almeno a giudicare dall'ultima esternazione...

Il disprezzo del popolo. Il programma elettorale dell'Ulivo prevedeva la riduzione della spesa pubblica e del carico fiscale, ed è su questo programma che l'Ulivo ha ottenuto la maggioranza parlamentare. Oggi, questo programma viene capovolto ed al cittadino deve bastare il sapere che ciò è necessario per il bene supremo, come stabilito dal Potere: alle proteste e richieste di spiegazioni del popolo, delle categorie professionali, dell'opposizione, il Potere risponde sprezzantemente.

Di fronte a questo "Programma di lungo respiro che cambierà il Paese", è diventato più che mai urgente che gli Italiani si diano una scossa e facciano sentire il loro dissenso, fino all'abbattimento di questo goffo tentativo di regime. Anche per evitare che il muro abbattuto a Berlino nel 1989 venga ricostruito da questi allucinati governanti alle frontiere italiane.

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