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NO ALL'EUROSCETTICISMO
Alcuni brani del
discorso del Presidente del Senato Marcello Pera a Venezia sul
palco del 43esimo corso internazionale di Alta Cultura presso la
fondazione Cini, il 7 settembre 2001.
(Integrato da un articolo de Il Messaggero e da un altro de La
Stampa)
C'è un fantasma che oggi si aggira per l'Europa, ed è l'Europa medesima.
Come quelle figure non del tutto definite che
ci impongono la loro presenza, la costruzione europea possiede
oggi alcune caratteristiche e contorni ben identificabili, ma
manca ancora del completamento istituzionale.
A Nizza nel 2000 vi è stata una svolta nel metodo, tanto che ora
il dibattito dovrà vertere sulla Costituzione europea, anzi su
una Costituzione 'federale' europea.
Come i Padri fondatori degli USA, preso atto della crisi della federazione,
si diedero una nuova Costituzione, così i leader europei,
constatato quello che si chiama il "deficit democratico",
invocano un nuovo assetto istituzionale dell'Unione. Perchè quel
fantasma diventi sostanza compiuta, creatura in carne ed ossa.
L'Europa ha mosso i primi passi di quella che Padoa Schioppa definisce la "magnifica traiettoria ascendente", ispirandosi al metodo Monnet: quello che raccomandava di concentrarsi su un punto preciso che, poi, trascini il resto. Cioè: si parte da un problema economico o sociale, si trova una soluzione, la si formalizza in un accordo fra Stati e si introduce un'istituzione europea adeguata.
A Nizza si è deciso di non
partire più dal basso, dal problema, per arrivare all'istituzione.
Portando l'accento sulla Costituzione europea, s'è preferito
scegliere il percorso inverso: non arrivare all'istituzione, ma
partire da essa.
E' più facile spiegare a lavoratori,
imprenditori, cittadini qualunque alle prese con un problema
sindacale o economico quali sono i vantaggi di un organismo
nato per risolvere questi nodi.
Più difficile invece far capire quali conseguenze utili possano
discendere da un'istituzione nuova.
C'è così il rischio che la Carta dei
Diritti fondamentali diventi la parte nobile di una
Costituzione fredda, elargita senza essere richiesta, ambiziosa
senza essere armata, superstatale senza essere armonizzata.
Ma questi pericoli possono essere messi da parte.
Per quei cittadini che si domandassero perchè sia necessario andare ancora avanti nella costruzione dell'Europa, la risposta più convincente è questa: per consolidare e per non perdere i vantaggi già acquisiti.
Sono tutt'altro che indifferenti, questi vantaggi:
* sessanta anni senza guerre;
* sessanta anni senza egemonie opprimenti di questo e quel Paese
o di questo o quell'asse;
* enorme crescita del benessere;
* regolamentazione dei mercati per evitare le ingiustizie che
essi, abbandonati a sè medesimi, inevitabilmente creano;
* contenimento dei debiti pubblici e dell'inflazione;
* diffusione dei diritti sociali
* conquista pressochè completa delle quattro libertà economiche
fondamentali: circolazione di persone, beni, servizi, capitali.
Dobbiamo far capire ai cittadini degli Stati
nazionali che le conquiste ottenute, i vantaggi di cui godono,
possono essere perduti se non andiamo avanti con
le istituzioni.
La pratica dei Trattati non è più sufficiente, intanto perchè
è poco trasparente e poi perchè rischia di distribuire i
vantaggi a seconda della forza di questo o quello Stato in questo
o quel momento.
Il cittadino europeo oggi insicuro di fronte
all'immigrazione non può essere lasciato solo con le sue paure,
perchè ciò rischia di riportarlo in quelle tenebre del razzismo,
della xenofobia, dell'intolleranza, proprio per squarciare le
quali i padri avevano costruito i primi rudimenti dell'Europa
unita.
Lo stesso vale per il cittadino che ha paura della criminalità,
piccola e grande.
E il medesimo tipo di preoccupazione vale per il cittadino
europeo che trova conflitti e disastri immani alle porte dei suoi
conflitti vicini.
Se vuoi essere sicuro delle tue frontiere, padrone della tua casa, se vuoi che la pace non sia minacciata e la tua voce ascoltata dove si decide il tuo futuro, allora l'Europa è ciò che fa per te.
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