CONVERGENZE PARALLELE

di Eros Capostagno

Nel suo ultimo saggio "Le Italie Parallele" (Longanesi, 1996), Sergio Romano fa, con la consueta lucidità, una disamina delle condizioni che portarono Mussolini nei primissimi anni di governo a sopprimere le tradizionali Istituzioni democratiche e ad instaurare un regime, il tutto con il praticamente unanime consenso della gente e delle categorie professionali, ivi comprese quelle forze che ideologicamente fasciste non erano.

In sintesi, dice Romano, il consenso derivò dallo spazio che il governo seppe dare a queste forze per estrinsecare la propria professionalità mettendola al servizio del Paese. L'effetto fu, come noto, un decennio di fervore innovativo in tutti i campi, architettura, urbanistica, trasporti, agricoltura, giurisprudenza, scuola,..., che produsse risultati che hanno potuto sopravvivere anche al baratro in cui Mussolini trascinò il Paese dal '36 in poi.

Su questa rivista abbiamo ripetutamente denunciato la progressiva instaurazione che sta avvenendo in Italia da due anni a questa parte, di un regime liberticida, di cui Prodi, lungi poveretto dall'esserne il Duce, è lo strumento non sappiamo quanto consapevole (v. Il Regime nel N.5).

Ci è venuta dunque spontanea una imbarazzante domanda: e se fossimo noi in errore? non potrebbe magari questo regime in-fieri essere salutare per il Paese, utile per costituire il terreno per quella ricostruzione di cui l'Italia ha assoluto bisogno, così come avvenne settanta anni fa? Proviamo a vincere l'imbarazzo ed analizziamo i fatti.

LA GIURISPRUDENZA

Le vistose distorsioni che si sono verificate negli ultimi anni nelle istruttorie e nei procedimenti, avrebbero dovuto condurre quasi naturalmente ad una separazione delle carriere dei magistrati inquirenti e giudicanti, affinché questi ultimi potessero giudicare senza condizionamenti un dibattito processuale in cui magistrato inquirente e difensore fossero sullo stesso piano.

Sembrerebbe ovvio, ed infatti il Presidente della Repubblica ha tuonato nello scorso settembre che non firmerà mai una legge per la separazione delle carriere, travalicando oltretutto i limiti della sua carica con spregio e disprezzo per il Parlamento, unico Organo cui la Costituzione affida il potere sovrano di legiferare.

Grosse inchieste nelle mani di magistrati poco docili con il Potere e che cominciano a lambire il Potere stesso? Niente paura, si inventa il "federalismo investigativo": le inchieste che coinvolgono mezza Italia vengono spezzettate e distribuite a varie Procure e messe in lista di attesa, con il corollario aggiuntivo che il GICO di una provincia non può più collaborare con la Procura di un'altra provincia.

A 82 anni di età e a 50 di distanza dai fatti tale Priebke viene per la seconda volta assolto dalla stessa imputazione, ma il Ministro di Grazia e Giustizia ordina di tenerlo in carcere.
Dopo 20 anni, tale Sofri e altri due esponenti dell'allora estrema sinistra vengono definitivamente condannati, ma per l'establishment è assurdo metterli in galera dopo vent'anni, ed il sottosegretario alla Giustizia, dal nome emblematico, si precipita in carcere per studiare assieme ai condannati le modalità eventuali per uscirne (indulto, lavoro esterno,...).

Come riforma del sistema giudiziario, non c'è che dire, il Regime è partito davvero bene!

LA COSTITUZIONE

E' convinzione diffusa che la Costituzione del '48 sia in parte superata e vada rivista, donde Bicamerale, Assemblea Costituente, ecc.
12 milioni di cittadini firmano le richieste di referendum popolari, conformemente ai dettami della Costituzione, ma la Corte Costituzionale boccia tutti quelli che hanno rilevanza poltica e che potrebbero modificare certi assetti attuali, nonostante la Costituzione limiti l'inammissibilità a referendum su leggi fiscali e di bilancio, amnistie e ratifiche di trattati internazionali.

In altre parole i giudici costituzionali si sono arrogati il Potere di "modificare" di fatto la Costituzione aggiungendo motivi di inammissibilità attualmente non previsti.

Come riforma degli Ordinamenti, non c'è che dire, il Regime è partito davvero bene (e come dar torto a Pannella, quando afferma che "il Fascismo era più legalitario, almeno rispettava la sue stesse leggi!").

L'INDUSTRIA E L'ECONOMIA

La grande industria, le banche, i servizi appartengono allo Stato e ai selezionati ospiti dei "salotti buoni" della finanza.

I risultati di questa situazione sono ahimé ben noti. Ciò che è a conduzione pubblica ha prodotto essenzialmente e produce ormai solamente inefficienza, nomine clientelari, perdite economiche, assunzioni di comodo, dirottamento di soldi verso i partiti, corruzione, costi enormi, mancanza di competitività. Ciò che è sotto il controllo della grande finanza ben difficilmente si rivela vantaggioso per la gente: le banche fanno grandi profitti acquistando BOT, invece di finanziare chi ne ha bisogno, come le piccole imprese o i giovani volonterosi, tant'è vero che l'usura prospera alla grande; i cosiddetti grandi finanzieri vendono aziende agli stranieri per recuperare liquidi da investire in scalate fallimentari, con la conseguenza (e faccia tosta) di invocare poi lo Stato dei propri amici per provvedere ai propri lavoratori da mettere in cassa integrazione.

In queste condizioni, anche senza andare a guardare l'eccellente esempio della Gran Bretagna, ce ne sarebbe a sufficienza per affidare a veri imprenditori tutto ciò che nello Stato c'è di privatizzabile. Invece questo Governo o da' luogo a finte privatizzazioni, rimanendo azionista di maggioranza, o privatizza ai soliti frequentatori dei "salotti buoni".

Come riforma dell'assetto economico/industriale del Paese, non c'è che dire, il Regime è sulla buona strada.

Di fronte al fenomeno della disoccupazione, visto l'atroce fallimento della politica assistenziale e clientelare degli anni scorsi, che ha portato alla bancarotta dello Stato e al 12% di disoccupati, sarebbe logico aspettarsi un vigoroso sforzo di rilancio dell'attività imprenditoriale. Rilancio possibile solo riducendo l'oppressione fiscale sulle imprese e i ceti produttivi, ed eliminando tutte le pastoie burocratiche che asfissiano l'impresa. In altre parole, dando entusiasmo a chi avrebbe voglia e capacità di intraprendere: non per nulla nel luglio del '94 la produzione industriale registrava incrementi dell'8%!

Ed infatti, la politica industriale del governo Prodi/Bertinotti è stata quella di abolire la legge Tremonti, di aumentare la pressione fiscale sulle imprese e di far sapere che le prossime stangate ("manovre aggiuntive") colpiranno solo (sic!) i redditi d'impresa.

Non per nulla la disoccupazione è salita al 13% con un calo di occupazione nel mese di ottobre '96 di ben 3,5% nella grande industria e 1,5% nei servizi, in parallelo ad un ulteriore aggravamento del deficit dello Stato.

Come rilancio della politica occupazionale del Paese, non c'è che dire, il Regime è sulla buona strada.

LA SCUOLA

Il Ministro della Pubblica Istruzione ritiene (ci sia concesso il dubbio, per luogo comune piuttosto che per personale esperienza sul campo) che l'ordinamento scolastico italiano sia da buttare via e vada adeguato a quello di altri paesi "più avanzati". Non entriamo nel merito delle strutture, avendo già fatto su questa rivista un'ampia disamina delle scuole di altri paesi europei, ed alla quale rimandiamo quanti interessati (v. Dossier Scuola: adeguarsi all'Europa? nel N.4), anche se ci potremmo chiedere perché voler imitare modelli anglosassoni e non francesi o tedeschi. E sia. L'importante è il contenuto delle materie di studio. Ora, l'unica cosa che il Ministro "clintoniano" della Cultura ha fatto sapere è che verranno introdotte materie nuove come la storia del cinema ed i beni culturali, ignaro evidentemente che quest'ultima materia già esiste sotto il nome di Storia dell'Arte (ve lo ricordate A. Sordi in "Un americano a Roma"? Ecco,...).

Quello che è passato inosservato è che è già stata abbozzata una commissione per definire i nuovi programmi, alla quale sono state invitate 39 (eminenti?) personalità gradite al Regime, tra cui giovani registi, musicisti, direttori d'orchestra, monsignori, sociologhi, campioni di giornalismo e scrittori chic che tanti comprano e citano essendo riusciti a leggere sì e no il primo e (forse) l'ultimo capitolo. I nomi ve li risparmiamo, tanto li avrete già indovinati.

Per preparare i nostri figli al nuovo millennio, Giovanni Gentile può dormire sonni tranquilli, il Regime si muove davvero bene.

POLITICA ESTERA

Prodi vuole giustamente entrare in Europa a testa alta. Ed infatti va a rimediare figuracce in Spagna (spernacchiato quando propone ad Aznar di fare i furbi insieme) e a Bruxelles (rientro nello SME alle condizioni di cambio franco-tedesche). Presenta ai partners europei piani di risanamento della finanza pubblica fatti di artifici contabili e mazzate "una tantum": poi Ciampi annuncia da Bruxelles che ritiene utile anticipare la Finanziaria '98, e Lui, come una brava "spalla" nell'avanspettacolo, ripete che sarebbe utile anticipare la Finanziaria '98. Soave tempismo! Due giorni dopo si scopre che Bruxelles avanzerà all'Italia la richiesta di anticipare la Finanziaria '98, visto che non si fida dei piani di risanamento presentati...

Per il rilancio a testa alta del ruolo dell'Italia in Europa, non c'è che dire, il Regime è partito davvero bene.

* * *

Chiudiamo qui per non farla troppo lunga. All'imbarazzante dubbio iniziale (non potrebbe in fondo questo Regime essere utile per la ricostruzione dell'Italia?) possiamo ora rispondere con sufficiente certezza.

Il Regime che si sta instaurando non va affatto nella direzione del rinnovamento e del rilancio del Paese. Al contrario, in asse tra grande finanza, spudorati rimasugli del Potere che ha provocato il disastro degli ultimi 25 anni, e pianificatori post-ex-neo-marxisti alla Lysenko, questo regime va chiaramente nella direzione di perpetuare, aggravandoli, quella cupa atmosfera e quei disastri che la Storia e la tragica realtà di tutti i giorni, hanno condannato.

Altro che rilancio, altro che ricostruzione!

Di fronte a questo regime dunque, un solo obiettivo: abbatterlo!

Pagina successiva

Sommario Pagina di copertina Commenti alla Redazione

Hosted by www.Geocities.ws

1