..Approfondimenti |
Pagina iniziale | Europa apparente | Europa reale | Europa futuribile | Approfondimenti | Segnalibri | Mappa sito |
ALTIERO SPINELLI
Indice:
1. La vita e l'azione
2. L'azione di Spinelli
e il federalismo come nuovo comportamento politico
3. Il Manifesto di
Ventotene
4. La nascita del
Movimento Federalista Europeo
5. Spinelli, il
Movimento Federalista Europeo e De Gasperi
6. Il potere
costituente del Parlamento europeo
7. Il lavoro da portare
a termine
1. La vita e l'azione
Altiero Spinelli (31 agosto
1907 - 25 maggio 1986) aderisce molto giovane al Partito
Comunista Italiano, partecipando alla lotta clandestina
contro il fascismo. Arrestato nel 1927, sconta dieci anni di
prigione e sei di confino. Durante il suo confino a Ventotene,
studiando i testi dei federalisti anglosassoni,
abbandona il comunismo e abbraccia il federalismo. In quel
periodo elabora, assieme a Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, il Manifesto
di Ventotene (1941).
Spinelli si rende presto conto del fatto che la battaglia per la
federazione europea richiede la creazione di un'organizzazione
politica nuova, immune dai feticci nazionali e dai limiti delle
ideologie tradizionali. Sulla base di questa convinzione promuove
la fondazione del Movimento federalista Europeo (Milano, 27-28
agosto 1943).
Agli inizi degli anni cinquanta, l'azione di Spinelli e del
Movimento federalista Europeo sul governo italiano si rivela
decisiva per fare della costituente europea la questione centrale
nelle trattative intergovernative per la creazione della Comunità
Europea di difesa (CED). E' grazie a questa azione che l'Assemblea
ad hoc (l'assemblea allargata della CECA) viene incaricata di
elaborare lo statuto della Comunità politica europea, cioè dell'organismo
politico incaricato di controllare l'esercito europeo. L'Assemblea
assolve al suo mandato elaborando un testo di costituzione, ma la
sua opera viene vanificata dalla mancata ratifica della CED da
parte della Francia (1954).
Nonostante questa sconfitta, fra il 1954 e il 1960 Spinelli e il
MFE rilanciano la lotta federalista impegnandosi per mobilitare l'europeismo
ormai diffuso in una protesta popolare crescente - azione del
Congresso del Popolo europeo - diretta contro la legittimità
stessa degli stati nazionali.
Dopo aver abbandonato il Movimento Federalista Europeo negli anni
sessanta, nel 1970 viene nominato membro della Commissione
esecutiva della CEE. Dal 1976 al 1986 è membro del Parlamento
europeo, divenendo nel 1984 presidente della Commissione
istituzionale. E' nel Parlamento europeo che Spinelli, per la
seconda volta, ha l'opportunità di avviare un'azione di tipo
costituzionale, promuovendo all'interno del Parlamento europeo,
ormai eletto direttamente, l'elaborazione di un Progetto di
Trattato di Unione europea (approvato a larghissima maggioranza
il 14 febbraio 1984). Questa iniziativa viene frenata e
insabbiata dai governi nazionali, che nel 1985 varano il meno
ambizioso Atto Unico europeo. Essa segna tuttavia l'ingresso
sulla scena europea del Parlamento europeo come nuovo soggetto
politico nel processo di democratizzazione delle istituzioni
comunitarie. Muore a Roma il 23 maggio 1986.
2. L'azione di
Spinelli e il federalismo come nuovo comportamento politico
L'atteggiamento di Spinelli
si distingue da quello dei federalisti che, prima di lui, si
erano limitati a denunciare la crisi storica dello Stato
nazionale, collocando la realizzazione della Federazione europea
in un futuro indeterminato. Questi federalisti, al contrario di
Spinelli, non si erano posti l'obiettivo di elaborare un
programma d'azione preciso e non avevano rinunciato ad impegnarsi
prima di tutto sul fronte delle lotte liberali, democratiche o
socialiste. Spinelli invece, convinto che la Federazione europea,
dopo la seconda guerra mondiale, sarebbe diventata un obiettivo
concreto della lotta politica, si rende conto del fatto che si
apre uno spiraglio per la lotta federalista. Spinelli denuncia
pertanto senza esitazione i limiti dell'approccio funzionalista
all'unificazione europea, e l'illusione degli europeisti di poter
raggiungere la federazione senza la rinuncia alla sovranità
nazionale da parte degli Stati. La sua azione mira sin dall'inizio
a sfruttare le contraddizioni che si manifestano nel mettere in
comune le politiche nazionali. Al metodo comunitario seguito da
Jean Monnet, Spinelli contrappone il metodo costituente,
consapevole del fatto che, se da un lato bisogna far accettare
agli Stati un trattato in base al quale essi si dichiarano
disposti a cedere parte della loro sovranità a favore di un
governo sovranazionale, dall'altro lato è necessario far
partecipare il popolo europeo alla definizione di una
costituzione che stabilisca la forma e i compiti della nuova
unione fra Stati. Su questa posizione, difesa e sostenuta per
tutta la vita, Spinelli riesce, nel 1984, a portare l'intero
Parlamento europeo. Questo stesso Parlamento è chiamato a
portare a termine la battaglia costituente iniziata da Spinelli.
3. Il
Manifesto di Ventotene
...La linea di divisione fra partiti progressisti e partiti
reazionari cade perciò ormai non lungo la linea formale della
maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da
istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa
quelli che concepiscono come fine essenziale della lotta quello
antico, cioè la conquista del potere politico nazionale - e che
faranno, sia pure involontariamente, il gioco delle forze
reazionarie lasciando solidificare la lava incandescente delle
passioni popolari nel vecchio stampo, e risorgere le vecchie
assurdità - e quelli che vedranno come compito centrale la
creazione di un solido Stato internazionale, che indirizzeranno
verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il
potere nazionale, lo adopreranno in primissima linea come
strumento per realizzare l'unità internazionale.
Per un'Europa libera e unita - Progetto di Manifesto,
Ventotene 1941
4. La nascita
del Movimento Federalista Europeo (1943)
...Respingemmo il progetto, ventilato da qualcuno, di
costituire un semplice centro di studi e di diffusione di idee.
Lasciammo definitivamente cadere l'idea di un partito federalista,
comprendendo che metterlo su e conquistargli un posto
significativo accanto ai partiti democratici che vedevamo
rinascere dalle loro ceneri con una insospettata vigorosa
continuità sarebbe stato un tentativo con ogni probabilità
sterile e ci avrebbe comunque impedito di raccogliere in un solo
fascio tutti i consensi certamente esistenti in ogni forza
politica. La necessità di entrare in concorrenza con gli altri
partiti ci avrebbe obbligato a darci un programma completo di
gestione del potere nazionale, e ci avrebbe perciò
inevitabilmente distratti dalla concentrazione che volevamo
prioritaria sulla costruzione europea.
Saremmo dunque stati un movimento che avrebbe chiamato a raccolta
chiunque si volesse battere per la federazione, e perciò aperto
a membri dei vari partiti antifascisti che si andavano formando,
ma deciso a restare autonomo rispetto ad essi.
Come ho tentato di diventare saggio - La goccia e la roccia,
1987
5. Spinelli,
il Movimento Federalista Europeo e De Gasperi
... Con De Gasperi abbiamo avuto un incontro non facile.
Quando abbiamo cominciato a fare il nostro piccolo movimento, con
questa durezza di formulazione e impegno di battaglia, poichè
Sforza, ministro degli esteri, e De Gasperi avevano un
atteggiamento antinazionalista, abbiamo cercato di prendere
contatto con loro. Nel 1950 abbiamo fatto d'accordo con i
federalisti anche degli altri Paesi, una campagna, sotto forma di
petizione, in cui chiedevamo ai governi, e in particolare noi al
nostro governo italiano, di prendere una iniziativa per fare un
patto federale con gli altri Paesi. Abbiamo preparato il testo
della petizione su cui raccogliere le firme, e abbiamo poi
cercato alcuni sostegni autorevoli che avrebbero facilitato la
raccolta. Uno dei primi passi a cui dovevamo pensare era De
Gasperi. De Gasperi ci riceve, legge questo testo e dice che, sì,
lui è disposto ad appoggiarlo a condizione che noi cambiamo un
po' quella formula troppo astratta: avremmo dovuto dire che noi
invitavamo il governo italiano a prendere iniziative per
promuovere la pace in Europa.
Allora noi abbiamo detto che il nostro movimento nasceva proprio
contro questo modo di concepire, di fare la politica europea e
che, perciò, non l'avremmo fatto. E ci siamo lasciati così,
freddamente: lui dicendo che allora non si interessava della cosa
e noi trovandoci in una situazione abbastanza difficile, perchè
si partiva avendo il capo del governo in questa situazione ostile.
Però abbiamo deciso: lo facciamo lo stesso. E nel giro di un
anno abbiamo raccolto mezzo milione di firme e alla fine abbiamo
fatto, nel '51, una grossa manifestazione all'Eliseo, nella quale
era presente Einaudi, presidente della Repubblica - Einaudi era
quello che silenziosamente ci aveva sempre sostenuto - e,
invitati a parlare, c'erano anche Sforza e De Gasperi. (...)
Allora abbiamo avuto la prima dichiarazione di De Gasperi a
nostro favore, perchè ha firmato anche lui la petizione e ha
dichiarato che il governo italiano avrebbe accettato questo
impegno e avrebbe agito in coerenza. Bene, debbo dire che a
questo impegno De Gasperi ha tenuto fede ed è stata una grossa
iniziativa del governo italiano.
Quest'uomo, De Gasperi, che in fondo era un moderato, lo ha fatto
con uno spirito rivoluzionario non indifferente, vincendo
resistenze in Italia, nella amministrazione italiana e vincendo
resistenze negli altri Paesi.
Da un'intervista radiofonica, 1985
6. Il potere
costituente del Parlamento europeo
...Questo esclusivo diritto politico del Parlamento europeo,
non scritto ma valido perchè fondato su una solida consuetudine
democratica, deve essere rivendicato con fermezza dal Parlamento
contro ogni tentativo di trasferire l'elaborazione a saggi, a
diplomatici, a ministri, o ad altri. Se il Parlamento europeo
cede su questo punto, se ammette che il suo è stato solo un
lavoro preparatorio destinato ad essere rimanipolato da altri,
esso riduce se stesso al livello di poco più che un ufficio
studi, e dichiara spontaneamente di non possedere la qualità di
rappresentante dei cittadini della Comunità, cioè rinnega lo
scopo stesso per cui le elezioni hanno avuto luogo. Molte voci si
leveranno -siamone certi - contro questa pretesa del Parlamento
europeo, ma esso sappia che questa trincea non potrà essere
abbandonata senza che tutto intero il fronte della sua battaglia
per l'Unione crolli.
Discorso pronunciato all'Istituto universitario europeo di
Firenze, 13 giugno 1983
7. Il lavoro
da portare a termine
...Avete tutti letto il romanzo di Hemingway in cui si
parla di un vecchio pescatore che, dopo aver pescato il pesce più
grosso della sua vita, tenta di portarlo a riva. Ma i pescicani a
poco a poco lo divorano, e quando egli arriva in porto gli rimane
la lisca. Quando voterà fra qualche minuto, il Parlamento avrà
catturato il pesce più grosso della sua vita, ma dovrà portarlo
fino a riva, perchè ci saranno sempre degli squali che
cercheranno di divorarlo. Tentiamo di non rientrare in porto con
soltanto una lisca.
Discorso al Parlamento europeo, 14 settembre 1983
...Giunto alla fine di un capitolo e all'inizio di un nuovo
capitolo che probabilmente sarà portato a termine da altri, e
riflettendo sul lavoro che ho cercato di fare qui, devo dire che,
se le idee contenute in questo testo e nella risoluzione non
fossero esistite nella mente della grande maggioranza di questo
Parlamento, non sarei mai riuscito a mettervele. Mi sono limitato
ad esercitare, come Socrate, l'arte della maieutica. Sono stato l'ostetrica
che ha aiutato il Parlamento a dare alla luce questo bambino.
Adesso bisogna farlo vivere.
Discorso al Parlamento europeo, 14 febbraio 1984
Pagina iniziale - Europa apparente - Europa reale - Europa futuribile - Segnalibri - Mappa sito