Percorso 1
Percorso 1 - Portacomaro e le sue colline


Partenza ed arrivo a Portacomaro (circa 60 km, escluse le deviazioni)

Questo giro richiede due/tre ore senza fare soste e a velocit� ragionevoli.
Ma farlo cos� non ha senso! Un lungo pomeriggio d'estate con un paio di soste per un break ed una merenda "sinoria" o una cena sono il minimo indispensabile. Ricordate che ogni paese ha qualcosa da mostrare al viaggiatore consapevole e non frettoloso.

Il Percorso

Da Portacomaro verso Castiglione d'Asti lungo la bella strada di cresta. A Castiglione si tiene la sinistra lasciandosi il peso pubblico sulla destra e dopo un trecento metri si gira a destra e si prende la strada che scende a picco verso fondovalle. Qui immettendosi sulla strada si gira a destra e alla Frazione Silva si prende a sinistra per salire a Migliandolo. Altra strada panoramica, specie giunti sul crinale, con belle case.
Occhio ai tornanti nella salita!
Giunti alla Piazza di Migliandolo si prosegue dritti verso il cimitero e percorre la strada di campagna (ora asfaltata) che sempre di cresta e sempre con scorci panoramici porta alla cima dei giri della Gioia.
All'immissione sulla strada si prende a destra e si scende alla Fornace per poi girare a sinistra salendo verso Castagnole Monferrato.
A Castagnole si prende la strada che al bivio per Montechiaro appare davanti a noi in salita leggermente a sinistra. Questa stradina ci porter� di nuovo di cresta in cresta ed offrendoci meravigliose visuali sulle vigne che la fiancheggiano fino alla strada che porta da Scurzolengo a Calliano.
Al bivio giriamo a destra e attraversando San Desiderio arriviamo al bivio successivo dove prendendo a destra raggiungiamo Grana.
Attraversiamo il paese e ci dirigiamo verso Casorzo.
Da Casorzo prendiamo la direzione verso Grazzano Badoglio e qui prendiamo a destra verso Ottiglio.
Da Ottiglio facciamo rotta per Olivola, preseguiamo per Frassinello Monferrato e ci portiamo a Camagna.
Da Camagna la strada che sceglieremo � quella verso Vignale e da qui torneremo verso Casorzo che per� non raggiungeremo perch� gireremo a sinistra verso Altavilla, poi scenderemo nella valle e risaliremo sull'altro versante verso Viarigi. Da qui ci dirgeremo verzo Fellizzano/Alessandria ma ad Arrobbio gireremo a destra e saliremo a Refrancore e da qui attraverso colline boscose una ombreggiata e fresca stradina arriveremo a Valenzani.
Da qui girando a destra torneremo verso Castagnole Monerrato ed alla fornace gireremo a sinistra per Portacomaro, alla fine dei tornanti della Gioia invece che a sinistra gireremo a destra e saliremo a Scurzolengo.
Da qui in fine scenderemo verso Calliano e all'incrocio dove c'� la Cantina di Scurzolengo (ex-sociale) girando a sinistra sempre di cresta e sempre confortati alla nostra destra da meravogliose viste sulle colline che sfunano nella foschia fino alle Alpi all'orizzonte. E cos� ci ritroveremo a Portacomaro.

Luoghi notevoli e soste consigliate.

Una sosta a Migliandolo (l'antica Mille Dolinum ossia "mille botti" il cui nome sacisce da tempo immemorabile la vocazione enologica). Fate due passi per la piccola frazione. La chiesetta e la piazza su cui si apre sono deliziose.
Qui il Grignolino ha la sua terra di elezione, qui riforniva la sua cantina la Regina Margherita di Savoia e se a lei andava bene il vino di Migliandolo andr� bene anche per voi.
A Castagnole Monferrato, paese del Ruch�, ammirate la piazza recentemente restaurata e infilatevi nel vicolo che costeggia il lato destro della chiesa (siete o non siete su una agile e sottile Vespa??? No? Allora parcheggiate l'ambaradan e proseguite a piedi!)
L'antica via percorre l'antico ricetto e ha un paio di stupendi punti panoramici terrazzati.
Notevole la villa cosiddetta "La Mercantile" un palazzo patronale del tardo settecentesco a tre piani fuori terra.
L'edificio era il centro nevralgico di una grande propriet� terriera dei Conti Rogeri di Villanova e posside un bellissimo cortile porticato con affreschi.
In questo giro abbiamo lasciato indietro Montemagno ma lo troviamo nel Percorso 3 dove andremo per castelli verso le ultime balze del Monferrato.
Se fate solo questo giro allora da Castagnole andate verso Montemagno facendo una rapida deviazione di tre chilomentri.
Sono assolutamente da non perdere il castello di Montemagno e la piazza superiore con la bellissima e scenografica scalinata seicentesca a terrazze (un piccola Trinit� dei Monti).
A Grana non vi segnaliamo nulla ma a Casorzo avete l'obbligo di fermata per assaggiare la Malvasia dolce di Casorzo, un vero nettare!
Merita senz'altro salire fino in cima a Casorzo alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, che vi accoglie guardandovi dall'alto della sua scalinata che porta al pronaio colonnato dell'ingresso.
Bello lo stile romanico della chiesetta e grazioso il colonnato barocco ma la cosa pi� interessante questa chiesetta, sono, a parer mio, le innumerevoli inscrizioni incise profondamente nei blocchi di tufo che costituiscono il suo fianco destro e l'abside.
Come in un immenso diario di pietra si leggono, spesso a fatica, memorie tramandate di grandinate epiche, nevicate estive, morie di bestiame, periodi di siccit� e di pioggie ininterrotte.
Le date partono dal 1400/1500 fino ad una iscrizione degli inizi 1900 che circonda un disegno di buon stile fumettistico che ritrae due carabinieri in alta uniforme che trascinano un losco figuro in manette, la didascalia � sgrammaticata ma efficace: "Cattura del briganto Musolino".
A Grazzano Badoglio sorgeva un tempo l'Abbazia Aleramica, fondata nel X� secolo d.C. da Aleramo I� del Monferrato.
Di questa grande imponente struttura restano il campanile romanico e il Chiostro inglobati nella attuale chiesa Parrocchiale.
Al suo interno la presunta tomba di Aleramo I�, risistemata nel 1581, con una tela del Moncalvo e un mosaico mitologico-fantastico medievale.
Potete fare una diversione verso la panoramica stradina che porta a Madonna dei Monti e alla Stele Badoglio.
Lungo questa stradina, al fondo, troverete alla vostra sinistra una chiesetta che era romanica e pittoresca ma restauri selvaggi hanno snaturato.
Ottiglio invece, dopo uno sguardo d'insieme all'aspetto di presepe del paese, vale una sosta prolungata per percorrere le stradine della parte alta del paese.
Il Castello e la chiesa di Sant'Eusebio sono i due monumenti pi� notevoli, anche se del castello dopo la ristrutturazione settecentesca in abitazione dell'antico fortilizio rimane ben poco.
Il paese prende il nome, narrano, da otto maestosi tigli che coronavano la cima del colle
Le case della parte alta sono tutte realizzate in blocchi di tufo ed il motivo � l'abbondanza del materiale tufaceo e la presenza a pochi chilometri, in Frazione Moleto, della pi� grossa cava della regione.
Le leggende del luogo narrano di pirati saraceni che infestavano le grotte scavate nel tufo, di rapine, rapimenti, riscatti e feroci uccisioni, di tesori nascosti mai ritrovati, della fata Alcina che compare nella valle in alcuni periodi dell'anno.
A due passi da Ottiglio troviamo Olivola altro scampolo d'Umbria in terra d'Asti.
Il recente restauro del centro storico e l'apertura di botteghe, locali e manifestazioni culturali frequenti hanno rivitalizzato questo centro che era in pieno declino.
Nelle sere d'estate le strade sono affollate e si fatica a trovare posto di tavoli dei locali.
Ma se vi capita di arrivare in una tiepida sera di fine estate, quando non c'� quasi nessuno, passeggiate per i vicoli e godetevi la magica e romantica atmosfera di questo paese che dimostra che cosa si pu� fare con un saggio ed attento recupero.
Da Olivola a Frassinello Monferrato. Qui siamo in provincia di Alessandria anche se il nome � astigiano.
Grosso paese di 7000 abitanti, possiede un castello trasformato nel '600 in abitazione che dominae la collina attorno alla quale si sviluppa il paese le cui strade si snodano concentriche al castello e presentano i resti delle antiche mura.
Andando verso Camagna la cosa che subito impatta e colpisce di questo paese, fin dalla sua vista dal fondovalle � la enorme, caratteristica cupola della chiesa parrocchiale di Sant Eusebio. Molto kitch con i suoi ordini di colonne e le statue sul cornicione, a forma cilindrica come una gigantesca torta nuziale, poco c'entra con il resto del paese che � tipicamente Monferrino ed ordinatamente arroccato attorno alla sua collina.
A Vignale ci fermeremo un po'.
Saliremo fino alla Chiesa Parrocchiale in cima al paese e ci godremo lo scenografico panorama dalla balconata sula lato sinistra della chiesa, spaziando sui tetti del paese fino alle lontane Alpi. Questo � uno dei punti di visuale pi� belli della zona.
Vignale � sede da decenni di un rinomato festival di danza di livello mondiale.
Il paese grazie all'afflusso di un forte turismo culturale ha potuto valorizzare il centro storico ed antico recuperando e restaurando piazze, case, chiese e monumenti.
Vignale ne ha guadagnato molto anche in vivacit� ed � diventata una delle mete preferite dagli Astigiano per passare una serata a chiacchierare con gli amici in uno dei tanti locali, pub e vinerie.
La strada ci porta poi ad Altavilla anche lui con il suo pi� modesto castello e la panoramica strada che con il gruppo del Monte Rosa a destra e le colline a sinistra ci riporta verso Casorzo.
Ricordiamo per gli amanti dello spirito (quello alcoolico) che ad Altavilla la Distilleria Mazzetti dal 1856 distilla grappe eccellenti e d'autore.
Viarigi ci accoglie con la sua torre che da oltre 500 anni domina, da un alto poggio, la strada.
Qui troviamo la Pieve di San Marzano, in regione Mundalc�, delizioso monumento romanico di propriet� privata, la cui abside � decorata con simboli pagani e in cui si tiene un concerto l'ultima domenica di Agosto.
A Refrancore, visto che siamo verso la fine del giro e sar� oramai tardo pomeriggio, prendiamo il te' con i famosi Finocchini. Questi leggerissimi biscotti a triplice cottura solo qui hanno un aroma e un gusto introvabile.
Dopo i freschi boschi, Valenzani e la Gioia eccoci a Scurzolengo. Portacomaro � solo a 3 chilometri in linea d'aria e 5 di strada.
E' ora di sostare per cena e qui troveremo modo di soddisfare il nostro appetito.
Non vi do' nomi, ma vi consiglio i seguenti piatti che qui hanno trovato patria di elezione:
- il fritto misto alla piemontese (Sagra laa Prima Domenica di Settembre) con bagnetto verde
- gli agnolotti
- gli arrosti e i bolliti perch� Scurzolenggo fu ed � patria di eccelsi macellai che si sono spersi in tutto il mondo
E poi satolli, sereni e in pace con il mondo e la vita, fate un giro sul Ricetto di Scurzolengo, guardate le luci ammiccanti di Portacomaro all'orizzonte, godetevi il silenzio della campagna e tornate con calma a Portacomaro per un ultima Grappa di Grignolino alla Bottega.


Notizie Storiche

Castagnole Monferrato
Gi� duemila anni fa la via Fulvia, che da Piacenza portava a Torino, si biforcava per arrampicarsi sui colli monferrini. Si tratta dello stesso percorso odierno che attraverso Valenzani, sale a Castagnole e penetra nel cuore del Monferrato.
Valenzani deriva dal nome personale del romano Valentius, donde il fundus Valentianus, cio� il podere del romano.
La strada accostava altri centri romani sorti nell'area dell'attuale Castagnole: cio� Robiano, Morano, Marzano, derivati rispettivamente dai personali latini Rubius, Maurius, Martius da cui i vici ed i poderi di Rubiano, Morano, Marzano. Si trova anche a Montemagno la presenza di Rubiano, i cui abitanti, in et� barbarica cercarono scampo sui colli della regione, cio� Castagnole e Montemagno.
Questo si verificava nel V-VI secolo d.C quando i Longobardi occuparono la zona in esame, incastellandosi a Scurzolengo, chiaro indice dell'insediamento del germanico Schurzo con la desinenza classica in "-engo". Un ulteriore toponimo romano ci porge il catasto locale, camuffato nella voce Serradezeno cio� Serra Andezeno, simile all' omonimo di Chieri: entrambi derivati dal personale latino Andicus con la variante Andecenus. Tardo romano, con influsso forse germanico, appare il toponimo Ursone, fluito dal personale Ursus, volto per� nella forma del genitivo Ursio -onis: ulteriore insediamento in et� tardo romana o alto medioevale. Castagnole entra nella storia medioevale e nelle rivalit� tra Monferrato ed Asti. Da un lato il Marchesato Aleramico inglobava i colli a ridosso della pianura astigiana, riconosciuti appartenenti a Guglielmo IV di Monferrato dall'Imperatore Federico I il 13 ottobre 1164. Dall' altro lato, il Comune di Asti tentava di assoggettare anche Castagnole, dove i Signori feudali si schieravano con i Marchesi. In alcuni trattati, che in ordine di tempo vennero poi stipulati tra Asti e i Marchesi di Monferrato, costoro dettero garanzia che da Castagnole non sarebbe venuto danno alcuno al Comune astese, che si riserv� il diritto di porre in tale localit� uno o pi� castellani di sua scelta e di provata fedelt�. La situazione si capovolse quando Guglielmo VII il Grande fu fatto prigioniero degli Alessandrini. A causa della minore et� del figlio Giovanni I, Asti tolse il feudo ai Marchesi monferrini e costrinse i Signori del luogo a fare atto di sudditanza. Il 15 giugno 1292, infatti, Emanuele di Castagnole e i suoi consorti in feudo, con altri possessori di giurisdizione feudale, donarono il castello ed il villaggio ad Asti, insieme con i loro uomini che vi abitavano, prestando giuramento di fedelt� al Comune astese, ricevendone quindi l'investitura. Il trattato di pace seguito nello stesso mese tra Asti e Monferrato, riconferm� il dominio su Castagnole al Comune. Ma dopo qualche anno il villaggio ritorn� sotto la giurisdizione monferrina.
Dei signori locali, i di Castagnole, merita d'essere ricordato Bertino, uno dei principali vassalli monferrini che, morto l'ultimo degli Aleramici, il marchese Giovanni I, assist� al parlamento tenutosi in Trino, nel 1305, nel quale si decise d'inviare ambasciatori all' erede Violante, sorella del defunto, sposa di Andronico Paleologo Imperatore Romano d'Oriente a Costantinopoli.

Montemagno
Il nome Montemagno deriva, forse, da un villico romano "Manius" insediatosi in loco. Riferimenti scritti precedono di poco l'anno mille.
La storia del paese si intreccia particolarmente con la storia del castello che ne costituisce il riferimento principale.
Il casato noto pi� antico e rappresentativo � quello dei Marchesi del Monferrato, partecipi alle crociate e, alcuni di loro regnanti anche in Palestina. Nel 1164 Federico Barbarossa, Imperatore, conferma i diritti di Guglielmo IV Marchese del Monferrato sui territori posseduti, compreso Montemagno.
Lotte e alleanze tra Guelfi e Ghibellini, con Asti e Alessandria. Nel 1342 il castello di Montemagno viene ceduto ad un consorzio gentilizio: i Turco paiono essere i pi� significativi.
Nel 1435 i Monferrato giurano fedelt� ai Duchi di Savoia.
L'imperatore Carlo V teme le mire espansionistiche dei Savoia e favorisce i Duchi di Mantova nel dominio del Monferrato anche in considerazione che Margherita Paleologa, nipote dell'ultimo Marchese era sposa del Duca di Mantova. Nel 1519 il castello � in possesso di Francesca della Cerda. Seguono periodi difficili con invasioni, lotte e saccheggi dovuti a truppe spagnole, francesi e tedesche.
Graffiti conservati nella parete absidale della Chiesetta di S. Maria della Cava sono testimonianza di quel periodo. Il feudo di Montemagno nel 1610 appartiene ad Evasio Ardizzi ceduto poi al mercante di sete di Casale Giovanni Gallone e da questi venduto nel 1669 ai Callori di Vignale. I grandi restauri del maniero vengono eseguiti da questi signori e datati 1721. Il feudo passa quindi per via dinastica a Ottavio Grisella. Francesco Maria Grisella � l'ultimo signore feudale di Montemagno. In tempi pi� recenti il castello � stato di propriet� degli Avogadro della Motta, dei Sanseverino, dei Cavalchini Garofoli e ora appartiene ai Calvi di Bergolo. Il Conte Giorgio Carlo Calvi di Bergolo (1887-1977) era lo sposo della Principessa Jolanda di Savoia per cui erano frequenti le visite e le permanenze dei regnanti a Montemagno.

Casorzo
Si hanno notizie storiche del paese a partire dal 1164 quando Federico Barbarossa riconobbe, a Guglielmo il Vecchio di Monferrato, il dominio su Casorzo che divenne un caposaldo dell'organismo politico, di tipo feudale-rurale, della casata aleramica, poich� aveva un castello assai forte che poteva garantire la difesa del Marchesato del Monferrato dalla parte dei possedimenti della repubblica alessandrina. Pass� ai Paleologi che, fin dal 1291, in premio di fedelt� ed obbedienza costantemente dimostrata, concessero a tutti i suoi abitanti, l'esenzione dai dazi e dai pedaggi, in qualsiasi luogo del Monferrato.
Sebbene un privilegio antico impedisse che il paese fosse infeudato, fu concesso in feudo agli Zabaldani, dal 1454 al 1594, anno in cui il duca Vincenzo Gonzaga invest� della localit� Giovan Battista Lodrone. Nel 1621 fu venduto a Giovanni Picco Pastrone che ne divenne conte e alla famiglia Picco il paese rest� fino alla soppressione dei diritti feudali.
Nel 1708, Casorzo, insieme al ducato del Monferrato, pass� ai Savoia, nella persona di Amedeo II, in seguito alla morte di Ferdinando Carlo Gonzaga, ultimo duca di Monferrato. Su Casorzo, dal 1290 al 1394, si era anche esteso il dominio di Asti, quando i signori locali, i "de Casurtio", erano stati cacciati dagli abitanti che si sottomisero poi al Comune di Asti, che era in lotta con il Marchesato monferrino. Per�, quando i due belligeranti stipularono la pace, quest'ultimo riebbe Casorzo. Il 6 marzo 1394, la comunit� di Casorzo prest� giuramento di fedelt� al Marchese Teodoro nel castello di Moncalvo.
Nel 1642, (quando il Monferrato fu teatro delle operazioni militari tra Francesi e Spagnoli e Casale, alleata degli Spagnoli, fu cinta d'assedio ed espugnata) le soldataglie spagnole, per rappresaglia, incendiarono il campanile della chiesa ove perirono 147 persone.

Grazzano Badoglio
Le sue origini sono romane, come testimonia una lapide del I secolo d.C. ritrovata nei pressi del paese e riportante le ultime volont� del profumiere imperiale Tito Vettio Ermete.
Verso il 960 Aleramo I vi fond� una importante abbazia, dedicata alla Vergine, al Salvatore, a san Pietro e a santa Cristina, e affidata all'Ordine Benedettino, con una notevole dotazione di propriet� fondiarie. L'abate di Grazzano divenne feudatario del paese, esercitando sia il potere spirituale che quello temporale, essendo soggetto alla sola giurisdizione della Santa Sede.
L'abbazia fu soppressa nel 1802 dalle leggi napoleoniche: oggi resta soltanto una parte dell'antico chiostro e la torre campanaria, inglobata nella chiesa parrocchiale intitolata ai santi Vittore e Corona. Questa stessa chiesa ospita la tomba del marchese Aleramo, in una cappella laterale il cui pavimento racchiude un mosaico bicromatico di epoca medievale rappresentante due figure di animali fantastici. Sulla parete, in un affresco attribuito a Guglielmo Caccia detto "il Moncalvo" � effigiato il Marchese in atteggiamento orante.
Nel 1871 vi nacque il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio, militare di primo piano nell'Italia della prima met� del Novecento e due volte Capo del governo dopo la caduta del fascismo. Mor� a Grazzano nel 1956 ed � sepolto nel cimitero locale. In suo onore nel 1939 il nome del paese mut� in Grazzano Badoglio. La sua casa � trasformata in museo storico, visitabile contattando il Comune (0141-91.54.55).

Ottiglio
Territorio dei Marchesi del Monferrato, fu feudo dei Del Tiglio, successivamente dei Mercenasco di Valperga e molte altre famiglie nobili.

Frassinello Monferrato
II toponimo Frassinello riflette uno dei tanti fitonomi latini connessi fraxinus "frassino",indicante luogo dove questa utile pianta era prevalente. La documentazione medioevale riporta Frascenedellum, Frasinellus, Fraxenellus, Fraxinel, per attestarsi nel XVI secolo su Frasinelli e Fraxinelli, perfettamente in connessione con la forma dialettale Frasin�. Un'ipotesi affascinante collega il toponimo alla presenza dei saraceni nella zona. Proprio nel castro Frascenedello, secondo il cronista della Novalesa, sarebbe stata annientata nel 964 un'orda di predoni saraceni. Gli arabi, provenienti da Le Garde Freinet in Provenza, verso il 930 attraversarono le Alpi depredando vari centri del Piemonte. Da questo rifugio partivano per le loro scorrerie in Lomellina guadando il Po nei pressi di Frassineto, confermando la tesi che i saraceni chiamassero i luoghi dei loro stanziamenti con il nome del centro della loro provenienza.
L'abitato di Frassinello sorse nella posizione attuale solo in epoca tardo-medioevale; i primi insediamenti si trovavano rispettivamente presso la "ecclesia S. Georgii, un'altura a nord-ovest del castello tuttora centro abitato, e sul luogo dell'antico fondo rurale di Santa Maria, ad est del concentrico in posizione dominante. In quest'ultima localit� esisteva l'antica "Sala de Fraxinello", insediamento di chiare origini longobarde sorto su una mansio romana vicina al castello di Lignano, come testimoniano i laterizi tombali affioranti durante le arature. Qui sorger� nel XII secolo anche la prima chiesa di Frassinello, S. Maria de Sala de Fraxinello, mantenendo il predicato longobardo, menzionata negli estimi della diocesi di Vercelli e dopo il 1474 fino al Settecento nelle Visite Pastorali dei vescovi casalesi. Le pestilenze e la precaria sicurezza causata dai saccheggi e razzie nelle campagne costrinsero gli abitanti ad abbandonare questi insediamenti isolati per trovare un pi� sicuro rifugio nel ricetto sorto attorno al castello, mentre i signori di Lignano ne rafforzarono le sue difese con un solido perimetro di mura e torri angolari. Di questo impianto rimangono ben conservate testimonianze, come pure delle antiche origini confermate dalla parte superiore di unastele funeraria rinvenuta in loco, la cui epigrafe assegna il defunto Lucio Herennio alla trib� Pollia censita nella IX Legio Augustea comprendente il territorio di Vardacate.
950 - E' la data della prima citazione storica su Frassinello, quando risulta infeudato con la vicina Celle a Manfredo conte di Lomello, per essere poi assegnato, nel 1033, al vescovo di Vercelli. Sar� per� il diploma dell'imperatore Enrico VIII (1041) che, riconoscendo a Pietro, vescovo di Asti, la met� di Frassinello "cum castro, corte et capella", inizia a dare una precisa identit� al primitivo nucleo.

Camagna
Territorio dei Marchesi del Monferrato fu data in feudo ai San Nazzaro.
Sfigatissima contrada, fu distrutta fa Francesco Sforza nel XV secolo, dagli spagnoli all�inizio del XVII secolo e da Eugenio di Savoia alla fine del XVII secolo.

Vignale
Nei secoli IX e X, a seguito di incursioni di predoni, Ungari e "Saraceni", gli abitanti delle fattorie di origine romana, esistenti in zona, cercano rifugio in un accampamento fortificato sulla collina pi� alta e quindi pi� facilmente difendibile. Vignale, cos� denominato perch� le terre circostanti sono particolarmente adatte alla coltura della vite, � infatti citato nel 992 come "castrum", ossia castello fortificato, che si svilupper� nell' XI secolo nella roccaforte ancora attualmente denominata "an s' la mura", sulle mura, di cui alcuni tratti sono ancora perfettamente identificabili.
Vignale � conteso nei primi secoli del secondo millennio fra il ramo principale degli Aleramici e quello degli Occimiano, che nel 1149 fanno donazione ad Asti del castrum vignalese, ricevendone in cambio l'investitura feudale. Nel 1164, per merito di Guglielmo "il Vecchio", Vignale torna sotto l'egida dei Monferrato, ma nel 1243 � infeudato da Bonifacio II ai Pelletta di Asti, pur restando sotto la sovranit� degli Aleramici. Gli Astigiani saranno infine estromessi pochi anni dopo da Guglielmo VII "il Gran Marchese".
Nel 1290 i Vignalesi sono stati tacciati, probabilmente a torto, di un presunto tradimento nei confronti di Guglielmo VII a favore di Asti; a cavallo del 1300, Vignale � conquistato diverse volte, alternativamente da Astigiani, Aleramici e Angioini, per poi passare definitivamente nel 1307 sotto i Paleologo. In questo periodo Vignale conta circa 3000 abitanti e, pur essendo dilaniato da lotte interne tra Guelfi e Ghibellini, riesce ad ottenere per breve tempo le caratteristiche di "libero comune". Intorno alla met� del XIV secolo, i Vignalesi costruiscono una seconda cerchia di mura della quale, oltre ad alcuni tratti perfettamente identificabili, � rimasta una bella "porta ubica" in stile gotico.

Altavilla
Appartenne al monastero di Novalesa dal 1026, fu poi dei Marchesi del Monferrato, quindi dei Gonzaga di Mantova.
Con la pace di Vienna del 1708 divenne territorio Sabaudo.

Viarigi
L'origine del paese di Viarigi � alquanto incerta, con ogni probabilit� risale ad epoca romana In diversi antichi documenti pervenuti viene citato come VACCARIGUS,VACCARIGAS,VIGARISIUM,VIARIVUS,VIARIX, VIARIZII, VIARIGGI. VIARIS e poi VIARIGI.
La pi� probabile delle ipotesi � VIARIVUS (via del rio) considerando che la via romana FULVIA attraversava il territorio di Felizzano, Quattordio, Annone e che un'altra strada romana, la DOMIZIA univa ASTA POMPEA (Asti) con INDUSTRIA (l'attuale MONTEU da PO) passando per il territorio di Calliano. Dalla "FULVIA" alla "DOMIZIA" la scorciatoia naturale evidentemente era quella di seguire il Ria "GAMINELLA" e poi il "RIO DELLA CHIESETTA il quale, partendo da Quattordio,passando da Piepasso, Arrobio, Accorneri, Viarigi, Montemagno, Grana Monferrato raggiunge Calliano e Moncalvo. Sicuramente le origini di Viarigi risalgono in epoca anteriore all'anno 1000. L'unica data certa dell'esistenza della Comunit� Viarigina la riscontriamo in un diploma dell� Imperatore Ludovico II� del 1119 dove viene citato un certo Gugliemo del ramo Aleramico, Marchese di Viarizii.
Gi� nel 1100 esisteva in Viarigi un poderoso turrito castello munito di spalti fortificati e circondato da profondi fossati come � raffigurato nel "CODEZ ASTENSIS". Il feudo viarigino sub� nel tempo alterne dominazioni da parte del Comune e del Vescovo di Asti,del Marchese del Monferrato e da parte della Citt� di Alessandria. Nel 1274 Viarigi venne in parte espugnato dalle truppe alessandrine. La completa distruzione del castello avvenne nel 1316 da parte di Matteo Visconti, Podest� di Alessandria e successivamente restituito al Marchese Teodoro di Monferrato nel 1320. In data 15 settembre 1352, vengono approvati dalla comunit� viarigina i nuovi statuti (si presume che esistessero statuti ancora pi� antichi).
L'attuale torre, denominata "dei segnali" � stata costruita tra il 1400 ed il 1450 per volont� dei feudatari , fedeli al Marchese monferrino e faceva parte di una catena di punti di osservazione a protezione del territorio del Marchesato

Refrancore
Abitato gi� al tempo di Roma, qui avvenne una battaglia tra Franchi e Longobardi.
Fu feudo del Monferrato, dei Visconti ,degli Sforza e degli Arborio

Scurzolengo
Territorio del Vescovo di Asti, poi della citt� di Asti .Nel XVI secolo pass� ai Savoia

PERCORSO 2 - Per castelli fino alle ultime balze del Monferrato
PERCORSO 3 - Crea e il Monte Sacro
PERCORSO 4 - Da Callianetto a Vezzolano
PERCORSO 5 - Il Cuore Verde del Monferrato




Girando in Vespa Il Tartufo
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