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COSI'
MUORE IL PROGETTO DI UNIONE POLITICA
Intervista a Giorgio La Malfa pubblicata sul Sole 24 Ore del 4 novembre 2001
di Orazio Carabini
"L'aspetto sgradevole del vertice di Londra non è tanto l'esclusione dell' Italia, che si può anche spiegare, quanto la convocazione di un summit del genere al di fuori delle istituzioni europee competenti".
Giorgio La Malfa, presidente della commissione Finanze della Camera e del Partito Repubblicano Italiano, non ha dubbi: il vertice di Londra è un segnale politico da non sottovalutare.
"Se fosse stato, anzichè a tre, a quattro o a cinque - aggiunge La Malfa - sarebbe stato altrettanto grave; il vertice non ha una motivazione strategica. Se Blair, Chirac e Schroeder si fossero riuniti con Bush, si potrebbe comprendere, ma da soli che cosa fanno? Si coordinano rispetto agli Stati Uniti?"
Il fatto che Francia, Gran Bretagna e Germania siano impegnate direttamente in Afghanistan non basta a spiegare l'iniziativa?
"No, penso che l'idea sia di Blair -
sostiene La Malfa - il quale vuole convincere l'opinione pubblica
inglese che la costruzione di un'Europa politica
non farà passi avanti".
Il leader laburista sarebbe quindi partito deliberatamente all'attacco
di Javier Solana responsabile della politica estera e della
sicurezza europea, e di Romano Prodi, presidente della
Commissione, per frenare la costruzione dell'Europa politica.
Così facendo, Blair punta a convincere gli inglesi che anche l'adozione dell'euro non è una rinuncia alla sovranità. "L'euro - commenta il leader del P.R.I. - diventerebbe una moneta priva di nazionalità, senza un connotato politico.
Infatti, pochi giorni dopo l'11 settembre,
Blair ha detto agli inglesi: "Dobbiamo entrare nell'euro".
Pur sapendo che la maggioranza dei suoi concittadini è contraria.
"Perché lo ha fatto? - si chiede La Malfa - Per tutelare la centralità della piazzza finanziaria londinese; quando arriverà l'euro, la sterlina subirà un ulteriore ridimensionamento e la City rischierà di perdere terreno rispetto alle altre piazze".
Possibile che Francia e Germania condividano fino in fondo il disegno di Blair?
"Se questi Paesi - risponde La Malfa -
accettano di sedersi a un tavolo politico, e non militare come si
vorrebbe far credere, vuole dire che pensano di poter fare a meno
di un'Unione europea anche politica.
In fondo la Francia è sempre stata incerta.
La Germania pensa soprattutto all'allargamento a Est che un
modello attenuato di Unione europea renderebbe più facile.
E non è un caso che gli inglesi siano tra i più favorevoli all'
allargamento a Est, proprio perché rappresenta un ostacolo al
rafforzamento dell'unione politica".
Insomma dopo Gand e dopo Londra il futuro dell'Europa
rischia di essere diverso da come lo si è immaginato finora.
Ed è difficile concepire reazioni in grado di frenare la
tendenza in atto.
"Prodi fa bene - osserva La Malfa - a dire che va avanti lo
stesso con l'allargamento e con le riforme istituzionali, ma c'è
da chiedersi come si fa a essere così sereni se persino la
classe dirigente della Germania, finora motore dell'Europa unita,
si accoda a Blair".
Le polemiche sull'A400M in Italia non sono un altro segnale di affievolimento della volontà di costruire un'Europa più forte?
"La questione dell'aereo militare da
trasporto - ribatte La Malfa - è puramente economica.
Se non c'è un interesse economico, non c'è ministro degli
Esteri che tenga: l'Italia non deve superare esami di europeismo.
Né possiamo accettare che i nostri partner facciano pagare un
biglietto d' ingresso o di permanenza al Governo Berlusconi".
Commenti
In questa
intervista densa di argomenti Giorgio La Malfa a mio
parere ne azzecca qualcuna ma sbaglia anche in più punti. Innanzitutto l'annuncio sull'euro. Esso è avvenuto pochi giorni dopo l'11 settembre perché era stato programmato proprio per quel pomeriggio di martedì in cui ci fu l'attentato alle Torri e al Pentagono, e Blair si trovò ad ordinare la chiusura dello spazio aereo sopra Londra ed altre questioni molto urgenti di sicurezza nazionale e giudicò "inopportuno" tenere quel discorso. Fra l'altro non avrebbe ricevuto l'eco che meritava tenuto conto delle decine di pagine che il giorno seguente i giornali dedicarono all'attacco terroristico. Seconda questione. Terza questione. Quarta questione. Quinta questione. Sesta questione. Settima questione. E quindi una valutazione complessiva. Il contributo di
Giorgio La Malfa riassume proprio quanto non vorrei
leggere a proposito della politica europea. Anche altri politici
europei si stanno rivelando privi di visione del futuro,
mentre le forze politiche contrarie a una federazione (anche
solo economica) europea stanno facendo buona opera di
propaganda e di sbarramento. |
Rispetto al quadro
generale italiano (specie nelle forze di governo) Giorgio
La Malfa è all'avanguardia... Ma
è irretito dalla nuova coalizione che ha scelto. Son sicuro che anche molti repubblicani se potessero scegliere tra la ... produzione attuale di Giorgio La Malfa e qualcosa di più vicino alle posizioni dei federalisti lo sceglierebbero di cuore. Ma non c'è, il meglio è tutto qui... Ed è un peccato. Le capacità di analisi a Giorgio non fanno difetto. Ma è difficile restare in equilibrio tra l'esigenza di fare politica ancora dai seggi del Parlamento e quella di avere la libertà di dire senza edulcoramenti cosa si pensa davvero... Le mosse dei politici professionali
sono troppo condizionate dal fare i conti con l'elettorato:
anche se, in ultima analisi (andando a scapito della
sincerità e franchezza) è proprio questo che rovina l'elettorato
e ... diviene una bella circumvezione della democrazia
sostanziale! Noi abbiamo in comune una dote di cui possiamo andar a fieri: per le nostre idee che sinceramente valutiamo socialmente utili ci dedichiamo da dilettanti: il che vuol dire anche gratuitamente (anzi: a nostre spese!) Siamo assolutamente liberi, senza condizionamenti, senza l'obbligo della disciplina di chi invece fa politica professionalmente (con una divisa di un gruppo parlamentare che spesso diventa una camicia di forza). A.V. |
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