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13.7 Cave e miniere
Il campo di battaglia: il lavoro nel sottosuolo
13.7.1 Lavorare nel buio
La miniera racchiude in se` il sudore e l'ingegno dell'uomo, ma anche la sua
necessita` di materie prime e l'avidita`, pagate a caro prezzo da colui che
vi lavorava e vi lavora: il minatore. A sottolineare la pericolosita` del
mestiere, aumentata con l'uso dell'esplosivo, Simonin intitola cosi' il capitolo
VIII della sua opera inerente le miniere di carbone nel XIX sec.: "Il campo di
battaglia". E ci dice: "Les quatre elements des anciens, le feu, l'air, la
terre, l'eau, sont conjures contre lui. Le feu le menace dans les coups de mine,
les incendies du charbon, les explosions du grisou; l'air, en se rarefiant ou
melant a des substances mephitiques, detonantes; la terre, dans les
eboulements; l'eau, dand les inondations. Le houilleur oppose a tous ces ennemis,
souvent invisibles, ce calme stoique, ce courage a toute epreuve, cette science
pratique qui font les vaillants et habiles mineurs"
[
1108] (pp. 156-157).
Era il campo di battaglia dove la povera gente combatteva contro la miseria.
13.7.2 Lo sfruttamento delle risorse: cave e miniere
Si distinguono due tipi di opere estrattive: cava e miniera. Con il primo termine
si indicano le coltivazioni di rocce incoerenti e coerenti, con il secondo quello
di minerali utili. Nel tempo si riscontra l'evoluzione dei sistemi di ricerca, di
abbattimento e di trasporto della roccia e del minerale, unitamente ai sistemi
di illuminazione, di eduzione delle acque, di ventilazione, etc.
Occorre sottolineare che, allo stato attuale delle ricerche, dalle coltivazioni
neolitiche dei filoni selciferi a tutto il periodo medievale, i sistemi di estrazione
non vedano (in linea generale) grandi evoluzioni; vi e` piu` uno sviluppo del
materiale che costituisce gli attrezzi per l'abbattimento e il trasporto che
l'organizzazione razionale del lavoro. Nell'arco di pochi secoli abbiamo poi
l'impiego, in rapida successione e costantemente in evoluzione, di una strumentaria
efficace, della polvere nera, dell'energia elettrica, delle macchine perforatrici
a vapore, della nitroglicerina, del filo elicoidale (nelle cave), della dinamite
e dei motori a scoppio. In particolare, la progressiva introduzione di materiali
esplodenti, largamente utilizzati nelle miniere, determina dal XVII sec. la
modifica dei sistemi di avanzamento.
In ogni caso occorre tenere conto che in ambito minerario l'impiego di mine
puo' essere stato applicato anche in precedenza e non solamente nel continente
europeo, ma non ne e` rimasta menzione o tale menzione deve ancora
sorgere dagli archivi.
Ad ogni buon conto cosi' ci istruisce Vergani: "Si e` gia` anticipato in precedenza
come l'impiego delle mine nelle miniere metallifere costituisca, sotto l'aspetto
quantitativo, il piu' importante degli usi civili della polvere nera nei secoli
XVII e XVIII. Ma prima di entrare nel vivo del nostro tema e` bene sgombrare il
campo da un paio di leggende prive di fondamento che ancora circolano in materia,
e che riguardano il presunto utilizzo della polvere da sparo l'una nelle miniere
di Rammelsberg, nel Harz, durante il secolo XII, l'altra nelle miniere d'oro della
Transilvania verso il 1395-96. Nel primo caso si e` fatta chiaramente confusione
con l'antica tecnica del lavoro a fuoco, molto praticata nel Harz fin dalle origini
dell'attivita` mineraria in quella regione. Quanto al secondo, si tratta di un
equivoco nato a suo tempo dalla lettura di un testo francese ottocentesco dove
si parla in realta` non di mines
miniere ma di mines
gallerie sotterranee scavate a fini militari;
la notizia, infarcita di qualche fantasia, e` poi passata nella
letteratura tecnica rumena dove si trova ripetuta
acriticamente fini ai giorni nostri. In realta`, come abbiamo gia` dimostrato,
la prima esperienza di uso della polvere nera nelle miniere metallifere
e` quella di Giovanni Battista Martinengo, a partire dal 1574, nei monti
di Schio. Ma ancor piu' importante, ci sembra, e` che nella documentazione
che la riguarda appaia la
prima sia pur concisa, ma netta e incontrovertibile, descrizione dell'aspetto
specifico della nuova tecnica, il foro da mina (boehren und schiessen,
boring and
shooting, drilling and shooting): il Martinengo, scrive vent'anni dopo Filippo
de Zorzi, funzionario minerario della Repubblica di Venezia,
''facendo un piciol foro nel sasso della montagna con la polvere
dell'artigliaria
voleva aprire per forza, et spezzare il monte, et cosi' discoprire quello che
la' dentro vi si stava nascosto''.
Per avere una testimonianza altrettanto vivida e diretta del foro da mina e
della sua utilizzazione in miniera bisogna aspettare quasi settant'anni,
quando, nel 1643, Caspar Morgenstern si sposta dal Harz a Freiberg in
Sassonia, per darne una dimostrazione pratica"
[
1109] (pp. 7-8).
Per quanto riguarda, invece, la situazione nelle cave: "Benche' nella
letteratura tecnica antica si affermi che l'uso della polvere nera nelle
cave di pietra risalirebbe a ben prima, le nostre ricerche non hanno portato
alla scoperta di testimonianze anteriori al XVII secolo"
[
1109] (p. 5).
Gli ultimi decenni del XX secolo vedono una ancor piu' rapida evoluzione,
con l'introduzione di moderni macchinari automatici: il martello perforatore
ad aria compressa diventa un oggetto da museo. Questo e` vero nella gran
parte dei casi, ma non in tutti. Si tenga presente che in talune miniere
ancora in attivita` nella seconda meta` del XX sec. si adoperavano (e si
adoperano) prevalentemente (o esclusivamente) strumenti manuali per
l'abbattimento e il trasporto a causa delle ristrette condizioni economiche.
Oggi in Europa la gran parte delle miniere e` chiusa, preferendo importare
le materie prime da altri continenti. Soluzione dettata dagli alti costi
della manodopera e dal mantenimento degli impianti, piu` che dall'esaurimento
dei giacimenti.
Le coltivazioni possono avvenire sia a cielo aperto sia nel sottosuolo, anche
utilizzando contemporaneamente entrambi i sistemi. Non di rado vi sono cave e
miniere a giorno che evolvono in sotterraneo; in tempi recenti le scelte sono
dettate anche dall'impatto ambientale che altrimenti si causa. La natura e
la giacitura di cio' che s'intende estrarre, la sua dislocazione,
l'organizzazione dei cantieri e il sistema con cui si procede all'estrazione,
determina il metodo di coltivazione. Le
coltivazioni a giorno si
distinguono a seconda della loro collocazione
[
1066] (pp. 12-16).
Tralasciando le coltivazioni in falda abbiamo
coltivazioni di pianura
e
coltivazioni di monte (pedemontane, a mezza costa, culminali),
suddivise tra
coltivazioni di materiali incoerenti e
coltivazioni di materiali coerenti, quest'ultima a sua volta suddivisa
a seconda che si voglia una forma regolare o irregolare del prodotto
[
1110] (pp. 1-3)
[
1111] (pp. 29-62).
In Italia le miniere sono del patrimonio pubblico indisponibile dello stato
o delle regioni; lo sfruttamento puo' essere affidato a privati tramite
concessioni amministrative. Le cave e le torbiere possono essere invece
lasciate alla libera disponibilita` del proprietario del fondo, con la
condizione che vengano sfruttate in osservanza delle leggi vigenti
[
1112] (pp. 319-336).
Per definizione giuridica e` considerato
miniera anche il giacimento
di acque termali e minerali.
13.7.3 La cava
Con il termine di cava s'indica lo scavo del materiale utile per le
costruzioni civili e per estensione il luogo di lavoro, che puo'
essere sia a cielo aperto sia nel sottosuolo. Abbiamo cave di materiali
incoerenti (ghiaie, sabbie, pozzolane, etc.) e di rocce di origine
magmatica (graniti, dioriti, porfidi, basalti, etc.), sedimentaria
(conglomerati, arenarie, calcari, tufi, etc.) e metamorfica (gneiss,
marmi, scisti, skarn, etc.). Si distinguono in cave a cielo aperto,
a loro volta suddivise a seconda del metodo consentito dal tipo di
roccia e dalla sua giacitura, e cave in sotterraneo. Le cave di
alabastro della zona di Volterra (Toscana), coltivate gia` dagli
etruschi, hanno fornito il materiale per la fabbricazione di pregevoli
urne cinerarie (IV-I sec. a.).
Con il termine di latomia nell'antichita` si indicavano le cave di
pietra; sono note quelle di Siracusa, citate da Tucidide, per essere
state utilizzate come prigioni dai Siracusani (Latomia dei Cappuccini)
nel corso della guerra tra Sparta e Atene, nel V sec. a.:
"Tutti quegli Ateniesi e alleati che avevano catturato furono gettati
nelle latomie, in quanto ritenevano che questo fosse il luogo piu`
sicuro"
[
1113] (VII, 86,2).
Nel sottosuolo di Palermo vi sono le cosiddette
muchate (termine
dialettale di derivazione araba), ovvero cave di pietra la cui coltivazione
e` a pilastri abbandonati, anche su due livelli. Si hanno inoltre esempi
di cava a forma d'imbuto (rovesciato), da cui si estraevano blocchi
di calcarenite "chiamati durante il medioevo petra rustica o salvagia,
venduta a carrozzate, e petra fracta o rupta venduta a salma"
[
1114] (p. 52).
Nel Centro e nel Sud Italia l'estrazione riguarda materiali pozzolanici,
apprezzati fin dall'antichita` per le caratteristiche fisiche e
meccaniche, la cui geometria di estrazione, detta a camere e pilastri
o a pilastri abbandonati, e` rimasta in uso fino al Ventesimo secolo.
13.7.4 Coltivazione di una cava
A seconda di cosa e di come si estrae, avremo quindi vari tipi di
coltivazione, tenendo presente che uno o piu` tipi possono essere adottati
in un medesimo impianto. In linea di massima avremo:
- coltivazione a uno o piu` gradini: per materiali sciolti o poco
coerenti, come ghiaia e sabbia, e in cave d'argilla;
- coltivazioni a gradini: applicabile, generalmente, in ammassi
affioranti o poco profondi;
- coltivazione ad anfiteatro: generalmente per cave di lapidei,
tenute a gradini e a forma d'anfiteatro;
- coltivazione a gradone unico o a fronte unico: si adottano in
presenza di strati affioranti (o scarsamente coperti) sub-orizzontali
o sub-paralleli all'assetto topografico locale;
- coltivazione a gradini o a gradoni multipli: per rocce coerenti,
dove l'altezza e la pedata di ciascun gradino sono dimensionate in
relazione alla natura del materiale, ai mezzi impiegati, alla sicurezza,
alla redditivita` e attualmente al progetto di ripristino
[Frare 1996, p. 34];
- coltivazione a fossa: per giacimenti di materiali sciolti o poco
coerenti e per materiali lapidei coerenti;
- coltivazione a gradini con trasporti sotterranei: qualora l'orografia
della zona si presti, in una coltivazione a fossa il materiale puo'
essere evacuato tramite gallerie che si aprono a livello dei gradini,
oppure rovesciato in un fornello e poi trasportato a giorno sempre
mediante una galleria, la quale puo' servire anche per lo scolo delle
acque meteoriche;
- coltivazione a imbuti: applicabile in rocce coerenti, alla base di
una fossa imbutiforme coltivata a gradini si apre un fornello comunicante
con una sottostante galleria, da cui viene evacuato il materiale sbancato
all'interno dell'imbuto per condurlo direttamente a giorno oppure per
sollevandolo mediante un pozzo d'estrazione;
- coltivazione a pozzo: generalmente impiegata per la coltivazione di
lapidei ornamentali;
- coltivazione in depressione: si colloca in corrispondenza di
avvallamenti e incisioni;
- coltivazione per platee orizzontali: generalmente applicato in pianura,
per materiali incoerenti;
- coltivazione per trance discendenti: per l'abbattimento del materiale
dall'alto verso il basso;
- coltivazione per pannelli: per l'estrazione di blocchetti o conci,
suddivisa in platee orizzontali di piccolo spessore.
13.7.5 La miniera
La miniera e` il complesso costituito da un giacimento di minerali
d'interesse industriale e dall'insieme delle opere e delle attrezzature
necessarie al suo sfruttamento. I minerali sono sostanze naturali solide,
formatesi per processi inorganici; come eccezione abbiamo il mercurio,
considerato minerale per quanto in natura compaia allo stato liquido.
Sono inoltre caratterizzati da proprieta` fisiche omogenee, da una composizione
chimica particolare e da una impalcatura di atomi caratteristica per
ciascun minerale
[
1095] (p. 8).
Per i minerali utilizzati prevalentemente nelle costruzioni stradali,
edilizie e idrauliche, il complesso e` generalmente indicato con il
termine di cava.
La
scienza mineraria e` rivolta a individuare e a sfruttare i
giacimenti utili all'attivita` umana, esistenti alla superficie e nel
sottosuolo della Terra, applicando la gran parte delle scienze nel
conseguimento del risultato. Il giacimento e` classificato come
metallifero o
non metallifero a seconda se da esso si estraggano
metalli o non metalli. E` stata anche chiamata
arte mineraria perche'
"richiede dal tecnico, oltre che una profonda conoscenza delle scienze
esatte, anche una speciale attitudine, un'arte particolare che gli permetta
di risolvere giornalmente problemi complessi, non sempre esprimibili in
formule, e di superare difficolta` improvvise che mutano continuamente
da punto a punto, anche nella stessa miniera"
[
1115] (p. 1).
In senso lato, l'arte viene definita come capacita` di azione e di
produzione basata su regole, cognizioni tecniche ed esperienze.
Le coltivazioni possono avvenire sia a cielo aperto sia nel sottosuolo,
anche utilizzando contemporaneamente entrambi i sistemi. Non di rado vi
sono cave e miniere a giorno che evolvono in sotterraneo; in tempi recenti
le scelte sono dettate anche dall'impatto ambientale che altrimenti si causa.
La natura e la giacitura di cio' che s'intende estrarre, la sua dislocazione,
l'organizzazione dei cantieri e il sistema con cui si procede all'estrazione,
determina il metodo di coltivazione. Per semplicita` d'esposizione si puo'
dire che le
coltivazioni in sotterranea siano generalmente costituite
da cavita` con le seguenti funzioni: accesso, circolazione, cantiere
[
1066] .
13.7.6 Coltivazione, osservazione, comprensione
A seconda di cosa e di come si estrae, avremo vari tipi di coltivazione,
tenendo presente che uno o piu' tipi possono essere adottati in un
medesimo impianto. Nel momento in cui si prende in esame una miniera
occorrera` osservarne l'organizzazione interna per comprenderne la
coltivazione in ogni aspetto. Lavoro non certo semplice, ma che puo'
risultare assai utile per raccogliere informazioni non altrimenti
reperibili: soprattutto in caso di miniere antiche, sconosciute, o di
cui si e` persa la documentazione con i piani di avanzamento.
Le
coltivazioni a giorno si distinguono a seconda della loro
collocazione. I metodi di coltivazione in sotterraneo sono molteplici
e la loro articolazione e` spesso complessa, soprattutto nelle miniere
di eta` industriale. Possono distinguersi in
coltivazione per vuoti,
coltivazione per frana,
coltivazione con ripiena
[
1110] (p. 80).
Coltivare per vuoti vuol dire estrarre quanto piu` minerale possibile
dal filone, senza incorrere nel rischio di crolli. La coltivazione
per vuoti si puo' suddividere in:
- coltivazione senza sostegni a camere isolate;
- coltivazione senza sostegni a strozzi;
- coltivazione a pilastri abbandonati con soli pilastri;
- coltivazione a camere e pilastri con platee di ribasso;
- coltivazione a pilastri abbandonati con pilastri artificiali;
- coltivazione a pilastri abbandonati con pilastri e volte;
- coltivazione a diaframmi abbandonati con soli diaframmi;
- coltivazione a diaframmi abbandonati con camere e diaframmi;
- coltivazione a diaframmi abbandonati con magazzini.
Coltivare con frana (o per franamenti) vuol dire consentire alla
roccia incassante di franare, con il duplice vantaggio di una maggiore
percentuale di minerale recuperato, rispetto alle coltivazioni a pilastri
abbandonati, e di evitare le spese relative alla messa in opera delle
ripiene. Di contro, tale sistema crea sovente fenomeni di subsidenza.
I metodi di coltivazione per franamento sono diversi e prevedono varianti
per ogni singolo metodo. I metodi di coltivazione con frana si possono
suddividere in:
- franamento del tetto tenuto distante dalle fronti di abbattimento;
- franamento del tetto tenuto a contatto delle fronti di abbattimento;
- franamento del minerale utile (coltivazione per subissamento).
Le coltivazioni con ripiena si adattano a quasi tutti i tipi di
giacimenti e prevedono il riempimento dei vuoti che si formano a seguito
dell'abbattimento dei minerali utili. Con tale metodo e` possibile
asportare completamente (o quasi) il giacimento, eliminando eventuali
sostanze ossidabili o combustibili che possono dare luogo a riscaldamenti
e incendi spontanei. Inoltre, non vi e` il trasporto all'esterno del
materiale sterile e si limitano o si evitano i fenomeni di subsidenza
in superficie
[
1066] (p. 13).
I metodi di coltivazione con ripiena, in uso almeno fino alla prima
meta' del XX sec., si possono suddividere in:
- coltivazione che procede secondo la direzione e distinta a lunghe
fronti, a trance montanti, a gradini diritti e rovesci, a Stossbau;
- coltivazione che procede secondo la pendenza e distinta in fronti
montanti e trance montanti;
- coltivazione che procede secondo inclinazioni intermedie;
- coltivazione di giacimenti suddivisi in fette e distinta in
orizzontali montanti, inclinate, verticali.
Per quanto riguarda l'organizzazione, ai lavori nel sottosuolo si
accede da gallerie scavate a mezza costa o attraverso pozzi verticali,
oppure da discenderie o pozzi inclinati. Da questi si diramano gallerie
principali di carreggio, gallerie secondarie, cantieri di coltivazione
che si rinnovano continuamente fino ad interessare tutto il giacimento
e ad esaurirlo
[
1110] (p. 64).
Tra le opere ad andamento orizzontale o suborizzontale possiamo avere:
- galleria d'accesso o galleria di carreggio principale
- galleria di carreggio secondaria
- cunicolo o galleria a seguire il filone
- galleria in banco
- galleria di tracciamento
- galleria traverso-banco
- galleria di rimonta
- galleria di ribasso.
Tra le opere a sviluppo verticale possiamo avere:
- pozzo esterno
- pozzo maestro
- pozzo interno o secondario
- pozzo d'estrazione
- pozzo di riflusso
- pozzo di circolazione.
13.7.7 Tecnica mineraria
Le operazioni che precedono l'impianto di una miniera prevedono
lo studio geologico dell'area, in superficie e nel sottosuolo, nonche`
la comprensione dell'estensione del giacimento, la potenza e la
giacitura degli strati di minerale e la convenienza economica del
suo sfruttamento. Per lungo tempo si conducono scavi semplicemente
a seguire il filone. Successivamente si da' luogo a opere di ricerca,
anche mediante trincee a giorno, e si eseguono i lavori di tracciamento
delle gallerie raggiungendo il giacimento e seguendolo con gallerie di
direzione, che lo dividono in livelli (zone orizzontali), aprendo le
comunicazioni tra i livelli mediante pozzi o altre gallerie (discenderie,
rimonte, etc.). I lavori preliminari sono importanti perche` successivamente
determinano un buon sfruttamento del giacimento, un agevole abbattimento
del minerale e il suo trasporto, nonche' la sicurezza dei minatori.
Il materiale estratto e` costituito da minerale utile in associazione a
materiale non utile detto ganga o sterile. Lo sterile puo' essere stoccato
nei vuoti che via via si vengono a creare e per approntare sostegni.
La coltivazione avviene con diversi metodi determinati dalle condizioni
geologiche, dal tipo di minerale, dal tipo di roccia incassante e dal tipo
di
tetto. L'eduzione delle acque riveste un carattere importante
per lo svolgimento delle operazioni. Le gallerie e i pozzi vengono
solitamente armati in legno, in muratura, in conglomerato cementizio,
e in tempi recenti anche mediante centine metalliche. I mezzi di
abbattimento dipendono dalla durezza, dalla compattezza e dalla tenacita`
della roccia. Il trasporto del minerale e dello sterile avviene a
seconda della struttura dell'impianto minerario e del livello tecnologico
applicato
[
1116] (p. 75).
13.7.8 Strumenti di misura
Stando alle fonti e` dal XVI secolo che si evolvono i metodi di
coltivazione e si utilizza con una certa sistematicita` la strumentaria
da miniera. Se ne hanno esempi nel
De re Metallica
[
1117] (V, pp. 90-106)
e nel seicentesco
Pratica Minerale
[
1118] (pp. 23-42).
Tra le illustrazioni presenti nel
Schwazer Bergbuch sono raffigurati
due minatori che effettuano una misurazione in galleria. In generale
l'uso della strumentaria serviva ad una organizzazione migliore dei
sistemi di coltivazione, andando a conoscere l'orientamento e la
pendenza dello scavo anche per la restituzione grafica in pianta e
in sezione. Per misurare le profondita` abbiamo teodoliti semplici,
quadranti ordinari, tavolette pretoriane; per la misura delle distanze
vi sono pedometri, regoli topografici, etc. In particolare, gli Statuti
Minerari di Massa Marittima del XIII sec. "indicano la
calamita
come strumento ed il
sistema di calamitare come metodo per la
determinazione dei confini di escavazione dei terreni minerari"
[
1119] (p. 18).
Si deve pensare che anche in antichita` si potesse avere la necessita`
di conoscere l'estensione e l'andamento dei
vuoti, anche solo
per capire se fossero indirizzati o indirizzabili verso punti esterni
ove facilmente aprire ingressi secondari o fare defluire le acque.
Necessariamente si adoperavano degli strumenti di calcolo e misura.
Utilmente si ricorda come Vitruvio dica che per la costruzione dei
sistemi idraulici s'adoperano diottre, livelle e corobate
[
1082] (VIII, 1),
e oltre a questi si sono potuti verosimilmente utilizzare in miniera
anche semplici fili a piombo, cordicelle annodate, eclimetri,
goniometri, archipendoli e compassi.
Per l'impianto di norie e coclee occorreva almeno conoscere la lunghezza
del percorso e il livello da superare e questo non poteva essere calcolato
con approssimazione. Se, ad esempio, nell'area dove avvenne uno scontro
campale nel X secolo non si sono mai rinvenute punte di lancia, questo
non vuole dire che le lance non vennero sicuramente adoperate, ma
semplicemente che con ampia possibilita` non una si sia conservata nel
terreno o che semplicemente non si sia cercato o con attenzione o
nell'area giusta, o che i resti di almeno una punta siano stati
scambiati per altro oggetto, a causa della ruggine.
Ecco cosa scrive Tullio Seguiti, ingegnere del Corpo Reale delle Miniere,
nel 1939: "I metodi e gli strumenti usati oggi nella topografia di
miniera sono relativamente molto recenti, ma le origini della topografia
sotterranea si perdono nella notte dei tempi. Si puo' dire che essa si e`
sviluppata non appena e` stato iniziato il lavoro di estrazione di
minerali utili dal sottosuolo"
[
1120] (p. 1).
13.7.9 Topografia in miniera
Lascio alle parole di Seguiti un accenno al significato di
topografia da miniera. Il suo libro merita almeno una consultazione;
la strumentaria descritta e riprodotta oggi, a distanza di quasi
settant'anni, possiamo trovarla solo presso qualche museo o qualche
collezionista privato. Cio' non vuol dire che non possa essere ancora,
tranquillamente utilizzata, per la sua precisione.
"Nel secolo scorso il rilevamento sotterraneo comincio` ad essere
considerato una vera scienza, tanto che se ne inizio` l'insegnamento
nelle scuole superiori. E` pur vero pero' che l'introduzione dei metodi
scientifici ha incontrato resistenza perche` in miniera fino a non
molti anni fa si procedeva con la convinzione che avesse valore solo
quello che si imparava lavorando in sotterraneo. Alla fine pero' il
progresso ha vinto in pieno, e se lo sviluppo dell'industria mineraria
ha imposto la risoluzione di problemi di topografia sotterranea sempre
piu` complessi e difficili, la scienza si e` di pari passo attrezzata
per la risoluzione di essi, escogitando nuovi metodi, adattando gli strumenti
della normale topografia, studiandone di tipo speciale, e riuscendo a
far ottenere nei lavori di rilievo un grado di approssimazione veramente
soddisfacente"
[
1120] (pp. 4-5).
13.7.9.1 Scopo della topografia sotterranea.
"La topografia di miniera ha per scopo di guidare i lavori di una miniera
e di permettere la rappresentazione grafica di essi. Ad essa e` devoluto
il compito di determinare i limiti delle concessioni, il piano degli
impianti esterni, il piano dei lavori interni e di fare il collegamento
fra il rilievo dell'esterno e quello del sotterraneo. Gli scopi che si
perseguono con i rilievi sono evidenti: conoscenza dello stato attuale
dei lavori, indirizzo per i lavori futuri e per le ricerche, possibilita`
di evitare sinistri causati dall'incontro di vecchi lavori, di organizzare
i servizi di salvataggio, possesso di elementi sicuri in caso di
contestazioni di qualsiasi genere, di accertamento di responsabilita`, ecc"
[
1120] (pp. 4-5).
13.7.9.2 Particolarita`
"La topografia sotterranea non e` sostanzialmente differente da quella
esterna, in quanto ha gli stessi scopi di misurare distanze, angoli,
differenze di livello, ecc., e segue gli stessi metodi. Ci sono pero'
delle modalita` e dei dettagli dovuti alle peculiari condizioni in cui
si svolge il rilievo sotterraneo, modalita` che hanno spesso la loro
grande importanza. Ad esempio, in galleria si lavora sempre su larghezze
piccole e con modeste altezze di tetto, cosi` che i treppiedi degli
strumenti e le mire devono essere di lunghezza ridotta; il traffico
non deve essere interrotto, e quindi si usano sistemi speciali di
supporto per gli strumenti e i punti di stazione si mettono sul cielo
delle gallerie; in sotterraneo c'e` buio, quindi bisogna illuminare
le mire e il micrometro; quando si fanno i tracciamenti, le poligonali
sono aperte, non si ha controllo, non si puo' fare la ripartizione
degli errori e quindi nei rilievi sotterranei si deve agire con la
massima esattezza; infine si presentano alcuni problemi speciali,
quali il riporto di un allineamento in sotterraneo, la misura della
profondita` dei pozzi ed altri"
[
1120] (pp. 4-5).
13.7.9.3 Personale e strumenti.
"In miniera si fanno rilievi di dettaglio, e rilievi d'insieme, di
collegamento e di controllo. I rilievi di dettaglio vengono fatti
ogni qualvolta il cantiere avanza di qualche metro, dal capo cantiere
o capo servizio, il quale e` anche incaricato del riporto del rilievo
sui piani di dettaglio e su quello d'insieme esistenti nell'ufficio
tecnico della direzione. Quando si tratti di iniziare nuovi lavori
importanti, o anche per controllo a intervalli piu' lunghi, e` un
ingegnere della direzione che si reca in galleria per i rilievi.
Nelle miniere molto estese ed importanti puo' esserci uno o piu` periti
addetti al solo servizio dei rilevamenti, posti alla diretta dipendenza
di un ingegnere che coordina e dirige il lavoro, fa studi geologici
e minerari, ecc."
[
1120] (pp. 4-5).
13.7.10 Archeologia mineraria
La natura del suolo, del sottosuolo e del giacimento minerario
condizionano la morfologia della miniera e l'organizzazione del lavoro.
Lo studio di una coltivazione mineraria e` finalizzato all'acquisizione
delle informazioni che permettono di comprendere:
- chi ha lavorato nella miniera;
- cosa e` stato estratto;
- quando, come e perche` tale miniera e` stata scavata.
La scelta della strategia di uno scavo minerario puo' essere compresa
conoscendo gli aspetti giacimentologici e il livello tecnologico raggiunto
in un dato periodo e nella determinata area. Lo studio auspica quindi
l'intervento interdisciplinare, in quanto puo' accadere che alcune
morfologie, incomprensibili all'archeologo o allo speleologo, siano
interpretabili dal geologo e dal perito minerario, e viceversa. Gli
obiettivi dello studio dell'archeologia mineraria si possono riassumere
nei seguenti punti, presentati la prima volta nel 1999 al XV Congresso
di Speleologia Lombarda nel lavoro di Alessandra Casini e Giovanna Cascone
[
1121] (pp. 93-122)
e successivamente sviluppati
[
1066] (pp. 75-100):
- La natura del giacimento e le caratteristiche geomorfologiche del territorio.
- Il metodo d'individuazione del giacimento.
- Il metodo di ricerca.
- Il metodo di coltivazione.
- Il metodo di abbattimento.
- Le strutture di sostegno e le infrastrutture per la progressione.
- Il sistema di aerazione.
- L'eduzione delle acque.
- Il sistema d'illuminazione.
- Il sistema di trasporto del minerale.
L'individuazione di ognuno di questi punti permette di comprendere
le scelte strategiche effettuate dai minatori, le conoscenze tecniche,
la topografia mineraria, le divisioni funzionali della miniera e quindi
l'organizzazione del lavoro, le eventuali diverse fasi di sfruttamento e,
per quanto possibile, la cronologia delle attivita` di scavo. Tali
obiettivi di studio sono utilizzabili-applicabili anche allo studio
delle cave e delle problematiche ad esse connesse.
13.7.11 Due passi sul campo: topografia e prospezione di superficie
La prospezione di superficie consente l'individuazione delle aree di
coltivazione (accessi e discariche), di pesta, di scorie di trasformazione
metallurgica, degli opifici produttivi, della viabilita` e degli insediamenti.
Talvolta e` possibile individuare le aree dove e` stato effettuato il taglio
del bosco per il legname da adoperare in miniera o dove si otteneva
il
carbone di legna per l'alimentazione dei forni dove il minerale
subiva il processo di
arrostimento, oppure in quelli di trasformazione.
Per la comprensione del panorama, l'inserimento dei dati nel contesto
territoriale e l'elaborazione della carta del territorio storico,
occorrera` collocare topograficamente ogni elemento con l'apposita
strumentazione. In mancanza di riferimenti per la distribuzione cronologica
dei lavori minerari, la relazione tra questi e gli insediamenti o le
vicine emergenze aiuta alla formulazione d'ipotesi relativamente la datazione
dei periodi di attivita`. Il rapporto tra insediamenti e aree minerarie e`
generalmente stretto e l'abitato puo' essere posto a presidio e a controllo
sia delle zone di estrazione e di lavorazione metallurgica sia della viabilita`
d'accesso. Un preciso tracciamento delle strade puo' inoltre consentire
l'individuazione degli accessi agli impianti estrattivi
[
1116] (p. 76).
13.7.12 Paesaggio storico e cicli produttivi
Lo studio dei cicli produttivi permette di affrontare le problematiche
dell'attivita` umana in rapporto alle risorse naturali. La capacita`
di sfruttare le ricchezze del sottosuolo ha innescato nel corso dei secoli
una serie di processi coinvolgenti la sfera sociale, politica, economica
e tecnologica. In presenza di giacimenti minerari, le indagini riguardanti
il paesaggio storico e la dinamica insediativa devono considerare le emergenze
estrattive per comprenderne l'organizzazione del lavoro, i rapporti economici
e sociali derivanti e l'evoluzione tecnologica risultante dallo sviluppo
del sistema di coltivazione e dalla successiva trasformazione del minerale.
L'evoluzione puo' andare verosimilmente a promuovere, o ad agevolare, la
nascita o lo sviluppo di una vasta gamma di opere ipogee a carattere
cultuale, civile e militare. Nel compimento di tali opere a carattere non
estrattivo possono trovare impiego le stesse maestranze minerarie. Maestranze
che possono anche semplicemente operare la proficua diffusione delle
conoscenze: scelta del posto dove praticare lo scavo, metodo di abbattimento
della roccia, sistema di misurazione e di calcolo, trasporto del materiale,
messa in opera di eventuali rivestimenti e contenimenti, ventilazione,
eduzione e condotta delle acque, individuazione delle zone
a rischio di crollo e provvedimenti da adottare. Questi sono tutti
elementi che possono interessare ogni tipo di scavo nel sottosuolo
[
1066] (p. 75).
13.7.13 Rischi senza frontiere
La miniera abbandonata e` un luogo che cela varie insidie. In parole povere
e` potenzialmente pericolosa. Certamente uno speleologo sara` meno esposto
ai rischi legati alla progressione, perche` gia` abituato ad andare in grotta,
quindi ad affrontare ambienti bui, con pozzi, discenderie, parti instabili,
acqua e quant'altro.
In ogni caso occorrera` usare una buona dose di cautela, dal momento che
si potrebbero prospettare vari
inconvenienti. Oltre agli incidenti
prettamente speleologici, ovvero legati all'utilizzo e talvolta al
non utilizzo dell'attrezzatura, in linea generale possiamo avere:
- modesti distacchi di materiale dalle strutture;
- crolli, ovvero cedimenti strutturali;
- presenza di sostanze venefiche o inquinanti o deflagranti.
Come ulteriore appunto (non si sorrida) si possono incontrare anche ambienti
complessi e con sviluppi chilometrici: l'eventualita` di perdersi non e`
cosi' remota.
Idrocarburi, fanghi di miniera, acque acide, e via dicendo, possono
intaccare l'attrezzatura assai piu' velocemente di quanto non avvenga in
ambienti carsici. Per quanto ci si sforzi ad ottenere degli ancoraggi
adeguati e ad approntare degli armi corretti, sovente nella realta` dei
fatti i risultati sono lungi dall'essere adeguati.
In linea di massima ogni ambiente sotterraneo e` destinato nel tempo ad
assestarsi naturalmente o a seguito di fattori collaterali. Cave e miniere
abbandonate presentano zone interessate da cedimenti. Meno frequenti nelle
coltivazioni antiche, in cui sono stati utilizzati per l'estrazione solo
strumenti manuali (quindi senza l'impiego di esplosivi), divengono piu'
frequenti in quelle successive, dove abbiamo un mutamento del metodo di
abbattimento e di coltivazione.
Cunicoli e gallerie centinati con i tipici quadri in legno possono
avere tali strutture marce e quindi precarie, senza contare che non assolvono
al compito di contenere possibili cedimenti o pressioni. Anche eventuali spazi
ripienati potrebbero risultare instabili. In tratti allagati vi possono
essere pozzi sommersi, quindi difficilmente individuabili, e
sabbie mobili.
E` possibile rinvenire esplosivi abbandonati, che non vanno in alcun caso
nemmeno toccati. Il tempo e l'umidita` possono averli resi instabili,
quindi altamente pericolosi. Si ricordi inoltre che nei resti di fornelli
da mina possono rimanere cariche inesplose.
Soprattutto nelle coltivazioni minerarie non e` esclusa la presenza di
sacche di gas naturali, costituiti da idrocarburi gassosi esistenti
negli strati del sottosuolo, da dove emanano spontaneamente. Il piu'
noto e` il grisou o grisu', detto gas delle miniere. E` un gas
combustibile costituito da una miscela di metano o di altri idrocarburi,
e anidride carbonica, ossigeno e azoto, che si puo' sviluppare nelle
miniere di carbone e in quelle con la presenza di minerali di origine
sedimentaria. Inodoro, insaporo e non tossico, miscelandosi con l'aria
diviene infiammabile ed esplosivo.
La problematica legata a gas tossici od asfissianti non e` d'immediata
esplicazione, ma non per questo va ignorata. Oltre a cio' ricordo che
il classico legname marcescente
brucia l'ossigeno e se non ce ne
accorgiamo in tempo, ovvero se non facciamo dietrofront quando si accusa
il classico sintomo della
fame d'aria, potremmo anche correre seri
rischi
[
1122] (pp. 265-276).
In linea di massima, le operazioni speleosubacquee in cavita` artificiali
sono meno complesse e rischiose di quelle effettuabili nelle grotte:
infatti non avremo grandi profondita` ne' sviluppi chilometrici. Fanno
eccezione alcune coltivazioni sotterranee, poste su piu' livelli, rimaste
sommerse a seguito della cessata attivita` estrattiva, quindi con la
disattivazione dei sistemi di pompaggio dell'acqua d'infiltrazione, di
subalveo oppure di falda
[
1123] (pp. 251-258).
Si e` recentemente concluso il lavoro presso un complesso di miniere
situate nel Comune di Olgiate Molgora (LC), scavato a partire dagli inizi
del XX secolo. Si tratta delle miniere Pelucchi, Cepera e Valicelli.
Le indagini sono state condotte dal Gruppo Sommozzatori di Alme' (Bergamo):
"Per l'esplorazione e il relativo lavoro di rilievo, sino ad oggi sono
stati impiegati molti metri di filo per sagolare le varie gallerie:
in particolare, sono stati svolti piu' di tre chilometri di sagola. Inoltre
sono state trascorse complessivamente, oltre settecento ore di immersione,
con un consumo di 2.000.000 di litri di aria e 150.000 litri di ossigeno
puro per le fasi di decompressione"
[
1124] (p. 52).
Nelle zone sommerse gli speleosub si sono spinti fino a -64 m dalla superficie
dell'acqua: "Un'occhiata per l'ennesima volta ai miei manometri e poi
mi avvio a ritornare in superficie. La visibilita` e` decisamente peggiorata:
vedo a malapena ad un metro e mezzo"
[
1124] (p. 71).
Si dovra` tenere conto che le acque possono essere inquinate. Inutile
ripetere che occorrerebbe farle analizzare preventivamente. Piu' di una
volta si e` rinunciato alle operazioni perche` sull'acqua galleggiavano
carogne di piccoli animali, tra cui topi e ratti. In ogni caso, si
suggerisce sempre l'utilizzo di mute stagne. Ma e` bene rammentare che
la regola d'oro e` di non togliersi mai l'erogatore di bocca, a maggior
ragione negli ambienti posti al di la' di un sifone.
Nell'articolo di Samore' "Analisi d'incidenti mortali a speleosub e
loro prevenzioni" si riporta: "Blocco di fango imprigiona due sub.
Due respirano esalazioni di anidride solforosa dovuta a depositi di
lignite in una grotta-miniera abbandonata, appena passato il sifone;
il terzo si accorge del fatto e rimette l'erogatore agli altri ed esce
a cercare soccorsi; inutilmente"
[
1125] (pp. 63-64).
Gianluca Padovan, (SCAM - FNCA) Mon Nov 19 11:34:13 2007
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