L'evoluzione del pensiero politico di Diderot


Diderot, emancipatosi dall'ambiente conservatore, piccolo-borghese, monarchico e cattolico, dopo gli anni del soggiorno parigino, divenne ateo e questa sua scelta caus� la fine dei suoi rapporti con il fratello abate. Il suo principio fondamentale: ...la politica non ha per fine di consolidare un potere e di fondare un'obbedienza, ma di assicurare la felicit� dei popoli, lo spinge a cimentarsi nei suoi scritti con tutti i problemi e le questioni del suo tempo: la rivolta parlamentare e il giansenismo; i rapporti tra Stato e Chiesa e la libert� di stampa; il commercio dei grani e il regime delle imposte; la rappresentanza nazionale e l'assolutismo illuminato. Diderot all'inizio della sua colossale impresa enciclopedica compone la voce (Autorit� politique) che incomincia con queste parole nessun uomo ha ricevuto dalla natura il dirittto di comandare gli altri. Nel 1751 sviluppa la teoria contrattualista nelle voci dedicate a Droit naturel e al Pouvoir, quest'ultima delineer� l'ideale della monarchia moderata cos� come nel Poissance e Souverains scritte tra il 1755 e il 1765. Fondamentale � l'amicizia con Rousseau, con un influenza reciproca che ha lasciato traccia in entrambe. Fino al 1766 Diderot approfondisce le sue convinzioni politiche: dalla teocrazia nata dal terrore di fronte alla natura ostile, al dispotismo in cui il re svolge le funzioni di Dio e di prete, alle antiche democrazie libere ma fragili, alle moderne monarchie costituzionali. Secondo Diderot la monarchia promana in linea di diritto e di fatto dal consenso dei popoli, � limitata dalle sue origini costituzionali come dalle leggi naturali, � fondata sulla fiducia e non sulla forza, � vincolata da un contratto tacito il cui scopo � la sicurezza e la felicit� di tutti; deve essere tollerante e pacifica, la sua funzione � quella di armonizzare le forze vive della nazione. Diderot quindi � pienamente schierato contro l'assolutismo illuminato.

 Nel triennio 1766-69 aderisce alla teoria fisiocratica che abbandoner� sotto la duplice influenza di Grimm e Galiani, infatti nel 1770 Diderot prende coscienza del fatto che libert� assoluta nel commercio � uguale alla libert� di arricchirsi per pochi. Diderot sulla scia di Galiani si pone alcuni interrogativi; non trova una risposta definitiva, ma sia predica contro la libert� commerciale che � soltanto uno strumento d'arricchimento borghese sia considera l'arricchimento dell'artigiano o del commerciante come segno dell'arricchimento e del benessere generali. And� oltre questo dualismo forse quando scrisse la frase che lo riallaccia alla corrente della democrazia illuministica: Sono convinto che non pu� esserci vera felicit� per la specie umana se non in uno Stato sociale ove non vi siano n� re, n� magistrato, n� prete, n� leggi, n� tuo, n� mio, n� propiet� mobiliare, n� propriet� fondiaria, n� vizi, n� virt� . Verso la met� del decennio 1760-70 ha un profondo ripensamento verso la monarchia inglese grazie alle frequenti visite al salotto del barone D'Holbach. Infatti di fronte all'assolutismo francese la monarchia costituzionale inglese per gli intellettuali illuministi costituiva l'unico ideale coltivabile. Gradualmente Diderot corroder� con la sua critica non solo l'assolutismo illuminato ma anche la sovranit� monarchica le Pages contre un tyran del 1770 sono il documento pi� clamoroso del suo odio verso Federico II di Prussia. Nelle sue opere dedicate alla Russia sviluppa la polemica contro il dispotismo; perfino con la sua benefattrice Caterina II di Russia assume un atteggiamento di distacco critico. Nelle sue opere russe affronta anche il tema della funzione della violenza costituzionale; questo si ravvisa anche nella seconda e nella terza edizione della Histoire des deux indes di Raynal (tra il 1774 e il 1780) che con la Lettre apolog�tique a favore dell'abate anticolonialista segna il punto pi� alto del pensiero politico diderodiano. I suoi continui interventi sull'opera Histoire del Raynal tendono a far emergere la tesi rivoluzionaria della liberazione totale dei negri. Il filosofo che dapprima aveva puntato sui ceti illuminati dalla societ� si rivolge adesso al popolo. I lettori francesi non potevano non sentire un'appello all'azione in casa loro in un passo come questo: Se i popoli sono felici sotto il loro governo, lo conserveranno. Se sono infelici sar� l'impossibilit� di soffrire ulteriormente che li determiner� a cambiarlo: la rivolta. Perci� nel 1780 in un manifesto diderodiano indirizzato agli intellettuali possiamo leggere filosofi, abbiate il coraggio di illuminare i vostri fratelli sollevate nelle loro anime la natura e l'umanit� contro il rovesciamento delle leggi sociali. Infine Diderot afferma la superiorit� della storia su ogni altra disciplina umana, come scienza del proprio essere e del proprio destino. Diderot indignato con l'amico Crimm che aveva attaccato Raynal decide di concludere la sua opera autobiografica scritta nel 1747: imponetemi il silenzio sulla religione e sul governo e non avr� pi� niente da dire. Il ciclo del suo pensiero era completo: attraverso un'eccezionale variet� di interessi era approvato alla pi� cristallina chiarezza sulla funzione e sui doveri dell'intellettuale impegnato nella societ� di cui fa parte per contribuire al progresso della ragione e dell'umanit�.


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