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L'Osservatore europeo

 

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LA STRADA DA PERCORRERE NON E' FACILE NE' SICURA
Alla vigilia dell'inaugurazione della Convenzione: il punto di vista dei federalisti sulla situazione politica europea

L'intervento di Giorgio Anselmi, segretario della sezione MFE di Verona, all'assemblea annuale locale del 26 gennaio 2002.

L'alba del 12 settembre 2001 a Manhattan

In ambienti dell'alta borghesia torinese, che certamente non sono "antiamericani", a qualcuno è scappato detto: "Gli Stati Uniti ci hanno ingannati: hanno continuato a venderci una sicurezza che non sono in grado di garantire nemmeno a se stessi."

L'illusione dell'ordine monopolare, che noi abbiamo sempre definito "disordine monopolare" è durata appena un decennio.
E gli Americani sono i primi a rendersene conto.

Basti osservare le attenzioni che riservano alla Cina, a quella Cina che qualche giorno fa ha ricordato di aver superato per PIL l'Italia e che quest'anno supererà anche la Francia e il Regno Unito.
Quella Cina che ha avviato un vasto programma spaziale, resistito alle svalutazioni competitive dell'area asiatica, intrapreso una politica di grande potenza non solo in Asia (con la ricostruzione in Afghanistan ad esempio) ma anche in Africa (per saperne i particolari basta leggere il mensile Nigrizia).

Quindi l'interrogativo non è se si stia formando un nuovo ordine mondiale, ma piuttosto: "Chi ne farà parte?"

E su questo punto si può avere una certezza: non ne faranno parte gli Stati europei in quanto tali, che sono come il Ducato di Milano o la Repubblica di Venezia rispetto alla Francia e alla Spagna di 5 secoli fa.

Gian Franco Zeffirelli (1923)

Una reale indipendenza e autonomia degli Stati nazionali europei non c'è più da molti anni.
Lo si vede ogni giorno: quanto meno uno è europeista, tanto più deve essere "atlantista".
Questo vale tanto per il ministro Martino quanto per il ministro Bossi.

Ma prendiamo un caso meno politico e forse meno serio: Franco Zeffirelli.
Nei suoi anni giovanili è stato fascistino e repubblichino.
Dopo l'introduzione fisica dell'euro, ha scritto una lettera al Corriere della Sera rammaricandosi della scomparsa della "gloriosa lira".
Ha poi proseguito inneggiando alle liberaldemocrazie anglosassoni in opposizione alla presunta egemonia tedesca sull'Europa.
Helmut KohlDunque: da giovane appoggiava la Germania di Hitler, ora gli fa paura quella Germania che con Kohl ha sacrificato il Deutsche Mark sull'altare dell'Europa!

Quante sciocchezze colossali c'è toccato di sentire in questi anni!
Franco Tatò qualche anno fa ci metteva in guardia da "Framania", cioè l'unione sempre più stretta di Francia e Germania che avrebbe avuto come scopo lo stritolamento dei Paesi mediterranei.
Altri che sostenevano che il Patto di crescita e stabilità sarebbe stato inventato contro l'Italia, mentre oggi la Germania ne è la prima "vittima".
Milton Friedman arrivò a dire che l'euro che avrebbe portato addirittura alla guerra!
(Oggi ammette: "Mi sono sbagliato").

Noi oggi sappiamo che l'euro è stato invece un "referendum per l'Europa", che è stato vinto ampiamente anche nei Paesi che avevano una moneta forte, come la Germania e i Paesi Bassi.
Ed è stato vinto anche in Italia, nonostante le lagne dei giornali: già il 15 dicembre 2001 nella Penisola erano stati venduti1,7 milioni di pacchetti da 12,91 euro!
Anche l'aumento catastrofico dell'inflazione non si è verificato...

Ma torniamo alle cose serie: i rapporti UE-USA.
Noi vogliano, e l'abbiamo sempre detto, un'Europa alleata degli Stati Uniti, e non un'insieme slegato di Stati nazionali lacché degli USA!

L'alternativa, era già stato detto in modo chiaro da Spinelli, non è tra sovranità nazionale e sovranità europea, ma tra un'apparenza di sovranità nazionale del tutto illusoria e la sovranità europea.
Non ci sono altre possibilità.

Mario Monti

E veniamo all'Italia e al suo interesse nazionale, che viene spesso rivendicato da vari esponenti del nuovo governo.
Ebbene, se per nazionalista si intende chi ricerca il bene della sua Patria, allora dobbiamo avere il coraggio di dire che gli europeisti sono i veri, gli unici nazionalisti.

L'ha detto bene il Commissario europeo alla Concorrenza Mario Monti (indicato da Berlusconi nel 1994 e che ha ricevuto la fiducia del Parlamento Europeo per un secondo mandato nel 1999) che ha parlato di "atteggiamento adolescenziale" della nuova maggioranza.

Anche volendo trascurare l'interesse dell'Europa nel suo complesso, se siamo onesti possiamo vedere che è infatti per "interesse nazionale" che dobbiamo essere europeisti, che dobbiamo volere il voto a maggioranza e che dobbiamo batterci per delle istituzioni sovranazionali.
Infatti se noi italiani ci confrontiamo come Stato con gli altri Stati, finiamo sempre per soccombere.
Lo si vede ogni giorno: un po´ di neve e tutto si blocca; conflitti di competenze che in ogni momento possono bloccare ogni cosa; l'inadeguatezza della macchina amministrativa; i ritardi legislativi; eccetera.

Ora comunque viene il tempo delle scelte anche per il nuovo Governo italiano e la Convenzione sul futuro dell'Europa non consente le ambiguità delle Conferenze intergovernative (CIG).

Per questo noi dobbiamo valutare come un passo in avanti significativo la convocazione di questa Convenzione.
In primo luogo perché, anche se per ora non è un'Assemblea costituente, noi federalisti l'abbiamo sempre chiesta.
Inoltre i suoi lavori saranno pubblici, è prevista un'ampia consultazione con la società civile, il che sta portando ad un ampio dibattito nella stessa.
Per finire, essa segna la fine del metodo intergovernativo: e di qui non si torna indietro!

Si diceva che non è un'Assemblea Costituente.
E questo sarà il nostro lavoro nei prossimi mesi: trasformarla in una Costituente.

Il rischio è che diventi un areopago, un semplice luogo di discussione e dibattito.

In molti in Europa cercano e cercheranno di arrivare a questo: alcuni governi, ma anche alcuni esponenti all'interno dei singoli governi, nelle singole forze politiche, sia nello schieramento socialista europeo che in quello di centro-destra.

Io credo che questo rischio sia già in parte superato: perché si è aperta una lotta politica per far parte della Convenzione.
Dove c'è lotta c'è potere, c'è... "polpa".
Se si vuol vincere una battaglia, bisogna che ci sia la battaglia.
Deve scorrere il sangue, metaforicamente.

Due parole sulle scelte.
Bene la lotta sui rappresentanti del Parlamento italiano.
Buona anche la scelta di Fini da parte del Governo: a noi non deve interessare da dove uno viene, ma piuttosto dove va.
Anche nel recente passato Fini ha fatto scelte europeiste, come sulla questione dell'aereo da trasporto militare A4OOM o nella vicenda delle dimissioni del ministro italiano degli Esteri Renato Ruggiero.

Ha bisogno di legittimazione, deve pagare un prezzo, vuole entrare nel Partito Popolare Europeo (PPE), sarà sotto osservazione.
Nonostante il suo passato sta facendo ora il nostro gioco.
Ci basta, ci deve bastare.

Ottima anche la scelta di Follini, avversata da Bossi.
Meno bene quel che è avvenuto nel centrosinistra: Letta, D'Alema, Dini.

All'interno della Convenzione dobbiamo costituire un Intergruppo federalista, seguire la sua evoluzione e tentare di influenzarla.

Quel che è certo è che se il progetto di Costituzione sarà votato all'unanimità sarà solo un maquillage dei Trattati.
Certi governi lavorano per questo esito, ma se trasformano la Convenzione in una CIG (sarà difficile) non risolveremo quei problemi che ci trasciniamo da 10 anni, da Maastricht, Amsterdam... Nizza (nemmeno più citata).

L'isola di Ventotene dall'alto

I problemi non risolti si incancreniscono e si aggravano.
L'allargamento ormai non è più dilazionabile.
Restano le diverse opzioni, una di maggioranza e una di minoranza.

Quale sarà la federalista, questo non lo sappiamo oggi. Potrebbe benissimo essere quella di minoranza, ma questo non ha eccessiva importanza.

Allora il gioco duro si farebbe nel passaggio tra Convenzione e CIG.

Due i precedenti: Assemblea ad hoc e Progetto Spinelli.

Le CIG hanno disfatto la tela. Ma la situazione oggi è molto diversa.
Se la CIG distruggesse il progetto federalista della maggioranza, ci sarebbe una grave crisi di legittimità e tutte le strade sarebbero poi chiuse.
Se facesse altrettanto con quella della minoranza, aumenterebbe il rischio di rottura da parte del nucleo federale nei confronti degli altri.

Questi esiti vanno tenuti presenti fin da ora senza attribuire loro un significato da "finis Europae".

Jean Monnet

Tener presente l'insegnamento di Monnet (e della Storia!):
1) gli uomini sono disposti a cambiare solo quando vi sono costretti;
2) vedono la necessità del cambiamento solo nei momenti di crisi.

Noi speriamo che prima dell'allargamento, rendendosi conto dei rischi, si arrivi alla costituzione di un nucleo federale aperto a tutti, ma potrebbe anche accadere che vi si arrivi con un piede già nel baratro.

E potrebbe anche capitare che tutto vada a catafascio.
Non possiamo nemmeno trascurare questa eventualità.
Finora il processo ha tenuto, ma potrebbe saltare tutto.

Qualche tempo fa dicevo ad un esponente della Lega, in un momento in cui la Lega aveva avviato una durissima polemica antieuropeista: uno di noi due passerà nel fiume...

Se pensiamo ai compiti che abbiamo di fronte, siamo posti di fronte alla nostra inadeguatezza.
D'altra parte nella sezione e nel Movimento abbiamo 3 generazioni che lavorano insieme e con efficacia. Ed è questa la nostra forza.

Siamo tutti convinti di trovarci ad uno snodo decisivo e che, se non si fa l'Europa questa volta, forse non la si fa più.
Nei momenti difficili la prima cosa da fare è però non perdere la testa e continuare a fare quel che non fa nessun altro se non lo facciamo noi. D'altra parte, non c'è nessun Monsieur Miracle.

La posizione dell'isola di Ventotene nel mar Tirreno

Essere originali significa saper tornare alle origini.
Ricordiamoci da chi, quando e dove è stato scritto il Manifesto di Ventotene: da confinati condannati all'inazione, con Hitler e i suoi alleati padroni dell'Europa, in una piccola isola fuori dal mondo.

Eppure il Manifesto si conclude con queste parole di speranza: "La strada da percorrere non è facile nè sicura. Ma deve essere percorsa e lo sarà!"

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