Manifesto
dell'Internazionale Comunista al proletariato di tutto il mondo
(1919)
il manifesto fu scritto da Trotsky, e adottato dal
congresso all'unanimit� nell'ultima seduta, il 6 marzo 1919
Sono passati
settantadue anni dacch� il partito comunista annunci� al mondo il proprio programma
sotto forma di un Manifesto scritto dai massimi maestri della rivoluzione proletaria, Karl
Marx e Friedrich Engels. Anche a quel tempo il comunismo, che era appena entrato
nell'arena della lotta, fu aggredito con irrisione, menzogne, odio, e persecuzione dalle
classi possidenti, che giustamente sentivano in esso il proprio nemico mortale. Nel corso
di quei settant'anni il comunismo si svilupp� per vie intricate, periodi di precipitose
avanzate alternatisi con periodi di declino; ha conosciuto dei successi, ma anche delle
dure sconfitte. Tuttavia il movimento procedette essenzialmente sulla via indicata in
anticipo dal Manifesto del partito comunista. L'epoca della lotta finale, decisiva, giunse
pi� tardi di qual che gli apostoli della rivoluzione sociale avevano creduto e sperato.
Ma ora � giunta. Noi comunisti, rappresentanti del proletariato rivoluzionario di vari
paesi d'Europa, America, e Asia, che ci siamo riuniti nella Mosca sovietica, ci sentiamo e
ci riteniamo gli eredi e gli esecutori della causa il cui programma fu annunciato 72 anni
fa. E' nostro compito generalizzare l'esperienza rivoluzionaria della classe operaia,
ripulire il movimento dagli inquinamenti disgregatori dell'opportunismo e del
socialpatriottismo, mobilitare le forze di tutti i partiti autenticamente rivoluzionari
del proletariato mondiale e cos� facendo facilitare e accelerare la vittoria della
rivoluzione comunista in tutto il mondo.
Oggi, mentre l'Europa � coperta di macerie
e rovine fumanti, i pi� infami incendiari sono occupati a scovare i criminali
responsabili della guerra. Dietro di loro stanno i loro cattedratici, membri del
parlamento, giornalisti, socialpatrioti, e altri ruffiani politici della borghesia.
Per molti anni il socialismo predisse
l'inevitabilit� della guerra imperialista, vedendone le cause nella cupidigia insaziabile
delle classi possidenti dei due maggiori schieramenti, e, in generale, di tutti i paesi
capitalisti. Al congresso di Basilea, due anni prima dello scoppio della guerra, dirigenti
socialisti responsabili di tutti i paesi bollarono l'imperialismo come autore
dell'imminente conflitto, e minacciarono alla borghesia la rivoluzione socialista come
vendetta proletaria per i crimini del militarismo. Oggi, dopo l'esperienza degli ultimi
cinque anni, dopo che la storia ha messo a nudo le brame predatorie della Germania, e le
azioni non meno criminali dell'Intesa, i socialisti di stato dei paesi dell'Intesa
continuano insieme con i propri governi ad accusare il deposto Kaiser tedesco. Per giunta,
i socialpatrioti tedeschi che nell'agosto 1914 proclamarono che il libro bianco
diplomatico degli Hohenzollern era il pi� sacro vangelo delle genti, ora, come vili
leccapiedi, seguono le orme dei socialisti dell'Intesa e denunciano la monarchia tedesca
caduta, che un tempo hanno servito in modo abbietto, come il principale criminale. Sperano
cos� di far dimenticare la loro propria colpa e al tempo stesso di meritare la
benevolenza dei vincitori. Ma la luce gettata da avvenimenti rivelatori e da rivelazioni
diplomatiche smaschera, fianco a fianco, le vacillanti dinastie Romanov, Hohenzollern e
Asburgo, le cricche capitaliste dei loro paesi, le classi dominanti di Francia,
Inghilterra e Stati Uniti in tutta la loro sconfinata infamia.
La diplomazia inglese non usc� allo
scoperto fin proprio al momento in cui scoppi� la guerra. Il governo dei finanzieri ebbe
cura di non rilasciare alcuna dichiarazione esplicita della propria intenzione di entrare
in guerra al fianco dell'Intesa per non spaventare il governo di Berlino. A Londra
volevano la guerra. Ecco perch� si comportarono in modo che Berlino e Vienna contassero
sulla neutralit� dell'Inghilterra, mentre Parigi e Pietrogrado confidavano fermamente
sull'intervento dell'Inghilterra.
Maturata per decenni da tutto il corso
degli avvenimenti, la guerra fu scatenata grazie alla provocazione diretta e deliberata
della Gran Bretagna. Il governo inglese calcol� di offrire alla Russia e alla Francia
quel tanto di appoggio da farle procedere finch�, trovandosi queste ai limiti della
resistenza, anche il nemico mortale dell'Inghilterra, la Germania, fosse paralizzato. Ma
la potenza della macchina militare tedesca si rivel� troppo formidabile e non lasci�
all'Inghilterra altra scelta che l'immediato intervento in guerra. Il ruolo di tertius
gaudens cui la Gran Bretagna, seguendo un'antica tradizione, aspirava, tocc� agli Stati
Uniti. Il governo di Washington si rassegn� con la massima facilit� al blocco inglese,
che limitava unilateralmente la speculazione della Borsa valori americana sul sangue
europeo, dato che i paesi dell'intesa compensarono la borghesia americana con pingui
profitti per le violazioni della "legge internazionale". Ma la schiacciante
superiorit� militare della Germania costrinse il governo di Washington ad abbandonare la
propria fittizia neutralit�. Rispetto all'insieme dell'Europa, gli Stati Uniti assunsero
il ruolo che aveva assunto l'Inghilterra rispetto al continente in guerre precedenti e che
cerc� di assumere nell'ultima guerra, vale, a dire: indebolire un campo aiutando l'altro,
intervenire nelle operazioni militari solo quel tanto che basti ad assicurarsi tutti i
vantaggi della situazione. Rispetto al livello delle speculazioni americane, la puntata di
Wilson non era molto alta, ma fu la puntata definitiva, e gli assicur� il premio.
La guerra ha reso consapevole l'umanit�
delle contraddizioni del sistema capitalistico che si configurano in sofferenze
primordiali, fame e freddo, epidemie, crudelt� morali. Questo ha risolto una volta per
tutte la controversia accademica all'interno del movimento socialista a proposito della
teoria dell'impoverimento e dell'indebolimento progressivo del capitalismo da parte del
socialismo. Per decenni studiosi di statistica e pedanti fautori del superamento delle
contraddizioni hanno cercato di scovare in ogni angolo del globo fatti veri o presunti che
attestino il maggior benessere di vari grippi e categorie della classe operaia. Si suppose
che la teoria dell'impoverimento fosse stata sepolta sotto alle irrisioni sprezzanti con
cui la bersagliavano gli eunuchi della professoralit� borghese e i mandarini
dell'opportunismo socialista. Oggigiorno quest'impoverimento, non pi� solamente di genere
sociale, ma anche fisiologico e biologico, ci si pone di fronte in tutta la sua spaventosa
realt�.
La catastrofe della guerra imperialista ha
spazzato via ogni conquista delle lotte sindacali e parlamentari. Perch� questa guerra fu
un prodotto delle tendenze insite nel capitalismo tanto quanto lo furono quegli accordi
economici e quei compromessi parlamentari che la guerra seppell� nel sangue e nel fango.
Lo stesso capitale finanziario, che fece
precipitare l'umanit� nell'abisso della guerra, nel corso della guerra sub� mutamenti
catastrofici. Il rapporto tra carta moneta e base materiale della produzione �
completamente spezzato. Perdendo costantemente importanza come tramite e regolatore della
circolazione capitalistica dei beni, la carta moneta � divenuta strumento di
requisizione, di ladrocinio, di violenza militare-economica in generale. L'assoluto
svilimento della carta moneta rispecchia la mortale crisi generale dello scambio
capitalistico dei beni. Nei decenni precedenti la guerra, la libera concorrenza, in quanto
regolatrice della produzione e della distribuzione, era gi� stata sostituita nei campi
pi� importanti della vita economica dal sistema dei trust e dei monopoli; ma durante la
guerra il corso degli eventi strapp� questo ruolo dalle mani di tali associazioni
economiche e lo trasfer� direttamente al potere statale militare. La distribuzione delle
materie prime, l'utilizzazione del petrolio di Baku o romeno, del carbone del Donetz e del
frumento ucraino, la sorte delle locomotive, dei vagoni e delle automobili tedesche,
l'approvvigionamento di pane e cibo per l'Europa affamata tutte queste questioni
fondamentali della vita economica del mondo non vengono decise dalla libera concorrenza,
n� dalle associazioni di trust e consorzi nazionali e internazionali, ma dall'esercizio
diretto del potere militare negli interessi della propria prolungala conservazione. Se la
assoluta soggezione del potere statale al potere del capitale finanziario condusse
l'umanit� alla carneficina imperialista, in seguito attraverso questo macello di massa il
capitale finanziario ha completamente militarizzato non soltanto lo stato ma anche se
stesso, e non � pi� in grado di adempiere alle proprie funzioni economiche primarie
altrimenti che per mezzo del sangue e del ferro.
Gli opportunisti, che prima della guerra
fecero appello agli operai perch� esercitassero la moderazione nell'interesse della
transizione graduale al socialismo, e che durante la guerra richiesero la docilit� di
classe in nome della pace civile e della difesa nazionale, ora chiedono di nuovo
l'abnegazione del proletariato per sormontare le terrificanti conseguenze della guerra. Se
le masse operaie dovessero dar retta a questa paternale, lo sviluppo capitalista
celebrerebbe la propria restaurazione in forme nuove, pi� intense e pi� mostruose, sopra
le ossa di molte generazioni, con la prospettiva di una nuova e inevitabile guerra
mondiale. Fortunatamente per l'umanit� ci� non � pi� possibile.
Il controllo statale della vita economica,
cui il liberalismo capitalista si opponeva tanto strenuamente, � diventato una realt�.
Non c'� nessuna possibilit� di un ritorno alla libera concorrenza, e neppure alla
dominazione di trust, gruppi monopolistici, ed altri mostri economici. C'� soltanto un
unico problema: d'ora innanzi chi si incaricher� della produzione nazionalizzata
lo stato imperialista o lo stato del proletariato vittorioso?
In altre parole: tutta l'umanit� che
lavora duramente diventer� schiava di una cricca mondiale vittoriosa che, sotto il nome
di Societ� delle Nazioni e aiutata da un esercito "internazionale" e da una
marina "internazionale", qui depreder� e reprimer� e l� getter� le briciole,
ovunque incatenando il proletariato con il solo scopo di mantenere il proprio dominio;
oppure la classe operaia d'Europa e dei paesi avanzati di altre parti del mondo prender�
in mano essa stessa l'economia disgregata e distrutta per assicurarne la ricostruzione su
basi socialiste?
E' possibile abbreviare l'attuale epoca di
crisi soltanto per mezzo della dittatura del proletariato, che non guarda al passato, che
non tiene in considerazione n� privilegi ereditari n� diritti di propriet�, ma che
prende come punto di partenza la necessit� di salvare le masse affamate e mobilita a tal
fine tutte le forze e le risorse, introduce l'obbligo universale del lavoro, stabilisce il
regime della disciplina operaia, non soltanto alfine di risanare nel corso di qualche anno
le ferite aperte dalla guerra ma anche al fine di sollevare l'umanit� ad altezze nuove e
inimmaginate.
Lo stato nazionale, che impart� un
possente impulso allo sviluppo capitalistico, � diventato troppo angusto per l'ulteriore
sviluppo delle forze produttive. Questo rende ancor pi� insostenibile la posizione dei
piccoli stati circondati dalle maggiori potenze d' Europa e d'altri continenti. Questi
piccoli stati, che sorsero a seconda delle volte come frammenti ricavati da altri pi�
grandi, come spiccioli in pagamento di svariati servizi resi o come cuscinetti strategici,
hanno dinastie loro proprie, cricche dominanti proprie, pretese imperialistiche proprie,
propri intrighi diplomatici. La loro illusoria indipendenza poggiava, prima della guerra,
sulle stesse basi su cui poggiava l'equilibrio di potere europeo - l'antagonismo
ininterrotto tra i due campi imperialisti. La guerra ha disgregato quest'equilibrio. Dando
un'enorme preponderanza alla Germania nelle prime fasi, la guerra costrinse i piccoli
stati a cercare salvezza nella magnanimit� del militarismo tedesco. Quando la Germania fu
sconfitta, la borghesia dei piccoli stati, insieme ai loro "socialisti"
patriottici, si accost� agli imperialismi alleati vittoriosi e incominci� a cercare
garanzie per il mantenimento della propria esistenza indipendente nelle clausole ipocrite
del programma wilsoniano. Nello stesso tempo il numero dei piccoli stati aument�; dalla
monarchia austroungarica, da parti dell'antico impero zarista, sono state ricavate nuove
entit� statali, che non appena nate balzarono l'una alla gola dell'altra per la questione
delle frontiere di stato. Intanto gli imperialisti alleati stanno componendo alleanze di
piccole potenze, sia vecchie sia nuove, ad essi legate con la garanzia della loro mutua
inimicizia e comune impotenza.
Mentre opprimono e coartano i popoli
piccoli e deboli, con ampi ceti intermedi tanto nelle campagne quanto nelle citt� sono
ostacolati dal capitalismo, e sono in ritardo nel proprio sviluppo storico. Al contadino
del Baden e della Baviera che non � ancora capace di vedere al di l� del campanile della
chiesa dei paese, al piccolo produttore di vino francese che viene rovinato dai
capitalisti che operano su vasta scala e che adulterano il vino, e al piccolo coltivatore
americano derubato e truffato dai banchieri e dai membri del Congresso - a tutti questi
ceti sociali, spinti dal capitalismo fuori della corrente principale dello sviluppo,
apparentemente si fa appello, in regime di democrazia politica, per dirigere lo stato. Ma
in realt�, in tutte le questioni importanti che determinano i destini dei popoli,
l'oligarchia finanziaria decide alle spalle della democrazia parlamentare. Ci� fu
soprattutto vero per quel che riguardava la guerra; � vero ora per quel che riguarda la
pace.
Quando l'oligarchia finanziaria ritiene
opportuno avere una copertura parlamentare per i propri atti di violenza, lo stato
borghese ha a propria disposizione a questo scopo molteplici strumenti ereditati da secoli
di dominio di classe e moltiplicati da tutti i miracoli della tecnologia capitalista -
menzogne, demagogia, irrisione, calunnia, corruzione, e terrore.
Esigere dal proletariato che, come un mite
agnello, ottemperi alle prescrizioni della democrazia borghese nella lotta finale, per la
vita o per la morte, con il capitalismo, � come chiedere ad un uomo che lotta per la
propria vita contro dei tagliagole di osservare le regole artefatte e restrittive della
lotta francese, redatte ma non osservate dai suoi avversari.
In questo regno della distruzione, dove non
soltanto i mezzi di produzione e di scambio ma anche le istituzioni della democrazia
politica giacciono sotto rovine insanguinate, il proletariato deve creare il suo proprio
apparato, destinato in primo luogo a collegare la classe operaia e ad assicurare la
possibilit� di un intervento rivoluzionario nello sviluppo futuro dell'umanit�. Questo
apparato � il soviet degli operai. I vecchi partiti, i vecchi sindacati, hanno dimostrato
nelle persone dei propri dirigenti di essere incapaci di condurre a buon fine, persino di
comprendere, i compiti indicati dalla nuova epoca. Il proletariato ha creato un nuovo tipo
di apparato, che abbraccia l'intera classe operaia indipendentemente dall'occupazione
specifica e dalla maturit� politica, un apparato flessibile capace di rinnovamento e di
estensione continui, capace di attirare nella propria orbita ceti sempre pi� vasti,
aprendo le porte ai lavoratori della citt� e della campagna che siano vicini al
proletariato. Questa organizzazione insostituibile dell'autogoverno della classe operaia,
della sua lotta, e poi della sua conquista del potere statale, � stata collaudata
nell'esperienza di vari paesi e rappresenta la conquista maggiore e l'arma pi� potente
del proletariato del nostro tempo.
In tutti i paesi in cui le masse si sono
risvegliate alla coscienza, continueranno a costituirsi i soviet dei delegati degli
operai, soldati, e contadini. Rafforzare i soviet, accrescerne l'autorit�, erigerli in
contrapposizione all'apparato statale della borghesia - questo � oggi il compito pi�
importante dei lavoratori leali e dotati di coscienza di classe di tutti i paesi. Per
mezzo dei soviet la classe operaia pu� salvarsi dalla disgregazione introdotta nel suo
seno dalle orribili sofferenze della guerra e della fame, dalla violenza delle classi
possidenti e dal tradimento dei suoi vecchi dirigenti. Per mezzo dei soviet la classe
operaia sar� in grado di arrivare con maggiore sicurezza e facilit� al potere in tutti
quei paesi in cui i soviet sono in grado di raccogliere la maggioranza dei lavoratori. Per
mezzo dei soviet la classe operaia, una volta conquistato il potere, diriger� tutte le
sfere della vita economica e culturale, com'� attualmente il caso della Russia.
Il crollo dello stato imperialista, da
quello zarista a quello pi� democratico, va di pari passo col crollo del sistema militare
imperialista. Gli eserciti innumerevoli mobilitati dall'imperialismo potevano reggersi
soltanto finch� il proletariato fosse rimasto obbedientemente sotto il giogo della
borghesia. Lo sfacelo dell'unit� nazionale significa anche uno sfacelo inevitabile
dell'esercito. Questo � quanto accadde prima in Russia, poi in Austria-Ungheria e in
Gerso di tutti gli strumenti a propria disposizione per paralizzare l'energia del
proletariato, prolungare la crisi, e rendere cos� anche maggiori le calamit�
dell'Europa. La lotta contro il centro socialista � la premessa indispensabile per la
lotta vittoriosa contro l'imperialismo.
Nel respingere la pavidit�, le menzogne e
la corruzione degli antiquati partiti socialisti-ufficiali, noi comunisti, uniti nella
terza Internazionale, riteniamo di continuare in successione diretta gli sforzi eroici e
il martirio di una lunga serie di generazioni rivoluzionarie da Babeuf a Karl Liebknecht a
Rosa Luxemburg.
Se la prima Internazionale previde il
futuro corso degli eventi e indic� le vie che esso avrebbe seguito, se la seconda
Internazionale raccolse e organizz� milioni di proletari, la terza Internazionale, dal
canto suo, � l'Internazionale della aperta lotta di massa, l'Internazionale della
realizzazione rivoluzionaria, l'Internazionale dell'azione.
L'ordine mondiale borghese � stato
fustigato a sufficienza dalla critica socialista. Il compito del Partito comunista
internazionale consiste nel rovesciare quell'ordine e nell'erigere al suo posto l'edificio
dell'ordine socialista.
Noi facciamo appello ai lavoratori e alle
lavoratrici di tutti i paesi perch� si uniscano sotto la bandiera comunista sotto cui
sono gi� state ottenute le prime grandi vittorie.
Proletari di tutti i paesi! Nella battaglia
contro la ferocia imperialista, contro la monarchia, contro le classi privilegiate, contro
lo stato borghese e la propriet� borghese, contro tutti i generi e le forme di
oppressione sociale e nazionale: Unitevi!
Sotto la bandiera dei soviet degli operai,
sotto la bandiera della lotta rivoluzionaria per il potere e la dittatura del
proletariato, sotto la bandiera della terza Internazionale - proletari di tutti i pesi,
unitevi!
Firmato a Mosca, il 6 marzo 1919, da:
Max Albert (Hugo Eberlein), per la Germania
N. Lenin, per la Russia
K.Gruber, per l'Austria tedesca
E. Rudny�nzsky, per l'Ungheria
Otto Grimlund, per la Svezia
Friz Platten, per la Svizzera
B. Reinstein, per gli Stati Uniti
C. Rakovskij, per la Confederazione balcanica
J. Unslicht (Jurovskij), per la Polonia
Yrjo Sirola, per la Finlandia
Skrypnik, per l'Ucraina
K.Gailis, per la Lettonia
Hans P�gelmann, per l'Estonia
Haikuni, per l'Armenia
G. Minger, per i coloni tedeschi del Volga
Zhalymov, per le popolazioni orientali della Russia
Henri Guilbeaux, per la sinistra Zimmerwaldiana francese
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Lenin 25
febbraio 1919
PROGETTO DI PROGRAMMA DEL PARTITO COMUNISTA RUSSO (BOLSCEVICO)
1) La rivoluzione del 1917 in Russia ha
realizzato la dittatura del proletariato che, con l'aiuto, dei contadini pi� poveri e del
semiproletariato, ha incominciato a costruire la societ� comunista. Lo sviluppo, del
movimento rivoluzionario del proletariato in tutti i paesi avanzati, la comparsa e lo
sviluppo, dovunque, della forma sovietica di questo movimento, cio� della forma che tende
direttamente a realizzare la dittatura del proletariato, tutto ci� indica chiaramente che
� incominciata l'era della rivoluzione mondiale proletaria, comunista.
2) Per comprendere in modo giusto le cause,
il significato e gli scopi di questa rivoluzione � necessario spiegare l'essenza del
capitalismo e l'inevitabilit� del suo sviluppo, verso il comunismo, attraverso
l'imperialismo e le guerre imperialistiche che accelerano il crollo del capitalismo.
3) Nello, stesso tempo il Partito
Comunista Russo (bolscevico) deve spiegare alle masse lavoratrici, per evitare
false generalizzazioni di necessit� storiche transitorie, che la privazione di una parte
di cittadini del loro diritto,di voto, nella repubblica sovietica non si riferisce
affatto, come invece accadeva nella maggior parte delle repubbliche democratiche borghesi,
a una determinata categoria di cittadini dichiarati senza diritti a vita, ma concerne
soltanto gli sfruttatori, soltanto coloro che, in contrasto con le leggi fondamentali
della Repubblic Sovietica, si ostinano a difendere la loro situazione di sfruttatori, a
mantenere rapporti capitalistici. Di conseguenza, nella repubblica sovietica, da un lato,
col rafforzamento quotidiano del comunismo al suo primo stadio e la diminuzione
del numero di coloro che hanno oggettivamente la possibilit� di restare sfruttatori o di
mantenere rapporti capitalistici, diminuisce automaticamente la percentuale di coloro che
sono privati del diritto di voto. Oggi in Russia questa percentuale non deve superare il
due o il tre per cento. Dall'altro lato, nel pi� prossimo futuro, la fine dell'invasione
straniera e l'ultimazione dell'espropriazione degli espropriatori potranno, in determinate
condizioni, creare una situazione in cui il potere statale proletario scelga altri metodi
per reprimere la resistenza degli sfruttatori e istituisca il diritto elettorale
universale senza nessuna limitazione. La natura del capitalismo e della societ� borghese
che domina ancora nella maggioranza dei paesi civili e il cui sviluppo conduce
inevitabilmente alla rivoluzione comunista mondiale del proletariato, era stata
caratterizzata correttamente nelle seguenti tesi del nostro, vecchio programma:
4) La caratteristica principale di questa
societ� consiste nella produzione mercantile fondata sui rapporti capitalisti di
produzione, in base ai quali la parte maggiore e pi� importante dei mezzi di produzione e
di circolazione delle merci appartiene a una classe numericamente esigua, mentre la
stragrande maggioranza della popolazione � composta di proletari e semiproletari,
costretti dalla loro situazione economica a vendere costantemente o periodicamente la
propria forza lavoro, cio� a mettersi al servizio dei capitalisti, e a creare con il
proprio lavoro i redditi delle classi superiori della societ�.
Assicurando alle masse lavoratrici una
possibilit� incomparabilmente maggiore che nelle democrazie borghesi e parlamentari di
eleggere e revocare i deputati nel modo pi� facile e pi� accessibile per gli operai e i
contadini, la Costituzione sovietica elimina nello stesso tempo gli aspetti negativi del
parlamentarismo gi� messi in luce dai tempi della Comune di Parigi, e in particolare la
separazione tra il potere legislativo ed esecutivo, il distacco del parlamento dalle
masse. La Costituzione sovietica avvicina l'apparato dello Stato alle masse
anche perch� l'unit� elettorale e la cellula fondamentale dello Stato non � un
distretto territoriale, ma un'unit� produttiva (officina, fabbrica).
5) "Il campo in cui dominano i
rapporti capitalistici di produzione si estende sempre pi�, via via che il continuo
perfezionamento della tecnica, accrescendo l'importanza economica delle grandi aziende,
conduce alla soppressione dei piccoli produttori indipendenti, ne trasforma una parte in
proletari, restringe la funzione degli altri nella vita economico-sociale e li pone, in un
modo o nell'altro, in uno stato di soggezione, pi� o meno completa, pi� o meno
manifesta, pi� o meno dura, al capitale.
6) "Lo stesso progresso tecnico d�
inoltre agli imprenditori la possibilit� di impiegare sempre pi� estesamente, nella
produzione e nella circolazione delle merci, il lavoro delle donne e di fanciulli. E
poich� esso determina, d'altra parte, una diminuzione relativa del fabbisogno di mano,
d'opera per gli imprenditori, la domanda di forza lavoro � di necessit� inferiore
all'offerta, e ci� contribuisce ad aggravare la soggezione del lavoro salariato al
capitale e a intensificare lo sfruttamento del lavoro.
7) "La situazione che cosi si
determina all'interno dei singoli paesi borghesi e la loro sempre pi� acuta rivalit� sul
mercato mondiale rendono sempre pi� difficile la vendita delle merci la cui produzione �
in continuo aumento. La sovrapproduzione, che si manifesta in crisi industriali pi� o
meno acute, seguite da periodi pi� o meno, lunghi di ristagno produttivo, �, nella
societ� borghese, una conseguenza inevitabile dello sviluppo delle forze produttive. A
loro volta, le crisi e i periodi di ristagno industriale rovinano ancora di pi� i piccoli
produttori, accentuano la dipendenza del lavoro salariato dal capitale, conducono ancor
pi� rapidamente a un peggioramento relativo, e talora assoluto, delle condizioni della
classe operaia.
8) "Cos� il perfezionamento della
tecnica, che comporta un incremento della produttivit� del lavoro e della ricchezza
sociale, accentua nella societ� borghese la diseguaglianza sociale, approfondisce il
distacco tra i possidenti e i non possidenti, accresce l'insicurezza, la disoccupazione e
le privazioni d'ogni genere in strati sempre pi� vasti delle masse lavoratrici.
9) "Ma, via via che queste
contraddizioni proprie della societ� borghese crescono e si sviluppano, si acuisce il
malcontento suscitato tra le masse lavoratrici e sfruttate dall'attuale stato di cose,
aumenta il numero e si consolida la coesione dei proletari, si inasprisce la loro lotta
contro gli sfruttatori. AI tempo stesso il perfezionamento della tecnica, concentrando i
mezzi di produzione e di circolazione e socializzando il processo del lavoro nelle imprese
capitalistiche, crea sempre pi� rapidamente la possibilit� materiale di sostituire ai
rapporti capitalistici di produzione i rapporti socialisti, di compiere cio� quella
rivoluzione sociale che � lo scopo ultimo di tutta l'attivit� del movimento comunista
internazionale, come espressione cosciente del movimento di classe del proletariato.
10) il governo comunista rivoluzionario
sostituendo la propriet� privata dei mezzi di produzione, di scamio e di
circolazione con la propriet� di Stato e organizzando secondo un piano il
processo sociale di produzione, al fine di garantire il benessere e lo sviluppo, completo
di tutti i membri della societ�, la rivoluzione del proletariato sopprimer� la divisione
della societ� in classi ed emanciper� cosi tutta l'umanit� oppressa, perch� metter�
fine a tutte le forme di sfruttamento di una parte della societ� sull'altra.
11) "Condizione indispensabile di
questa rivoluzione � la dittatura del proletariato, cio� la conquista, da parte del
proletariato, di un potere politico che gli consenta di reprimere ogni resistenza degli
sfruttatori. Il movimento comunista internazionale, proponendosi di rendere il
proletariato atto ad assolvere la sua grande missione storica, lo organizza in un partito
politico indipendente, opposto a tutti i partiti borghesi, dirige tutte le manifestazioni
della sua lotta di classe, gli rivela l'irriducibile contraddizione tra gli interessi
degli sfruttatori e quelli degli sfruttati, gli chiarisce il significato storico e le
condizioni necessarie dell'imminente rivoluzione sociale. Esso rivela inoltre a tutta la
restante massa dei lavoratori e degli sfruttati la situazione disperata in cui essi
versano nella societ� capitalistica e la necessit� della rivoluzione sociale ai fini
della loro emancipazione dal giogo del capitale. Il Partito Comunista, partito della
classe operaia, chiama nelle sue file tutti gli strati della popolazione lavoratrice e
sfruttata, nella misura in cui essi accettano le posizioni del proletariato.
12) Il processo di concentrazione e di
centralizzazione del capitale, distruggendo, la libera concorrenza, ha portato nel XX
secolo alla formazione di potenti associazioni monopolistiche di capitalisti (sindacati,
cartelli, trust) che hanno assunto un'importanza decisiva in tutta la vita economica, alla
fusione del capitale bancario con un capitale industriale altamente concentrato,
all'aumentata esportazione di capitale nei paesi stranieri, all'inizio della spartizione
economica del mondo, gi� diviso territorialmente fra i paesi pi� ricchi, fra i trust che
comprendono gruppi sempre pi� larghi di potenze capitalistiche. Quest'epoca del capitale
finanziario, epoca di una lotta di un accanimento senza precedenti fra gli Stati
capitalisti, � l'epoca dell'imperialismo.
13) Da qui derivano inevitabilmente le
guerre imperialistiche, guerre per i mercati, per i settori d'investimento del capitale,
per le materie prime e la mano d'opera a buon mercato, cio� per il dominio mondiale e
l'asservimento delle nazioni piccole e deboli. Tale � precisamente la prima grande guerra
imperialistica degli anni 1914-1918.
14) Il grado eccezionalmente alto di
sviluppo, del capitalismo mondiale in generale, la sostituzione del capitalismo
monopolistico alla libera concorrenza, la creazione da parte delle banche o dei complessi
capitalistici di un apparato per disciplinare socialmente il processo di produzione e di
ripartizione dei prodotti, il carovita e la pressione sulla classe operaia che si
accrescono con lo sviluppo dei monopoli capitalistici, il suo asservimento per mezzo dello
Stato imperialistico, le immense difficolt� della lotta economica e politica della classe
operaia, gli orrori, la miseria, la rovina generati dalla guerra imperialistica: tutto
questo converte l'attuale fase di sviluppo del capitalismo nell'era della rivoluzione
proletaria, comunista.
Quest'era � gi� incominciata.
15) Soltanto la rivoluzione proletaria
comunista pu� trarre l'umanit� dal vicolo cieco in cui l'hanno condotta l'imperialismo e
le guerre imperialistiche. Quali che siano le difficolt� della rivoluzione e le sue
eventuali sconfitte temporanee, quali che siano le ondate della controrivoluzione, la
vittoria finale del proletariato � immancabile.
In campo economico
Il potere del governo comunista della
Repubblica Sovietica ha i seguenti obbiettivi:
1) continuare e portare a termine
l'espropriazione della borghesia gi� iniziata e compiuta nelle sue grandi linee;
trasformare i mezzi di produzione e di scambio in propriet� dello Stato sovietico.
2) Dedicare particolare attenzione allo
sviluppo e al rafforzamento della disciplina fraterna dei lavoratori e all'elevamento
della loro iniziativa e del loto senso di responsabilit�. � questo il mezzo principale,
se non l'unico, per superare definitivamente il capitalismo e le abitudini create dal
dominio della propriet� privata dei mezzi di produzione. Per raggiungere questo scopo
occorre un lungo e tenace lavoro di rieducazione delle masse, e tale rieducazione � non
soltanto possibile, ora che le masse hanno visto in pratica l'eliminazione dei proprietari
fondiari, dei capitalisti e dei mercanti, ma si effettua per mille vie, attraverso la
pratica esperienza personale degli operai e dei contadini. � assai importante a questo
proposito il lavoro che mira allo sviluppo dell'associazione sindacale dei lavoratori,
associazione che non ha mai progredito cosi rapidamente, in nessun paese del mondo, come
accade sotto il potere sovietico, ma che deve arrivare a riunire tutti i lavoratori senza
eccezione in sindacati di produzione bene organizzati, centralizzati, disciplinati.
8) Per raggiungere appunto l'obiettivo
dello sviluppo delle forze produttive, occorre utilizzare subito, largamente e in tutti i
campi, gli specialisti della scienza e della tecnica che ci sono stati lasciati in
eredit� dal capitalismo, bench� nella maggior patte dei casi essi siano, com'� ovvio,
imbevuti di concezioni e di abitudini borghesi. Il Partito Comunista Russo, in stretta
collaborazione coi sindacati, deve continuare a portare avanti la linea perseguita fin
qui. da un lato, non fare la minima concessione politica a questo strato borghese e
reprimere inflessibilmente ogni sua velleit� controrivoluzionaria, e dall'altro lato
lottare altrettanto inflessibilmente contro lo pseudoradicalismo, che � in realt� una
grossolana presunzione secondo cui i lavoratori sarebbero, in grado di superare il
capitalismo, e il sistema borghese senza imparare dagli specialisti borghesi, senza
servirsi di loro, senza fare una lunga scuola di lavoro, accanto a loro.
Pur tendendo all'eguaglianza della
retribuzione per ogni lavoro e al comunismo integrale, il potere sovietico non pu�
assolutamente proporsi di realizzare subito tale eguaglianza, quando vengono compiuti
appena i primi passi verso il passaggio dal capitalismo al comunismo. Perci� in
questo primo stadio del comunismo o stadio socialista, bisogna mantenere per un certo
tempo una retribuzione pi� alta per gli specialisti, affinch� essi lavorino non peggio,
ma meglio di prima; appunto per lo stesso motivo non si pu� rinunziare al sistema dei
premi per il lavoro migliore, e soprattutto per il lavoro organizzativo.
Nello stesso modo, bisogna porte gli
specialisti in una atmosfera di cordiale, concorde collaborazione con la massa dei
semplici operai, guidati dai comunisti coscienti, e in tal modo promuovere la reciproca
comprensione e il ravvicinamento fra lavoratori manuali e intellettuali, che il
capitalismo ha diviso.
La mobilitazione di tutta, senza eccezioni,
la popolazione idonea al lavoro da parte del potere sovietico, con la collaborazione dei
sindacati, per l'esecuzione di determinati lavori di utilit� sociale, deve avvenire assai
pi� largamente e sistematicamente di quanto non sia avvenuta finora.
Nel campo della distribuzione, l'obiettivo
del potere sovietico � attualmente di continuare con fermezza a sostituire il commercio
con una distribuzione dei prodotti pianificata e organizzata dallo Stato. La meta � di
organizzare tutta la popolazione in una unica rete di comuni di consumo, capaci di
distribuire tutti i prodotti necessari nel modo pi� rapido, sistematico, economico e col
minimo dispendio di lavoro, centralizzando rigidamente tutto l'apparato di distribuzione.
A tale scopo, in questo periodo di forme
transitorie che uniscono in s� principi diversi, � particolarmente importante che gli
organi d'approvvigionamento sovietici utilizzino le cooperative, come unico apparato di
massa per la distribuzione pianificata.
Ritenendo giusto, per principio, soltanto e
unicamente uno sviluppo in senso comunista di questo apparato, e non il suo rifiuto, il
Partito Comunista Russo deve proseguire sistematicamente la sua politica: obbligare
tutti i membri del partito a lavorare nelle cooperative, a dirigerle, anche con l'aiuto
dei sindacati, in uno spirito comunista; sviluppare l'iniziativa e la disciplina della
popolazione lavoratrice riunita in cooperative; fare in modo che le cooperative
comprendano tutta la popolazione e si fondano, dall'alto in basso, in un'unica cooperativa
che abbracci tutta la repubblica sovietica; infine, ed � questa la cosa principale il
partito deve fare in modo che l'influenza del proletariato sugli altri strati di
lavoratori sia costante e prevalente, e che dappertutto si sperimentino in pratica i
diversi provvedimenti che tendono a facilitare e ad assicurare il passaggio dalle
cooperative piccolo-borghesi, del vecchio tipo capitalistico, alle comuni di consumo
dirette da proletari e da semiproletari.
6) � impossibile abolire subito il denaro
nei primi tempi del passaggio dal capitalismo al comunismo. La sola nazionalizzazione
delle banche e' necessaria per il programma comunista ma non basta. Il Partito Comunista
Russo ed il governo comunista Sovietico si sforzeranno di programmare i
provvedimenti pi� radicali per preparare l'abolizione del denaro in una fase successiva
di sviluppo del comunismo non ancora prevedibile oggi come oggi ma destinata al lontano
futuro.
7) In campo finanziario, in tutti i casi in
cui se ne offrir� la possibilit�, il Partito Comunista Russo
(bolscevico) dovr� applicare un'imposta progressiva sul reddito e sulla propriet�.
Ma questi casi non possono essere numerosi dopo l'abolizione della propriet� privata
della terra e della maggior parte delle fabbriche, delle officine e delle altre imprese
che sono ora di proprieta' di Stato. Nell'epoca della dittatura del proletariato e della
propriet� di Stato dei principali mezzi di produzione cosi come vuole il
comunismo nel suo primo stadio di evoluzione, le finanze dello Stato devono essere
basate sulla diretta destinazione di una parte determinata delle entrate dei diversi
monopoli statali ai bisogni dello, Stato. L'equilibrio tra le entrate e le uscite si pu�
ottenere soltanto con una giusta impostazione dello scambio delle merci, alla quale si
potr� giungere organizzando comuni di consumo e rimettendo in funzione i trasporti, il
che costituisce uno degli obiettivi immediati pi� importanti del potere sovietico.
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Lenin 25 febbraio 1919
Che cos'� il comunismo?
Quale sar� lo svolgimento di questa
rivoluzione nel suo corso?
tratto da "principi del
comunismo" di Engels
<La democrazia sarebbe del tutto inutile
al proletariato se non venisse subito usata quale mezzo per ottenere ulteriori misure che
intacchino direttamente la propriet� privata e garantiscano l'esistenza al proletariato.
Di queste misure, le principali come risultano gi� ora quali conseguenze necessarie della
situazione esistente, sono le seguenti:
1. Limitazione della propriet� privata
mediante imposte progressive, forti imposte di successione, abolizione della successione
per via collaterale (fratelli, figli di fratelli ecc.), prestiti forzosi, ecc.
2. Espropriazione graduale dei proprietari
fondiari, dei fabbricanti, dei proprietari di ferrovie e degli armatori navali, in parte
mediante la concorrenza dell'industria di stato, in parte direttamente, verso indennizzo
in assegnati.
3. Confisca dei beni di tutti gli emigrati
e ribelli contro la maggioranza del popolo.
4. Organizzazione del lavoro, cio� impiego
dei proletari nelle terre di stato, nelle fabbriche e nelle officine di stato, col che
verr� eliminata la reciproca concorrenza degli operai, e i fabbricanti, finch�
esisteranno, saranno costretti a pagare lo stesso salario aumentato dello stato.
5. Eguale obbligo di lavoro per tutti i
membri della societ� fino all'abolizione completa della propriet� privata. Formazione di
eserciti industriali, specialmente per l'agricoltura.
6. Accentramento del sistema di credito e
della finanza nelle mani dello stato mediante una banca di stato con capitale
dello stato e soppressione di tutte le banche private e dei banchieri privati.
7. Aumento delle fabbriche di stato, delle
officine, delle ferrovie e delle navi, dissodamento di tutti i terreni incolti e
miglioramento di quelli gi� dissodati, nella stessa proporzione con la quale aumentano i
capitali e gli operai a disposizione della nazione.
8. Educazione di tutti i fanciulli a
cominciare, dal momento in cui possono fare a meno delle prime cure materne, in istituti
nazionali e a spese della nazione. Educazione e lavoro di fabbrica insieme.
9. Costruzione di grandi palazzi sui
terreni di stato, come abitazioni in comune per comunit� di cittadini, le quali
esercitino tanto l'industria quanto l'agricoltura, riunendo cos� i vantaggi tanto della
vita cittadina che di quella rurale, senza condividere la unilateralit� e gli svantaggi
dell'una e dell'altra maniera di vivere.
10. Demolizione di tutte le abitazioni e di
tutti i quartieri malsani e malcostruiti.
11. Uguali diritti di successione tanto per
i figli legittimi che per i figli illegittimi.
12. Accentramento di tutti i trasporti
nelle mani della dello stato.
Tutte queste misure non possono
naturalmente essere messe in atto d'un sol colpo. Ma una qualsiasi di esse trarr� sempre
con s� l'altra. Una volta compiuto il primo assalto radicale contro la propriet�
privata, il proletariato sar� costretto ad andare sempre pi� avanti, a concentrare
sempre pi� nelle mani dello stato tutto il capitale, tutta l'agricoltura, tutta
l'industria, tutti i trasporti, tutti gli scambi.
In questo senso operano tutte queste
misure; ed esse diverranno attuabili e svilupperanno le loro conseguenze centralizzatrici
nell'identica proporzione in cui il lavoro del proletariato moltiplicher� le forze
produttive del paese.>
Friedrich Engels (1847)
LA PAGINA DEI COMUNISTI
MARXISTI-LENINISTI STORICI
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