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7.1 Risalite in artificiale
Sovente nelle grotte accade che la galleria arrivi ad una parete
in cui a qualche metro d' altezza appare una finestra (a volte anche decine
di metri!). In tal caso e` necessario essere in grado di risalire fino alla
finestra, cioe` percorrere quello che sara` un pozzo all' insu' per poi
armarlo propriamente [
573] [
574] [
575] .
Allora si arrampica, o meglio si fa una risalita! Questo non e` proprio come
arrampicare all'esterno: in grotta la roccia e` umida, spesso bagnata,
coperta di fango, sovente marcia (cioe` appigli e appoggi sono meno che
sicuri!). Quindi si usa una tecnica particolare per guadagnare metri
verso l'alto.
Materiali da risalita
L'elenco dei materiali da risalita comprende:
- corda (dinamica);
- martello;
- sacca d'armo con fix da risalita e chiave da 13 mm;
- trapano con batterie, e punta per fix (corta);
- piastrine, anelli e moschettoni (senza ghiera);
- rinvii con moschettone;
- anelli di fettuccia o cordino;
- staffe, a tre o quattro gradini.
Altri materiali da risalita,
- gancio ("fiffi" o "cliff") per appendersi, anche con solo parte del peso,
a sporgenze della roccia, ed aiutarsi nelle operazioni;
- chiodi da roccia, possibilmente con rinvio in fettuccia e moschettone;
- barra "Stick-Up" di Raumer, piattaforma, e ragno, per guadagnare qualche
decimetro in piu` verso l'alto ad ogni fix (o spit).
- faretto: e` utile disporre di un faretto per illuminare la risalita
prima di intraprenderla e decidere la via da seguire.
Fig. 247. Fix
I fix da risalita sono piu` corti dei fix d'armo:
il gambo e` di 6 cm anziche` 8.
Devono sostenere lo speleologo solo durante la risalita, e quindi
non sono soggetti a ripetute sollecitazioni, come nel caso dei fix
d'armo. Inoltre la presenza di numerosi fix a distanza di un metro o poco
piu` uno dall'altro e` un ulteriore motivo di sicurezza.
Tuttavia, per la sicurezza interiore, si puo` intervallare un fix da 8 cm
ogni tanto, su un ancoraggio buono.
Prima della risalita, anzi prima di entrare in grotta,
e` bene controllare i materiali.
La corda deve essere lunga almeno il doppio della risalita.
E` utile avere una seconda corda (statica) di lunghezza pari alla
risalita, utilizzabile per mandare materiali al risalitore, per
permettere a questi di scendere e salire facendo pause e/o dandosi
il cambio, e infine per armare il pozzo una volta arrivati in alto.
Se si porta il trapano controllare lo stato di carica della batteria,
e verificare che ci sia la punta, anzi due punte (una di scorta).
I fix devono essere inseriti nelle piastrine con il dado verso l'esterno
e la rondella tra il dado e la piastra.
Se il cono del fix passa per il foro della piastra mettere la rondella
all'interno per evitare che escano dalla piastrina
durante la risalita (e pure durante il trasporto nel sacco).
Avvitare i dadi un paio di centimetri per non perderli durante il trasporto.
I moschettoni devono essere disposti con l'apertura rivolta all'esterno e
verso il basso, per facilitarne l'utilizzo quando si posizionano.
I fix devono essere in congruo numero: a titolo d'esempio
un fix per ogni metro di risalita, piu` alcuni di riserva.
Non occorre che tutti i fix abbiano piastrina e moschettone, e` infatti
conveniente recuperare piastrine e moschettoni durante la risalita e
riutilizzarle con altri fix.
Invece occorre avere dei moschettoni di riserva: per un attacco lungo,
oppure per uno cortissimo, per un anello di fettuccia, etc.
Le staffe sono confezionate con cordino da 7 mm (circa 3-4 metri) e
gradini in metallo [
148] .
Tra il nodo di attacco ed il primo gradino si lasciano
circa 20 cm. Il secondo gradino deve essere poco piu` sotto (30 cm).
I gradini seguenti (uno o due) possono essere piu` alti (45 cm).
Il risalitore deve dunque portarsi appresso una notevole quantita` di
cose. Vediamo un modo per organizzarsi tutto il materiale addosso.
- croll e maniglia. A volte non servono e sono solo di
impiccio (specialmente la maniglia col suo pedale). E` comunque bene
avere il croll indosso. La maniglia puo` essere messa solo se si
prevede che la risalita sara` una lunga artificiale pura;
- longe. Una in genere non basta. Se si usa la longe singola occorre
avere un anello di cordino come seconda longe.
E` bene anche portarsi un paio di moschettoni di riserva per allungare
le longe, o per fare delle assicurazioni molto corte;
- Anelli di cordino o fettuccia. Ognuno con il suo moschettone.
Questi possono essere portati appesi ad un anello dell'imbrago.
- Staffe (o scalette). Appese col loro moschettone ad un anello
dell'imbrago;
- Martello. Appeso con un cordino e moschettone ad un anello laterale
dell'imbrago;
- Chiave da 13 mm. Appesa con il suo moschettone al pettorale, o
ad un anello laterale dell'imbrago;
- Fix con piastra e moschettone. Un paio sempre a portata di mano,
appesi ad un anello dell'imbrago; gli altri nella trouse d'armo;
- Trouse d'armo, con piantaspit, spit, piastre e moschettoni.
Appesa all'imbrago;
- Trapano. Appeso all'imbrago tramite un moschettone, o a tracolla,
con una bandoliera dedicata;
- Discensore. Nella trouse d'armo, o appeso ad un anello dell'imbrago.
Non e` necessario portarsi sempre tutto. Il discensore puo` essere
sostituito da un mezzo barcaiolo (anche se questo non e` altrettanto semplice
da bloccare).
La maniglia spesso e` di impiccio piu` che di utilita`.
Il croll anche se non da fastidio, sovente non serve, ed e` meglio
risalire piu` "liberi" possibile.
Della trouse d'armo si puo` farne a meno quando si usa il trapano:
in tal caso si portano tutti i fix appesi all'imbrago.
Malgrado tutti i preparativi, spesso ci si accorge che manca qualcosa
quando si e` ormai su, a meta` risalita. E` opportuno che il risalitore
abbia, come gia detto,
una corda attaccata sotto l'imbrago per ricevere materiale dal
basso e per mandar giu` altro materiale.
7.1.1 Chiodi da roccia
Oramai non si fanno piu` risalite con i chiodi da roccia e gli spit.
Questa e` una buona cosa: l'utilizzo dei fix rende l'esecuzione di una risalita
alla portata di tutti gli speleologi, per cui scompare la figura del
"risalitore" (con reciproco vantaggio). La risalita coi fix e` decisamente
piu` sicura che non quella con chiodi. E` anche piu` sicura di
quella con spit, poiche` risulta piu` veloce, e quindi il risalitore si
stanca meno.
Detto cio` voglio dedicare una sezione ai chiodi da roccia, e questo mi
sembra il posto giusto.
Fig. 248. Chiodi da roccia
I chiodi da roccia sono stati inventati nel 1909 da Hans Fiechte.
I chiodi da roccia possono essere usati per armare un pozzo in prospezione,
o per mettere un ancoraggio di sicura (non sollecitato),
anche se e` piu` sicuro mettere un fix. Sono adeguati per fare
un deviatore, che non deve sostenere un grosso sforzo, e che non e`
cruciale per la sicurezza.
Il loro miglior impiego e` pero` nelle risalite, per ancoraggi temporanei.
I chiodi possono essere di acciaio duro (che entrano sforzando sulla roccia)
o di acciaio dolce (si adattano alla forma della fessura e devono essere
raddrizzati a martellate dopo averli estratti).
Il calcare non e` una roccia dura e si usano chiodi di acciaio dolce,
in modo che entrando nella fessura vi ci si adattino.
Non usare chiodi da granito.
In base alla forma si distinguono poi tre tipi:
- verticali (o piatti), adatti per le fessure orizzontali;
- orizzontali (a "L" o a "T"), adatti per le fessure verticali;
anche i chiodi ad "U" sono di tipo orizzontale;
- universali, con l'anello girato di 45/deg , che van
bene per quasi tutte le fessure.
Salvo casi particolari di chiodi orizzontali piantati fermamente in una
fessura orizzontale, che sforzano contro la roccia
facendo leva sul punto di appoggio, i chiodi devono lavorare sforzando
sulla roccia per torsione. Percio` l'anello deve essere perlopiu`
orizzontale (mai verticale).
In conclusione quelli meglio utilizzabili sono quelli
orizzontali a "L" (tipo "lama" o "freccia"), per fessure sottili,
e quelli ad "U", per fessure piu` larghe [
4] .
Inserisci il chiodo nella fessura a mano, poi piantalo fermamente
con la mazzetta. Alla fine controlla che tenga dandogli dei
leggeri colpi lateralmente.
Per toglierlo battilo nel verso della fessura,
alternativamente da una parte
e dall'altra, in modo da muoverlo lateralmente, e, allo stesso tempo
tiralo in fuori, agganciato con un moschettone o facendo leva
in qualche modo.
di lato, tirandolo
Non si passa mai la corda direttamente nei chiodi ma la si attacca con
un rinvio, due moschettoni collegati da una fettuccia, o in mancanza
di questo da un solo moschettone.
L'apertura dei moschettoni non deve andare contro parete.
Disposti con aperture opposte i moschettoni lavorano in asse e cio`
facilita il moschettonaggio; con aperture dalla stessa parte e` piu`
sicuro perche` entrambe le barrette non vanno contro la parete.
Durante la risalita la corda deve "entrare"
nel moschettone "da sotto" (dalla parte della roccia),
e uscire da sopra, cioe` non deve fare una "S".
I chiodi di sicura sono marcati "S", quelli di progressione "P"
ed hanno differenti requisiti di resistenza (v. tabella). Non ci sono
requisiti per i chiodi di sospensione per scalate in artificiale, ma essi
devono riportare una scritta indicante che non proteggono da cadute.
Resistenza (KN) |
normale |
inversa |
laterale
|
Chiodi "S" |
25 |
10 |
15
|
Chiodi "P" |
12.5 |
5 |
7.5
|
Per la cura e manutenzione, lavare con acqua dolce ed asciugare;
evitare il contatto con agenti chimici; controllarli periodicamente
per segni di usura, corrosione, deformazioni e cricche dovute a fatica.
Conservarli in un luogo fresco ed asciutto, al riparo da fonti di calore
e umidita`, e da sostanze corrosive.
La durata di un chiodo e` difficilmente quantificabile; indicativamente
un chiodo usato regolarmente dura una decina d'anni.
7.1.2 Stick-Up
Stick-Up e` una barra da risalita ideata e prodotta da Raumer.
E` anche il metodi d'uso di tale barra.
Permette di eseguire risalite in pura artificiale, con maggior
velocita` e minor sforzo.
Fig. 249. Barra di risalita Stick-Up
Consiste di una barra in lega leggera con quattro fori e una speciale
staffa (ad essa collegata tramite moschettone). Questa staffa e`
formata da una staffa a tre gradini, uno staffino (ad un solo gradino),
ed uno staffone (un solo gradino molto lungo).
La barra viene collegata al fix tramite un moschettone posizionato
nel foro di mezzo.
La staffa e` collegata al foro inferiore della staffa
La barra e` dotata di uno spezzoncino di corda attaccato al foro
superiore.
Lo speleologo che risale si attaca con il croll allo spezzoncino di corda
e pone i piedi
Messo un fix, vi ci si attacca un moschettone di sicura in cui si fa passare
la corda di sicura e la si mette in tensione.
Quindi si attacca lo staffone a tale moschettone e si sale coi piedi
su esso. Ci si stacca dalla staffa (facendo uscire lo spezzoncino dal croll)
e tenendosi in equilibrio con una mano al nodo dello staffone,
si passa la barra al nuovo fix. Aquesto punto si risale con la staffa a
tre gradini fino a mettere i piedi uno nel gradino superiore, l'altro
nello staffino. Ci si attacca con il croll allo spezzoncino di corda.
E si riprende la risalita mettendo un nuovo fix.
7.1.3 La sicura
Per prima cosa quando si risale bisogna essere assicurati: ci si lega una
corda di sicura (possibilmente una corda dinamica da alpinismo) con un nodo
a otto inseguito direttamente nel delta dell'imbrago o, meglio, negli anelli
di chiusura dell'imbrago stesso. Il nodo deve stare sopra l'imbrago.
Un compagno fa sicura al risalitore con un mezzo barcaiolo in un
moschettone a base larga (moschettone a "pera") in modo che il nodo
passi facilmente dalla posizione di tanuta a quella di calata.
La sicura "a mano" e` decisamente irrisoria: con la mano si riesce a
tenere 15-30 Kgp. Questo piccolo fattore pero` contribuisce a regolare
bene la tenuta del nodo mezzo barcaiolo.
L'assicuratore deve essere
in grado di bloccare la corda e lasciarla per venire in
aiuto al risalitore in caso di necessita`.
La sicura puo` essere fatta su un ancoraggio basso (assolutamente sicuro),
uno spit o un fix o un armo naturale, oppure direttamente nel delta
dell'assicuratore (che deve essere a sua volta assicurato ad un ancoraggio
se c'e` pericolo di caduta).
Nel primo caso l'assicuratore puo` bloccare la corda nell'ancoraggio
e lasciarlo per prestare aiuto al risalitore. Nel secondo caso la sicura
e` piu` "dinamica", poiche` l'assicuratore regola la tenuta con il
proprio contrappeso, e si riducono i carichi al rinvio in caso di caduta.
Se si fa sicura nel delta l'assicuratore tiene pronta la
maniglia attacata ad un ancoraggio fisso, per bloccare la corda,
se occorre che presti aiuto al risalitore.
Il mezzo barcaiolo e` un pessimo dissipatore perche` e` molto difficile
da usare come freno dinamico, mentre e` molto piu` semplice bloccare.
La resistenza e` ridotta fino al 44% del carico di rottura della corda
quando il fattore di caduta e` 1, e fino al 19% quando vale 2.
Per fortuna ci sono altri fattori che contribuiscono a ridurre la forza
agente sul mezzo barcaiolo: l'elasticita` della corda,
il fattore corpo umano (20% di riduzione),
il rinvio principale in cui passa la corda (ulteriore 40tutti i
rinvii e attriti successivi.
In caso di caduta, colui che fa sicura non dovrebbe bloccare subito, ma
lasciare che la corda scorra nel mezzo barcaiolo, dissipando l'energia
della caduta nel nodo. Quindi la mano che fa sicura deve essere tenuta
lontano dal nodo, per quanto possibile. In caso di caduta (fattore 2)
con un solo rinvio lo scorrimento della corda puo` superare facilmente
il metro. In presenza di piu` rinvii (e quando la corda "sfrega" sulla
parete) lo scorrimento e` notevolmente ridotto (poche decine di cm).
Poi si parte: i primi metri sono i piu` pericolosi, finche` non si arriva a
mettere un ancoraggio di sicura alto. Si procede effettivamente non
assicurati, pero' in caso di caduta sono solo uno o due metri di salto!
Dunque, appena possibile si piazza un ancoraggio sicuro
e ci si collega la corda tramite fettuccia e moschettone.
E` importante collegare i moschettoni agli ancoraggi con un anello di
fettuccia o cordino in modo che la corda sia piu' libera di seguirci
nella risalita. Evitare, per quanto possibile, di disporre la corda
a "zig-zag": fatica a scorrere, quindi chi risale deve fare
maggior sforzo per tirarala su`, e chi assicura non riesce a tenere
la corda "in tiro". Inoltre, in caso di caduta, lavorano solo i primi
rinvii, quindi una lunghezza inferiore di corda, e la forza di arresto
e` maggiore.
L'assicuratore deve essere pronto a dare corda e a recuperarla a richiesta
del risalitore. E` un compito ingrato: non ci si stressa come quando si risale,
ma si prende spesso molto freddo e ci si annoia parecchio (una risalita puo'
durare anche ore!). La persona che fa sicura deve essere pronta a tenere
l'assicurato in caso di caduta. E` tremendo il colpo su quello che cade,
di solito questo colpo e` meno intenso su chi fa sicura, poiche` i vari
elementi di armo assorbono un po` di energia. Comunque e` meglio che la sicura
sia fatta con un mezzo barcaiolo e un moschettone ancorato alla roccia.
Questo permette anche di bloccare la corda e lasciarla per prestare
assistenza a chi risale in caso di necessita`, come spiegato sopra.
La corda non si da`
lasciandola scorrere ma facendola scorrere nel mezzo barcaiolo. Infine
chi fa sicura deve a sua volta essere legato se si trova in posizione
pericolosa.
Quando non e` possibile risalire con chiodi da roccia (non ci sono fessure) o
con appigli naturali, bisogna ricorrere agli spit, o ai fix
(se si ha il trapano). E` molto faticoso risalire
con gli spit poiche` si deve piantarli piu` in alto possibile e solitamente
in posizioni scomode. Per questo appoggiare i piedi in staffe e scalette
aiuta a salire piu` in alto.
In genere si guadagna piu` o meno un metro a spit.
Per gli ancoraggi si utilizzano i fix
(chiodi ad espansione col cono incorporato) messi col trapano.
Il trapano (con la batteria) pesa notevolmente, pero' permette di mettere i
fix molto velocemente. L'autonomia, cioe` il numero di fix del diamtero di
8 mm che si riesce a mettere dipende molto dal tipo di batteria e
varia un poco anche a seconda della roccia.
Utilizzando staffe per sollevarsi e/o la barra da risalita, si arriva
facilmente a mettere un fix ogni metro e mezzo. Tuttavia la posizione
dell'ancoraggio dipende molto dalla roccia e non sempre e` possibile
sfruttare tutta l'altezza ma bisogna accontentarsi di un avanzamento
ridotto.
La roccia influenza anche il percorso di risalita, che deve
essere mirato a seguire la roccia "buona" oltre che a evitare
arrivi d'acqua. Non sempre e` possibile giudicare la via migliore
prima di iniziare e spesso ci si trova a dover traversare per
evitare roccia "marcia".
La batteria originale del trapano Bosch permette di piantare una decina
circa di fix. Accumulatori al piombo da 2.2 Ah arrivano a oltre venti fix.
Con accumulatori Pb da 6.5 Ah si mettono 50-60 fix.
7.1.4 Tecnica di risalita in sicura
La tecnica di risalita in artificiale e` utilizzata quando si sale una
parete quasi verticale, o spiovente, e non ci sono appigli ne` appoggi
per i piedi, poiche` la roccia e` perfettamente liscia oppure
e` coperta da una coltre argillosa (che e` peggio perche` la
rende proprio scivolosa).
Ci si mette in longe (corta) nel moschettone dell'ancoraggio superiore e
si aggancia il moschettone delle staffe in questo.
Si piegano le gambe e si inseriscono i piedi nelle due staffe.
Ci si innalza sulle gambe bilanciando il baricentro del corpo con la longe.
Risulta che la longe tira verso il basso, mentre coi piedi ci si spinge in
alto.
Si saggia la roccia con il martello per trovare un punto dove effettuare
l'ancoraggio
compatibilmente con la roccia, direzione di risalita, e raggiungibilita`.
Quando lo si e` trovato, si prende il trapano e si fa un foro.
Si mette un fix nel foro e si stringe il bullone.
Ora ci si appende al nuovo fix con una longe lunga, eventualmente
allungata con un anello di cordino: a questo punto abbiamo una longe nel fix
appena messo su cui siamo di peso, una longe di sicura nel fix sottostante
e siamo attaccati alla corda.
Se un anello non basta se ne aggiuntano due con un nodo piano.
Un anello di fettuccia puo` essere attaccato all'ancoraggio direttamente
con un nodo bocca di lupo. Se occorre attaccarlo al gambo di un chiodo
si esegue invece un barcaiolo [
93] .
Possiamo togliere i piedi dalle staffe, e recuperarle (staccarle dal fix).
Poi richiediamo corda allo speleologo che ci sta facendo sicura e la passiamo
nel moschettone del fix appena messo, facendo attenzione al verso
di scorrimento della corda verso l'alto: bisogna evitare che la corda
si ritorca attormo ai moschettoni, altrimenti diventa faticoso se non
impossibile dare e recuperare corda.
Per questo motivo sarebbe bene usare fix con due moschettoni
attaccati da un anello di fettuccia. Questo aumenta notevolmente la
mobilita` della corda, le permette di seguire una linea piu` dritta,
evita molti sfregamenti sulla roccia.
Il peso addizionale (doppio numero di moschettoni) e` ripagato dai
vantaggi in risalita.
Ora bisogna salire al fix superiore appena messo. Si stacca la longe corta
dal fix inferiore e si usano croll e maniglia per salire, posizionandoli
sulla corda a valle. Si sale fino a mettersi in longe (corta) sul fix
superiore.
Durante questa operazione siamo in sicura (inizialmente) su un tratto di
corda pari al doppio della distanza fra i due fix.
In caso di cedimento dell'ancoraggio superiore il fattore di caduta e`
FC = 2 /( 1 + a )
dove
a e` la frazione di distanza che ci separa dal fix superiore.
Quindi il fattore di caduta cresce da 1 fino a 2 (quando siamo sul fix
superiore).
In realta` le cose vanno molto meglio perche`, in caso di caduta, la
corda a valle del fix inferiore assorbe una parte di energia.
La forza che agisce sul rinvio superiore, in caso di caduta, e` pari alla
somma della forza di arresto (quella sullo speleologo che cade) e della
forza di tenuta (quella che viene trasmessa a chi fa sicura)
(effetto carrucola). Quindi l'ancoraggio ha una sollacitazione (quasi)
il doppio della forza di arresto.
7.1.5 Tecnica di risalita in autosicura
Dato che il lavoro dell'assicuratore e` ingrato, si puo` ricorrere ad
una tecnica di risalita in autosicura [
576] .
La risalita in autosicura e` piu` pericolosa, poiche` la corda e`
bloccata, e in caso di caduta l'energia va tutta sulla corda.
Pertanto e` assolutamente necessario usare un bloccante in grado di scorrere
per attaccarsi alla corda.
Si ancora la corda alla base della risalita su due punti assolutamente sicuri:
spit, fix, o armi naturali. Questi ancoraggi devo essere posizionati in modo
da sostenere sollecitazioni dirette verso l'alto, cioe` verso la risalita.
Poi si parte. Appena messo un ancoraggio di risalita ci si appende con la
longe, si passa la corda in
esso e ci si attacca (alla corda) con un autobloccante in grado di scorrere:
lo shunt, o il gri-gri, o un dissipatore da ferrata.
I bloccanti croll e maniglia non sono adeguati.
Come sempre il primo ancoraggio di risalita` deve essere ottimo.
Continuando a salire si mette un ancoraggio piu` su`, e ci si appende ad
esso con la longe (restando in sicura su quello inferiore con la corda).
Si fa scorrere la corda nel autobloccante quel tanto che basta ad arrivare
al nuovo ancoraggio. Si riprendono tutti i materiali lasciati
sull'ancoraggio sottostante (staffe, cordini, trapano, etc.).
E cosi` via.
Il problema sovviene quando occorre scendere quei dieci metri a
recuperare piastre e moschettoni.
In questo caso si usa l'autobloccante come discensore prima,
e poi come bloccante (assieme al croll) per risalire.
Una staffa da risalita puo` fornire un pedale temporaneo.
A parte questa operazione e` meglio no usare croll (e maniglia)
data la pericolosita` di una caduta con fattore superiore ad uno
su questi attrezzi.
Durante queste operazioni di discesa e risalita l'ancoraggio piu`
alto e` soggetto ad una forza pari a quasi il doppio del peso dello
speleologo poiche lavora come un paranco.
Questo puo` essere evitato fissando la corda con un nodo; pero`,
in caso di caduta,
si introduce l'effetto nodo sul primo tratto di corda su cui si cadrebbe
(il fattore di caduta resterebbe comunque inferiore a uno, per corda e
speleologo, e a due, per l'ancoraggio.
Una soluzione alternativa e` l'uso di un nodo che scorre (ad esempio un nodo
mezzo barcaiolo che puo` essere effettuato senza togliere la corda
dal moschettone): in tal modo
una parte della energia viene dissipata dal nodo e una parte trasmessa
all'ancoraggio.
Questa tecnica ha notevoli vantaggi, oltre a quello di non richiedere
un lavoro ingrato al compagno sottostante:
- la corda non deve scorrere lungo l'armo: mentre si sale si inserisce
un pezzo nuovo di corda.
Questo elimina il problema di "dare corda" e "recuperarla"; e non e`
poco anche per il risalitore che a volte si trova "bloccato" proprio
dalla corda di sicura;
- la parte di corda in eccesso puo` essere usata per "recuperare"
(con l'aiuto di uno sotto) materiale, senza la necessita` di portarsi
una seconda corda.
- ...
7.1.6 L'uscita
L'uscita dalla risalita e` la parte piu` adrenalinica: raramente si arriva
cosi` bene sull'orlo della risalita da uscire in tutta tranquillita`.
Piu' spesso si esce arrampicando (penosamente) gli ultimi metri nella
speranza che una volta fuori potremo dedicarci ad armare il pozzo
tranquillamente. In realta` questo non e` pericoloso: abbiamo sotto
parecchi punti di ancoraggio!
L'importante e` non dimenticare sull'ultimo fix gli attrezzi per armare
poi il pozzo: trouse d'armo, trapano, martello, eccetera.
E` molto difficile ritornare sull'armo una volta fuori.
7.1.7 Disarmare le risalite
Non sempre le risalite danno risultati positivi, non sempre si trovano
prosecuzioni sopra la risalita; a volte la prosecuzione e` incerta,
occorre disostruire, o scavare, allora si lascia armata la risalita
per le successive spedizioni. A volte invece la via e` chiaramente
chiusa oppure la risalita ricongiunge con altre gallerie gia`
esplorate. Allora occorre
(con un po' di tristezza) disarmare la risalita, e nel primo caso
bisogna scendere da dove si e` risaliti.
Si usa una tecnica di discesa su corda doppia, lasciando un attacco
in cima (un pezzo di fettuccia su uno spuntone di roccia, o una pastrina
con una maglia rapida). Si fa passare la corda nella fettuccia e si
scende con un doppio mezzo barcaiolo.
Alternativamente si puo` scendere con la corda a paranco:
si lega un capo della corda nel delta, poi la si passa nell'armo e quindi
arriva al discensore.
Un altro modo e` quello del contrappeso:
un compagno tiene un capo della corda in basso,
e si scende con il discensore (sull'altro capo).
arrivati alla base si recupera la corda tirandone un capo.
Da tener presente che scendendo con il contrappeso l'armo e` soggetto
ad una forza doppia.
L'impiego dell'otto da alpinismo e` sconsigliabile, perche` si usura
molto facilmente non essendo costruito per l'impiego nelle condizioni
di grotta.
Se la risalita e` lunga e non si riesce a scenderla con una sola corda,
si possono giuntare due corde. Fare attenzione a tirare il capo su cui sta
il nodo.
Infine quando la risalita e` molto lunga, si disarma a tratti, lasciando
un attacco in cima ad ogni tratto.
E` possibile effettuare il disarmo di risalite anche in solitaria, magari
mentre il resto della squadra si dedica ad altro.
Si scende su corda doppia, oppure si usano i nodi scioglibili dal basso
descritti nella
App. 4.A
.
Si puo` usare anche una maglia rapida facendo un nodo sulla corda
che le impedisce di passare attraverso la maglia rapida (nodo semplice o
nodo a palla). Si scende sull'altro capo e poi si recupera la corda
dal capo col nodo.
7.1.8 Nodi sgancialibili dal basso
I nodi sganciabili da sotto sono utili quando si disarma una risalita.
Se scendi sulla corda tenuta in contrappeso da un compagno
(o attaccata ad un armo) in basso, l'ancoraggio in alto
deve sostenere un carico quasi doppio. E solitamente si disarma su un
solo punto di ancoraggio. E` quindi meglio scendere su una corda
collegata all'ancoraggio alto con un nodo sganciabile da sotto.
Alternativamente puoi scendere in corda doppia, cioe distribuendo il peso
su entrambi i capi della corda. Pero` questo non e` praticabile con i
normali attrezzi di progressione speleologica.
7.1.8.1 Nodo di scontro [...]
Fig. 250. Nodo di scontro
Nel disarmo di una risalita, se si puo` abbandonare una maglia rapida
sull'armo, il nodo migliore risulta il nodo semplice (o un nodo a otto).
Si giuntano due corde formando un nodo semplice sulla corda doppia:
le due corde entrano nel nodo dalla stessa parte.
Questo risulta abbastanza grosso da bloccarsi contro la maglia rapida.
Si puo` quindi scendere su una corda e recuperarla poi tirando l'altra.
Se si dispone di una sola corda si esegue il nodo su un doppino a meta`
corda.
Il nodo di scontro e` un nodo ad otto in cui si passa
un moschettone nelle spire inferiori e nella gassa.
La posizione corretta del moschettone sembra essere importante
per evitare che il nodo possa sciogliersi.
Utile per calarsi su corda singola e poi recuperare la corda
tirando l'altro capo.
La maglia rapida resta sul posto.
7.1.8.2 Nodi sganciabili
Fig. 251. Nodo sganciabile
Nodi sganciabili sono usati quando si lascia un moschettone, oppure
un anello di cordino o fettuccia, oppure si fa un ancoraggio su un
armo naturale (non lasciando alcun materiale sul posto).
Il libro di Ashley riporta molti nodi sganciabili dal basso, tra cui
il mezzo collo ganciato [395], anche con un giro morto [396],
il nodo ganciato per stroppo a coda [1830],
il nodo dei muli [...], il nodo parlato [397-398], il nodo scorsoio [1715],
il nodo del campanaro [...].
Un nodo sganciabile deve soddisfare certi requisiti:
- sicurezza: quando si e` appesi non deve sciogliersi;
- sganciabilita`: deve invece aprirsi tirando (possibilmente da molto
piu` sotto) la corda di sgancio;
- assicurazione: se si apre parzialmente, la corda deve comunque passare nel
moschettone per permettere di risalire in sicurezza;
- recupero della corda: la corda deve scendere "filando", e non lasciando
cadere l'ansa, poiche` una
ansa ha maggior probabilita` di incastrarsi nella caduta.
Tutti i nodi sganciabili si basano su un unico principio:
hanno una asola (gancio)
sulla corda in carico bloccata attorno ad un doppino sulla corda di sgancio.
Questo bloccaggio e` poi ripetuto per dare maggior sicurezza.
Quando si tira la corda di sgancio il doppino esce dal gancio e il nodo
si libera.
Di questi nodi, il piu` semplice e` il nodo ganciato
[
93] .
Il principio del gancio e` mostrato a sinistra nella figura;
'S' denota il capo di sgancio, 'C' quello di carico.
Se ganciato una sola volta il nodo tende a scorrere sul moschettone.
Ganciato due volte, o tre, come al centro in figura, e` invece affidabile.
Si puo` ganciare ripetutamente anche piu` volte fino a sentirsi proprio
sicuri.
La prima gassa, vicino al moschettone, ha i capi incrociati, quelle seguenti
no.
Il nodo a destra in figura e` fatto nel doppino.
Quando si scioglie la corda cade, anziche` dover essere sfilata,
come in quello al centro.
marco corvi - Mon Aug 25 12:38:52 2008
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