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ORIGINI E RUOLO DELL'EURO SECONDO BERLUSCONI
Silvio Berlusconi, intervendo il 26 novembre 2001 al Quirinale alla cerimonia per l'immissione in circolazione dell'euro ha dichiarato:
'Le premesse per una lunga stabilità ora ci sono.
Diamo il benvenuto alla nuova moneta, un'idea straordinaria che si è tradotta in una realtà.
Con l'euro è stato bandito il "peccato
monetario".
La moneta unica innesca un circolo virtuoso che
dovrà trovare concordi la politica e l'economia.
Questo governo ha ereditato i frutti delle forze più
autenticamente europeiste, ma ha ereditato anche
le conseguenze degli errori del passato.
Tuttavia, la sua ispirazione e il suo programma sono coerenti con
il mondo nuovo dell'innovazione, della tecnologia, degli
investimenti per il futuro che è imposto dalla moneta unica.
Deve essere chiaro un principio, se si vuole
essere coerentemente europeisti: non sarà più la moneta ad
adattarsi alle esigenze della politica e delle sue frenetiche
scadenza, ma sarà la politica a doversi adattare
alla moneta.
L'Italia democratica avrebbe tradito la sua storia se non si
fosse impegnata a far parte fin dall'inizio dell'impresa europea.
Ha dovuto faticare più di altri, perchè più di altri si era
allontanata dai criteri di una sana gestione dell'economia,
dovendo fare i conti, tra l'altro, con un forte presenza dello
Stato nella sua struttura economica.
Adesso le condizioni strutturali stanno finalmente cambiando: lo
Stato avrà un peso minore sulla vita economica e le forze del mercato
saranno più libere di esprimere tutte le loro potenzialità
creative.
Dobbiamo considerare il traguardo dell'euro
come un punto di partenza piuttosto che come un punto di arrivo.
L'euro, come ricordava tre anni fa il presidente Ciampi, non è
il paradiso: non risolve automaticamente i
problemi che esistono nelle diverse parti del continente, così
come una singola moneta nazionale non può risolverli nell'ambito
di uno stesso Paese.
Tuttavia l'euro ha in sé una virtù particolare: non è la moneta di un singolo Paese che si estende agli altri; è una stessa unità di misura che viene adottata simultaneamente in diversi Paesi, i quali, pertanto, non potranno più nascondere sotto il tappeto della moneta nazionale i loro vizi e le loro debolezze.
L'euro assume un valore politico internazionale.
Sarà il primo 'biglietto da visita' comune dell'Europa.
Sarà il 'segno distintivo' di una regione del mondo, dove pure
vive soltanto il 5% dell'umanità, che ha saputo comporre
secolari inimicizie, che ha creduto e crede nel
libero scambio, nello sviluppo, nella solidarietà, nella
tolleranza e che si riconosce negli stessi valori.
L'euro dovrà essere anche lo stimolo per
quella riforma delle istituzioni che deve dare
nuovo slancio all'Unione Europea.
Di un'Europa protagonista il mondo ha bisogno più che mai.
La crisi scoppiata con l'attacco dell'11
settembre al cuore dell'America minaccia proprio i valori su cui
lentamente si è costruito il successo della moneta
unica europea.
Non dobbiamo dimenticarlo.
L'euro non è una diga che
vuole isolare l'Europa dal resto del mondo, nell'illusione di
farne una specie di Eden.
E' e deve essere un motivo di maggiore partecipazione dell'Europa
ai destini del mondo.
Al fianco degli USA e di tutti i Paesi che lavorano per costruire
un ordine internazionale che sappia prevenire, contenere e
ridurre le minacce alla pace.
(ANSA). PSU/LP
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