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4.B Strumenti elettronici
Questa appendice raccoglie alcune informazioni sull'impiego di strumenti
elettronici nella topografia ipogea
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416] [
417] .
Per esperienza l'attivita` piu` lenta durante il rilievo e` la
annotazione dei dati e delle informazioni sul tacquino.
Di certo questi strumenti possono aiutare a fare un rilievo piu`
accurato (possibilita` di diminuire l'errore di posizionamento degli
strumenti sui capisaldi), e piu` completo (registrando un numero
piu` elevato di misurazioni, in particolare per le dimensioni
trasversali).
Oltre ad assicurare una miglior accuratezza, riducono le
possibilita` di errori grossolani, e gli errori di trascrizione dei dati
(se lo strumento ha una memoria per immagazzinare i dati, e la possibilita`
di scaricarli direttamente su PC).
I vantaggi degli strumenti di topografia elettronici sono [
418] ,
- una miglior precisione di posizionamento sul caposaldo e
di puntamento, nel caso laser, verso l'altro caposaldo;
- una buona accuratezza (facilmente entro uno o due gradi);
- la possibilta` di misurare tratte molto lunghe;
- la facilita` della lettura in condizione disagevoli;
- la possibilita` di memorizzare le letture e scaricarle sul computer;
- la riduzione degli errori grossolani.
Gli svantaggi (a parte il costo),
- il peso e l'ingombro;
- la possibile sensibilita` dell'elettronica all'acqua e all'umidita`;
- la pericolosita` di eventuali fasci laser;
- la possibile fragilita` agli urti;
- maggiore complessita` di calibrazione;
- la necessita` di avere batterie.
Comunque che con la miniaturizzazione dei componenti
elettronici, questi svantaggi sono sempre meno rilevanti, e
l'impiego di strumenti elettronici nel rilievo ipogeo sara`
presto una pratica comune.
4.B.1 Altimetri
Gli altimetri [
419]
sono strumenti usati per misurare le altezze, o piu`
precisamente la quota, e pertanto possono essere impiegati per rilevare
la profondita` delle grotte.
Nell'atmosfera la pressione decresce con la quota poiche` essa e`
dovuta al peso della colonna d'aria sovrastante.
Dato che l'aria e` un gas, questa dipende molto da come varia la
temperatura con la quota.
La pressione decresce secondo
dP / P = - (g M / R T) dz
dove
g=9.81 m/sec
2,
M e` la massa molecolare
dell'aria, 28.9 gr,
R=8.31 J/M °K, e
T e` la temperatura
in gradi assoluti.
Percio' se la temperatura e` costante (isoterma), la pressione
P(z) ha un andamento esponenziale decrescente.
Se invece assumiamo che una quantita` d'aria salendo o scendendo non scambi
calore (condizioni adiabatiche descritte dalla legge
T P(1-k)/k = cost. dove
k e` il rapporto fra
i calori specifici a pressione e a volume costante (pari
"idealmente" a 7/5 = 1.4 per i gas biatomici come l'aria) risulta
dT = (1-k)/k (g M/R) dz
percio` la temperatura decresce linearmente con la quota.
Il gradiente termico vale in tal caso (gradiente termico adiabatico)
dT / dz = - (k-1)/k (g M / R) = 9.75°C/Km
La pressione decresce come
P(z) = Po { (To - a z)/To }-gM/R
dove
a denota il gradiente termico.
La misurazione con altimetro richiede alcune attenzioni, per
capire le quali dobbiamo sapere che gli altimetri misurano direttamente
la pressione atmosferica e poi convertono questa in un valore di
quota.
La conversione da pressione a quota si basa su alcune assunzioni
(atmosfera standard):
- la temperatura a 0 metri (s.l.m.) e` di 15°C
e la pressione vale 1.01325 105 Pa
- l'atmosfera e` composta da aria secca (senza vapor acqueo)
- il gradiente termico vale -6.5°C/Km fino a 10769 m;
oltre tale quota la temperatura e` costante -55°C.
Ne risulta una variazione di pressione con la quota intermedia fra il
caso adiabatico (
T P(k-1)/k = cost., con
k=1.4)
e quello isotermo (temperatura costante,
k=1), con
k=1.24.
Quando tariamo l'altimetro modifichiamo l'indicazione della quota
con un fattore additivo dz
r in modo che la lettura dell'altimetro,
z" coincida con il valore di riferimento, z"=z
r. L'altimetro funziona
misurando la pressione con la legge (ponendo K'=(k'-1)/k')
P/Po = [1 + (z'-zo) w'/To]1/K'
Dato che abbiamo compensato la lettura z"=z'+dz, e z"=z
r quando
P=P
r. Da questa si calcola
z" = zr + To/w' (Pr/Po)K'
[ (P/Pr)K' - 1 ]
Quando usiamo l'altimetro in grotta dovremmo usare il gradiente di
temperatura della grotta, w (e quindi l'esponente k). Ne risulta una
correzione da apportare alle letture.
Questa correzione, comunque e` abbastanza modesta, e anche per
grandi profondita` non supera la precisione dello strumento
[
420] .
Molto piu` importante e` che la legge di conversione tra pressione e
quota non e` assoluta ma dipende da diversi fattori esterni.
Quando andiamo in montagna questi sono tenuti in conto ritarando
l'altimetro, ad ogni punto quotato.
Il fattore piu` importante e` che la legge di conversione, chiamata
profilo, varia con le condizioni climatiche: in estate l'atmosfera
e` calda e occorre salire di piu` per ottenere la stessa variazione
di pressione che in inverno. Percio` dire all'altimetro che si trova
ad una data quota, e` come dirgli quale e` il profilo adeguato alle
condizioni climatiche del momento.
Bisogna evitare di tarare l'altimetro prima di entrare in grotta
(con una atmosfera "esterna") e poi di fare misure all'interno. La
differenza di clima puo` indurre un errore di decine di metri!
Per evitare cio` si tara lo strumento non all'ingresso, ma dentro
la grotta dove ormai le condizioni atmosferiche sono "interne".
Inoltre in grotta l'atmosfera e` piu` umida, e con minore gradiente termico
(-3.5°C/Km circa che corrisponde a
k=1.11)
che all'esterno. Questo comporta un errore di profilo poiche` gli altimetri
sono costruiti per operare all'esterno, con il profilo della
atmosfera standard.
Pero` l'errore indotto dalla differenza fra il profilo
dell'atmosfera standard e quello dell'atmosfera di grotta risulta trascurabile.
La caduta di pressione per 100 m di dislivello e`
P = Po(1 - (1-k)/k 1.25 10-2 )k/(1-k)
ed, in prima approssimazione, indipenedente da
k e pari a circa
0.01 atm ogni 100 m.
Una sorgente di errori non trascurabile sono
le variazioni di temperatura.
Quando si tara l'altimetro si impone la temperatura locale come quella
di riferimento. Se poi ci portiamo l'altimetro addosso, esso si trovera`
ad una temperatura in genere piu` calda, e comunque soggetta a variazioni
irregolari piu` consistenti di quelle ambientali.
La temperatura di riferimento e` molto importante: una variazione di
15°C equivale ad un errore del 5
Una altra fonte di errore (quasi trascurabile) sono le correnti d'aria.
Una corrente d'aria crea una depressione per cui si misura una quota piu`
alta. Pero` e` cosa di poco conto: la differenze di quota e` valuatbile
in base alla legge di Bernoulli h = v2 / 2 g.
Un "vento" di 10 m/sec (cioe` 36 Km/h) induce un errore di 5 metri.
E` poco, ma e` meglio fare misure dove non ci sono correnti d'aria.
Una causa di errore (non trascurabile) e` che in ogni luogo la pressione
atmosferica non e` costante, ma varia nel tempo. Nell'arco di dieci ore
questa variazione puo` indurre una variazione di misurazione anche di
200 metri.
Questo errore pou` essere compensato facendo due insiemi di misurazioni.
Un altimetro viene tenuto in un punto di referimento, per esempio appena
dentro la grotta dove si sono tarati gli strumenti, e ad intervalli regolari
si eseguono e registrano letture della quota indicata.
Con il secondo altimetro si fanno le misurazioni in grotta registrando anche
l'ora in cui sono state effettuate.
Quando si esce si sottraggono a queste le variazioni rilevate dall'altimetro
di riferimento.
In tal modo l'accuratezza delle misurazioni arriva a 10 metri (cioe`
alla accuratezza dello strumento).
In conclusione per effettuare misurazioni precise con l'altimetro occorre
- avere un altimetro di riferimento all'inizio della grotta;
- tarare lo strumento all'interno della grotta (non all'entrata);
- non trasportare l'altimetro indosso (meglio nel sacco);
- misurare sia in discesa che in salita, e mediare, per ridurre l'errore.
In tal modo si arriva ad una accuratezza del 2
L'altimetro puo` essere usato per misure locali, per esempio per la profondita`
di grandi pozzi, soprattutto se l'andamento non e` proprio verticale (che e`
la situazione di maggiore imprecisione delle misure convenzionali).
Considerando che la variazione su tempi brevi della pressione atmosferica
arriva ad indurre un errore di 30-40 m/h (quando arrivano le grosse
perturbazioni estive), se si scende con una velocita` di 100 metri in dieci
minuti (deve essere un pozzo proprio frazionato tanto!) si ha un errore
(non indifferente) del 6Nel caso piu` comune, senderemo piu` in fretta, assieme alle misure (sopra
il pozzo e alla base) segneremo
anche l'ora in cui sono state fatte, e una volta fuori ci sinceriamo che
le condizioni climatiche non siano variate improvvisamente mentre eravamo
in grotta. Con questi dati possiamo stimare l'accuratezza (cioe` quanto sia
affidabile) la nostra misurazione.
In genere ci si puo` aspettare un errore inferiore al 2
4.B.2 Idrolivello
L'idrolivello consiste di un tubo pieno d'acqua dotato
di na riserva morbida ad una estremita` e all'altra di una scatola
stagna con un profondimetro all'interno (per esempio un Casio), con un vetro
per leggere i valori.
Il dislivello viene ottenuto posizionando la riserva sul caposaldo superiore,
e la scatola con il profondimetro su quello inferiore. I valori di
profondita` vengono poi convetiti in dislivello. La riserva deve essere
messa in modo che il livello superiore dell'acqua sia in corrispondenza
del caposaldo.
Per convertire misure di profondita` in dislivello bisogna fare delle
tarature dello strumento, per esempio su un pozzo verticale usando una
bindella. Errori casuali sono dovuti alla accuratezza del profondimetro
(0.1 m) e ad errori di posizionamento sui capisaldi (pochi cm).
Critici sono invece errori sistematici, che possono anche non risultare da
misure di cicli. La presenza di un tratto di tubo con una bolla d'aria
comporta un errore sistematico: la misura e` ridotta della lunghezza
della bolla. Per evitarle bisogna riempire il tubo all'esterno, con acqua
calda, e controllarlo spesso. Lasciarlo raffreddare prima di portarlo
in grotta e/o di calibrarlo,
perche` seppur le variazioni di temperatura che si hanno
in grotta non sono significative, quella tra acqua calda e fredda lo e`.
Piccole bolle si formano sulle pareti del tubo
per degassazione: finche` non si forma una grossa bolla che interrompe la
colonna d'acqua non e` un problema.
Un altro errore sistematico e` la presenza di un vuoto: se si inserisce il
profondimetro nella scatola (tenendola immersa) mentr il tubo non e`
orizzontale, si forma una depressione al suo interno, per cui le misure
risultano ridotte. Altri errori possono sorgere dalla compressione (od
espansione) della riserva; evitare quindi di comprimerla con la mano
impugnandola.
Un problema puo` insorgere a caua della non-linearita` del profondimetro
(soprattutto agli estremi dell'intervallo di lavoro). In certi casi
altri metodi sono piu` accurati (per esempio su tiri perfettamente
verticali e` meglio usare la bindella). Un altro errore sistematico e`
l'influenza della pressione atmosferica: sulla riserva agisce la
pressione atmosferica, percio` le profondita` vanno corrette compensandone
le variazioni. Se non se ne tenesse conto in 1000 m ci sarebbe un errore
di un metro, oltre all'errore indotto da variazioni meteorologiche.
Si porta un barometro e si segnano anche i valori della
pressione.
Forse con una riserva apribile certe fonti di errore sarebbero
eliminate: aprendo la riserva durante le misure non ci sarebbero errori
di "vuoto". Restano gli errori dovuti a bolle nel tubo, per cui bisogna
controllare che queste siano assenti. Eventuali bolle potrebbero essere
rimosse con un rubinetto di spurgo nella cassa che contiene il profondimetro,
facendole scendere fino ad essa, riempiendo la riserva al contempo.
Resta la correzione della pressione atmosferica, che e` una
correzione della calibrazione.
La pressione sul manometro e` P = P
atm + d g H. Per cui
H = (P - P
atm)/(d g). In generale se lo strumento e` calibrato
ad una certa pressione atmosferica P
0 per cui si ha che a tale pressione
H = k P - b0
alla pressione P
1 si ha che
H = k P - b
0 - (P
1-P
0)/(d g).
Assumendo una variazione lineare della pressione atmosferica con la quota,
P(z) = P
0 - a (z - z
0), si puo` scrivere
H = k P - z
0 - a' (z
0 - z) cioe`
il dislivello reale e` pari a quello ottenuto con la calibrazione
a quota z
0 meno un termine correttivo proporzionale
alla differenza di quota (circa 10 cm ogni 100 m).
4.B.3 Longhimetri laser
Il longimetro Disto [
351] [
421] [
422] [
423]
della Leica impiega un laser
a 670 nm 2 mW di classe 2/II. Il fascio laser e` modulato in
ampiezza e la distanza viene misurata
in base alla differenza di fase del fascio riflesso.
Lo strumento esegue una serie di misure, stimandone il valore medio
per portare l'errore entro i limiti di specifica. Percio` se
viene puntato verso una superficie liscia e riflettente la misurazione
risulta piu` veloce.
Il modello Disto D3 ha integrato anche un inclinometro, e fornisce
sia la misura della distanza che quella dell'inclinazione, per angoli
inferiori a 45 gradi (con una accuratezza di 0.3 gradi).
Il modello DLE50 della Bosch [
424] e` ababstanza "economico"
ed e` certificato resistente a spruzzi e polvere (IP54), tranne che per
il comparto batterie. Il tempo di misura e` un secondo, ma sale quando
le batterie cominciano ad essere scariche. Le batterie dovrebbero
durare per 30000 misure, pero` in grotta (probabilmente con le basse
temperature) durano meno. Nelle posizioni scomode puo` risultare difficile
tenere premuto il bottone di misura con lo strumento fermo.
E` consigliabile tenere il distanziometro
in una busta di plastica fra una misura e l'altra.
Un vantaggio del distanziometro e` la facilita` con cui si misurano le
dimensioni trasversali (almeno con l'accuratezza solita di 10 cm).
Un altro vantaggio e` quello di non aver la bindella da tirarsi dietro
o da riavvolgere.
Un problema e` la difficolta` di puntare il raggio laser sul caposaldo.
All'aperto si vede solo il "punto" sulla superficie ed e` abbastanza
difficile muovere lo strumento in modo da puntare una regione piccola.
Probabilmente in grotta, l'atmosfera satura di umidita` diffonde un poco
la luce del fascio, cosicche` si "vede" il raggio e risulta piu` semplice
indirizzarlo sul caposaldo. Ci vuole un po di pratica a tenere lo
strumento fermo che punta sul caposaldo, per fare una misura [
424] .
Ci si puo` aiutare appoggiandolo alla roccia.
Un punto importante e` il pericolo di colpire i compagni negli occhi.
Questo richiede attenzione sia da parte di chi effettua la misura,
che da parte dei compagni che devono evitare di rivolgere lo sguardo
verso il misuratore.
Infine ricordarsi che puntare lo strumento direttamente verso il sole
puo` danneggiarlo, poiche` la lente focalizza i raggi solari all'interno.
4.B.4 Clinometro elettronico
Il clinometro digitale laser [
416]
ha un precisione di 0.1 gradi,
deve essere reso impermeabile siliconando tutti i punti dove potrebbe
entrare acqua.
Operativamente con il pollice si preme sul pulsante di accensione,
poi si accende il laser girando la vite sul retro, si dispone questa vite
sul caposaldo, e si mira all'altro caposaldo con il laser. Premere il
pulsante di lettura. Per fare una lettura ci vogliono pochi secondi.
La linea del fascio laser puo` essere usata come guida per fare una
lettura migliore della direzione quando il tiro e` inclinato.
4.B.5 Bussola elettronica
La bussola Revolution di True North Tehnologies (www.tntc.com) [
425]
ha una accuratezza di mezzo grado in direzione e 2/10 in inclinazione,
permette di fare misure di direzione fino a inclinazioni di 80 gradi,
e anche se notevolmente piegata di lato (fino a 40 gradi).
Riporta la direzione, l'inclinazione e l'angolo di rotazione laterale, oltre
ai valori del campo magnetico.
E` interfacciabile via seriale ad un PC.
4.B.6 Strumenti integrati
Kombi e` uno strumento integrato che racchiude una bussola elettronica,
un clinometro elettronico ed un distanziometro laser. Ha una accuratezza
1 grado nelle direzioni (con inclinazioni entro +/- 15 °),
1 grado nelle inclinazioni e 3 mm per le distanze. Ci vogliono uno o
due secondi per effettuare una misurazione completa. I valori misurati sono
mostrati su un display e vengono memorizzati (fino a 1000 misure) per
essere poi facilmente scaricati su un PC. La massima distanza misurabile
dipende dalle condizioni di riflettanza della parete, e varia tra i 30 e
i 100 m. La minima distanza misurabile e` 30 cm.
E` sviluppato e prodotto da T. Ondrouch, ingegnere ceco, ed e` disponibile
in tre versioni:
- una versione con solo bussola e clinometro (Kombi-2);
- una con bussola, clinometro e distanziometro, ma senza la
memorizzazzione dei dati (Kombi-3);
- ed una completa (Kombi-4).
Un altro strumento integrato e` lo
Shetland Attack Pony,
che combina bussola e clinometro
[
426] [
427] [
428] .
Ha l'accuratezza di un grado.
Infine esiste una scheda elettronica per trasformare il distanziometro
Disto3 della Laica inuno strumento integrato per delle misure complete,
distanza direzione ed inclinazione [
429] . Questa scheda
ha anche un'interfaccia bluetooth, per cui puo` essere integrata con un
dispositivo palmare per una esecuzione del rilievo completa di disegni
gia` in grotta [
430] .
Si basa su tre sensori di campo magnetico e tre sensori di campo
gravitazionale, e misura le componenti dei due campi lungo i tre
assi. Per delle misure abbastanza precise il distanziometro deve
esser tenuto fermo per circa due secondi.
La calibrazione richiede la misura di 14 direzioni (idealmente le direzioni
dal centro di un cubo ai centri delle sei faccie e ai vertici) disponendo
lo strumento in quattro orientazioni, ruotato a 90 gradi una dall'altra, per
ogni direzione, per un totale di 56 misurazioni. Almeno quattro di queste
direzioni devono essere misurate con precisione. La calibrazione deve esser
effettuata in un posto senza interferenze magnetiche (per esempio, un bosco).
L'accuratezza della calibrazione dovrebbe arrivare ad alcuni decimi di grado.
4.B.7 Sensori elettronici
I sensori elettronici utilizzati per gli strumenti topografici elettronici
sono accelerometri, che rilevano la direzione del campo gravitazionale, cioe`
la verticale (diretta verso il basso), e sensori magnetici, che rilevano il
vettore del campo magnetico.
Gli accelerometri hanno una sottile piastradi silicio con conduttori sui due
lati. Quando la piastra viene piegata a causa della accelerazione la sua
capacita` cambia. Questo permette di misurare l'accelerazione.
I sensori magnetici sono basati sull'effetto magneto-resistivo: la resistenza
di una pellicola magnetizzata di Ni-Fe varia a seconda del campo magnetico
esterno. La variazione e` proporzionale alla componente del campo magnetico
perpendicolare alla pellicola.
Una volta misurati i vettori
g del campo gravitazionale e
m del
campo magnetico (nel sistema di riferimento dello strumento), la direzione
del vettore
est e` data dal loro prodotto vettoriale,
e=
g x
m.
Il vettore del
nord e` poi dato dal prodotto vettoriale fra il campo
gravitazionale ed
est:
n=
g x
e.
La terna
e,
n,
-g e` il sistema di riferimento rispetto a cui
siamo soliti fare le misure topografiche. Dette (x,y,z) le componenti rispetto
a questa terna del vettore di puntamento dello strumento, che vale (1,0,0) nel
sistema di riferimento dello strumento stesso, si ha
x = cos(clino) sin(bussola)
y = cos(clino) cos(bussola)
z = sin(clino)
Da queste si ricavano facilmente le letture di clinometro e bussola.
Per trovare (x,y,z) si risolve il sistema
1 = x e1 + y n1 - z g1
0 = x e2 + y n2 - z g2
0 = x e3 + y n3 - z g3
Fig. 198. Calibrazione strumenti elettronici
Un problema degli strumenti elettronici e` la calibrazione.
La precisione nell'assemblaggio dei componenti implica che i vettori
rilevati dai componenti elettronici non formano una terna ortogonale.
Per risalire ad una terna ortogonale devono essere ruotati, cioe`
i vettori del campo gravitazionale e magnetico sono legati a
quelli misurati,
g' e
m', da relazioni lineari,
g
i=G
ijg'
j e m
i=M
ijm'
j.
Quindi e
i = E
ijk g'
j m'
k, e similmente per le
componenti di
n. Le direzioni della terna ortogonale sono
percio` legate ai vettori rilevati da relazioni lineari,
ei = Eijk g'j m'k
ni = Nijk g'j m'k
gi = Gij g'j
Il problema della calibrazione consiste nel trovare i coefficienti
delle matrici E, N, G. Un modo per risolverlo consiste nel misurare
diverse direzioni in condizioni controllate e nel minimizzare l'errore
di restituzione dei dati (nord ed inclinazione).
marco corvi - Tue Sep 16 21:56:17 2008
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