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9.F Fisica del clima ipogeo
Questa e` una sezione di "Fisica Tecnica", e rappresenta solo un tentativo
di dare una base rigorosa a considerazioni di meteorologia ipogea
[
902] [
903] [
420] .
9.F.1 Simboli e unita` di misura
Questa sezione e` piena di formule; per facilitare la lettura elenchiamo
i simboli usati per le varie variabili e le unita` di misura.
Un simbolo come Dxf denota la derivata di f rispetto a x.
Un simbolo quale Ix(f) denota l'integrale di f rispetto a x.
a |
coeff. dilatazione isobara |
...
|
A |
area, sezione |
m2
|
C |
calore specifico, capacita` termica |
KJ / Kg °K
|
C |
capacita` |
...
|
D |
diametro |
m
|
d |
densita` |
Kg/m3 = gr/l
|
e |
rogosita` relativa |
E |
energia |
J = Kg m2/s2 1 cal = 4.186 J = 0.457 Kgp-m 1 eV = 1.60 10-19J
|
f |
coefficiente d'attrito |
|
F |
forza |
N; 1 Kgp = 10 N
|
F |
flusso (volumetrico) |
m3/s
|
FM |
flusso (di massa) |
Kg/s
|
FR |
perdite di carico |
m
|
G |
gradiente termico |
°K/Km
|
g |
accelerazione di gravita` |
9.81 m/s2
|
H |
altezza |
m
|
H |
entalpia |
J
|
h |
coefficiente di convezione |
|
K |
condycibilita` termica |
Kcal/m °K ora
|
KB |
costante di Boltzmann |
1.381 10-23 J/°K
|
k |
esponente politropico |
Cp / Cv
|
L |
lunghezza |
m
|
L |
induttanza |
...
|
M |
massa molare |
gr/mol
|
m |
massa |
Kg
|
N |
numero |
|
n |
numero di moli |
mol
|
P |
pressione
|
Pa = Kg/m s2 = N/m2 atm = 101325 Pa = 104 Kgp/m2 = 760 mm Hg = 1013 mbar
|
Q |
calore |
Kcal = 4.186 KJ = 457 Kgp-m
|
R |
costante dei gas |
8.31 J/°K mol
= 1.987 cal/°K mol = 0.0826 atm l/M °K
|
R |
resistenza |
...
|
R, r |
raggio |
m
|
Re |
numero di Reynolds |
2 R v d/u
|
S |
costante di Stefan-Boltzmann
|
4.96 10-8 Kcal/m2 ora °K4
|
T |
temperatura |
°K
|
t |
tempo
|
s; 86400 s/d; 31.5 106 s/y
|
u |
viscosita` dinamica |
Kg/m s
|
V |
volume |
m3
|
v |
velocita` |
m/s
|
W |
potenza |
J/s
|
w |
frequenza |
s-1
|
x |
titolo di vapore |
|
X |
elasticita` |
N-1
|
Y |
larghezza |
m
|
Z, z |
altezza |
m
|
9.F.2 I fluidi
L'aria nelle condizioni di grotta e` un gas quasi ideale, per cui vale
la
legge dei gas ideali (equazione di stato)
P V = N R T
dove
P e` la pressione,
V il volume,
N il numero
di moli,
T la temperatura (misurata in gradi assoluti), e
R
e` una costante (detta appunto
costante dei gas) che vale
0.0821 l atm/°K mol = 8.31 J/°K mol = 0.848 Kgp-m/°K.
Una mole di gas occupa in condizioni normali circa 22.4 l, percio` ci sono
44.64 moli per metro cubo.
Dividendo per la massa
M e usando la densita`
d=M/V
questa legge si scrive
P = d Ra T
dove
Ra =
R/
Ma e` la costante dei gas
divisa per la massa molare. Per l'aria (massa effettiva di 28.9 g/mol),
Ra = 2.84 atm/°K Kg.
Per il vapor acqueo
Rv = 4.56 atm/°K Kg.
Per un liquido (come l'acqua) la legge di stato e` approssimativamente
indipendente dalla temperatura, e lega la densita`
d alla pressione
P (
a e` il coefficiente di compressibilita`,
per l'acqua vale 5.3 10
-5Pa
-1),
d = do ( 1 + a ( P - Po) )
Miscele di gas.
La pressione parziale di un gas in una miscela, e`proporzionale alla pressione
totale, con il coefficiente pari alla frazione molare,
a
v=N
v/N, del gas nella miscela (legge di Dalton).
Per esempio la pressione di vapore acqueo nell'aria e`
Pv = av P
La frazione di massa e` il rapporto fra la massa di un componente
(per un dato volume di gas) e la massa totale,
wv=mv/m = av Mv/M.
Per il vapor acqueo wv=0.622 av.
Per l'anidride carbonica wCO2 = 1.517 aCO2.
La legge di
continuita` esprime la conservazione della materia:
per un fluido in movimento il prodotto di densita`
d,
sezione del condotto
A, e velocita`
v e` costante
(flusso di massa):
FM = d A v = cost.
Se il fluido e` quasi incomprimibile (come l'acqua) la densita` resta
costante e` questa equazione si semplifica (conservazione del flusso
volumetrico):
F =
A v = cost.
La legge di
Bernoulli
esprime la relazione fra le velocita` di un fluido (per esempio l'aria)
in due punti di una condotta (galleria o strettoia), le quote di questi,
e la pressione del fluido nei due punti,
g Z1 + P1 / d + v12 / 2 + U1
=
g Z2 + P2 / d + v22 / 2 + U2 + E
dove
E e` l'energia
"scambiata" durante il movimento dal primo punto al secondo.
Da notare che l'energia viene espressa in m
2/s
2
poiche` e` divisa per la massa unitaria.
Questa relazione esprime essenzialmente la legge di conservazione
dell'energia. Il primo termine e` l'energia potenziale, il secondo
la pressione interna, il terzo l'energia cinetica ("pressione dinamica"),
il quarto l'energia interna.
Il termine
E contiene il contributo di lavoro
L
e gli scambi di calore (effetti dissipativi, viscosita` e attriti)
Q.
L'energia degradata e`
Ediss =
U2 -
U1 +
Q
e risulta sempre non-negativa.
Cambiamenti di stato (evaporazione/condensazione di vapore, ...) complicano
notevolmente questa relazione.
Il
moto di un fluido avviene secondo due differenti modi:
- laminare, cioe` ordinato, guidato dalla viscosita`;
- turbolento, cioe` vorticoso, guidato dall'inerzia del fluido.
Il numero di Reynolds, definito come
Re = 2 r v d / u
dove
u e` la viscosita` dinamica e
r e` la dimensione tipica del
condotto, esprime il rapporto fra la forza di inerzia,
d π
r2 v2,
e quella di viscosita` dinamica,
u 2 π
r L D
rV.
Esso determina il tipo di moto: laminare per bassi valori di
Re
turbolento per valori alti.
La transizione fra i dui tipi di moto avviene per valori fra 2000 e 2500
per i condotti industriali, e per valori intorno a 1000 per condotti naturali.
Per l'aria il valore di
r v per cui si ha la transizione
corrisponde a circa 0.015 m
2/s,
per l'acqua e` 0.002.
La viscosita` dinamica rappresenta la capacita` del fluido di trasmettere
un flusso di quantita` di moto. La viscosita` cinematica uc=u/d
descrive la diffusivita` della quantita` di moto. Essa dipende da temperatura
e pressione. Approssimativamente, per l'aria
uc = (13.2 + 0.09 T[C]) 10-6 m2/s, e per l'acqua
uc = (1.79 - 0.04 T[C]) 10-6 m2/s.
Fig. 375. Moto turbolento e laminare
Viscosita` dinamica (N s/m2)
|
0°C |
10°C |
20°C
|
acqua |
1.80 10-3 |
1.31 10-3 |
1.01 10-3
|
aria |
1.70 10-5 |
1.75 10-5 |
1.80 10-5
|
O2 |
1.92 10-5 |
|
2.03 10-5
|
N2 |
1.67 10-5 |
|
1.75 10-5
|
CH4 |
|
|
1.09 10-5
|
C02 |
|
|
1.46 10-5
|
L'equazione che descrive il moto dei fluidi (Navier-Stokes) e` molto
complessa, e solitamente si ricorre a semplificazioni. L'equazione di
Saint-Venant esprime la conservazione della massa e della quantita`
di moto e si adatta al moto in canali. Se
h e` l'altezza del fluido
e b(h) la larghezza (superficiale),
v la velocita` (supposta
uniforme in tutta la sezione, che non e` vero), per cui il flusso
e` Q=vA (
A e` l'area),
q rappresenta gli apporti laterali al flusso,
b(h)dth + A dxv + v dxA = q
dtv + v dxv + g dxh = g dxz - g f + q vx
Nella seconda equazione, i primi due termini sono la derivata temporale
totale della velocita`, il terzo e` la variazione della pressione. A destra
c'e` il contributo della variazione di quota, l'attrito e la quantita`
di moto (longitudinale) degli apporti di flusso.
Per l'attrito c'e` la formula empirica di Manning,
f = n2 (Q/A)2 R-4/3
dove
R e` il raggio idraulico (=area/perimetro), e
n un coefficiente
che per i canali (senza vegetazione) vale 0.03-0.07 [
766] .
Le
perdite di carico F
R rappresentano la dissipazione
di energia dovute ad attriti per il movimento del fluido.
Si misurano in metri, secondo la relazione
che eguaglia la caduta di pressione alle perdite di carico,
d g FR = Pm,2 - Pm,1
In regime laminare le perdite di carico sono proporzionali alla velocita`
e quindi al flusso. A lato destro c'e` la differenza fra le pressioni
motrici, P
m = d g Z + P + d v
2/2.
In un condotto lungo e stretto, quale un tubo, in regime laminare
il profilo di velocita` dipende dalla distanza radiale,
v(r) = (P2 - P1)/(4 L u) (R2 - r2)
La velocita` media, definita in modo che la portata sia
Q =
A vM, risulta
vM = (P
2 - P
1)/(8 L u)
R2
Le perdite di carico sono
proporzionali alla velocita` media del flusso (formula di Hagen-Poiseuille)
FR = 32 (u L / d g D2) vM
dove
L e
D sono le dimensioni (lunghezza e diametro) del condotto,
u e` la viscosita` (dinamica) del fluido e
d e` la sua densita`.
Per l'aria
d=1.24 Kgp/m
3 e
u=0.0018 Kg/m s
(a 0 °C, dato che entrambe questi coefficienti dipendono dalla
temperatura), percio` le perdite di carico per l'aria in un condotto in
regime laminare sono (unita` MKS)
FR = 0.0000465 L/D2 v
Per una fessura bassa (apertura
H) e larga (
Y)
il profilo di velocita` in regime laminare vale
v(x) = (P2 - P1)/(2 L u) (H z - z2)
La velocita` media e`
vM= (P
2 - P
1)
H2/12
L u.
Le perdite di carico sono (
L e` la lunghezza della fessura)
FR = 12 (u L / d g H2) vM
Percio` nelle microfratture la portata dipende con legge cubica
della apertura della frattura [
904] .
Fig. 376. Coefficiente di attrito
Il moto dell'aria puo` avvenire in regime laminare nelle grosse sale.
Nelle gallerie, invece il moto e` generalmente in regime turbolento.
In questo caso le perdite di carico sono proporzionali al quadrato della
velocita`, (formula di Darcy-Weisbach;
f e` il coefficiente d'attrito,
o coeffciente delle perdite di carico)
FR (m) = f L /(2 g D) v2
Questa e` abbastanza importante.
Le perdite di carico sono pari alla pressione motrice, la quale e`
approssimativamente proporzionale alla differenza di temperatura fra
interno ed esterno. Il flusso di aria e` proporzionale alla velocita`
(a parita` di sezione). Quindi il flusso dipende dalla radice quadrata
della differenza di temperatura.
La letteratura abbonda di formule empiriche per il
coefficiente di attrito.
Per tubi lisci la formula di Blasius
f = 0.316
Re-0.25
da` un valore inferiore a circa 0.04.
Una formula piu` generale e` quella di Colebrook
1/(f)1/2 = -2 log( 0.27 e + 2.51 /(Re (f)1/2 )
dove
e e` la rugosita` relativa del condotto (rapporto fra
la dimensione delle irregolarita` e il diametro).
La figura riporta i valori di
f per alcuni tipici valori
della rugosita` al variare del numero di Reynolds.
Per numeri di Reynolds elevati il coefficiente d'attrito tende
a dipendere solo dalla rugosita`.
Per le grotte dunque possiamo assumere
f=0.1 - 0.2
come ordine di grandezza [
766] .
Dal grafico delle perdite di carico in funzione del numero di Reynolds
(ovvero della velocita` del flusso), v. figura, si vede che per
piccole velocita` le perdite di carico in regime laminare sono
maggiori che quelle in regime turbolento, mentre per grandi velocita`
avviene l'opposto.
Il fluido spinto dalla forza (P2 - P1)/L si pone
nello stato di moto
che piu` efficacemente riesce a contrastare (mediante le perdite di
carico) questa forza.
A basse velocita` le perdite di carico variano linearmente con la
portata. Ad alte velocita` la variazione diventa quadratica.
Fig. 377. Perdite di carico
Le perdite di carico sono tanto piu` importanti quanto piu` l'aria scorre
velocemente, e quindi nelle strettoie dove la velocita` del flusso cresce
inversamente proporzionale alla sezione (per mantenere uguale
portata nella condotta larga come nella strettoia; trascurando la
compressibilita`),
F = v A = costante
Le perdite di carico nelle sale (regime laminare) sono solitamente
trascurabili rispetto a quelle delle gallerie (regime turbolento).
Anche curve ed repentini allargamenti e restringimenti hanno perdite
di carico
FR = c v2 / 2 g
dove il coefficiente
c e` prossimo all'unita`.
Una galleria lunga ha un numero di svolte approssimativamente pari al
numero di tiri di rilievo,
N=L/D dove
D e` la distanza
media di un tiro di rilievo.
L'ampiezza media delle curve e` stimabile in base al rapporto fra
lo spostamento
S e la lunghezza della galleria:
a=2 arcsin(S/L). Il valore medio del coefficiente
c
per le curve e` (1-a/π)/(1+2a/π) (Questa formula esprime il
fatto che
c vale 0 per curve a 180 gradi, 0.25 per curve a 90 gradi
e 0.50 per curve a 45 gradi).
Pertanto le perdite di carico per una galleria sono
FR = (1-a/Pi)/(1+2a/Pi) L/D v2/2 g
9.F.3 Il calore
Capacita` termica.
Quando un corpo cede calore si reffredda, e si riscalda quando
ne acquista.
Il calore si misura in
calorie, ma dato che e` una forma
di energia si puo` esprimere in Joule: 1
cal = 4.186
J.
La variazione di temperatura e` proporzionale al calore
scambiato,
Q, e alla massa del corpo,
m:
Q = C m (T2 - T1)
Il coefficiente di proporzionalita`
C e` chiamato capacita` termica
(o calore specifico).
La tabella sottostante riporta alcuni valori di
C (alla
pressione di 1 atm; da tener presente che
C varia con la temperatura).
La capacita` termica dell'acqua e` molto superiore a quella dell'aria,
pertanto quando aria ed acqua sono insieme l'aria tende ad assumere la
temperatura dell'acqua, a meno che la quantita` d'aria non sia molto
superiore a quella dell'acqua.
Questo avviene, per esempio, per la pioggia: le goccie di pioggia
attraversano cosi` tanta aria che la loro temperatura e` determinata
da questa, percio` la pioggia arriva al suolo ad una temperatura prossima
a quella ambiente.
Capacita` termica
|
cal/g °K
|
KJ/m3 °K
|
KJ/Kg °K
|
acqua (liquida) |
1.00 |
4186 |
4.2
|
ghiaccio (tra -40 e 0°C)
|
0.505 + 0.00186 T[°C] |
1800 |
|
vapore d`acqua |
0.45 |
1.51 |
1.86
|
aria |
0.24 |
1.28 |
1.004
|
CO2 |
0.15 |
1.23 |
0.815
|
calcare |
0.20 |
2257 |
0.42 - 0.87
|
gesso |
... |
... |
1.0
|
salgemma |
... |
... |
0.87
|
terra |
0.3 - 0.4 |
|
|
alluminio |
0.217 |
|
|
acciao e ferro |
0.12 |
|
|
Per le sostanze gassose questi valori si riferiscono alla
capacita` termica a pressione costante. Questa comprende anche
l'energia per dilatare il gas contro la pressione esterna.
La capacita` termica a volume costante e` inferiore
(per l'aria vale 713 J/Kg C). Per una mole,
Cv = Cp - R
La capacita` termica dei gas varia poco con la temperatura.
Quella dell'acqua invece decresce fino a circa 30°C per poi crescere;
per basse temperature Cacqua = 4.218 - 0.0035 T[°C].
La capacita` termica del calcare e` variabile in dipendenza
della variabilita` della roccia.
Calore latente.
Quando l'acqua fonde, (cioe` passa da ghiaccio ad acqua liquida)
essa assorbe calore, ma la sua temperatura non varia.
Il calore necessario per cambiare di stato un grammo di una sostanza e` detto
calore latente (di fusione, o evaporazione, o sublimazione).
I calori latenti per l'acqua sono riportati nella seguente tabella.
L'espressione del calore di evaporazione in funzione della temperatura
e` detta formula di Reynolds.
Da notare che il calore latente di evaporazione dell'acqua decresce al
crescere della temperatura.
Calori latenti per l'acqua |
cal/g |
KJ/g
|
Evaporazione |
598 - 0.55 T[°C] |
2.26
|
Fusione |
79.8 |
0.334
|
Sublimazione |
678 |
2.83
|
La
trasmissione del calore avviene per
- conduzione, cioe` per contatto diretto fra due oggetti;
- convezione, per moti di rimescolamento nei fluidi;
- irraggiamento.
Il flusso di calore trasmesso per
conduzione e`
DtQ = K (A/L) (T2 - T1)
dove
A e' l'area di contatto e
L e` lo spessore attraverso cui
avviene la trasmissione. Il coefficiente
K e` la
conducibilita` termica della sostanza.
Questa relazione esprime la proporzionalita' fra il flusso di calore
e la differenza di temperatura, ed e' simile alla legge di Ohm.
Il termine
K A/L si chiama conduttanza termica, e il suo
reciproco e' la resistenza termica. Per la
composizione di conduttanze e resistenze in serie e/o in
parallelo valgono relazioni analoghe a quelle dell'elettrotecnica.
Conducibilita` Termica |
kcal/m °K ora |
W/m K
|
basalto |
1.1 - 2.4 |
...
|
granito |
2.7 - 3.5 |
...
|
calcare |
0.6 - 0.8 |
0.95 - 2.4
|
gesso |
... |
0.37 - 1.3
|
salgemma |
... |
6.3
|
arenaria |
1.1 - 1.5 |
...
|
marmo |
1.8 - 3.0 |
4.2
|
terra |
0.5 - 1.0 |
...
|
argilla (10% acqua) |
1.0 - 2.0 |
...
|
ghiaccio |
1.2 - 1.9 |
2.1
|
acqua |
0.48 ( 1 + 0.003 T[°C]) |
0.55 + 0.0023 T[°C]
|
aria (secca) |
0.0203 ( 1 + 0.0006 T[°C]) |
0.0242 + 0.0008 T[°C]
|
CO2 |
0.0121 ( 1 + 0.0004 T[°C]) |
0.015
|
alluminio |
178 |
...
|
acciaio |
9 - 25 |
...
|
ferro |
40 - 50 |
...
|
La roccia ha maggiore conducibilita` termica dell'acqua. Percio` gli scambi
di calore aria-roccia sono maggiori per la roccia asciutta che per quella
coperta da un velo d'acqua [
905] . Questo non e` piu` vero se l'acqua
e` in movimento (turbolento), per cui si instaurano meccanismi convettivi
di scambio di calore.
La diffusivita` termica descrive la velocita` di evoluzione di una
distribuzione di temperatura in un corpo, at = K/(d cp).
Si misura in m2/s.
Diffusivita` Termica |
m2/s
|
aria |
(18.9 + 0.11 T) 10-6
|
acqua |
(0.131 + 0.0005 T) 10-6
|
calcare |
2.23 10-6
|
L'effusivita` termica e` l'attitudine di una sostanza a trasmettere un
flusso di calore in regime transitorio. E` definita come
bt = ( K d cp )1/2 e si misura in J/m2 C s1/2.
Effusivita` Termica |
J/m2 C s1/2
|
aria |
5.6
|
acqua |
1548
|
calcare |
1506
|
Il calore e` trasmesso per convezione
quando la trasmissione e` dovuta al movimento di masse, a diversa temperatura,
all'interno di un fluido.
Un fluido e` in convezione naturale quando il suo moto e` dovuto solo a
differenze di densita` indotte dai gradienti di temperatura al suo
interno. Si parla di convezione forzata quando il moto del
fluido e` indotto da altre forze esterne.
Percio` l'aria dei moti convettivi che coinvolgono tutta la grotta e` in
convezione forzata rispetto allo scambio termico con le pareti.
Piccoli moti convettivi locali possono essere invece considerati come
convezione naturale.
Il calore emesso per
irraggiamento e`
Q = E A S T4
dove
A e` l`area del corpo, e
S=4.96 10
-8 Kcal/m
2 ora °K
4.
E si chiama coefficiente di assorbimento della sostanza
(poiche' ogni sostanza emette radiazione tanto bene quanto la assorbe).
L'energia irradiata non si distribuisce uniformemente, ma
proporzionalmente al coseno dell'angolo che la direzione di emissione
forma con la normale alla superficie (legge di Lambert).
Coeff. di assorbimento
|
|
acqua |
0.66
|
superfici bagnate |
0.66
|
alluminio |
0.8 (ossidato)
|
roccia |
0.7
|
ferro |
0.4 - 0.9 (ossidato)
|
stoffe |
0.77
|
terra |
0.37 - 0.65
|
argilla |
0.38
|
Il calore trasmesso per irraggiamento da un corpo a temperatura
T1, ad un altro corpo a temperatura
T2 inferiore, e'
Q = E' A1 S ( T14 - T24 )
dove
E' dipende dalla configurazione geometrica e dai
coefficienti di assorbimento dei due corpi.
Per pareti vicine e parallele,
E' = 1 / (
E1-1 +
E2-1 - 1 )
Se il corpo freddo contiene quello caldo (come nel caso della
galleria e dello speleologo)
E' = 1 / (
E1-1 +
(
A1/
A2) [
E2-1 - 1 ] )
e, trascurando l'area dello speleologo rispetto a quella della
galleria,
E' =
E1 A1.
Il sole ha una temperatura superficiale di 6000°K percio`
emette radiazione essenzialmente tra 0.2 e 2.5 micron. La terra
con una temperatura di circa 300°K emette radiazione
infrarossa con lunghezza d'onda tra 4 e 24 micron.
Il flusso netto di energia (energia che arriva alla terra dal sole meno
quella emessa) e` di circa 2 cal/cm2 al minuto.
Al crescere della latitudine questo valore diminuisce con il seno della
latitudine oltre che per effetti di assorbimento nell'atmosfera.
Esso si ripartisce in calore ceduto all'aria, calore
trasmesso al suolo, calore utilizzato per l'evaporazione, e calore
per la fotosintesi (quest'ultimo vale 1 - 3% ed e` sovente
trascurabile).
Con la novolosita` circa meta` della radiazione solare viene riflessa
e non raggiunge il suolo.
Lo scambio di calore tra un fluido e una parete solida, con cui e`
a contatto, e` descritto dalla relazione
DtQ = h A (T2 - T1)
dove
h e` detto coefficiente di
adduzione
ed e' la somma del coefficiene di conduzione/convezione
(o semplicemente coefficiente di convezione)
hc,
e di quello di irraggiamento
hr. Il primo
dipende da molti fattori, tra cui la natura e velocita' del fluido,
la rugosita' della parete, e la temperatura media.
La tabella sotto riporta alcuni valori piu' comuni.
Da notare che per un condotto
h cresce al diminuire del diametro.
Percio` il flusso di calore nelle strettoie e` favorito rispetto alle
sale. Tuttavia la differenza non e` cosi` marcata da concentrare tale
flusso solo nei punti stretti (come avviene per le perdite di carico).
Il flusso di calore e` meno sensibile alle rogosita` delle perdite
di carico.
Il contributo dovuto all'irraggiamento e'
hr = 4 ( 1 + T/100 ) a,
dove a e' il coefficiente di assorbimento, e la temperatura
e` espressa in °C.
Il calore scambiato per irraggiamento risulta comparabile con quello
trasmesso in convezione naturale. Entrambi sono trascurabili
in convezione forzata.
Coeff. di convezione
|
Kcal / m2 °K h
|
|
aria ferma |
pareti
|
2 P0.5 DT0.25
|
P = pressione in kg/cm2
|
aria ferma |
galleria
|
P0.5 (DT/d)0.25
|
d = diametro galleria in m
|
aria in moto debole |
|
5 + v/1100
|
v = velocita` in m/ora
|
aria in moto forte |
|
500
|
|
acqua ferma |
pareti
|
(3 + DT/10) (40 + T)
|
T = temperatura media in °C
|
acqua in moto |
|
200 ( 1 + 0.002 T ) v
|
T = temperatura acqua in °C
v = velocita` acqua in m/ora
|
vapore condensante |
|
10000
|
in genere tra 6000 e 40000
|
vapore non saturo |
galleria
|
f P v / T
|
f = 0.2 - 0.5, valori bassi per T, v bassi, (dvp) alti
P = pressione in Kg/cm2
T = temperatura in °C
v = velocita` in m/ora
|
Il coefficiente di convezione
h puo` essere espresso, facendo una
analisi dimensionale delle quantita` coinvolte, tramite variabili
adimensionali ("numeri").
Assieme al numero di Reynolds si definiscono altri numeri:
Reynolds
|
Re |
D v d / u
|
...
|
Nusselt
|
Nu |
h L / K
|
Rapporto fra flusso di calore convettivo e conduttivo
|
Prandtl
|
Pr |
C u / K
|
Rapporto fra coefficienti di diffusione della quantita` di moto e del
calore
|
Grashof
|
Gr |
(L3 d / u2) d g a (T - To)
|
...
|
Rayleigh
|
Ra |
Gr Pr
|
...
|
Richardson
|
Ri |
Gr / Re2
|
Rapporto fra convezione naturale e forzata
|
Froude
|
Fr |
v / (L g)1/2
|
Radice del rapporto fra forza di inerzia e forza di gravita`
|
Eulero
|
Eu |
d v2 / P
|
Rapporto fra forza di inerzia e pressione
|
Mach
|
Ma |
d1/2 v / E1/2
|
Radice del rapporto fra forza di inerzia e forza elastica
|
Weber
|
We |
d L v2 / s
|
Rapporto fra forza di inerzia e tensione superficiale
|
Schmidt
|
Sc |
u / a
|
Rapporto fra viscosita` e diffusivita`
|
Sherwood
|
Sh |
F / ( a DCv/L )
|
Rapporto fra flusso e flusso diffusivo
|
La tensione superficiale rappresenta il lavoro per portare le molecole del
liquido dall'interno di esso a sopra la superficie, vincendo le forze
di coesione.
T - To e` la differenza di temperatura fra la
parete e l'interno del volume di fluido.
a e` il coefficiente di dilatazione isobara, percio`
g d a (T-To) rappresenta il campo di forza agente sul fluido,
a causa della differenza di temperatura, che quindi porta a moti
convettivi.
Il numero di
Nusselt esprime il rapporto fra il flusso di calore
trasmesso per conduzione e quello per convezione.
Il coefficiente di adduzione si esprime h=Nu K/L, quindi il flusso di
calore si scrive
DtQ = A Nu K/L
Nel caso dell'aria
che percorre una galleria, il flusso di calore all'interno della massa d'aria
e` trasmesso per convezione (moto turbolento), mentre tra aria e pareti c'e`
uno strato limite (moto laminare con velocita` decrescente fino ad
annullarsi a contatto con la parete) in cui il flusso di calore e`
trasmesso per conduzione. Se il flusso convettivo predomina rispetto a
quello conduttivo, la temperatura all'interno della massa d'aria e`
abbastanza omogenea mentre si ha una variazione di temperatura fra aria e parete
attraverso lo strato limite. E` quindi importante valutare il rapporto
fra i due flussi di calore (cioe `il numero di Nusselt),
Nu = F / ( K D T )
dove D e` il diametro aeraulico della galleria (4 Area / perimetro),
T e` la differenza di temperatura aria-parete, K e` la conducibilita`
dell'aria, e F e` il flusso di calore trasferito per unita` di lunghezza
della galleria.
Il numero di Grashof e` il quadrato del "numero di Reynolds" per la
convezione naturale, per la
velocita` v=[g a T(T-To)]1/2 (dove a e` il coefficiente di
dilatazione isobara; per i gas vale a=1/T). Esso differenzia il moto
laminare (Gr <109) da quello turbolento nella convezione
naturale. Per il flusso di calore in convezione naturale i numeri di
Nusselt sono Nu=0.5 Gr0.25 (laminare) e Nu=0.13 Gr0.33
(turbolento).
Nelle sale ove l'aria e` piu` fredda della roccia si instaurano cellule
convettive a pavimento ascendenti alle pareti e discendenti al centro. Se
invece l'aria e` piu` calda le cellule sono a soffitto ed hanno circolazione
opposta. Sopra uno specchio d'acqua, se l'aria e` piu` fredda dell'acqua
si hanno cellule convettive ascendenti al centro e discendenti
ai bordi. Se l'aria e` piu` calda si ha stratificazione.
Fig. 378. Cellule covettive
In base alla teoria cinetica,
il numero di Prandtl, rapporto fra i coefficienti di diffusione
della quantita` di moto (u/d) e del calore (K/d Cp),
dovrebbe essere
pari al rapporto fra i calori specifici a pressione e volume costanti.
In pratica, per i gas reali, e` abbastanza costante a parita` di numero di
atomi nella molecola.
Per i gas monoatomici vale 0.67, per i gas biatomici 0.70, e per quelli
triatomici 0.89. Per l'aria vale Pr=0.71.
Un coefficiente globale e gli esponenti delle relazioni empiriche,
che legano questi numeri, sono poi determinati sperimentalmente.
Per la convezione forzata con moto turbolento (in un condotto a pareti liscie)
si ha
Nu = 0.023 Re0.8 Pr0.3.
Per i condotti naturali il coefficiente globale dovrebbe essere superiore.
Se il fluido non cede calore l'esponente di
NPr e` 0.4.
In particolare per l'acqua (se non cede calore),
hacqua = 0.023 K0.6 (d v)0.8 (C / u)0.4 D-0.2
e per l'aria [
788]
haria = 0.036 (u/D)0.2 Cp (d v)0.8
In caso di moto laminare, per l'aria, NNu=3.66.
Per la convezione naturale, in assenza di accelerazioni e per
pareti verticali, si ha
N
Nu = 0.555 N
Ra0.25.
Per l'aria (su pareti alte
Z) si puo` semplificare
h = 1.22 [(T2 - T1) / Z]0.25
Mettendo assieme l'equazione della variazione di temperatura con quella del
flusso di calore, si ottiene una equazione di
diffusione (per la temperatura,
detta anche legge di Fourier),
C m DtT = q + K Dx2T
dove abbiamo inserito anche un termine
q che rappresenta la
produzione di calore.
La soluzione di questa equazione non e` difficile.
Per esempio nel caso stazionario (la temperatura non varia nel tempo)
senza sorgenti di calore
(
q=0), per una parete si ha che la temperatura varia linearmente,
T(x) = T1 + (T2 - T1) x/H
Densita` [gr/l]
|
PM [g] |
a 0 °C |
a 10 °C |
a 20 °C
|
acqua (liquida) |
18 |
999.84 |
999.73 |
998.23
|
ghiaccio |
18 |
900 |
|
|
vapor acqueo |
18 |
0.768 |
|
|
dolomite |
|
2200 - 2950 |
|
|
calcite |
|
2700 - 2730 |
|
|
aragonite |
|
1800 - 2700 |
|
|
gesso |
|
2170 - 2400 |
|
|
anidrite |
|
2800 - 3000 |
|
|
salgemma |
|
2050 - 2250 |
|
|
aria secca (1 atm) |
28.9 |
1.2928 |
1.247 |
1.205
|
aria umida (1 atm) |
|
1.290 |
1.241 |
1.194
|
ossido di carbonio (CO) |
28 |
1.2504 |
|
|
anidride carbonica (CO2) |
44 |
1.9769 |
|
|
acetilene (C2H2) |
26 |
1.1791 |
|
|
butano (C4H10) |
58 |
2.6726 |
|
|
propano (C3H8) |
44 |
2.0196 |
|
|
ossigeno (O2) |
32 |
1.43 |
|
|
azoto (N2) |
28 |
1.25 |
|
|
argon (Ar) |
18 |
1.78 |
|
|
9.F.4 La roccia
Valori tipici di un massiccio carsico (per 1 Km
2 di superficie)
(v.
Sez. 10.6
):
- volume delle cavita`: 105 m3
- dislivello: 1000 m
- lunghezza delle gallerie: 105 m
- dimensione media delle gallerie: 1 m
- superficie delle gallerie: 105 m2
- superficie delle fratture: 107 m2
- flusso d'aria: 5 m3/s
- tempo di rinnovamento: alcune ore (circa 6)
- precipitazioni: 1000 mm/anno (pari a 106 m3/anno)
- risorgenze: 20 l/s
- apporto d'acqua di infiltrazione: 0.019 m3/s
(coefficiente d`infiltrazione 0.6)
- apporto d'acqua di condensazione superficiale: 0.002 m3/s
- apporto d'acqua di condensazione interna: 0.000002 m3/s
- volume acquifero (per una riserva di 4 mesi) 2 105 m3
- volume di roccia erosa 50 m3/anno (200 mgr/l disciolti
(v. Sez. 10.5
)
- velocita` di speleogenesi 5 10-5 m/anno
La roccia e` un pessimo conduttore di calore.
Le variazioni di temperatura si trasmettono all'interno della
roccia molto attenuate in ampiezza e ritardate di fase.
Percio` la temperatura della roccia in profondita` e` essenzialmente stabile
e costante, e pari al valor medio annuale delle temperature esterne degli
ultimi millenni.
9.F.4.1 Diffusione termica
Prendiamo un sistema di riferimento in cui la roccia occupa la regione
con coordinate
x positive.
L'equazione che modella la diffusione del calore nella roccia
e` detta equazione del calore (o di Fourier),
(C d / K) DtT = Dx2 T
dove
K e` la conducibilita` termica,
C e` la capacita`
termica e
d e` la densita`.
Questa formula deriva dalla formula della conducibilita` termica e dalla
relazione della capacita` termica, che lega la variazione di temperatura
con il flusso netto di calore.
Se la temperatura esterna alla roccia viene innalzata improvvisamente da
T
o a T
1 si ha diffusione di calore all'interno della roccia.
Il campo di temperatura risulta dipendere dal rapporto fra la distanza x e
la radice quadrata del tempo t: y=x/(4 a t)
1/2 (dove
a e` la
diffusivita` termica della roccia),
T(x,t) - To = (T1 - To) [ 1 - erf(y) ]
La distanza di penetrazione cresce come la radice quadrata del tempo
x = (a t)1/2
Il flusso di calore risulta (b e` l'effusivita` termica della roccia)
DtQ = K DxT(0) = b (T1 - To) (πt)-1/2
e il calore trasmesso alla roccia in un intervallo di tempo t,
ottenuto integrando il flusso di calore, e`
Q=2 b (T1 - To) (t/π)1/2.
9.F.4.2 Onda termica
la soluzione della equazione di Fourier per una data temperatura esterna
(nel punto
x=0) oscillante,
Test(t) =
To +
A sin(w t), risulta
T(x, t) = To + A e-x/Lsin( w t - x / L )
dove
L2 = 2 K / w C d.
Il profilo di temperatura all'interno della roccia risulta attenuato,
ed oscilla con un ritardo di fase. L'attenuazione e il ritardo della fase
variano con la radice quadrata della frequenza di oscillazione della
temperatura esterna. Il ritardo di fase e` legato al rapporto dell'ampiezza
delle oscillazioni da
a=-log(R) (
R e` il rapporto fra l'ampiezza
esterna e quella interna).
Se si considera che lo scambio di calore fra aria e roccia
avviene per convezione (tipicamente con coefficiente
H = 10 Kcal/m2 °C ora), la condizione al contorno
sulla superficie aria-roccia e`
1/C DtT = H (Taria cos( wt ) - T ) + K DxT.
Questo comporta un coefficiente davanti
all'esponenziale, e uno sfasamento [Desio (1959)].
La figura seguente mostra come uno sbalzo improvviso di temperatura
esterna penetra nella roccia al variare del tempo; per semplicita`
si e` assunto che al tempo t0 la tempertaura esterna
salga instantaneamente a T0, e al tempo t1 essa ritorni a 0.
Fig. 379. Onda termica
La diffusivita` termica, a, determina la profondita` della roccia connessa
allo scambio di calore, L=(at t)1/2.
Tipicamente la distanza di penetrazione dell'onda termica vale (in metri)
L=0.015 t[ore]1/2, dove t denota il periodo dell'onda.
Utilizzando i valori riportati nelle tabelle precedenti si trova che
per variazioni giornaliere (w=0.26 h-1,
e assumendo una escursione di 10 °C: A=5)
L vale circa 0.2, mentre un valore effettivo e` intorno a 0.3.
Infatti l'intensita` e` ridotta a 1 °C circa gia` a 60 cm,
e a 0.1 °C a 1 m.
Per quelle variazioni annuali w e` 365 volte piu` piccolo,
(e l'escursione e` maggiore A=15) e il calcolo di L
(3.6) e` in miglior accordo coi dati sperimentali:
le variazioni risultano ridotte a 1 °C intorno a 12 m.
La roccia influenza i fenomeni termici (a breve scala temporale)
della cavita` solo per un piccolo strato "superficiale" (quello in contatto
con i fluidi aria e acqua).
La capacita` termica effettiva della roccia e` quindi
Ceff = A C d L/2 = A (C d K t / 2)1/2
La capacita` per unita` di superficie vale circa
1.6 KJ/°K (t[s])
1/2.
9.F.5 Altri modelli
Un massiccio carsico e` attraversato da fluidi (aria e acqua), che trasportano
energia al suo interno, percio` la temteratura della roccia, non e`
solamente governata da un processo diffusivo. Un secondo modello e` quello
"filtrativo" [
906] . In questo modello si considera la roccia come
un capacitore termico, e i fluidi che l'attraversano come responsabili per
l'apporto di energia. Una ipotesi molto forte e` quella della "immediata"
distribuzione dell'energia all'interno della roccia. Si assume che la
temperatura del flusso entrante (e quindi l'energia entrante) vari
sinusoidalmente. Questo descrive oscillazioni giornaliere o annuali.
Matematicamente il sistema e` simile a un circuito RC cui viene applicata
una tensione alternata,
C dt T = F ( TA sin(wt) - T )
La soluzione dipende dal parametro Q = C w / F,
T(t) = TA (1+Q2)-1/2 sin(wt - atan(Q) )
La temperatura nel massiccio ha una ampiezza di oscillazioni ridotta rispetto
alla temperatura esterna, ed oscilla con un ritardo. Il ritardo di fase
e` legato alla riduzione in ampiezza delle oscillazioni,
R=T
A/T
max, da a = tan((R
2-1)
1/2).
Un altro modello e` quello "a scambiatore". Questo modello prevede che i
fluidi attraversino il massiccio e scambiano calore con la roccia localmente.
La variazione di temperatura del fluido in un dato punto
sono dovute allo scambio con la roccia, al flusso del fluido, ed a eventuali
apporti energetici (eg, conversione di energia potenziale in energia termica).
bf dtTf = - v bf dxTf - g (Tf - T) + v S
La variazione di temperatura della roccia dipende solo dallo scambio termico
con il fluido,
b dtT = g (Tf - T)
Trascurando il termine di generazione di calore (v S) ed assumento una
soluzione oscillante, si ottiene
T(x,t) = To + Tf0 n (1+n2)-1/2
exp[ - nf/(1+n2) x/v' ]
sin(wt - atan(1/n) - (1 + n nf (1+n2)-1/2 x/v' )
dove n=g/(bw) (e analoga per n
f), e v'=v/w.
Per v tendente ad infinito, questo modello si riduce al modello
"filtrativo". In generale esso ha anche una componente di scambio di
calore, tuttavia non "diffusivo"; lo smorzamento e il ritardo di fase
variano come w2 per basse frequenze. Il ritardo di fase varia
in funzione di R quasi come nel modello diffusivo:
a = a1 - a2 log(R).
9.F.5.1 Profilo di temperatura
In un pozzo verticale, in assenza di modi convettivi, la temperatura
dell'aria segue la legge di Newton [
788] ,
DxT = k ( T - Tp )
dove T
p e` la temperatura delle pareti (supposta uniforme).
Se T
e e` quella esterna, il profilo di temperatura e` esponenziale
decrescente, T(x) = T
p + (T
e - T
p) exp( - k x ).
Il coefficiente
k dipende dalla conducibilita` termica dell'aria,
C, e dalla sezione
S del pozzo: k = ( a / S c )
1/2, dove
a e` il coefficiente di scambio termico fra aria e pareti.
Il profilo di temperatura di un pozzo aperto all'esterno, in assenza di moti
d'aria, dipende dalla
temperatura delle pareti T
p e da quella esterna T
e (legge di
Newton),
T(x) = Tp + (Te - Tp) exp(-k x)
dove
k=(a/KS)
1/2,
S e` la sezione del pozzo, e
K la
conduttivita` termica dell'aria.
a e` un coefficiente di scambio termico
aria-pareti [
788] . Questa relazione puo` essere generalizzata al caso
in cui le pareti non hanno temperatura uniforme.
Quando l'aria e` in movimento la relazione diventa (unita` MKS)
T(x) = Tp + (Te - Tp) A exp(-B at x / S v)
dove
at e` la diffusivita` termica dell'aria,
v la velocita`.
A=0.692 e
B=18.2.
Se si tengono in conto anche gli scambi di vapore, cioe` la variazione della
massa
q di vapore nell'aria, si hanno le relazioni
q(x) = qp + (qe - qp) exp(-y)
T(x) = Tp + (Te - Tp) exp(-y)
+ (L/Cp) (qe - qp) y exp(-y)
dove y=x/x
o e x
o=(d
vap R C
p v)/(2K) e` la lunghezza
caratteristica della variazione di temperatura,
R e` il raggio del pozzo.
A parte una piccola zona iniziale in cui la temperatura sale (in estate) e scende (in
inverno), rispetto a quella esterna, la temperatura segue un profilo
esponenziale decrescente verso il valore limite tipoco della cavita`.
L'andamento nella zona iniziale e` dovuto al riequilibrio delle condizioni di
umidita` nell'aria entrante.
9.F.6 Convezione
Tenendo conto degli scambi convettivi, cioe` del trasferimento di calore
dovuto al movimenti dell'aria (advezione), l'equazione di Fuorier contiene
anche un termine di trasporto (il prodotto della velocita` per il
gradiente della temperatura),
DtT + vDT = a D2T + q
Abbiamo anche aggiunto un termine
q di sorgenti di calore, a destra,
per esempio dovute ad effetti dissipativi (attrito).
Quando l'aria e` in moto turbolento,
il trasferimento di calore fra l'aria e la roccia e` regolato dal
flusso conduttivo, che si ha nello strato limite laminare a contatto
con la parete. Questo ha uno spessore dell'ordine u/v.
Percio` il fenomeno della turbolenza aumenta iltrasferimento di calore
di un fattore Dv/u (D e` il diametro della galleria), cioe` di un
fattore proporzionale al numero di Reynolds. In realta`
l'incremento cresce come Re
0.8 [
420] .
9.F.7 L'aria
9.F.7.1 Composizione dell'atmosfera
La composizione dell'aria secca consiste di azoto N
2 78.1% ossigeno O
2 20.9% anidride carbonica CO
2 0.03% argon Ar 0.9% e altri gas [
796] .
L'apporto di un componente influenza tutte le
percentuali. Per esempio, mettendo il fornelletto sotto il telo termico
la fiammella bruciando produce CO
2 e consuma ossigeno; ne risulta
che l'atmosfera sotto al telo termico ha una elevata percentuale di anidride
carbonica (per es. 5% ) ed una ridotta di ossigeno.
La pressione parziale della CO2 nell'atmosfera esterna vale
P(CO2) = 0.0003 P, dove P e` la pressione totale,
e decresce quindi leggermente con la quota (secondo la legge di Dalton varrebbe
0.00025 atm a 2000 m, in effetti vale un poco meno, probabilmente poiche`
l'anidride carbonica e` piu` densa dell'aria e tende a scendere in basso).
L'atmosfera del suolo vegetale risulta ricca di CO2
a causa della decomposizione organica. Questa anidride carbonica si forma
dunque a spese di O2; percio` la somma delle percentuali di
CO2 ed O2 resta pressoche` costante intorno al
21% (variazioni
sono dovute ai fenomeni che coinvolgono consumo e produzione di azoto).
La decomposizione organica diminuisce con l'altitudine, percio` anche
la percentuale di CO2 nel terreno.
L'atmosfera del suolo e quella esterna sono in contatto e si instaura uno
scambio CO2 <-->O2 fra le due.
Nel suolo P(CO2) = 0.02 - 0.04 P.
Solo una piccola parte di questa CO2 passa in soluzione
nell'acqua di percolazione ed entra
nella cavita`: circa 0.0020 atm.
Questa e` comunque sufficiente a saturare l'acqua di CO2
rispetto alla atmosfera della grotta, ed innesca la chimica
del concrezionamento.
9.F.7.2 Pressione e temperatura atmosferica
Se la temperatura dell'aria fosse costante (atmosfera isoterma)
la pressione avrebbe un andamento decrescente esponenzialmente
con la quota z,
P(z) = P(0) exp( -g d z / R T).
Questa e` la situazione della parte estremamente alta dell'atmosfera,
la stratosfera fra 10 e 50 km.
Nella parte bassa dell'atmosfera la temperatura invece cambia e le
variazioni dell'aria sono piu` simili a trasformazioni adiabatiche
(cioe` senza scambio di calore).
Le
trasformazioni adiabatiche permettono di descrivere le variazioni
dell'aria, svincolate dagli scambi con fattori esterni (acqua e pareti).
Per i gas vale la legge di Laplace
P Vk = costante
dove
k=
Cp /
Cv e` il rapporto fra i calori
specifici a pressione e volume costanti (che vale 1.4 per l'aria).
Utilizzando la legge dei gas questa formula diviene
Tk P1-k = costante.
La pressione varia con la quota, D
ZP = -
g d, quindi
la variazione di temperatura risulta
DzT = - (k-1)/k Ma g / R
Dunque la temperatura decresce linearmente con la quota
con un
gradiente termico altimetrico
G = - (k-1)/k Ma g / R
Esprimendo k in funzione del gradiente termico G, si ha
k = [1 + G R /(g M)]
-1.
Gradiente Termico |
G (°C/Km) |
k
|
aria secca |
-9.7 |
1.4
|
atm. standard |
-6.5 |
1.23
|
aria umida |
-5.20 |
1.18
|
grotta |
-3.5 |
1.11
|
condensazione nulla |
-1.09 |
1.033
|
idrico |
-2.34 |
|
geotermico |
-30.0 |
|
Riassumendo abbiamo
P(z) = Po [ 1 + (G/To) z ]k/k-1
d(z) = Ma/R Po/To [ 1 + (G/To) z ]1/k-1
T(z) = To + G z
Queste formule valgono anche per k diverso dal rapporto fra
i calori specifici. In questo caso si parla di trasformazioni
politropiche. Sono trasformazioni in cui il calore scambiato e`
proporzionale alla differenza di temperatura,
Q=c (T2-T1), e
k=(cp-c)/(cv-c) viene chiamato esponente politropico.
La tabella sopra riporta alcuni valori del gradiente termico altimetrico
per differenti k corrispondenti a differenti condizioni
dell'aria. Sono inclusi per confronto anche i gradienti idrico e
geotermico.
In prima approssimazione il gradiente di pressione risulta
D
zP = -
Ma g / R To, percio` indipendente
dall'esponente politropico.
L'energia per innalzare una massa d'aria di una quota
z risulta
E = IT(n R) - IP(V)
= n R G /(k-1) z
= m g z / k
Quando l'aria scende, le forze che la spingono compiono un lavoro di
compressione cha va in energia interna dell'aria. Quando sale
e` l'aria che compie un lavoro e perde energia.
Per l'aria umida si assume che la temperatura (in °C) varia all'incirca come
il logaritmo della pressione. Risulta che
dz = (R/Mag) Tmedia lg(P/Po)
9.F.7.3 Aria umida
L'atmosfera e` raramente composta solo da aria, ma contiene anche una
piccola percentuale di vapor d'acqua che ne condiziona pero` molto
il comportamento.
Si parla di aria umida.
Una tale atmosfera puo` essere considerata come una miscela di due "gas":
aria e vapor acqueo. Anche se il primo e` a sua volta una miscela,
tuttavia esso e` composto da gas con comportamento abbastanza simile
(alle temperature e pressioni ordinarie) e che si differenzia
decisamente da quello del vapore d'acqua.
Pertanto la descrizione come una miscela a due componenti e`
adeguata per lo studio del clima ipogeo.
L'umidita` assoluta si esprime in due modi,
- come concentrazione cioe` grammi di vapore per m3(aria),
o meglio come "titolo", che e` il rapporto fra la massa di vapore e
quella dell'aria secca, xv = mv / ma.
Rispetto alla frazione di massa, xv = wv/(1-wv).
- con la pressione parziale (tensione di vapore)
del vapor d'acqua nell'aria, misurata in
mm(Hg) o in millibar (ricordiamo che 1 atm = 760 mm(Hg) = 1013 mbar).
La pressione parziale coincide con la frazione molare di vapore,
av = Pv/P = Nv/N.
Fig. 380. Umidita`
Il titolo e` legato al rapporto fra le pressioni parziali di vapore e aria
secca, x = 0.622 Pv / ( P - Pv ).
Il coefficiente 0.622 e` il rapporto fra il peso molecolare del vapor
acqueo, 18, e quello effettivo dell'aria, 28.9.
L'umidita` assoluta massima dipende dalla temperatura; un'aria piu` calda
puo` contenere piu` vapor acqueo.
L'umidita` relativa e` il rapporto umidita` assoluta e umidita`
assoluta massima (cioe` quella di saturazione) a quella temperatura.
Quando l'umidita` assoluta ha il valore massimo si ha una umidita`
relativa del 100
In grotta la pressione di vapore e` solitamente una frazione della
pressione totale. Percio` il titolo di vapore vale circa il 62 % della pressione parziale di vapore relativa.
Fig. 381. Psicometro
L'umidita` relativa viene misurata con uno psicometro. Essenzialmente
si tratta di due termometri di cui uno col bulbo asciutto e l'altro col
bulbo bagnato, investiti da una corrente d'aria di circa 3-4 m/s.
Il termometro a bulbo bagnato segna una temperatura inferiore poiche`
la corrente d'aria viene raffreddata dalla evaporazione (isoentalpica).
Il punto di tale termometro si trova sulla curva di saturazione.
Misurando anche la temperatura del termometro a bulbo asciutto
si risale al valore dell'umidita` relativa, poiche` i due punti stanno
su una curva isoentalpica,
Ur = [ Psat( Tumido ) - P 0.00067
( Tsecco - Tumido ) ]
/ Psat( Tsecco )
dove
P e` la pressione (in mbar) e
Psat e` la tensione di
vapore (in mbar) ottenuta dalla tabella sotto o dal diagramma a lato.
Psicometri a bulbo hanno una accuratezza del 1% , ma non sono semplici da
portare in grotta. Strumenti elettronici per la misurazione dell'umidita`
di basano sulla variazione della capacita` di un condensatore, dovuta
alla umidita` dell'aria (psicometri capacitivi), e raggiungono una
accuratezza del 2% . In ogni caso entrambi i tipi di psicometro
risultano inaccurati quando l'umidita` relativa e` superiore al 98-99% [
503] .
La temperatura di rugiada e` quella a cui l'aria raffreddata a
pressione costante, diviene satura (ed inizia a condensare).
Tensione di vapore dell'acqua |
mm Hg |
gr/m3
|
-4 °C |
3.28 |
3.54
|
-2 °C |
3.88 |
4.15
|
0 °C |
4.58 |
4.84
|
2 °C |
5.29 |
5.57
|
4 °C |
6.10 |
6.37
|
6 °C |
7.01 |
7.26
|
8 °C |
8.05 |
8.28
|
10 °C |
9.21 |
9.41
|
12 °C |
10.55 |
10.70
|
La pressione di saturazione e` concava verso l'alto. Percio` quando si ha
mescolamento di due correnti d'aria, pressoche` sature, a diversa temperatura
l'aria risultante risulta sovrassatura e quindi si ha condenzazione.
Questo puo` avvenire all'incrocio di due gallerie dove confluiscono
due sistemi con temperature differenti (condensazione per miscelazione).
Il punto di miscelazione e` dato dalla conservazione del titolo di vapore
e dell'entalpia,
x3 = (m'1 x1 + m'2 x2)/(m'1 + m'2)
h3 = (m'1 h1 + m'2 h2)/(m'1 + m'2)
Fig. 382. Miscelazione di correnti
Esistono formule empiriche per esprimere la quantita` di
vapore di saturazione (
T espressa in gradi assoluti),
msat = 2.17 Pv/T [gr/m3]
Pv = 105+y [Pa]
y = 20.211 - 4.5 lg(T) - 2980.5 / T - 0.00278 T + 2.825 10-6 T2
Piu` semplicemente (fra -2 e 27°C) si puo` usare (T in gradi centigradi),
Psat = 610.78 exp( 17.08 T / (234 + T) ) [Pa]
Psat = 5 + (1 + T/6)2 [mbar]
Una formula approssimata per la pressione di vapore discende dalla
equazione di Clausius-Clapeyron,
Dsub{T} Psat = Q'evap/ [ T (V'vap - V'liq) ]
dove
Q'evap e` il calore di evaporazione di una molecola.
Al denominatore compare la differenza di volume nel passaggio dallo
stato liquido a quello di vapore.
Trascurando il volume allo stato liquido (rispetto a quello di vapore) e
usando la legge dei gas perfetti, si ha
(usando
Qevap, il calore di evaporazione molare)
Psat(T)
= Psat,o exp[ Qevap ( T - To ) / ( R T To ) ]
= 0.0056 exp( 0.07 T[°C] ) [kg/cm2]
La formula di Golod e` una approssimazione di questa:
Psat(T) = Po eQ/R (1/To - 1/T),
dove Po e To
sono la pressione e la temperatura [in °K] del punto triplo, e
Q e` il calore di evaporazione.
Il titolo di saturazione dipende dalla temperatura,
tramite la pressione di vapore di saturazione
Pv,sat,
xsat = 0.622 Pv,sat(T) / ( P - Pv,sat(T) )
percio`
DTxsat / xsat = P / (P - Pv,sat(T))
[ DTPv,sat(T) / Pv,sat(T) - DTP / P ]
= P / ( P - Pv,sat(T) ) [ 31.2 - k/(k-1)] / T
quindi il titolo di saturazione decresce con la temperatura.
E` quello che succede quando aria calda ed umida va contro alle
montagne e viene innalzata: si raffredda, diventa soprassatura e quindi
si ha condensazione e precipitazioni.
Fra -10 e 20°C possiamo approssimare
il titolo di vapore di saturazione
xsat=5+0.4
T[°C] (gr/m
3).
Dalle formule sopra esposte si vede che, poiche` la pressione di vapore
di saturazione e` piccola rispetto alla pressione, il titolo di
saturazione decresce col crescere della pressione.
9.F.7.4 Densita` dell'aria
La densita' dell'aria (secca), ovvero il volume di una massa d'aria
(a pressione costante), dipende dalla temperatura secondo la legge
dei gas perfetti,
V = Vo ( 1 + a T )
dove
Vo e' il volume a 0°C,
T e' la temperatura espressa
in gradi centigradi, e
a e' detto coefficiente di dilatazione, e per
l'aria (come per i gas) vale 1/273 = 0.00376.
Per l'acqua il volume specifico, tra 0 e 20°C, si puo'
esprimere V = Vo( 1 + 0.0000075 (T-4)2 ).
La densita` dell'aria e` la media (pesata in base alle frazioni molari) dei
suoi costituenti.
Essa varia con la pressione D
Pd=1.253 10
-3 Kg/m
-3 Pa,
con la temperatura D
Td=0.00451 Kg/m
-3 C, con la quota (poiche` la
pressione varia con la quota), con l'umidita` (relativa)
D
Ud=-0.0042 Kg/m
-3,
e con la frazione molare di CO
2 (supponendo che questa
cresca a scapito dell'ossigeno)
D
CO2d=0.519 Kg/m
-3 [
420] .
La densita` dell'aria umida dipende dall'umidita` relativa,
Ur,
d = da + dv
= (Ma P / R T) ( 1 - 0.375 Ur Pv sat/P)
dove
Ma=0.0289 Kg/mol,
e il coefficiente 0.375 e` il rapporto (28.8-18)/28.8.
Si potrebbe introdurre una temperatura virtuale in modo da scrivere
questa formula come la legge dei gas,
d R TV =
Ma P.
La temperatura virtuale e` la temperatura dell'aria secca alla quale
la densita` eguaglia quella dell'aria umida.
Una seconda formula per esprimere la densita` dell'aria umida
(in Kg/m
3) e`
d = Ur dv + 0.3484 (P - Ur Psat) / T
dove
P la pressione (in mbar),
T la temperatura (in °K), e
Psat
la tensione di vapore a 0°C.
L'aria secca e` piu` pesante di quella umida. Quindi si possono avere,
in grossi condotti, fenomeni di decantazione in cui l'aria secca scende
verso il basso e quella umida sale in alto. Le zone principalmente interessate
dagli scambi termici sono quella alta (aria calda e umida) e quella bassa
(aria secca e piu` ricca di CO2).
9.F.7.5 Entalpia dell'aria
L'entalpia rappresenta il contenuto energetico di un gas quando la
pressione non varia.
Per l'aria secca H = c
p T (a meno di una costante: si assume
che H=0 per l'aria secca a 0 °C e per l'acqua allo stato liquido).
L'aria umida ha maggior entalpia di quella secca, poiche` "contiene" anche
l'energia del vapore (entalpia di evaporazione, o calore latente
di evaporazione), oltre al fatto che il
vapore d'acqua ha capacita` termica superiore a quello dell'aria,
H = Lv xv + ( Ca + Cv xv ) T
L'entalpia cresce con la temperatura (T in gradi centigradi);
approssimativamente,
H = exp( 2.4 + 0.07 T - 0.00023 T
2).
Il vapor acqueo e` poco rilevante per quanto riguarda i trasferimenti di
massa, ma e` molto importante per quelli di energia.
T °C |
Entalpia kJ/m3
|
-4 |
8.31
|
-2 |
9.59
|
0 |
11.05
|
2 |
12.71
|
4 |
14.57
|
6 |
16.69
|
8 |
19.06
|
10 |
21.73
|
12 |
24.70
|
15 |
29.87
|
20 |
40.46
|
25 |
54.68
|
Quando l'aria entra in estate dall'esterno in grotta passa dalla temperatura
esterna a quella interna scambiando calore con la grotta.
La sua umidita` assoluta resta costante fino a che non raggiunge
il punto di saturazione, dopodiche` il vapore comincia a condensare.
Questa condensazione rappresenta un ulteriore trasferimento di calore
dall'aria alla grotta.
Per la stima del calore scambiato occorre valutare la differenza di
entalpia dell'aria (e dell'acqua presente come vapore e in sospensione)
tra l'esterno e l'interno.
L'
entalpia dell'aria umida
e` data dalla formula (questa e` entalpia specifica, cioe` per unita` di
massa di aria secca)
h = Cp,a T + x ( 595 + Cp,v T )
dove
Cp sono i calori specifici a pressione costante,
Cp,a = 0.24 cal/gr °C e
Cp,v = 0.45 cal/gr °C.
Il termine 595 rappresenta il calore di evaporazione dell'acqua, a
0 °C.
Nella formula dell'entalpia sono stati trascurati:
- un termine di energia cinetica dell'aria (1+x)/2 v2;
- la capacita` termica delle goccie d'acqua,
C (D/d) T (dove D e` la massa di acqua sospesa, come
goccioline, nell'aria, C la capacita` termica dell'acqua);
- l'energia superficiale di queste goccie,
3 D/(d' R) TS (dove d' e` la densita` dell'acqua,
R e TS sono il raggio e la tensione superficiale
delle goccie).
9.F.7.6 Capacita` termica dell'aria satura
All'interno della grotta l'aria
si trova in genere in un ambiente tale da mantenerla satura
di vapore, e una variazione di temperatura comporta una variazione
della quantita` di vapore che puo` essere presente nell'aria.
Dalla formula dell'entalpia si ottiene la capacita` termica effettiva
dell'aria satura
Ceff = DTh = Caria + ( Cevap + Cvap T )
DTxsat + xsat Cvap
Per temperature intorno a 0°C risulta un valore
di circa 0.48 cal/gr °K.
9.F.7.7 Gradiente adiabatico umido
Il gradiente termico dell'aria umida dipende dalla temperatura
e dalla quota (cioe` dalla pressione). Salendo
l'aria si raffredda e il vapore condensa liberando calore.
Quindi in generale il gradiente termico dell'aria umida e`
inferiore a quello dell'aria secca.
Un metro cubo d'aria che scende di 100 m trasforma l'energia potenziale
E = M g Z = 1250 J. Dal bilancio energetico,
E = Ceff(T2-T1),
risulta che l'aria umida ha un gradiente termico (adiabatico umido)
di - 5.5 °C/Km circa.
Questo valore corrisponde ad un gas con esponente politropico
k=1.18.
La quantita` massima (di saturazione) di vapore
cresce con la temperatura con andamento non-lineare, e la variazione di
temperatura con la quota e` [
508]
DzT = - g / (CP + L DTw)
dove
L e` il calore latente di condensazione, e
w e` il rapporto
fra la massa di vapore e quella d'aria (cioe` la percentuale in massa
del vapore).
La seguente tabella riporta i gradienti termici dell'aria
umida in dipendenza di quota e temperatura.
I valori del gradiente adiabatico umido sono compresi fra -4 e
-6 C/Km per la maggior parte delle grotte.
Approssimativamente,
DzT = -4.26 - 0.113 T + 0.227 z [T in C, z in Km].
Gradiente termico (°C/Km)
|
100 m |
1000 m |
2000 m |
3000 m
|
0°C |
- 6.58 |
- 6.38 |
- 6.14 |
- 5.91
|
5°C |
- 5.90 |
- 5.70 |
- 5.50 |
- 5.25
|
10°C |
- 5.32 |
- 5.11 |
- 4.89 |
- 4.68
|
15°C |
- 4.80 |
- 4.60 |
- 4.40 |
- 4.20
|
20°C |
- 4.35 |
- 4.17 |
- 3.98 |
- 3.80
|
Il gradiente termico dell'atmosfera esterna e` molto variabile.
Nelle giornate assolate e secche puo` arrivare a -10°C/Km;
nelle giornate piovose e` vicino a quello dell'aria umida.
La seguente tabella riporta i
valori per l'Italia settentrionale e meridionale.
Gradiente termico (°C/Km)
|
Inverno |
Primavera |
Estate |
Autunno
|
Italia Settentrionale (>45°lat.)
|
-5.2 |
-3.8 |
-6.1 |
-5.2
|
Italia Meridionale (<45°lat.)
|
-5.0 |
-3.1 |
-6.0 |
-5.2
|
Il valore dell'atmosfera standard e`
-6.5 °C/Km. Esso dipende, oltre che dalle condizioni atmosferiche,
dalla latitudine e dal periodo dell'anno.
Questo valore corrisponde ad un esponente k=1.235.
9.F.7.8 Stabilita` dell'aria
Fig. 383. Gradiente termico
Una massa d'aria secca se forzata a salire o scendere (per esempio
quando va contro un rilievo) si muove in su e giu` in condizione adiabatiche
poiche` i tempi di scambio del calore sono superiori a quello del movimento.
Pertanto si hanno condizioni di stabilita` (o instabilita`) atmosferica
a seconda che il gradiente reale e` inferiore (o superiore) al gradiente termico
adiabatico della massa d'aria in movimento.
Le condizioni di stabilita` sono tipiche delle belle giornate invernali,
quelle di instabilita` sono tipiche delle giornate estive.
Il gradiente adiabatico e` dunque il limite di demarcazione fra stabilita`
ed instabilita`.
Se l'aria in movimento e` umida, il suo gradiente resta approssimativamente quello
adiabatico secco finche` non si ha saturazione di vapore.
Dopodiche` diventa il gradiente umido.
Per cui, anche se inizialmente l'aria e` stabile, essa puo` divenire
instabile se forzata in salita fino alla condensazione.
Un esempio di questo fenomeno e` dato dai temporali in montagna.
Il raffreddamento dell'aria umida satura, porta a condensazione di vapore
acqueo e formazione di nebbia (acqua in sospensione). La condizione di
stabilita` e` allora determinata sia dal gradiente di temperatura che da
quello di concentrazione d'acqua.
Un gradiente di concentrazione
a di anidride
carbonica modifica il valore del limite
di stabilita`, cioe` del gradiente adiabatico [
420] ,
DaT = DaTadiab. + [ MCO2/Maria - 1 ] T
9.F.7.9 Velocita` del suono
La velocita` del suono e` la velocita` di propagazione delle variazioni
di pressione. In aria, essa dipende dal grado di umidita`
(
q pari al rapporto fra massa di vapore a massa d'aria):
v2 = ka Ra T [ 1 +
q ( ka mv / kv ma - 1 ) ]
dove
ka e
kv sono i coefficienti
adiabatici di aria e vapore (1.4 e 1.33, rispettivamente),
ma e
mv le masse molari di aria e
vapore (28.9 e 18, rispettivamente) e
Ra e` la costante dei
gas divisa per la massa molare dell'aria.
Quindi
v2 = ka Ra T [ 1 + 0.529 q ]
che differisce dal risultato ottenuto trascurando il vapore acqueo di circa
1La velocita` del suono (a temperatura ambiente) vale circa 380 m/s.
9.F.8 L'acqua
9.F.8.1 Solubilita` dei gas in acqua
L'acqua ha anche un ruolo di equilibratore di atmosfere.
Infatti i gas di una atmosfera a contatto con un bacino d'acqua si sciolgono
in parte in essa secondo la legge di Henry
C(mg/l) = L P(atm)
dove
P e` la pressione parziale del gas nell'atmosfera sovrastante,
C e` la concentrazione del gas in soluzione, e
L e` un
coefficiente (che varia con la temperatura, e il gas).
Solubilita` |
L(gr/atm m3)
|
N2 |
16
|
O2 |
9
|
CO2 |
1800
|
Temperatura (°C)
|
0 |
5 |
10 |
15 |
20 |
25 |
30
|
Solubilita` CO2 (gr/Kg atm)
|
3.35 |
2.85 |
2.35 |
2.00 |
1.75 |
1.50 |
1.30
|
Solubilita` CaCO3 (mgr/Kg atm)
|
74 |
69 |
64 |
59 |
55 |
|
|
Pertanto se un bacino d'acqua collega due ambienti con atmosfere di differente
composizione, i gas diffondono attraverso l'acqua tra i due ambienti fino
a che non hanno la stessa composizione.
In pratica questa diffusione avviene molto lentamente.
Per esempio la diffusivita` della CO2 in acqua e` circa
10-9 m2/s, mentre quella nell'aria e` dell'ordine 10-5
m2/s. Percio` e` la prima che condiziona la cinetica della
degassazione (e quindi la velocita` del concrezionamento).
La massa di CO2 disciolta in acqua e quella
contenuta nell'aria sono circa eguali se considerate per unita` di
volume (cioe` per m3).
La massa di CO2 in aria e` proporzionale alla sua frazione molare,
cioe` alla pressione parziale, mCO2 = 1.58 maria PCO2.
Il coefficiente e` il rapporto fra i psi molecolari.
La massa in acqua e` V L PCO2. Il rapporto fra le due e` vicino a uno.
9.F.8.2 Trasporto di soluti
Il trasporto di soluti attraverso un mezzo permeabile e` rilevante
per l'analisi di situazioni di inquinamento e per tracciamenti.
Il problema e` ancor piu` complesso se i soluti sono reattivi.
L'equazione di trasporto e` [
907]
D D2C - v DC + (d/n) dtS = dtC
dove C e` la concentrazione,
v la velocita`,
d la densita`
del mezzo poroso,
n la porosita` (effettiva, cioe` il rapporto
fra il volume dei vuoti connessi che consente il moto e il volume
totale), e
S e` la massa del soluto adsorbita.
D e` il coefficiente di dispersione, legato alla dispersivita`
a e al coefficiente di diffusione D',
D = a v + D'
La soluzione per un condotto a tubo, con condizioni al contorno,
C(x=0, t)=C
0, C(x,0)=0 (e C che si annulla all'infinito) e`
(Ogata 1970),
C = ½C0 [ erf((x-vt)/(2(D t)1/2))
+ exp(vx/D) erfc((x+vt)/(2(D t)1/2)) ]
Il profilo della concentrazione presenta un fronte in avanzamento,
con una forma a "S" dovuta alla diffusione, e accentuata dalla
dispersione. Se domina la diffusione o la dispersione dipende dal
numero di Peclet vd/D' (dove d e` la dimensione delle particelle).
Se esso e` basso domina la diffusione (D/D' e` minore o uguale a 1)
se e` alto domina la dispersione (D/D' compreso fra 10 e 100).
Un modello discreto per descrivere il processo e` quello a sequenza
di camere di miscelazione. Il flusso e` Q, e la concentrazione nelle
varie camere e` C
n. Le equazioni sono
V dtCn = - Q Cn + Q Cn-1
(tranne che per la prima camera, per cui manca il secondo termine a
destra). La soluzione di questo sistema e`
C=sub{n} = C=sub{0}/(n-1)! (t/t0)n-1 exp(-t/t0)
9.F.8.3 I veli d'acqua sulle pareti
Consideriamo la fisica di uno strato d'acqua
di spessore
Y depositato su una parete
inclinata di un angolo
t.
La componente lungo la parete delle forza di gravita`, per metro quadro, e`
d g sin(t) (Y-y), mentre l'attrito viscoso e`
u dv/dz. Eguagliando queste due forze si ottiene il profilo
di velocita` (stazionario)
v(z) = (d g sin(t) / 2 u) (2 Y y - y2)
per cui la portata (flusso di massa), per metro di larghezza,
e` (
d2 g sin(t) / 3
u)
Y3, e la velocita` media
vM=
d g sin(t) / (3
u)
Y2.
Considerando l'apporto d'acqua che condensa in un microvelo, si ha
Qevap dFM/
dz =
(K/Y) DT, per cui il flusso
risulta proporzionale alla potenza 3/4 dell'altezza, e lo spessore
alla potenza 1/4 dell'altezza,
FM(z) = (4 K DT / 3 Qevap)3/4
(d2 g sin(t) / 3 u)1/4 z3/4
Y(z) = (4 K DT u / Qevap d2 g sin(t))1/3 z1/3
Dimensioni tipiche di un microvelo d'acqua sono 10 micron,
per cui v=0.1 mm/s
e FM=10-6 Kg/s (cioe` 0.1 litri/die).
Questo corrisponde ad un flusso di calore,
Q = Qevap FM,
pari a circa 60 Kcal/die per metro quadro che fluiscono
alla roccia portate dall'acqua che condensa sul velo.
Altri aspetti non considerati:
- tensione superficiale: limita il formarsi di un film troppo sottile.
La superficie del velo richiede energia di formazione;
- interazione acqua-parete: all'interno del velo il calore diffonde
verso la parete per conduzione;
- rugosita` della parete: da una parte interrompono il film,
dall'altra riducendone lo spessore rendono
lo scambio di calore piu` efficiente.
Il velo d'acqua che puo` scorrere lungo le pareti di un pozzo
e` responsabile per l'allargamento del pozzo.
Se lo spessore del velo e` dell'ordine di un millimetro, la velocita`
media e` di circa 1 m/s. Il flusso e` in condizioni laminari (il
numero di Reynolds e` circa 1000) e supercritico (il numero di Froude
e` circa 5), cioe` la forza di inerzia e` superiore alla forza di gravita`,
percio` si tratta di flusso rapido. Questo tende a ridurre le asperita`
della parete. Infatti in presenza di una asperita` la velocita` diminuisce
e il flusso diviene subcritico. La dissipazione di energia
causata dalla transizione idrodinamica tende a rimuovere l'asperita`.
Il risultato e` la formazione di pozzi con pareti perfettamente verticali.
Questi si originano all'incrocio di fratture o lungo fratture.
Inizialmente la dissoluzione e` comparabile con quella del condotto
orizzontale, ma poi la velocita` cresce rapidamente per il gradiente
verticale.
Valori tipici di dissoluzione sono 10 mMol cm-2 s-1,
pari a circa 0.1 cm/anno. In queste condizioni un pozzo di 10 m di diametro
impiega circa 4000 anni per svilupparsi.
9.F.9 Flusso geotermico
La temperatura nel sottosuolo cresce linearmente (gradiente geotermico
a causa del flusso di calore proveniente dal centro della terra.
L'interno della terra emette un debole flusso di calore, Qg
= 59 KW/Km2 = 14 Kcal/Km2 s, dovuto alla compressione
gravitazionale che ha portato alla formazione del pianeta.
Risolvendo l'equazione della conducibilita` termica otteniamo che
la temperatura cresce con la profondita` con un gradiente di circa
30°C/Km.
Questo e` il motivo per cui le miniere in genere sono calde.
In un massiccio carsico, l'acqua penetra in profondita` e va ad
intercettare il flusso geotermico (Q'=40-140 mW/m
2)
prima che questi arrivi alla superficie.
Questo flusso non influenza la temperatura della zona non-satura
se non come condizione al contorno di flusso di calore costante
alla superficie inferiore [
908] .
Con una piovosita` media annua di 1000 mm, si ha che questa acqua si
riscalda di 0.45°C.
L'effetto di questo riscaldamento sul gradiente termico dell'acqua
fra ingresso e risorgenti, e` tanto piu` rilevante quanto minore e`
il dislivello.
La roccia carsica e` molto meno affetta dal
flusso geotermico e la temperatura delle grotte e` invece influenzata
dai flussi (d'acqua e d'aria) che le attraversano [
909] [
910] .
Il flusso geotermico porta, in condizioni stazionarie,
ad un gradiente geotermico D
zT = Q'/K = 24°C/Km, dove
K
e` la conducibilita` termica della roccia (2.5 W/m°K per il calcare).
L'energia termica immagazzinata in uno spessore
Z di roccia sotto una
area
A vale
E = ∫A C d T(z) dz = ½(Q' A C d / K) Z2
dove
C e` la capacita` termica della roccia, e
d la densita`.
Il tempo affinche` questa energia fluisca nel volume di roccia risulta
t = Z2/(2 a), dove a=K/(C d) = 1.2 10-6 m2/s e`
la diffusivita` termica della roccia.
Anche le variazioni di temperatura al "contorno" si propagano all'interno
della roccia con un tempo dello stesso ordine, cioe` 0.01 Z2
[y/m2].
Se l'acqua entra nel sistema alla quota H la temperatura della cavita`
alla profondita` D e` Tmed(H-D) - (Gstd - Ggr) D
= Tmed(H) + Ggr D, dove Tmed e` la temperatura media
esterna nell'arco dell'anno, e G sono i gradienti termici
dell'atmosfera standard, e della grotta.
Il flusso di calore estratto dall'acqua, dipende dall'infiltrazione P
(frazione della precipitazione), e, se tutto il flusso geotermico va
a riscaldare l'acqua, la variazione di temperatura e`
DTgeo = Q' / ( P Ca ) = 500/P [°C] (con P in mm/anno).
Se pero` il flusso geotermico e` intercettato da un acquifero
con struttura a condotti (anziche` a "serbatoio"), il campo di tempartura
e` distorto: un condotto agisce come una "lente" che attrae il flusso
termico [
911] .
Il flusso termico che un condotto a temperatura T
1
sottrae a quello che raggiungerebbe la superficie, a temperatura T
0,
e` uguale al flusso che se avrebbe fra un condotto a tempertura
Q'Z/K - (T
1-T
0) e la superficie (a T=0).
Se T
1-T
0=Q'Z/K il condotto e` "trasparente" al flusso
geotermico. Se T
1=T
0 l'effetto del condotto e` massimo.
Il flusso intercettato vale Qi = Q'SZ - KS(T1-T0),
dove S e` un fattore di forma che riassume la geometria del condotto
(per una sfera S=4πR/(1-R/2Z), per un cilindro orizzontale
S=2πL/acosh(Z/L), per condotti "lineari" approssimativamente S=L).
Il fattore di forma risulta circa 10, percio` si ha sempre una
amplificazione del flusso intercettato (effetto lente).
L'acqua (oppure l'aria) nei condotti assume un comportamento intermedio
fra i due estremi. Se il flusso e` veloce da portar via tutta l'energia
geotermica, il condotto resta a temperatura T
0. Se invece
il fluido e` quasi stazionario si riscalda e il condotto diviene
termicamente trasparente.
La temperatura del condotto T
1 e` legata al flusso d'acqua F.
Assumendo che tutto il calore vada a scaldare l'acqua, il flusso
termico intercettato e`
Wi = F Ca (T1-T0)
= Q' S Z - K S (T1-T0)
Il flusso critico e` quello necessario per sottrarre il
massimo flusso geotermico nell'ipotesi che la temperatura del
condotto sia massimale,
Fc = Q' S Z / [ Ca (Tm-T0) ]
= S K / Ca
Per l'acqua il flusso critico vale 5.5 10
-4 S [Kg/s].
Per l'aria vale 2.3 10
-4 S [Kg/s].
W
m = Q' S Z e` il massimo flusso geotermico intercettabile.
La temperatura massima del condotto e` T
m=T
0+Q'Z/K.
Il flusso termico intercettato e` una frazione di quello massimale,
Wi / Wm = (Tm-T1)/(Tm-T0).
= q / (1 + q)
dove
q e` il rapporto fra il flusso d'acqua e quello critico,
q = F / F
c = T
m-T
1)/(T
1-T
0).
Poiche` T
m dipende dalla profondita` Z queste relazioni legano
la temperatura dell'acqua in uscita, la profondita` e la portata,
Z = (1+q) K (T1-T0) / Q'
In realta` l'acqua viene riscaldata mentre percorre il condotto.
La modellizzazione di tale riscaldamento e` complicata, ma, in generale,
porta ad una piccola riduzione del fattore di amplificazione (1+q).
Infine e` presumibile che il flusso geotermico, innalzando la temperatura
dell'acqua nei condotti freatici (anche se di poco, 0.2 - 3 °C)
abbia delle conseguenze speleogenetiche, poiche` varia l'equilibrio
delle reazioni chimiche di dissoluzione della roccia.
9.F.10 Il gradiente termico ipogeo
Supponiamo di avere un massiccio carsico in cui penetra un flusso
F
d'acqua, con l'acquifero alla base del massiccio che
intercetta quasi completamente il flusso di calore geotermico.
Quindi ci sara` una differenza di temperatura di 0.45°C
fra l'acqua che esce dalle risorgenze e quella che arriva ai sifoni.
L'equazione degli scambi di calore (in condizioni stazionarie) e`
F g + Q'g = (F Ca + d Cr v) DxT
dove
Q'g e` il flusso geotermico residuo.
Il primo termine e` l'energia potenziale gravitazionale dell'acqua
che scende nel massiccio.
A destra ci sono le capacita` termiche di acqua e roccia.
Pertanto il gradiente termico risulta
DxT = (F g + Q'g) / ( F Ca + dr Cr v)
cioe` ci sono due correzioni rispetto al gradiente termico idrico:
- il flusso geotermico residuo va ad aumentare il contributo energetico;
- la capacita` termica della roccia, dato che questa deve portarsi
alla temperatura dell'acqua.
Questa analisi va bene per il reticolo delle fratture in cui l'acqua
scorre lentamente e in contatto (anche termico) con la roccia.
L'acqua libera dovrebbe avere un gradiente inferiore percio` risultare
piu` fredda della roccia.
Le rocce calcaree risultano molto fessurate, tanto che si parla di
"reticolo delle fratture", e l'acqua tende a riempire questo reticolo.
Questo costituisce il principale deposito di acqua degli acquiferi
carsici. Questa analisi va bene per il reticolo delle fratture le cui
condizioni termiche sono dominate dalla presenza dell'acqua che
scorre lentamente e in contatto (anche termico) con la roccia.
Nella zona vadosa il contributo dell'aria puo` diventare importante.
In genere acqua e roccia si trovano alla stessa temperatura, con l'aria
piu` calda di decimi di grado (0.15°C) [
908] . Ci sono eccezioni:
se la zona vadosa non e` abbastanza profonda, il flusso d'aria non e`
sufficiente a dominare l'energetica del sistema. Inoltre anche le
condizini climatiche influenzano i flussi (di aria e acqua).
Infine la temperatura dello strato superiore (epicarso) e` controllata
dai flussi di aria ed acqua.
Le pareti della grotta e l'acqua
hanno una grande capacita` termica e stabilizzano
termicamente l'aria. Gli scambi di calore dell'aria con le pareti e l'acqua
sono abbastanza complessi: si ha conduzione di calore nello strato limite
dell'aria a contatto con le pareti, e moti convettivi nell'aria.
Inoltre l'evaporazione/condensazione sulle pareti e sui bacini d'acqua
contribuisce notevolmente allo scambio di calore.
Dato l'elevato valore
dei coefficienti di convezione, l'aria diviene ben presto in equilibrio
termico con l'ambiente, percio` si raggiunge una condizione di
gradiente termico comune per acqua, pareti ed aria intermedio variabile da
-4 a -6 °C/Km (valore generico -5).
Nella zona profonda il flusso d'aria e` ridotto poiche` i condotti
sono piu` concentrati e il gradiente termico si porta verso quello
dell'acqua.
Solitamente il flusso energetico globale tra esterno e grotta associato
all'aria e` superiore a quello associato all'acqua, poiche` l'aria risulta
avere maggiore mobilita` anche se ha una capacita` termica inferiore
(circa 4000 volte) a parita` di volume.
9.F.11 La circolazione dell'aria
I movimenti e le circolazioni dell'aria nella grotta sono indotti dalla
sua interazione con l'ambiente esterno.
I processi che generano correnti d'aria sono, [
794] :
- il riequilibrio secondo le variazioni di pressione esterna
(correnti barometriche);
- la riorganizzazione dell'aria secondo la densita` (moti
convettivi);
- il trascinamento da parte dell'acqua.
9.F.11.1 Circolazione convettiva
La circolazione convettiva e` generata dalla differenza di densita`
dell'aria, fra l'interno della grotta e l'esterno, indotte dalla
differenza di temperatura.
Se chiudessimo un ingresso della grotta queste indurrebbero una
differenza di pressione (pressione motrice) fra i due lati della porta.
In pratica questa pressione spinge l'aria a scorrere nella cavita`
finche` gli attriti dovuti al moto (perdite di carico) non la
controbilanciano esattamente.
Se si aprisse improvvisamente la porta si instaurerebbe un transitorio
durante il quale la differenza di pressione diviene nulla (poiche`
si equilibra con le perdite di carico). Se la cavita` e` semplice
la variazione
della differenza di pressione durante il transitorio e` quadratica,
e il volume della cavita` e` legato al tempo di riequilibrio,
alla differenza di pressione e al flusso iniziale [
420] ,
V = 0.5 (F
o t/d) P/(P
2-P
1).
Mentre il valore della pressione "interna" resta pressoche` costante,
quella esterna varia nell'arco dell'anno, con variazioni stagionali,
e nell'arco della giornata (variazioni diurne).
In estate la pressione "interna" risulta superiore a quella "esterna"
percio` l'aria esce dall'ingresso basso ed entra dall'ingresso alto.
In inverno la circolazione avviene nel verso opposto e l'aria calda
esca dall'ingresso alto.
Per questo si osserva scioglimento di neve in corrispondenza degli
ingressi alti.
Nei periodi di inversione termica la direzione delle correnti convettive
non e` ben definita e risulta variabile nell'arco della giornata.
La circolazione dell'aria, come detto, dipende dalla differenza di
temperatura fra la grotta e l'ambiente esterno.
In estate la temperatura esterna e` superiore e si instaura un ciclo
convettivo in cui l'aria scende lungo la grotta.
In inverno la temperatura esterna e` inferiore e l'aria sale lungo la
grotta.
In prima approssimazione l'aria segue due trasformazioni adiabatiche
nel movimento all'interno ed all'esterno della grotta (questa e` solo
una approssimazione, molto imprecisa).
Nel passaggio attraverso gli ingressi l'aria cambia
di temperatura (variazione relativa: 0.035 circa), pressione, e volume.
Dato che le variazioni di pressione sono piccole (variazione relativa
inferiore a 0.005),
sono trasformazioni quasi-isobare.
Quindi il ciclo dell'aria e` formato da due adiabatiche e due isobare.
Un m
3 di aria che sale, in inverno, lungo un sistema di 1 Km,
assorbe calore. Si raffredda di meno: 3.5°C anziche` 5, e rilascia
vapore che condensa (circa 3.5 g). Quindi la stagione delle condensazioni
ipogee e` l'inverno, mentre l'estate e` la stagione asciutta
[
912] .
Fig. 384. Circolazioni convettive
9.F.11.2 Pressione motrice
La pressione motrice e` calcolabile come la differenza di peso delle
colonne d'aria all'interno ed all'esterno della grotta.
Se supponiamo di chiudere l'ingresso alto della grotta, si ha
una differenza di pressione ai due lati della porta,
pari alla "pressione motrice".
In condizioni dinamiche, con l'aria in movimento, le cadute di pressione
per perdite di carico (energia dissipata per vincere gli attriti)
e per perdite cinetiche (energia trasformata in movimento dell'aria)
controbilanciano la pressione motrice.
Ogni colonna produce una differenza di pressione esprimibile tramite la legge
"adiabatica"
P - Po = Po [(1-Z G/To)k/k-1 - 1]
Percio` la pressione motrice (approssimata) risulta
PM = Pe - Pi
= Za Po [ (1/To,i - 1/To,e)
- Za / 2 ( 1/(kiTo,i2)
- 1/(keTo,e2) ) ]
dove abbiamo utilizzato l'"altezza"
Za =
Ma g Z / R.
Piu` semplicemente
la pressione motrice e` proporzionale alla differenza
fra la temperatura media interna e la media delle temperature
esterne ai due ingressi, alto e basso.
PM =
da g Z / To ( Ti - (Te,1 + Te,2)/2 )
Il calcolo della pressione motrice dovrebbe dare lo stesso
risultato sia "chiudendo" l'ingresso alto, come sopra supposto,
che quello basso. Usando l'approssimazione adiabatica si ottiene
un risultato leggermente diverso:
PM,basso - PM = PM
[ 1 - (1 + G H / To,i)-k/k-1 ].
La discrepanza (che in effetti e` piccola) e` dovuta ai limiti
della approssimazione.
9.F.11.3 Resistenza (perdite di carico)
Quale modello delle cavita` aperte consideriamo una condotta di sezione
uniforme
A (diametro
D) e lunghezza
L.
La pressione motrice eguaglia le perdite di carico e cinetiche
PM = d g FR
= f/2 L/(D A) v (d v A) + d v2 / 2
dove abbiamo evidenziato il flusso di massa
FM=
d v A.
La seconda espressione vale per il moto nei condotti in regime turbolento.
Questa relazione si puo` scrivere (per moto laminare)
PM,lam. = R FM
dove
R
e` la resistenza della condotta, ed e` pari alla somma della resistenza
di carico e della resistenza cinetica:
R =
Rc +
Rk.
Pero` i flussi nelle grotte sono dominati dal regime
turbolento (perche` e` quello che dissipa piu` energia).
Per il moto in regime turbolento e per curve e restringimenti le perdite
di carico risultano proporzionali al quadrato del flusso,
PM,turb. = R FM2
dove
R = f/(2 d) L/(D A
2) per il moto turbolento
e
R = k / (d D
4) per curve e restringimenti
(il coefficiente
k vale tra 0.5 ed uno).
Da notare che la resistenza di una condotta e` tanto maggiore quanto
piu` essa e` stretta, percio` sono le strettoie che costituiscono i punti
in cui e` concentrata la resistenza.
La resistenza in occorrenza di un allargamento repentino sono
R=0.48 / (d D
4).
Per le curve il coefficiente
k cresce al decrescere dal raggio
di curvatura, poiche` le perdite di carico sono dovuta alla accelerazione
centripeta P
M=d V
2/R.
E` conveniente introdurre una altra grandezza, in analogia alla conduttanza
nei circuiti elettrici. Questa e` il temperamento, c=R-1/2.
Possiamo stimare il flusso d'aria nel sistema, a partire da questo risultato.
FM = ( PM / R )1/2
Per la resistenza cinetica il coefficiente (resistenza aeraulica) vale
R=0.38 Kg m (valori tipici 0.01 - 0.50).
La pressione motrice vale
PM=34 Kg/m s
2 °K (T
est - T
int)
(valori tipici 300 Pa).
Percio`, con una differenza di temperatura di 5°C,
il flusso risulta
FM=6.6 Kg/s,
cioe` 5.14 m
3/s (in accordo col valore tipico; in certi casi si
sono rilevati anche flussi di 15 m
3/s).
Fig. 385. Conservazione del flusso
In genere una cavita` non e` una condotta uniforme, ma ha restringimenti
(strettoie) ed allargamenti (sale), e puo` presentare piu` vie alternative
e parallele (almeno per l'aria).
La somma dei flussi che arrivano ad un incrocio deve essere pari alla
somma di fuelli che ne dipartono ("conservazione del flusso", ovvero
"legge dei nodi"). In altri termini i flussi sono "sovrapponibili".
Per esempio, in figura, il flusso totale
e` la somma dei flussi nel ramo "A" e nel ramo "B"
F = FA + FB
Le somme delle pressioni motrici lungo due percorsi che collegano due punti
sono uguali ("legge delle maglie"). Per esempio, in figura, la pressione totale
e` la somma delle due pressioni nel tratto "1" e nel tratto "2"
PM = PM,1 + PM,2
Queste due leggi, unitamente alla relazione fra flusso e pressione motrice,
portano a sviluppare un semplice modellamento delle circolazioni dell'aria
nelle cavita`:
- la resistenza di due condotte consecutive e` la somma delle loro
due resistenze R1 + R2;
- per due condotte parallele e` il temperamento che si somma,
c = c1 + c2;
- due condotte parallele hanno le stesse perdite di carico
(trascurando i termini di "pressione dinamica" quelli che variano
come V2), percio` il rapporto dei flussi e` pari
al rapporto dei temperamenti (cioe`
all'inverso della radice quadrata del rapporto delle resistenze);
- la resistenza e` direttamente proporzionale alla lunghezza della condotta
ma (quello che e` piu` importante) e` inversamente proporzionale
alla quarta (e quinta) potenza delle sue dimensioni;
Il terzo punto e` molto importante perche` mostra come la resistenza
alla circolazione d'aria sia essenzialmente concentrata nei restringimenti
(strettoie). La resistenza aeraulica di una strettoia vale
R= (8/π2 d) D-4.
I primi due punti sono importanti quando si fanno valutazioni di flussi
e perdite di carico. Consideriamo a titolo di esempio due rami paralleli.
Abbiamo le seguenti equazioni:
c Fo2 |
= |
PM,o
|
c1 F12 |
= |
c2 F22
|
|
= |
PM,1
|
PM,o |
= |
PM,o + PM,1
|
Fo |
= |
F1 + F2
|
E` facile (anche se abbastanza tedioso) risolvere questo sistema ed
ottenere
F2 = PM c1/(
c1c2 + c c1 + c c2
+ 2 c (c1 c2)1/2 )
Fo = PM ( c1 + c2)/(
c1c2 + c c1 + c c2
+ 2 c (c1 c2)1/2 )
Da questa si possono trarre indicazioni su come variano i flussi
(totale e in un dato ramo) al variare della resistenza
di uno dei rami (esempio allargando una strettoia).
Se un fluuso d'aria si distribuisce fra N vie equali, la resistenza in
queste e` 1/N2 della resistenza di una di esse. Percio` le frane
rappresentano un debole ostacolo per l'aria, anche se i pertugi attraverso
cui essa passa sono piccoli (dato che sono numerosi).
Questo rende conto della difficolta` a seguire una corrente d'aria in una
frana.
9.F.11.4 Propagazione delle perturbazioni
La propagazione di una variazione di pressione esterna attraverso una
cavita` avviene con un certo ritardo, che dipende dal punto della cavita`
in esame.
La variazione di pressione e` lagata al flusso dalla relazione
D
xP =
R F
2, ed dal bilancio di massa
D
xF = -(d A/P) D
tP. Mettendo assieme queste due relazioni si
ottiene
Dt P = - A Dx (|DxP|)1/2
da cui si deduce che il tempo di propagazione varia con la
distanza all'interno della grotta come x
3/2.
Questa variazione e` intermedia fra quella di un fenomeno convettivo
(variazione x) e uno diffusivo (variazione x
2).
Questo risultato teorico vale per una cavita` semplice a tubo.
Per un modello di cavita` piu` ragionevole, formato da sale collegate
da restringimenti, si arriva ad una relazione analoga.
9.F.11.5 Periodo di rinnovamento
Il periodo di rinnovamento
e` il tempo che impiega la grotta a sostituire tutta l'aria in essa
contenuta. Esso e` pari al rapporto fra il volume della grotta e il flusso
d'aria,
TR = V / F
Nelle cavita` ventilate varia da poco meno di un'ora ad una
ventina di ore.
Il tempo di rinnovamento varia con la stagione; e` piu` breve in estate che in
inverno.
9.F.12 Correnti barometriche
Le correnti barometriche sono quelle indotte da repentine variazioni di
pressione. Queste sono relativamente molto piccole.
Le variazioni relative di pressione valgono tipicamente 10-5
su tempi dell'ordine del minuto, e arrivano a massimi di
10-3 su tempi dell'ordine di un'ora.
Percio` le correnti barometriche sono piu` deboli di quelle convettive,
e sono percepibili solo quando queste sono assenti (o quasi).
[Oppure come deboli fluttuazioni di esse].
Le variazioni della pressione esterna si riflettono all'interno, con un
ritardo (caratteristico dell'impedenza del sistema carsico) ed
attenuate.
In generale il tempo affinche` una variazione di pressione arrivi alla
distanza
x varia come t = A x
3/2 (P
2-P
1)
1/2,
cioe` con una
dipendenza dalla distanza intermedia fra un fenomeno convettivo,
proporzionale a
x, ed uno diffusivo, proporzionale a
x2
[
420] .
In un modello uniforme fatto di una succesione di sale (volume V) e
restringimenti (sezione A) l'equazione che descrive il transitorio
per il flusso risulta
DtF = (b/F) Dx2F
dove il coefficiente vale
b= P A
2 L
2 / V
(
L e` la distanza fra un restringimento e l'altro).
L'equazione per la pressione puo` essere ricavata usando le
relazione (P
2-P
1) =
R F
2
(dove
R=1/(2 d) A
-2).
9.F.12.1 Capacita` e induttanza
La relazione fra pressione motrice, flusso e resistenza descrive la
circolazione dell'aria in condizioni stazionarie (tipiche delle
circolazioni convettive).
Nelle situazioni non stazionarie bisogna tener conto anche di
- inerzia dell'aria: l'aria ha una massa e quindi una sua inerzia
a mettersi in moto;
- variazioni della pressione interna indotte dai flussi.
Consideriamo prima il secondo punto. Vediamo come varia la pressione di un
salone a causa del flusso di aria entrante.
FM = Ma Dtn = (Ma V P / R T) ( P'/P - T'/T )
= (Ma V / R T) P'/k
dove
k e` l'esponente politropico. Se il flusso e` veloce siamo in
condizioni adiabatiche, percio`
k e` pari al coefficiente adiabatico
(rapporto fra i calori specifici a pressione e a volume costante, che e`
circa 1.4 per i gas biatomici come l'aria, e 1.33 per i gas triatomici come
il vapor acqueo). Se il flusso e` lento
siamo in condizioni isoterme, poiche` l'aria ha modo di portarsi in
equilibrio termico con la roccia, percio`
k=1.
In generale possiamo scrivere
FM = C DtP
dove abbiamo introdotto la capacita`
C = Ma V / k R T = d V / k P
La pressione e` come la tensione in un circuito elettrico, il flusso
e` come la corrente. Un flusso entrante nel salone ne aumenta la pressione
proporzionalmente alla sua "capacita`" di immagazzinare aria, e questa
e` il rapporto fra il volume e la pressione, se la trasformazione e`
isoterma. Se invece devo tener conto dell'aumento di temperatura la
capacita` viene ridotta di un fattore k.
Per tener conto anche dell'inerzia dell'aria partiamo dalla equazione di
Newton che scriviamo
S DtP - S (f/2g) L/D v2 = Dt(M v) = Dt( d S L v )
dove abbiamo esplicitato le forze attive (pressione motrice) e quelle
resistive (perdite di carico). La pressione motrice e` data da
PM =
DPest -
DPint.
La caduta di pressione esterna varia nel tempo per cause esterne
(arrivo di perturbazioni, variazioni giornaliere, etc.);
lasciamo questa dipendenza temporale nel termine della pressione motrice.
La caduta di pressione interna abbiamo appena visto che varia anche
a causa dei flussi d'aria. Scriviamo questa variazione temporale a parte:
DPint(t)
= DPint,o + It( DtPint )
= DPint,o + (1/C) It( FM )
In conclusione otteniamo l'equazione della dinamica del flusso d'aria
PM(t) = L DtFM + R FM +
1/C It( FM )
|
R = c / (2 d A2) FM
|
C = k P / d V
|
L = L / A
|
Queste equazioni costituiscono la base per il modello
"elettrico" della dinamica dell'aria nelle cavita`.
Da notare tuttavia che la resistenza non e` indipendente dal flusso
(la "corrente") ma e` proporzionale ad essa. Pertanto i fenomeni non sono
lineari come nel caso "elettrico".
In pratica la differenza fra flusso di massa e flusso di volume e` molto
piccola dato che la densita` varia poco. Percio` si possono scrivere
queste formule in termini del flusso volumetrico che e` piu` facile da
misurare (o stimare).
PM(t) = L DtF + R F + 1/C It( F )
R = c d / (2 A2) F
C = k P / V
L = d L / A
9.F.12.2 Tempo di risposta della cavita`
Quale modelli teorici consideriamo due tipi limite di cavita`:
la cavita` a sfera (i saloni) e la cavita` a tubo (le gallerie)
[
786] .
Nel primo caso
l'equazione della dinamica dell'aria e` (nell'approssimazione
di variazioni di pressione piccole: una decina di mbar rispetto a 1013 mbar)
(Pest - P) = c | F | F
= c (V/k)2 |P'/P| P'/P
Nel caso dell'arrivo di una veloce perturbazione le pressione esterna
sale bruscamente da
Po a
P1.
La soluzione e` allora
P(t) = P1 / Ch2( b - a t )
dove
Ch ( b ) = ( P1 / Po )1/2
a = (A k / V) ( P1 D / 2 f d L )1/2
La variazione di pressione si ripercuote all'interno con un ritardo, ma
la pressione interna arriva comunque ad egualiare quella esterna in un tempo
finito t = b/a, che rappresenta il tempo tipico con cui la
cavita` risponde a variazioni di pressione esterna.
Questo tempo risulta essenzialmente determinato dalle dimensioni fisiche
della cavita`, t = L (L/D)1/2 [s].
Il secondo modello descrive come varia la temperatura di una grotta
(nella zona di transizione)
in dipendenza dalle variazioni stagionali della temperatura esterna.
Consideriamo una cavita` con capacita` termica
C, temperatura
T (variabile nel tempo) e in cui c'e` un flusso d'aria
F
dall'esterno con temperatura T
e = T
o+D sin(a t).
Supponiamo che il flusso sia costante, cioe`
non dipenda dalla differenza di temperatura e trascuriamo le differenze
dovute alle diverse quote di ingresso del flusso.
La variazione di temperatura della cavita` e` data da
D
tT = (F/C) ( T
e - T ).
Risolvendo si trova che
T varia come la temperatura esterna, ma
ha un ritardo su di essa,
T = To + D F (F2 + A2 C2)-1/2 sin(a t - f)
dove il ritardo di fase vale tan(f)=CA/F.
Una altra situazione di interesse per la speleologia e` quella di
oscillazioni del flusso (correnti oscillanti) non sostente da alcuna
pressione esterna (cioe` soluzioni della equazione omogenea associata).
Queste oscillazioni sono possibili quando la resistenza e` piccola, ed
hanno un periodo pari a circa (
L C)
1/2, quindi
(avendo posto
V=L A)
to = (d/k P)1/2 L
cioe` il periodo in secondi risulta all'incirca pari alla lunghezza della
cavita` (galleria o salone) in metri.
Il termine di resistenza e` dissipativo e comporta sempre uno smorzamento
di queste oscillazioni.
Possono essere iniziate da repentini cambiamenti della pressione esterna.
Percio` sono osservabili solo in condizioni di assenza di altre correnti
cioe` nella zona a quota intermedia e in ambienti ampi e facilmente
accessibili all'aria.
Oscillazioni della pressione esterna si comportano come una forza esterna
nella equazione dinamica e quindi possono indurre queste oscillazioni
quando hanno un periodo uguale o quasi al periodo proprio della cavita`
(cioe` quando la cavita` va "in risonanza").
Consideriamo una grande sala di volume
V, connessa con l'esterno da
un condotto di area
A e lunghezza
L.
Una variazione di pressione induce un moto di aria, entrante o uscente,
D
tP = (RT/V) D
tN
e la quantita` di aria entrante e` D
tN = (d/M) S v, dove
d
e` la densita` dell'aria,
M la massa molare, e
v la velocita`.
L'equazione di Newton e`
d D
tv = -
P/L, per cui si ottiene
Dt2P = - RT/M (S/VL) P
Quindi la cavita` ha oscillazioni autosostenute con periodo
to2 = RT/M (S/VL)
9.F.13 Evaporazione e condensazione
L'evaporazione e` il passaggio delle molecole d'acqua dalla fase liquida a
quella gassosa. Essa ha luogo all'interfaccia aria-acqua. E` poi necessaria la
diffusione delle molecole di vapore nell'aria: e` in riequilibrio della
concentrazione di vapore, con flusso F = -d
a a D
xx
v, dove a
e` il coefficiente di diffusione. La concentrazione di vapore soddisfa dunque
un'equazione di diffusione (legge di Fick; d
a e` la densita`
dell'aria, Q rappresenta una sorgente di vapore, per esempio dovuta ad acqua
nebulizzata),
Dt xv + v Dxv = a D2 xv + Q/da.
I fenomeni di condensazione ed evaporazione sono descrivibili in termini
del diagramma dell'aria umida. Se dell'aria non satura viene raffreddata,
la sua temperatura diminuisce, ed aumenta l'umidita` relativa.
Quando diviene satura il vapore inizia a condensare (curva ABC).
Se dell'aria non satura passa sopra uno specchio d'acqua, si ha evaporazione
di acqua. L'evaporazione assorbe calore e raffredda l'aria (curva AD).
Il calore latente di evaporazione dell'acqua vale circa
C = 2.6 106 J/Kg
Fig. 386. Condensazione ed evaporazione
L'evaporazione superficiale e' data approssimativamente dalla relazione
di Dalton,
M [gr/min] = a S[m2] (Tvs - T)/P
dove
Tvs e' la tensione di vapore saturo,
T e' la tensione di vapore nell'aria,
P la pressione,
S la superficie, ed
a e' un coefficiente che varia
fra 400 (aria calma) e 650 (vento).
Il passaggio dell'acqua da liquido a vapore e` una reazione chimica
che raggiunge l'equilibrio quando l'umidita` assoluta e` massima.
Per la stima dell'evaporazione sulla superficie di contatto acqua/aria
si puo` usare la formula empirica di Lugeon,
E(mm H2O/giorno m2) = 0.00299
(Psat(T) - Pvap ) (T(°K)/ 273)
101325 / (P - Psat(T))
dove tutte le tensioni di vapore e le pressioni sono espresse in pascal,
e
V e` la velocita` dell'aria.
La velocita` di evaporazione dipende da
- area delle superfici bagnate;
- umidita` relativa dell'aria (cioe quanto l'equilibrio e` spostato verso
sinistra);
- flussi d'aria che allontanano le molecole evaporate;
- temperatura (e pressione) dell'ambiente.
L'evaporazione sui bacini d'acqua (laghi naturali, corsi d'acqua, etc.)
e` data approssimativamente dalla formula
E = 2.25 T1.5 [mm/mese]
dove
T e` la temperatura media dell'aria in gradi centigradi.
La condensazione richiede
- aria soprassatura, cosa che succede quando aria satura si raffredda;
- presenza di punti di condensazione su cui si possono formare le goccioline
d'acqua.
Questi ultimi possono essere: roccia, polveri, superfici di acque, ferme o
correnti, il velo d'acqua sulle pareti, altre goccie sospese nell'aria
(nebbia).
Ci sono parecchie formule empiriche per stimare l'apporto idrico
dovuto alla condensazione.
Ricordo la formula di Dublyansky,
DtQ = e V / t (Pest - Pint)
discussa nella
Sez. 10.6
.
Per la condensazione all'interno della cavita` c'e` la formula di
Mucke-Volker-Wadenitz,
DtQ [ gr/m3 ora] = (25 + 20 v[m/s])
( xlim - x )
dove
V e` la velocita` dell'aria,
xlim e`
l'umidita` di saturazione nello strato limite, e
x e` quella
nell'aria (in gr per Kgr).
Il calore associato alla condensazione e`
Qcond = d Cevap V, dove
d e` la densita` del liquido, Cevap il calore
specifico di evaporazione, e V il volume del condensato.
Il bilancio dell'aria che attraversa una galleria coinvolge il
bilancio di massa (tanta aria entra quanta ne esce), del vapore
(la differenza fra le quantita` assolute di vapore dell'aria uscente
ed entrante e` la massa di acqua evaporata) ed energia (entalpia),
F1 = F2
x1 F1 + Fv = x2 F2
h1 F1 + (L + cv T) Fv = h2 F2
dove
L e` il calore latente di evaporazione, e c
v il calore
specifico a pressione costante del vapore.
Il passaggio dell'aria nelle strettoie e` una espansione Joule-Thompson.
C'e` una cadita di pressione nel restringimento proporzionale
a v2 (effetto Bernoulli), che produce DP = 10 Pa.
Equivalente ad un innalzamento di 1 m di quota.
Percio` T decresce e si ha sovrassaturazione e quindi condensazione.
Una altra causa di condensazione e` la miscelazione di arie di diverse
condizioni di temperatura
(e quindi con pressioni di saturazione diverse). Dato che
la relazione fra la pressione di saturazione e la temperatura e` concava
(equazione di Clapeyron), la miscela risulta sovrassatura,
Dxsat / xsat = 1.4 10-4 DT2
Questa e` una piccola percentuale del titolo di vapore, pero`
corrisponde a qualche milligrammo per m
3.
La frantumazione dell'acqua porta a formazione di goccioline (aerosol)
che rendono l'aria sovrassatura, poiche` hanno una piu` bassa tensione di
vapore (equazione di Kelvin): a causa della curvatura le molecole
possono sfuggire piu` facilmente dalla gocciolina.
Goccioline formatesi per impatto dell'acqua sulla roccia hanno dimensioni
dell'ordine di 10 um. Goccioline piu` grosse (frazioni di mm) hanno moto
turbolento, le cui oscillazioni tende a spezzare la gocciolina.
L'equazione di Kelvin giustifica anche la tendenza della condensa a formarsi
si superfici concave (cioe con raggio di curvatura negativo), come
nelle microfessure.
La condensazione per iniziare necessita di un nucleo
di aggregazione (polveri), poiche` microgoccie troppo piccole sono instabili
ed evaporano. L'ambiente di grotta e` particolarmente povero di polveri;
infatti se ci fossero, sarebbero gia` diventate centri di aggregazione
e precipitate al suolo, assieme alla goccia. Percio` l'aria di grotta
riesce ad essere sovrassatura e la condensazione avviene sulle pareti.
9.F.13.1 Gradiente a condensazione nulla
Una bolla d'aria satura che sale e` soggetta a variazioni di temperatura,
pressione, densita` e quindi anche di umidita`.
Se le condizioni di salita sono isoterme la pressione di vapore di
saturazione e` costante, ma la pressione dell'aria decresce, percio`
l'umidita` relativa decresce e l'aria diviene piu` secca.
Se l'aria sale in condizioni adiabatiche la pressione di vapore di
saturazione decresce (poiche` T decresce) piu` rapidamente della pressione
e quindi l'umidita` relativa aumenta.
Dalla formula della variazione del titolo di saturazione con la
temperatura risulta che il gradiente di temperatura a condensazione nulla
si ha per k=1.033, per cui Gc.n. = -1.09
°C/Km.
Ne risulta che l'aria che sale nella grotta con un gradiente termico di
circa -3.5 °C/Km si trova sempre in condizioni di
soprassaturazione e percio` tende a condensare.
Anche quando l'aria entra in una strettoia si ha condensazione.
La sua pressione cala, percio` si
trova come se fosse piu` in alto, quindi anche in questo caso
tende a condensare.
9.F.13.2 Condensazione in ingresso
Quando l'aria esterna, non satura di umidita`, con entalpia (contenuto
calorico) H
e entra in grotta, dove l'aria ha entalpia H
i, essa
subisce una variazione di temperatura per evaporazione o condensazione,
DT = (H
i-H
e)/(d C
p), dove
d e` la densita` dell'aria.
Se T
e-DT e` minore di T
i si ha sovrassaturazione e quindi
condensazione. Se T
e-DT e` inferiore di 0°C, si ha formazione
di ghiaccio [
788] .
Se per esempio aria esterna a 20 °C con umidita` del 40% (
Pvap=9.6 mbar)
entra in grotta a 5 °C (dove la tensione
di vapore di saturazione vale
Psat = 8.8 mbar)
il calore che l'aria cede all'ambiente della grotta
CP,a (Te - Ti)
+ 0.622 { (Pvap - Psat) / P 595 (cal/gr)
+ (Pvap Te - Psat Ti) / P
CP,v }
- 0.622 (Pvap - Psat) / P Ti
L'ultimo termine e` l'entalpia dell'acqua condensata.
Nell'esempio risultano circa 3.9 cal/gr, pari a circa 3.2 Kcal/m
3.
La quantita` di acqua che condensa risulta
(il coefficiente e` il prodotto 0.622x44.6x28.9)
802 ((Pvap - Psat) / P (g / m3 aria)
cioe` circa 0.4 gr/m
3.
La grotta funziona come un impianto di condizionamento:
con un flusso di 5 m
3/s (che e` una bella corrente)
sono circa 170 litro al giorno.
Questa quantita` e` minima rispetto all'afflusso estivo
d'acqua per condensazione diffusa sulla superficie
di un'area carsica, che puo` arrivare a 1 l/s per una
superficie di 1 Km
2
(oltre 86000 l/Km
2 al giorno).
Per confronto l'apporto di acqua diretto e` 19 l/s su un
Km
2.
Il flusso di calore e` invece considerevole: 16 Kcal/s = 73 KJ/s.
La quantita` di condensazione/evaporazione, in un dato intervallo di tempo
t, legata ai movimenti dell'aria e`
proporzionale al volume
V della cavita`, alla differenza fra le
quantita` di vapore all'esterno e all'interno, e
al tempo di rinnovamento,
TR:
DtQc [gr] = V(m3) / TR
(Pvap - Psat)(gr/m3)
9.F.13.3 La nebulizzazione
Per una goccia d'acqua la differenza fra pressione interna ed esterna e` data
dalla relazione di Laplace, Pint - P = 2 TS / R, dove TS e`
la tensione superficiale dell'interfaccia acqua-aria (75 10-3 N/m)
e R e` il raggio (di curvatura) della goccia.
La pressione di vapore sulla superficie cresce quindi al decrescere del
raggio.
Percio` goccie troppo piccole risultano instabili e per avere condensazione
occorre che ci siano particelle in sospensione (centri di condensazione),
oppure superfici (pareti).
Una goccia d'acqua tende a cadere per la forza di gravita`.
La caduta e` ridotta dal "galleggiamento" nell'aria, e dall'attrito dell'aria
(viscosita`
u).
La forza agente sulla goccia e` F=(m-m
a)g - 6 πu R v, dove
si e` usata la legge di Stokes per l'attrito, valida per basse velocita`.
Per alte velocita` bisogna usare la legge di Rayleigh ½d v
2 S C,
dove
d e` la densita` (dell'aria),
S e` l'area effettiva, e
C
e` un coefficiente di attrito, che dipende dalla forma dell'oggetto in moto.
L'equazione del moto ha quindi la forma v' = A - B v
2, ed e` facilmente
integrabile; la soluzione e`
v(t) = vo Th( t [gdCS/2m]1/2 )
La velocita` limite e`
vo = (2mp/dSC)
1/2 e, per goccie
d'acqua in aria vale circa v
o=4 R
1/2 [m/s],
dove il raggio e` misurato in mm. La curva della velocita` (e del tempo)
in funzione della distanza percorsa e` mostrata nella figura sotto,
per una goccia di raggio 2 mm.
Fig. 387. Velocita` e tempo in funzione della distanza
Una goccie in caduta in aria, e` stabile solo se e` abbastanza piccola.
Quando il diametro e` mano di 0.1 mm, le forze elettrostatiche interne
ne mantengono la forma sferica. Quando e` circa 0.5 mm cominciano a
mostrarsi segni di deformazione (schiacciamento verticale). A 1.4 mm
la base inizia a diventare piatta; a 2 mm si forma una concavita`.
Quando il diametro supera 5 mm la forza dell'aria causa la frammentazione
della goccia [
913] .
Supponendo che la goccia si frammenti in N goccioline di egual dimensione
(raggio r) che si dipartono a raggiera,
si puo` stimare la velocita` radiale di queste
in base alle leggi di conservazione.
Per la massa abbiamo N r3 = R3.
Per la quantita` di moto, la velocita` verticale, vz, delle goccioline
e` uguale a quella della goccia.
Per l'energia (trascurando la spinta dell'aria, deformazioni e moti interni),
2/3 N d r3(vr2 + vz2) + ts r2 =
2/3 R3 vz2 + ts R2.
Per cui vr = (1.5 ts/(d R) [1-n-2/3] )1/2 =
33.2 (1-N-2/3)1/2 R-1/2 [cm/s], dove il raggio e` in mm.
Il coefficiente numerico varia fra 20 e 30 circa, percio` la velocita`
radiale varia fra 13 e 22 cm/s.
Fig. 388. Goccie d'acqua in funzione del diametro
C'e` una relazione fra il raggio
R di una goccia d'acqua e la
velocita` di caduta in aria (per basse velocita`).
Questa si ottiene egualiando la forza peso alla forza di attrito,
6 π
r u VL = 4/3 π
r3 d g,
dove
u e` la viscosita` dell'aria e
d la densita` dell'acqua.
La velocita` cresce con il quadrato del raggio
VL = 0.22 (d g/u) R2
per esempio
VL=1 mm/s per
R=2.8 micron,
ma vale 10 cm/s per
R=28 micron.
Percio` goccie troppo grosse cadono al suolo e la dimensione
tipica delle goccioline sospese e` un micron.
La densita` di goccie in una nebbia, con visibilita` di 100 m, e` di
D = 0.01 - 0.1 gr/m3. La massa di una goccia da un micron e`
circa 4 10-12gr. Percio` ci sono 109 - 1010
goccie per metro cubo.
La superficie totale delle goccioline e` quindi 0.01 - 0.1 m2
per metro cubo.
Ogni goccia ha una energia, dovuta alla tensione superficiale del liquido,
4 πR2 TS.
Percio` l'energia per metro cubo vale E=3 TS D / r d
che risulta circa 0.023 J.
La pressione di evaporazione in una goccia e` data dalla formula di Kelvin
[
914] (o formula di Gibbs-Thompson, se scritta in termini delle
concentrazioni molari)
Pevap = Pvap exp( 2 TS Ma / R T r )
dove
Ma e` la massa molare, e
Pvap e` la
pressione di vapore nell'atmosfera.
Il coefficiente di 1/
r all'esponenziale e` molto piccolo
(1.13 10
-9 m), percio` la pressione di evaporazione comincia
ad essere significativamente superiore alla pressione di vapore per goccie
di raggio inferiore a 0.1 micron.
In tal caso una goccia tende ad evaporare.
Le goccie molto piccole (<0.1 micron) sono instabili
e tendono ad evaporare piu` facilmente di quelle
grosse, rendendo l'aria sovrassatura e favorendo la condensazione sulle
goccie grosse e sulle pareti.
Una conseguenza e` che le goccie hanno bisogno di centri di condensazione
(polveri, protuberanze di superfici, etc.) per formarsi.
Le goccie si formano anche
nei pressi di una cascata per nebulizzazione dell'acqua.
Tensione superficiale (N/m)
|
0°C |
10°C |
20°C
|
acqua |
0.0756 |
0.0742 |
0.0728
|
Quando una nebbia e` trasportata dall'aria umida nel suo moto, in salita la
pressione diminuisce, quindi decresce anche la pressione di vapore
e le goccie si accrescono per condensazione di vapore d'acqua.
In discesa aumenta la pressione e le goccioline evaporano.
Gli aerosol hanno un ruolo nel trasporto energetico
all'interno della grotta [
912] .
Calcoliamo l'energia immagazzinata in una
nebbia nella tensione superficiale delle goccioline.
Con 10
10 goccie per metro cubo, da un diametro medio di 1 micron,
esse hanno una superficie totale di 0.1 m
2.
L'energie di tensione superficiale e` dunque 0.008 J (per metro cubo d'aria).
0.75 KJ nei 10
5 m
3 d'aria della
cavita`. E un flusso energetico di 0.04 J/s, per i 5 m
3/s
del flusso d'aria (l'aria ha una velocita` media di 4 cm/s).
Pero` questo flusso energetico interessa ogni punto della grotta.
9.F.14 Il bilancio energetico
La reazione di dissoluzione della roccia calcarea assorbe energia
pari a 3-5 106 J/Kg,
CaCO3 + CO2 + H2O + 0.3 MJ/mol
= Ca(HCO3)2
Con una dissoluzione di 50 m3/anno (200 mgr/l x 20 l/s)
l'energia necessaria per la dissoluzione della roccia risulta
20000 J/s = 2200 Kgp-m/s.
Questa sezione prende in esame i flussi energetici in un sistema carsico.
Anche se le stime sono estremamente qualitative, esse mostrano
la molteplicita` dei possibili apporti energetici.
Il sistema carsico e` percorso da due fluidi
(aria ed acqua) in accoppiamento termico fra di loro e con una
riserva termica (roccia e acquifero).
La dinamica e` regolata dai flussi di energia, e dalle capacita` termiche
[
915] .
La capacita` termica dell'aria in un sistema carsico (
V = 10
5
m
3, su un'area
A = 1 Km
2) risulta
(il fattore 2.5 rende conto dell'umidita` presente nell'aria)
Caria = 105 m3 1.28 KJ/m3 °K 2.5
= 3 108 J/°K
La capacita` termica dell'acqua che scorre nelle gallerie
(10 Km di gallerie, con in
media 10 litri d'acqua al metro, per un totale di 10
5 l:
con un dislivello di 1000 m e
una velocita` media di 0.1 m/s impiega 3 ore ad arrivare alla falda,
se la velocita` e` 1 cm/s ci mette un giorno)
Cacqua = 105 l 4186 J/l °K = 4.2 108 J/°K
Quella dell'acqua sulle pareti (10
5 m
2 di pareti,
con gallerie di 1 m di diametro in media),
Cvelo = 105 m2 10-4 m 4186 J/l °K
= 0.4 108 J/°K
poiche` lo spessore del velo d'acqua vale circa 10
-4 m.
La roccia agisce da riserva termica la cui capacita` dipende
dalla scala dei tempi secondo lo strato "superficiale" di roccia coinvolto,
Croccia = 1200 J/m2 °K
1.4 105 m2 (t[s])1/2
= 1.6 108 J/°K (t[s])1/2
Anche l'acqua nell'acquifero (tra falda e reticolo
delle fratture ci sono circa 10
8 litri d'acqua)
rappresenta una riserva termica. La sua capacita` e`
Cfalda = 108 l 4186 J/l °K = 4.2 1011 J/°K
Analizziamo ora il bilancio energetico del sistema.
L'energia e` portata dai flussi d'acqua e d'aria.
Il flusso tipico di acqua vale (per Km2)
Fw = 0.02 m3/s.
Il flusso d'aria e` circa 5 m3/s.
L'aria e` il fluido che trasporta energia dall'ambiente esterno
all'interno, principalmente in estate.
Se prendiamo un flusso F d'aria, l'apporto energetico e`
DtE = F Caria DT, dove DT e` la differenza di temperatura
dell'aria fra esterno ed interno. Con una DT di 10 gradi si hanno
circa 15 109 J/anno. Se pero` teniamo conto che la temperatura
varia stagionalmente (supponiamo sinusoidale: Te=To+D sin(a t) )
e che il flusso varia come la radice quadrata della differenza di temperatura,
l'apporto energetico e` ridotto circa un decimo ( l'integrale fra 0 e πdi
sin(x)3/2 vale 1/(3 [ 2 π]1/2) Gamma(1/4)2 ).
Fig. 389. Cicli di Joule (1)
In prima approssimazione la circolazione dell'aria segue un ciclo
di Joule. Per esempio la circolazione estiva e` composta da una
salita politropica (con k
e) all'esterno, una compressione quasi isobara
entrando in grotta, una discesa politropica (con k
g),
ed una espansione quasi-isobara all'uscita.
Durante l'ascesa all'esterno l'aria riceve calore dal sole (e dall'ambiente),
mentre nella discesa all'interno essa cede calore. Un contributo calorico
viene anche dalla condensazione del vapore all'ingresso.
Il lavoro fatto nel ciclo da una mole d'aria vale
DL = Kg (Tg,a - Tg,b) + Ke (Te,b - Te,a)
dove K=k/(k-1).
Il calore assorbito dall'aria vale ("a": alto, "b": basso)
DQestate = Ke (Te,b - Te,s) + b ( Te,a - Tg,b)
DQinverno = Kg (Tg,b - Tg,a) + b ( Te,b - Tg,a)
Fig. 390. Efficienza del ciclo dell'aria
L'efficienza del ciclo e` mostrata in figura, per valori tipici degli
esponenti politropici. Questa figura ignora gli scambi termici
dovuti al vapore.
La figura mostra che il rendimento si anulla solo quando la temperatura
esterna e` vicina a quella della grotta, cioe` nei periodi di inversione.
Per il resto,
circa meno del 5 % del calore assorbito dall'aria,
all'esterno nella circolazione estiva o all'interno nella circolazione
invernale, e` trasformato in
lavoro (perso con le forze dissipative durante il movimento).
Quindi l'efficienza di trasferimento di calore del flusso d'aria
e` circa 0.95.
Prendendo come riferimento temperature tipiche stagionali per il
nord Italia a quote tra 400 e 1400 m (v. figura),
il contenuto in vapore varia in estate da 7.08 gr per Kgr d'aria secca
(nel caso di umidita` relativa del 60% ) per l'aria entrante
all'ingresso alto, a 6.35
per l'aria uscente all'ingresso basso.
In inverno si passa da 3.32 (80% umidita` relativa) in entrata
all'ingresso basso, a 3.06 all'uscita dall'ingresso alto.
Fig. 391. Cicli di Joule (2)
La prima figura mostra i cicli approssimativi delle circolazioni
estiva (ciclo di destra) ed invernale (ciclo di sinistra).
L'ingresso basso corrisponde alla isobara superiore.
L'ingresso alto a quella inferiore.
Sono indicate le energie (in Kgp-m) per un Kgr di aria
che circola nel sistema. Sono indicati anche i calori scambiati e
il lavoro, nelle diverse fasi dei cicli.
Le freccie tratteggiate indicano evaporazione (verso l'alto) o
condensazione (verso il basso).
La seconda figura mostra le posizioni dei vertici dei cicli rispetto
alla cavita`.
Mentre l'aria circola verso il basso d'estate e verso l'alto d'inverno
il flusso dell'acqua avviene sempre dall'alto in basso.
In media entrano nel sistema 20 l/s, pero` la quantita` di acqua
entrante varia stagionalmente. Approssimativamente si ha
|
Inverno |
Primavera |
Estate |
Autunno
|
Precipitazioni (perc.) |
17 |
26 |
26 |
31
|
Temperatura media (°C) |
-5 |
5 |
13.5 |
4
|
Calore ceduto in ingresso (kgp-m/s)
|
- 5500 |
- 1200 |
19000 |
- 4300
|
Considerando che le precipitazioni invernali si accumulano (come neve)
ed entrano nel sistema con lo scioglimento, a 0°C,
e che la temperatura della pioggia risulta un paio di gradi
inferiore alla temperatura media
la temperatura media dell'acqua entrante risulta 4.4 °C.
L'acqua esce alla temperatura degli ingressi bassi (circa 7 °C),
e acquista 2.34 °C durante la discesa, per la trasformazione
dell'energia potenziale.
Pertanto l'acqua risulta in equilibrio termico mediamente nell'arco
dell'anno. In pratica l'acqua "calda" estiva cede calore alla roccia
nella parte alta della grotta, mentre quella invernale ne assorbe calore.
La terza riga della tabella riporta i valori del calore ceduto
(o assorbito se negativo) nella parte alta.
Mediamente durante l'anno l'acqua cede 8000 Kgp-m/s alla parte alta
della grotta.
Durante la discesa l'acqua passa da 3.5 a 7 gradi per cui assorbe
10600 Kgp-m/s. Il bilancio energetico e` quindi in deficit
di 2600 Kgp-m/s. Questo corrisponde a 0.28°C.
L'acqua puo` entrare a temperatura differente da quella ambiente,
poiche` puo` immagazzinare energia assorbita dal calore solare
(laghi, ruscellamenti, ...) prima di entrare nel sottosuolo.
Questo riscaldamento (stimabile dell'ordine di 0.5°C)
sarebbe sufficiente a compensare il deficit termico.
Dalla circolazione dell'aria risulta che il suo bilancio energetico
e` praticamente bilanciato in inverno (l'aria assorbe calore in basso
e lo cede nella parte alta), mentre in estate l'aria apporta
circa 1650 Kgp-m per m3. Quindi, con un flusso di
5 m3/s ne risultano 2600 Kgp-m/s.
Resta il problema di come fa l'energia localizzata nella parte
alta della grotta a scendere lungo il sistema.
La situazione in cui la variazione di temperatura non segue
la legge adiabatica risulta in disequilibrio termodinamico.
L'aria non potendo scendere lungo una adiabatica scambia calore
con la roccia e l'acqua:
percui si carica di calore e lo porta in basso fino a
riottenere l'equilibrio termodinamico.
Mettendo assieme tutti i contributi il bilancio energetico deve
risultare quasi nullo: assumendo una variazione di temperatura
inferiore a 1°C in 100 anni, con una capacita` termica del
sistema dell'ordine 109 J/°K, il flusso netto di calore
deve essere inferiore a 0.3 J/s.
marco corvi - Mon Aug 25 12:25:38 2008
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