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13.3 Metodo e indagine
Dal momento che la raccolta di dati, la restituzione grafica e la
documentazione possono avvenire in ambienti "difficoltosi", e` auspicabile
la conoscenza della metodologia speleologica e la consapevolezza degli
eventuali rischi che l'attivita` comporta. Rimane chiaro come
la predisposizione
e l'allenamento alla permanenza in un ambiente non usuale permetta di operare
con tranquillita` e sicurezza, a tutto vantaggio del lavoro da svolgere.
In vari casi la difficolta` di progressione, la pericolosita` di alcune
situazioni
e la consapevolezza di dovere operare sempre in sicurezza, determinano
la necessita` di applicare una metodologia rigorosa e una strategia
d'indagine tali da poter ottenere il massimo risultato con il minimo rischio.
Si consideri infine come l'attrezzatura speleologica possa talvolta essere
utile anche in opere non propriamente sotterranee.
Condurre le operazioni nelle cavita` artificiali vuol dire "documentare il
sottosuolo". Ovvero esplorare e acquisire una messe di dati quanto piu`
completa possibile, compatibilmente ai fattori contingenti. Il lavoro per
la conoscenza diretta dell'ipogeo puo` cosi` articolarsi:
- lavoro sistematico per l'individuazione degli accessi;
- inquadramento geologico;
- inquadramento geografico e topografico;
- analisi dei contesti storico, architettonico, archeologico;
- esplorazione dell'ipogeo;
- rilievo in pianta e in sezione e restituzione grafica;
- documentazione fotografica;
- documentazione video;
- raccolta di materiale bibliografico e iconografico;
- analisi dei dati e sintesi.
Quanto acquisito richiede la conoscenza dell'ambito in cui si opera:
osservazioni, comparazioni, ricerche d'archivio e toponomastiche diverranno
elementi necessari alla completezza del lavoro, finalizzato alla comprensione
del manufatto e alla ricostruzione del suo percorso storico.
Oltre all'indispensabile rilievo, la fotografia rimane un
mezzo di documentazione indiscutibilmente necessario
[
1067] (pp. 223-232).
Seppure non sempre possibile o fattibile, l'indagine stratigrafica e`
uno strumento valido.
Ogni cavita` puo` inoltre costituire una nicchia ecologica, la cui indagine
dal punto di vista biospeleologico fornisce solitamente dati
d'indubbio interesse
sulla fauna che vi transita o vi dimora
[
1068] (pp. 283-318).
Occorrera` altresi` essere a conoscenza, almeno nelle linee generali, dei
vincoli a cui sono soggette le opere ipogee, interessandosi della
relativa legislazione.
13.3.1 Testimonianze del passato
Parimenti ad ogni altro manufatto le opere sotterranee sono frutto di una
intenzione supportata dall'applicazione della volonta` alle proprie risorse,
sia materiali che intellettive. Riprendendo quanto precedentemente espresso,
si puo` affermare che non sempre siamo in grado di stabilire l'intenzione,
ovvero che cosa si sia voluto realizzare con lo scavo. Questo perche' sovente
ci troviamo innanzi a opere solo parzialmente percorribili: interri, crolli,
edificazioni o coltivazioni posteriori ne limitano la visione. Non e` da
escludere la possibilita` d'incontrarne incompiute.
Per operare una prima selezione d'ipotesi occorrera` considerare il terreno
geologico, inquadrarne geograficamente i manufatti, stendere il rilievo, capire
il metodo di abbattimento e la successione delle fasi di scavo, calcolare
le quote e rapportarle con quelle a giorno. Si puo` asserire che come primo
passo occorrera` individuare le opere sotterranee intraprendendone il censimento.
Seppure tale affermazione si possa ritenere restrittiva, in realta` rimane il
punto d'inizio della ricerca.
Rilievo, foto e osservazioni costituiscono la piattaforma di partenza di un
intervento conoscitivo che richiede il concorso di pi� discipline, ma nulla
come un corretto rilievo planimetrico e` di ausilio alla comprensione del
significato di una cavita` artificiale
[
1069] (pp. 187-210).
Come gia` detto, lo studio delle opere ipogee esistenti in un territorio
richiede di considerare almeno nella loro globalita` le intenzioni dei
costruttori e le tecniche di scavo che potevano adottare,
in quanto applicazioni
che sono andate a determinare e a caratterizzare gli stessi ipogei. La loro
datazione pu� essere tutt'altro che semplice, soprattutto se vengono a mancare
le fonti scritte, particolari risoluzioni architettoniche, le associazioni
con materiale datante, oppure la contestualizzazione archeologica. Piu`
facilmente si rinvengono elementi che ne attestano un momento
di frequentazione,
di riutilizzo, di abbandono o di definitiva obliterazione;
non quella di prima escavazione.
Se le costruzioni in alzato sono soggette a rifacimenti,
ampliamenti, distruzioni
e drastiche riedificazioni, si puo` considerare che le opere ipogee - e quante
divenute tali nel tempo - si siano meglio conservate appunto per la
peculiarita` di essere sotterranee. E un manufatto sostanzialmente integro e`
piu` facilmente studiabile ed eventualmente recuperabile. Di contro, eventuali
riutilizzi e conseguenti cambi di funzione lasciano
piu` difficile la ricostruzione
delle forme primitive. Ci si trova innanzi a unita` stratigrafiche negative
che per la loro stessa natura "tagliano" e cancellano le fasi precedenti.
In ogni caso si parlera` sempre di un ambiente "leggibile".
Particolari fenomeni e azioni producono un asporto e un apporto di materiale
nell'ambiente in cui viviamo. Un'alluvione pu� determinare delle frane, con
asporto di materiale e deposizione dello stesso in altro luogo. Il semplice
fluire di un corso d'acqua incide il suolo approfondendo l'alveo e a valle
deposita il prodotto dell'erosione. L'uomo cava materiale dal suolo e
costruisce edifici. Oppure scava canali e innalza le loro sponde
con terrapieni.
Si vengono cosi` a creare nel tempo delle unita` stratigrafiche,
sia negative sia
positive. Tali unita` stratigrafiche hanno dei rapporti fisici tra di loro.
- Una unita` stratigrafica pu� coprirne un'altra: il crollo di un
muro puo` coprire il crollo del tetto dell'adiacente edificio.
- Una unita` stratigrafica si puo` appoggiare a un'altra: un pavimento
in terra battuta si appoggia ai muri di un ambiente.
- Una unita` stratigrafica puo` anche tagliarne una altra: lo scavo
di un pozzo taglia un piano di calpest�o.
In sintesi, le relazioni fisiche tra le unita` stratigrafiche sono le seguenti:
- copre / e` coperto da;
- si appoggiai a / gli si appoggia;
- taglia / e` tagliato da;
- si lega a / e` uguale.
Questi rapporti fisici determinano una sequenza temporale relativa delle
unita` stratigrafiche, cioe` ci permettono di capire quale viene prima e
quale viene dopo.
"La minuziosa dissezione di un sito e la registrazione accurata di tutti
i fenomeni in esso osservabili sono semplicemente il preludio a un tentativo
di dare un significato all'evidenza: stabilire come si sono formati gli
strati; riconoscere e interpretare sulle superfici scavate tracciati che
rivelano la presenza anteriore di costruzioni, steccati, fossati, bastioni,
campi e tutte le altre tracce che l'occupazione umana lascia nel terreno;
spiegare, per quanto possibile, la sequenza completa degli eventi sul sito"
[
1070] (p. 236).
Se l'unita` stratigrafica 1 copre l'unita` stratigrafica 2 vuol dire che
la prima e` pi� recente della seconda.
Se l'unita` stratigrafica 1 taglia l'unita` stratigrafica 2 vuold dire che
la seconda e` pi� antica della prima.
Se l'unita` stratigrafica 1 si lega all'unita` stratigrafica 2 vuol dire
che queste unita` stratigrafiche sono contemporanee.
In generale si puo` dire che tutte le forme di stratificazione siano esse
dovute a fattori naturali o artificiali siano il risultato di
erosione/distruzione, movimento/trasporto, deposito/accumulo:
"Il concetto di unita` stratigrafica mira dunque a ridurre le diverse azioni
e i loro rapporti nello spazio allo stesso grado di astrazione dei rapporti
stratigrafici, cioe` a dire della cronologia relativa. Il che equivale a
ridurre un muro o una fogna allo stesso livello di semplicita` di un prima
e di un poi. Per fare cio` occorre passare dall'identificazione topografica
di un'azione alla sua identificazione numerica. Il muro diventa il numero
1003 e la fogna il numero 1027, per poter arrivare a pensare e a dire con
facilita` che 1027 taglia 1003 ed e` quindi posteriore"
|Ar96a} (p. 75).
Le cavita` artificiali si possono anche definire delle "unita` stratigrafiche
negative". Se una cisterna e` tagliata da una cava,
la cisterna sara` precedente.
Ugualmente, una cisterna che reca al suo interno i resti di un cunicolo sara`
successiva al cunicolo stesso: il tratto di cunicolo e` servito da punto di
partenza per l'allargamento dello spazio fino a creare una camera destinata
poi a conserva. Identico concetto lo si puo`
applicare allo studio delle miniere
considerando che una unit� mineraria taglia (asporta) un'altra,
o copre/e` coperta, etc.
13.3.2 Potenzialita` e limiti
In questi ultimi anni la ricerca si e` dimostrata in grado di
produrre materiali
e studi apprezzabili anche in relazione agli impianti ipogei
distribuiti in aree
urbane ed extraurbane, andando seppur parzialmente a sanare una
lacuna conoscitiva
di cui appaiono sempre piu` chiari i contorni.
In particolar modo si � saputo produrre lavori nel campo delle "perforazioni ad
asse orizzontale del terreno", come cunicoli e gallerie, e nelle "perforazioni
ad asse verticale del terreno", come le opere di presa e di conserva.
Sia destinati
a usi idraulici che prettamente militari, si potrebbe osservare come in questi
ambienti, forse piu` che in altri, si e` vista l'applicazione dell'attrezzatura
speleologica e speleosubacquea.
Vediamo ora anche altri aspetti. Se nulla esclude che il ricordo
d'arcaiche tecniche
per la ricerca e la conserva dell'acqua possano un giorno ritornare utili, oggi
costituiscono almeno una valida base per lo studio di specifiche
opere del passato,
le quali sono generalmente poco considerate. Ad esempio, e` un dato di fatto
che i pozzi siano studiati in misura minore rispetto agli acquedotti.
Oppure che
le antiche tecniche di scavo manuale delle opere idrauliche ci siano quasi
sconosciute, per quanto le si possa "ricostruire" o "dedurre".
Se opere destinate al culto e all'inumazione sono gia`
oggetto d'indagine da parte
di coloro i quali operano in campo archeologico, cosi` come per miniere antiche
collocate in particolari contesti, parte degli ipogei non sono d'immediata
accessibilita` e facile studio. Sovente le cavita` artificiali presentano
caratteristiche tali da richiedere l'utilizzo di metodologie e attrezzature
proprie della speleologia e della speleologia subacquea. E' pertanto
indispensabile seguire appositi corsi presso associazioni o enti speleologici.
All'assenza di luce fanno seguito vari fattori: presenza d'acqua fino ad avere
ambienti sommersi, tratti angusti e disagevoli, pozzi talvolta profondi
decine di metri, sviluppi chilometrici e ad andamento labirintico, come
nel caso di coltivazioni minerarie o nelle citta` sotterranee. A questi
possono sommarsi i rischi propri dei manufatti ipogei: cedimenti strutturali,
sacche di gas, infezioni come la leptospirosi
[
1071] .
Lo speleologo e` psicologicamente preparato a muoversi nel buio totale,
ad affrontare i rischi che l'attivita` comporta e raccogliere i dati anche
in condizioni estreme. E' padrone di tecniche di progressione e attrezzature
che gli consentono di scendere per centinaia di metri
nel sottosuolo e rimanervi
un consistente numero di ore a compiere sia le operazioni di esplorazione, che
le competenze proprie della speleologia, ovvero il lavoro di documentazione:
rilievo planimetrico in pianta e in sezione,
comprensione del metodo di avanzamento,
servizio fotografico, riprese cine-televisive, descrizione degli ambienti,
prelievo di campioni generalmente di rocce e acqua, etc.
Intraprendere queste ricerche significa anche
individuare all'esterno gli accessi
agli ipogei con sistematicita` e in questi raccogliere dati anche sulla loro
condizione statica e sulla situazione
idrogeologica del sottosuolo, con particolare
attenzione a quello urbano.
I dati dei lavori sono poi raccolti in apposite schede,
le quali vengono inserite
nel Catasto Cavit� Artificiali, di cui ogni unita` si puo` utilmente dotare
[
1072] .
Gianluca Padovan (SCAM-FNCA) Mon Nov 19 11:34:13 2007
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