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7.2 Recupero di carichi
Fig. 252. Paranco
Per il recupero di carichi si possono usare gli attrezzi da risalita per
comporre dei paranchi, come in figura [
577] [
578] [
303] .
Questo paranco funziona al meglio quando la direzione di tiro e` parallela
a quella del carico.
Il bloccante superiore serve per fermare la corda dopo un'azione
di sollevamento e permettere a quello inferiore di scendere.
Se il paranco e` installato verticalmente e` utile appendere un piccolo
peso al bloccante inferiore per favorirne il ritorno.
L'utilizzo di carrucoline
come puleggie nei moschettoni aumenta
l'efficienza dei paranchi poiche` riducono gli attriti.
Se non si dispone di carrucole non serve realizzare paranchi elaborati
perche` il guadagno nello sforzo viene perso negli attriti
della corda sui moschettoni.
Avendo una sola carrucola, conviene metterla sul bloccante inferiore
perche` e` quella dove la corda scorre di piu`.
Se si usano carrucole, il croll
non va bene come bloccante superiore perche` e` ritorto sui fori
(meglio usare il basic o la maniglia) [
139] .
Nel caso in figura a sinistra (una sola puleggia)
la forza (teorica) necessaria e` pari a meta` peso del carico.
Da notare che la forza sul punto di attacco e` pari a meta` peso del carico
durante la trazione e al peso del carico durante la fase di recupero.
La disposizione e` favorevole anche perche` la forza
viene applicata verso l'alto, e in genere una persona e` in grado di
applicare una forza in sollevamento maggiore del proprio peso.
Tirando invece verso il basso la massima forza esercitabile e` pari al peso
della persona.
Da notare che appena possibile si puo` bloccare il tratto di corda su cui
si tira nel moschettone M2 con un nodo, in modo da eliminare il
lavoro su una puleggia.
La maniglia deve essere assicurata all'armo (o ad un armo indipendente)
per sicurezza in caso di ceduta del croll.
(Questo non e` mostrato in figura).
Inoltre per evitare che il croll (CR) salga nel moschettone (M2)
trascinato dalla corda si puo` appenderci dei moschettoni, oppure uno
puo` tenerlo in posizione.
Avendo una sola carrucola conviene usarla nella posizione C2.
Atenzione: il peso viene tenuto dai bloccanti durante le manovre, percio`
il paranco non e` adatto a sollevare grossi pesi (superiori alla
resistenza dei bloccanti).
Fig. 253. Paranco (2)
Se la situazione rende scomodo lavorare tirando verso l'alto, si puo`
disporre la corda come in figura a destra.
In tal caso la forza (teorica) e` pari
al peso del carico, e il punto di attacco deve sopportare una tensione
pari a due volte il peso del carico durante la fase di trazione.
In questo caso la forza e` applicata verso il basso, magari spingendo con un
piede ed utilizzando il proprio peso.
Ci si puo` anche aiutare tirando la corda (tramite la maniglia)
verso l'alto con le mani.
Avendo una ulteriore carrucola si puo` posizionarla sull'ultimo tratto di
corda del paranco precedente in modo da applicare la forza verso il basso.
Fig. 254. Carrucole
Il calcolo dell'efficienza teorica dei paranchi si basa sull'analisi
dell'equilibrio statico e sulla ugualianza del lavoro compiuto tirando
la corda e quello compiuto sollevando il peso.
In pratica intervengono anche condizioni di
attrito che riducono l'efficienza. Per tale motivo e` importante utilizzare
carrucole con cuscinetti a sfera.
La carrucola viene montata in un moschettone simmetrico parallelo,
nella parte bassa, verso il carico (altrimenti le flangie della carrucola
tendono a divaricarsi).
Fig. 255. Montaggio della carrucola nel moschettone
Il caso piu` semplice e` quello di una carrucola appesa al soffitto.
In tal caso la forza viene applicata verso il basso.
Per sollevare il peso
P di un centimetro bisogna abbassare il punto di
applicazione della forza
F di un centimetro, percio`
F = P
Se invece si attacca la corda al soffitto e si appende il peso alla carrucola
tirando verso l'alto, per sollevare il peso di un centimetro occorre
alzare il punto di applicazione della forza di due centimetri (uno perche`
la carrucola si alza di un centimetro, un secondo per recuperare la corda
accorciatasi sulla destra). Pertanto
F = (1/2) P
In pratica la forza che deve essere esercitata nel primo caso e` superiore
a
P di un fattore pari al coefficiente di attrito della carrucola.
Nel secondo caso c'e` un simile fattore correttivo per cui la forza
risulta superiore a
P/2. La tabella sotto riporta i coefficienti
di attrito
u e correttivo
c
per diversi tipo di carrucole [
578] .
Questi due coefficienti sono legati dalla relazione
c + c u = u.
Utilizando i coefficienti di attrito e/o i fattori correttivi
e` possibile calcolare l'efficienza delle diverse configurazioni
di paranchi.
|
teorico |
rescue |
min |
fixe |
plastica |
mosco
|
u |
1.0 |
1.05 |
1.1 |
1.4 |
1.7 |
2.0
|
c |
0.5 |
0.51 |
0.52 |
0.58 |
0.3 |
0.67
|
Infine non bisogna ignorare la sollecitazione sull'armo, che puo`
arrivare ad essere piu` del doppio (a causa degli attriti)
del peso da sollevare.
Il valore massimo dipende dalla configurazione del paranco.
Quindi bisogna fare armi in grado di sostenere questo valore
massimo: armi doppi, con un anello ripertitore di carico.
Fig. 256. Carrucole (2)
Disponendo di piu` carrucole si possono sollevare grandi pesi con
(teoricamente) piccoli sforzi.
Attenzione pero` allo sforzo sui singoli componenti e sugli ancoraggi:
non bisogna dimenticare i carichi di rottura dei primi e la resistenza
dei secondi.
Dalla discussione precedente e` evidente che il paranco di destra permette
di sollevare pesi maggiori con minor sforzo.
Componendo paranchi di questo tipo si arriva a sollevare un peso P
con una forza pari a P/2N con N carrucole.
Questa discussione e` pero` puramente teorica.
In pratica non ci sono carrucole teoriche e raramente si dispone
di buone carrucole, per non dire delle emergenze in cui occorre
passare la corda solo nei moschettoni.
Allora intervengono gli attriti.
Una stima dell'entita` dell'attrito e` data dal fattore di proporzionalita`
tra il peso da sollevare e la forza esercitata, nel caso in cui la corda
compia un mezzo giro (180 gradi) in un moschettone o nella puleggia di
una carrucola [
167] [
139] [
579] .
Per il moschettone questo fattore vale circa 2.2, con una corda secca, e
3.5 con una bagnata.
Usando carrucole si scende a 1.25 (con cuscinetti) e 1.35 (senza)
(la perdita di efficienza e` circa il 10% della somma dell due tensioni).
Su uno spigolo di roccia (90 °) l'attrito varia da 2.0 (raggio
di curvatura 1 cm) a 2.9 (spigolo vivo).
Quindi l'efficienza teorica dei paranchi e` ridotta,
perche` la trazione deve essere maggiore, per compensare gli attriti
(v. tabella sotto). In pratica, con piu` di tre moschettoni gli
effetti dell'attrito rendono il paranco inefficiente.
Fig. 257. Attrito
L'effetto dell'attrito e` che per un dato peso P la forza F1
applicata al capo libero della corda, e la forza F2
applicata sul punto di sostegno del paranco, non sono uguali a P/2
(anche se la loro somma deve essere pari a P, trascurando il peso
della corda e del moschettone e/o puleggia).
Da semplici prove pratiche ho verificato che nel paranco semplice
(figura a sinistra sopra) con corda asciutta,
la forza da applicare varia da 1/2 + 1/4
(moschettone) a 1/2 + 1/8 (carrucola senza cuscinetti) per sollevare
il peso e, similmente, da 1/2 - 1/4 a 1/2 - 1/8 circa per sostenerlo.
C'e` dunque un intervallo intorno al valore teorico P/2 in cui il peso
non scende ne` sale.
Quando la tensione F1 e` inferiore al valore minimo il peso
inizia a scendere. Invece per sollevarlo occorre che la tensione
sia superiore al valore massimo.
L'ampiezza di questo intervallo dipende dall'attrito.
Moschettoni |
Disposizione |
Attrito |
Forza (Kg) per 70 Kg
|
1 |
carrucola |
1/10 |
42 (35+7)
|
2 |
carrucola doppia |
1/5 |
36 (23+13)
|
3 |
paranco semplice |
|
32
|
Gli attriti intervengono anche nella disposizione degli sforzi
negli anelli di corda o fettuccia. Per esempio, in un anello,
la forza F viene distribuita fra i due rami in parti variabili
fra 31 e 69% (naturalmente la somma delle tensioni nei due rami
deve fare 100
L'attrito non e` sempre un danno! Anzi spesso ci aiuta.
Per esempio e` quello che ci permette di rallentare la discesa
su corda attraverso il discensore. Ci aiuta anche quando dobbiamo
sostenere un compagno; grazie all'attrito lo sforzo che dobbiamo
fare e` molto inferiore al peso della persona, e riusciamo a tenere
la corda con le sole mani.
Le taglie sono formate
da coppie di carrucole, una fissa (attaccata all'armo) e una mobile
(attaccata al carico).
Se il diametro della carrucola e` almeno sette volte quello della corda,
e il diametro del perno e` circa pari a quello della corda,
la forza F
necessaria per sollevare un carico P con una taglia formata da
m coppie e` F = P / (2 m c) dove il coefficiente
c e` dato nella tabella sotto.
m |
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6
|
c |
0.84 |
0.80 |
0.75 |
0.69 |
0.64 |
0.60
|
Fig. 258. Paranco di Poldo
Il paranco di Poldo permette di ottenere una riduzione dello sforzo
teoricamente pari a P/3, e praticamente molto peggiore a causa degli
attriti (soprattutto se viene realizzato con moschettoni.
Infatti quando in tratto y si riduce di 3 centimetri, il tratto
x aumenta di 2 centimetri. In totale il peso sale di 1 centimetro
e il punto A di applicazione dello sforzo scende di 3 centimetri.
Percio`, dall'egualianza dei lavori, F = P/3.
Il punto favorevole del paranco di Poldo e` che esso risulta sempre in
equilibrio statico, in qualsiasi posizione, percio` e` utilizzabile
per tensionare armi e regolarli in lunghezza.
Puo` essere utilizzato per armare le teleferiche.
Le puleggie (carrucole) verranno riprese nella
Sez. 10.4
.
Se non si dispone di bloccanti, si puo` ricorrere ai bloccanti di
emergenza fatti coi moschettoni:
Sez. 11.3
.
7.2.1 Nodi per il recupero di carichi
7.2.1.1 Nodo di tonneggio [160]
Fig. 259. Nodo di tonneggio
E` un nodo per sollevare carichi, utile nelle disostruzioni, quando si
eseguono paranchi per spostare, seppur di poco, grossi macigni.
Consiste nel bloccare la corda con due ganci: uno di questi viene fatto
intorno al doppino finale, l'altro tra questo e il carico (e serve per
evitare che sotto sforzo il primo si stringa troppo).
In tal modo il nodo e` facilmente scioglibile anche dopo esser stato teso
con grossi carichi.
7.2.1.2 Nodo Margherita [1154-1088]
Fig. 260. Nodo margherita
Il nodo margherita (con una miriade di varianti)
serve per accorciare un tratto di corda
senza doverla slegare ai capi.
Fig. 261. Nodo margherita (2)
Consiste nel ripiegare il tratto di corda da accorciare ad S e
nel fare due ganci sui due capi in modo che questi serrino
la parte ripiegata e si blocchino su essa.
Questi ganci possono essere effettuati semplici (gancio di sinistra
nella figura)
oppure col principio del barcaiolo (gancio di destra nella figura).
Fig. 262. Gassa spagnola
Simile al nodo margherita e` la gassa spagnola [1087] [
290] .
Nel nodo margherita i due capi liberi passano in mezzo all'incrocio
delle gasse. Nella gassa spagnola essi restano dalla stessa parte
di tale incrocio. Nella gassa spagnola i due "occhi" non possono scorrere
uno nell'altro cosi` facilmente come nel nodo margherita.
Ne risulta una gassa utile per manovre di soccorso per imbragare
una persona, facendo passare le gambe nei due "occhi" della gassa.
7.2.2 Maniglie di Corda
7.2.2.1 Gasse di Penzoli [1049] e dell'artigliere [1050]
Fig. 263. Gassa di penzoli
Come sempre Ashley propone un sortito campionario di maniglie.
La gassa per penzoli (figura) e il nodo dell'artigliere
(figura sotto), risultano molto facili da eseguire e anche
da sciogliere anche dopo che sono stati stretti.
Purtroppo entrambi tendono anche ad allentarsi.
Fig. 264. Gassa dell'artigliere
Inoltre il nodo dell'artigliere tende a scrorrere alquanto prima di
stringersi. Per questi motivi questi due nodi sono utili solo
come nodi di emergenza (armo temporaneo su un frazionamento
quando proprio c'e` poca corda), e
per fare delle maniglie per tirare un carico.
7.2.2.2 Nodo dell'agricoltore [1054]
Fig. 265. Nodo dell'agricoltore
Concludo l'elenco delle maniglie fisse di corda con una
altra "perla" di Ashley, il nodo dell'agricoltore.
Questo nodo sembra complicato, ma e` di esecuzione
facilissima: si avvolge la corda attorno ad una mano tre volte, con il capo
a monte verso le dita. Si prende la spira centrale e la si porta a
scavalcare la spira a monte (quella dalla parte delle dita).
Poi si prende la spira che adesso sta` al centro e la si porta a scavalcare
la spira a valle (quella sul polso). Per una terza volta si prende
la spira che sta` in mezzo e la si fa scavalcare quella dalla parte delle
dita. E` finito! Si estrae la spira che ora sta` nel mezzo e questa
e` la gassa.
7.2.3 Argano
L'argano e` utilizzato per le manovre di soccorso, per il recupero
di un infortunato su un pozzo.
...
Arganello "Winch" tipo quello da barca a vela.
Deve avere una piastra con cui viene fissato saldamente alla roccia,
altrimenti buona parte dello sforzo viene perso nel giuoco dell'argano.
Ha un tamburo su cui si avvolge (tre o quattro volte) la corda, ed una
leva per operarlo.
Occorre essere in due: mentre uno tiene la corda in tensione sul tamburo
tirandone l'estremita` libera l'altro fa` ruotare il temburo con la leva.
Si riesce ad esercitare facilmente una forza di 250 Kgr con continuita`.
Forze superiori (400 Kgr) sono raggiungibili, ma con trazione discontinua.
Deve essere dotato di cuscinetti a sfera per facilitare il movimento.
...
marco corvi - Sun Sep 7 13:28:51 2008
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