OGGI IN ITALIA

di Monello

L' Albania

In questi giorni capita spesso di vedere vecchi nomi di quello che fu il Partito Comunista Italiano parlare di aiuti all'Albania, o di solidarieta' verso questo paese, che invero di solidarieta' ne aspetta tanta.

Si sente molto parlare, giustamante, di questo popolo disgraziato, ma nessuno che faccia mai un'analisi della situazione o del come si e' arrivati a questa situazione. Tanto meno si sa chi siano i ribelli, ne' quale sia l'origine della nuova classe politica.

Certi argomenti sono tabu'. Forse non si vuole imbarazzare quegli ex-comunisti, oggi ministri della Repubblica, che mai in passato si sono accorti della situazione dei paesi del cosiddetto socialismo reale, ne' tanto meno dell'Albania, paese a noi cosi' vicino e non solo geograficamente. Chissa' se a rileggere l'Unita' degli anni passati non si scopra qualche articolo dedicato alle meravigliose realizzazioni del Socialismo in questo paese.

Un noto rubrichista del Corriere attaccava pochi giorni fa, accusandolo di dire facezie, l'onorevole Gasparri di AN, perche' aveva osato accennare al passato comunista dell' Albania.
Chissa' se anche per gli albanesi, che giornalmente, rischiando anche la vita, cercano rifugio in quello che era l'odiato mondo imperial-capitalista, si tratta di facezie.

Democrazia e Regime

I giornali riportano, cosi' come Teleulivo, e con grande enfasi, che il Presidente della Repubblica, nel rispondere alle critiche di alcuni ambienti del Polo sulla convocazione al Quirinale di mezzo governo al solo scopo di avere informazioni sulla situazione della disoccupazione, abbia detto che di fronte a situazioni cosi' tragiche come la disoccupazione non ci dovrebbero essere ne' bandiere ne' schieramenti perche' c'e' di mezzo il diritto dell'uomo.

Io non conosco il motivo di questa frase, generalmente condivisibile e cosa effettivamente il Presidente volesse dire. Mi devo limitare ad analizzare quanto detto appunto da alcuni giornali e dalla televisione, che hanno voluto vedere in questa frase un attacco al Polo, anche se io sono convinto che questa non sia stata assolutamnete l'intenzione del Presidente.

L'interpretazione dei giornali e' un indizio clamoroso del modo in cui l'informazione di regime concepisce il nuovo modo di fare politica. L'attacco politico colpisce direttamente la coscienza dei cittadini: il Polo non condivide l'importanza del problema occupazione, perche' quelli del Polo sono egoisti ed insensibili ai problemi della gente.

Di fronte al problema occupazione si dovrebbe essere tutti uniti.

Questo atteggiamento di parte dell'informazione porta alla fine della politica. La semplice enunciazione del problema e l'atteggiamento morale di fronte a questo diventa il fine stesso di una pseudo politica che non e' altro che la difesa di un regime.

La domanda, assolutamente cretina ma infida, una volta tradotta diventa: sei contro la disoccupazione o sei indifferente a questo problema?

Ecco che la divisione politica diventa divisione morale: da una parte i buoni, dall'altra i cattivi. E' questa la logica di qualsiasi regime. Se fossimo in un paese "normale" di quelli che piacciono al giovane Veltroni, la domanda ovviamente sarebbe un'altra: quali sono le soluzioni, probabilmente diverse, che le forze politiche contrapposte intendono dare al problema occupazione?

Questa sarebbe politica corretta, o almeno lo sarebbe in un paese "normale".

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