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4.5 Errori e trucci
4.5.1 Errori di rilievo
Con l'uso di mezzi informatici per la restituzione del rilievo, gli
errori in fase di restituzione, cioe` nell'elaborazione dei dati e nella
stesura di pianta e sezione, sono spariti. Restano invece gli errori
in fase di rilevazione, cioe` in grotta quando si fanno le misure.
Gli errori sono di vari tipi
[
348] [
349] [
350] [
351] .
Ci sono errori dovuti alla precisione degli strumenti.
Gli strumenti che utilizziamo, bussola, clinometro e bindella, hanno
una certa precisione che rappresenta l'errore minimo con cui possiamo
fare la misura. Per esempio la bindella ha segnati i centimetri, questo
vuol dire che non possiamo fare una misura accurata al millimetro con essa.
La sua precisione e` quindi del centimetro. Similmente la precisione
di bussola e clinometro Suunto e` di 0.5°.
Questi sono errori intrinseci degli strumenti.
Per diminuirli dovremmo usare strumenti piu` precisi.
Poi ci sono errori dovuti alla procedura di misurazione.
Anche questi sono inevitabili; quello che e` importante e` essere coscienti
del loro ordine di grandezza. E` l'errore col maggior ordine di grandezza
che determina la precisione del risultato finale, cioe` del rilievo.
Percio` bisogna cercare di contenere questi errori entro un margine di
precisione comune, ed evitare errori troppo grossi.
Vediamo di analizzare questi errori.
Sovente nel fare le misure cerchiamo di mettere la luce sul caposaldo
traguardato e di metterci a misurare sull'altro caposaldo.
Gli errori insorgono dalla precisione con cui possiamo mettere le luce
su un caposaldo e da quella con sui possiamo mettere lo strumento sull'altro.
Infatti uno spostamento trasversale di x centrimetri su una distanza
di d centimetri da` luogo ad un errore angolare di circa
57 x/d°. Per avere una precisione inferiore ad un grado
il massimo scostamento deve essere x <d/57. Cioe` 8 cm su 5 m,
17 cm su 10 m, e 34 cm su 20 m. Quindi per misurare con la precisione degli
strumenti (0.5°) la luce traguardata, lo strumento non
dovrebbere distare dal caposaldo piu` di pochi centimetri, soprattutto sulle
tratte corte.
Per mettere la luce vicino al caposaldo lo speleologo deve togliersi il
caschetto e tenerlo con la mano in modo che la luce "stia sul caposaldo".
Questo da` comunque un errore di qualche centimetro proprio per le dimensioni
stesse della luce e del caposaldo (se marcato con un punto di nerofumo).
Per l'osservatore le cose sono piu` difficili: non basta mettere lo strumento
sul caposaldo. Devi anche guardarci dentro, devi illuminarlo, e
devi allinearlo con l'altro caposaldo, e devi metterlo orizzontale o verticale.
Spesso tutto cio` e` molto difficile da fare con un errore inferiore a
una decina di centimetri. Dunque sommando possiamo dire di poter
fare delle misure con una precisione trasversale di
Et,0 = 15 centimetri.
Questo vuol dire 2°a 5 m, 1°a 10 m, e 0.5°a 20 m.
Per migliorare l'accuratezza della misura si deve effettuare la lettura
traguardando il caposaldo, cioe disponendo in linea lo strumento,
il caposaldo e la luce del compagno (posta sull'altro caposaldo).
Sovente le condizioni operative rendono cio` difficile.
Gli angoli piu` difficili da leggere sono le direzioni di tratte
molto inclinate, soprattutto se verso il basso, perche` la bussola
deve essere tenuta abbastanza orizzontale. Quindi e` molto difficile
stimare accuratamente la verticale che scende dal caposaldo illuminato
e misurare bene la direzione.
A questo errore di posizionamento si aggiunge l'errore strumentale.
Teoricamente questo sarebbe di mezzo grado. Nelle condizione pratiche
di rilievo e` fin troppo ottimistico assumere un errore di un grado.
Il totale abbiamo un errore trasversale,
Et = Et,0 + d/57
cioe` circa 23 cm a 5 m, 32 cm a 10 m, e 49 cm a 20 m.
Per l'errore longitudinale, il posizionamento sul caposaldo non da` problemi
ed e` dell'ordine di due centimetri. Invece c'e` l'errore dovuto al
tendere la bindella: questo e` quantificabile nell'ordine di 10 cm al massimo
su 20 m (in generale vale 2-3 cm).
Quindi l'errore longitudinale e` dell'ordine di 5 - 10 cm.
I tiri lunghi sono piu` sensibili agli errori angolari (direzione
e inclinazione), mentre quelli corti sono sensibili agli errori di
posizionamento.
Fortunatamente questi errori non si sommano sui vari tiri, ma si compensano.
Dalla statistica l'errore complessivo del rilievo non cresce con il numero
N delle tratte, ma con (N)
1/2. Quindi l'errore totale sul
rilievo, cioe` la precisione del rilievo, e`
Et,tot = (N)1/2 Et,0 + (1/57) ∑( d )/(N)1/2
Per esempio su 1000 metri di rilievo questo da` un errore di circa 3.5 m.
Un altro tipo di errore e` quello sistematico.
Per esempio un errore di calibrazione di uno strumento.
Una bindella cui manca il primo pezzo di nastro, e bisogna partire dal
segno di 1 m, ha un errore sistematico di un metro (cioe` tutte le misure
si leggono piu` lunghe di un metro). La calibrazione consiste nel farne
una nota e nel sottrarre 1 m dai dati nell'elaborazione; nel fare la
misurazione si scrive il numero che si legge, poiche` solitamente non siamo
abituati a sottrarre un metro: questa operazione e` piu` convenientemente
fatta dopo, a casa. Anche bussola e clinometro possono essere affetti da
errori di calibrazione. Per la bussola cio` comporta una rotazione del
rilievo rispetto al nord; se si usano due bussole la calibrazione e`
importante per mettere assieme i differenti rilievi.
Un errore di calibrazione del clinometro produce risultati drasticamente
sbagliati.
La bussola viene calibrata traguardando due punti di cui e` nota la posizione
(sulla carta topografica) in piano. Tener condo della deviazione magnetica.
Il clinometro viene calibrato traguardando due punti in un verso e poi
nell'altro. La correzione del clinometro e` meta` della differenza fra le
i valori assoluti delle due letture, ed ha il segno della lettura con
valore assoluto inferiore.
In conclusione per fare un buon rilievo occorre
- fare il rilievo alternandosi alle stazioni. Questo permette di
compensare l'errore sistematico dovuto al modo personale di ognuno di noi
di leggere gli strumenti. Altrimenti bisogna fare la calibrazione
prima di iniziare ogni rilievo per tener in conto l'errore sistematico
personale di lettura.
- effettuare la presa dei dati al meglio possibile, e in particolare
evitare la fretta;
- fare sempre misurazioni: evitare di stimare i dati;
- avere uno spirito critico per riconoscere la accuratezza delle
misurazioni e quindi l'errore nei dati;
- chi prende nota dei dati deve prestare attenzione, per riconoscere
eventuali errori grossolani mentre si e` ancora sul posto e si puo`
rifare la misura.
Una sola misura fatta male invalida tutto il resto del lavoro.
Fig. 183. Chiusura di un anello: errore
La figura sopra mostra l'errore "accettabile"
sulla chiusura di un anello. Sull'asse orizzontale e` la lunghezza dell'anello
in metri, su quello verticale l'errore di chiusura. Ci sono curve
differenti per lunghezza media dei tiri diverse. Le curve superiori si
riferiscono ad un rilievo con accuratezza di 20 cm sul posizionamento sui
capisaldi, 20 cm per le distanze, e 2 gradi per gli angoli.
Quelle inferiori ad accuratezza di 5 cm sui capisaldi, 5 cm per le distanze,
e 1 grado per gli angoli. Se l'errore di chiusura di un anello sta' sopra
la curva vuol dire che c'e` qualche tiro grossolanamente sbagliato.
4.5.2 Trucchi di rilievo
4.5.2.1 Anelli chiusi
Gli anelli chiusi (e le poligonali delle sale) sono il piu` importante
mezzo per verificare la correttezza del rilievo. Un anello e`
equivalente a due rilievi che uniscono due capisaldi diametralmente
opposti. Se e` stato fatto un errore (di misura o di trascrizione)
i due rilievi non finiscono nello stesso punto. Questi controlli
sono tanto migliori quanto piu` piccoli sono gli anelli, perche`
un eventuale errore non puo` essere "distribuito" su tante tratte.
La verifica di anelli chiusi viene fatta automaticamente dai
programmi di restituzione dei rilievi. Questi, come pure la
teoria per la trattazione degli anelli, sono descritti nella
App. 5.a
4.5.2.2 Tiri molto lunghi
Quando si misura un condotto rettilineo piu` lungo di 20 metri si puo`
fare un tiro solo partendo dal primo caposaldo tendendo la bindella e
lasciandola a terra avendo cura di fare un segno (un sasso, un segno sul
fango) a segnare il limite dei 20 m.
Quindi ti porti al secondo caposaldo e lo scegli mettendoti in linea con
la bindella e il tuo compagno sull'altro caposaldo. Misurate direzione
e inclinazione. Poi riprendete la bindella e completate la misura della
distanza in piu` tiri.
Da notare che l'allineamento della bindella non e` critico nelle misure di
distanza un errore di 20 cm corrisponde a mezzo grado e cambia la distanza
di 1 mm. Molto piu` importante segnare il traguardo da cui si riparte
perche` in questo c'e` un errore (pochi cm) e questi errori si sommano.
Ad ogni modo quando tendi la bindella fra due caposaldi essa non deve
toccare la roccia (ne` altri ostacoli) altrimenti e` difficile
fare una accurata lettura di direzione ed inclinazione.
Comunque e` bene evitare tiri troppo lunghi.
Pongono troppi problemi per chi deve fare lo schizzo e
prender nota delle caratteristiche intermedie.
Meglio spezzare il tiro in tratte da 20 metri al massimo, ponendo
dei capisaldi in posizioni dove ci sono elementi da riportare
sul rilievo (pozze, slarghi, etc.).
4.5.2.3 Misure alternate
Nel fare il rilievo alternandosi alle stazioni, cerca di fare dei tiri
di lunghezza comparabile, per migliorare la compensazione degli
errori.
4.5.2.4 Scrivere i dati
Se le condizioni di misurazione sono molto critiche (acqua, fango, etc.)
e` bene scrivere ogni misura sul tacquino due volte, per ridurre la
possibilita` che risultino non leggibili.
Oppure, uno scrive i dati e fa le misure, l'altro fa gli schizzi
e scrive i dati. In tal modo si hanno due indipendenti annotazioni
delle misurazioni.
Chi prende nota della misurazioni ripete sempre ad alta voce i numeri che
scrive, nell`istante in cui li scrive cosicche` colui che ha fatto la misura
lo sente e puo` correggerlo se c'e` uno sbaglio, oltre a ricevere conferma
che ha pronunciato il dato correttamente (a volte si pensa una cosa e se
ne dice un'altra) e che
il dato e` stato trascritto (e puo` quindi dimenticarselo).
4.5.2.5 Busta per il tacquino
Per proteggere il tacquino (o i fogli) dei dati dall'umidita` (acqua) e dal
fango, si portano entro una busta di plastica, che poi si tiene sotto la
tuta.
4.5.2.6 Scrivere i capisaldi
Attaccare alla scatola della bindella un chiodo (o qualcosa di simile)
con un cordino, cosicche` chi prende le distanze ha qualcosa per fare
un segno preciso (al centimetro) sulla parete, o sull'argilla
[
352] .
Per esempio scrivere il numero del caposaldo all'interno del pallino
(o del segno "+") lasciato col nerofumo.
I capisaldi possono esser anche segnati con della vernice
(o smalto da unghie). Il segno risulta colorato (in genere si sceglie
un colore rosso o azzurro), piu` piccolo del nerofumo, e piu` stabile.
I capisaldi molto importanti vengono anche annotati col nerofumo, o con
la vernice.
4.5.2.7 Portare la bindella
La scatola e il capo della bindella devono avere un anello per
agganciarli con un
moschettone durante la progressione.
Quando si misurano pozzi verticali chi sta sotto tiene la scatola
della bindella, altrimenti il nastro tende a uscire per il suo peso.
4.5.3 Se si rompe al bindella
Se si rompe la bindella puoi continuare a rilevare usando la tacca
del primo metro intero rimasto sulla bindella come riferimento.
Le misure devono essere corrette sottraendo il valore d tale tacca.
Per esempio se la bindella si spezza fra "1" e "2" metri, usa la tacca
"2m" come riferimento e sottrai due metri a tutte le letture.
Per esser certo di aver fatto la sottrazione sul tacquino annota
la lettura nel campo delle note a la misura (cioe` la lettura meno il
riferimento) nel campo delle distanze. Per continuare l'esempio,
se hai letto 5.37 scrivi 5.37 nelle note e 3.37 come distanza.
4.5.3.1 Misure verticali (o quasi)
La misura di tratte verticali [
337]
viene eseguita lasciando penzolare la
bindella; sono tiri facili (l'inclinazione e` +90 o -90, e la
direzione e` irrilevante) e abbastanza accurati
purche` la bindella non tocchi da alcuna parte.
In particolare i riporti verticali hanno solo l'errore di posizionamento
sul caposaldo.
Per tenere la bindella tesa ci si puo` appendere un moschettone.
Se devi posizionare un caposaldo, e il prossimo tiro sara` verticale
puoi vedere dove andra` lasciando cadere un piccolo sasso.
Le misure quasi verticali, al contrario, sono difficili e inaccurate,
soprattutto sulla direzione. Infatti bisogna estrapolare la linea
verticale vista nell'oculare della bussola; ma tale linea non e`
proprio verticale perche` la bussola non e` proprio orizzonatale
(anche se e` contronbilanciata per compensare l'inclinazione del
campo magnetico). Solitamente e` piu` facile misurare verso l'alto
che verso il basso. Per ovviare a cio` cerca di fare la misura
quando c'e` ancora la bindella tesa fra i due capisaldi, e mira
alla direzione della bindella. Il clinometro e` meno problematico,
l'unico problema potrebbe essere di inclinarlo lateralmente
(il che falsa la lettura).
Un altra tecnica consiste nell'alternare tiri verticali a tiri
quasi orizzontali, cioe` fare un rilievo "a scala".
4.5.3.2 Dimensioni laterali nei pozzi
Nei pozzi, tiri verticali, le dimensioni laterali "sopra" e "sotto"
hanno poco senso, sono giusto la misura del pozzo, a meno che questo
continui verso l'alto con un camino. Parimenti quando si scende nel vuoto
"destra" e "sinistra" possono essere direzioni ambigue.
Una soluzione e` quella di interpretare LRUD come dimensioni nelle
direzioni Ovest-Est-Nord-Sud. A volte pero` e` piu` utile registrare
la dimensione (orizzontale) in determinate direzioni, scrivendo anche
la direzione di vista, per esempio "210N 5" indica 5 m in direzione 210N.
In tal modo si possono disegnare facilmente
delle sezione trasversali (orizzontali) del pozzo.
4.5.3.3 Quando il disegno esce dal foglio
Quando rilevi fai anche uno schizzo della pianta e della sezione.
Inevitabilmente accade che il disegno arriva al margine del foglio e
devi riprenderlo cominciando da una altra parte del foglio o su un
nuovo foglio. Per marcare la continuita` fra i due disegni traccia
una linea trasversale alla galleria dove interrompi il primo
e una simile dove inizia il secondo. Non e male se i contorni
della galleria escono un poco oltre tale linea: si vede meglio la
continuita` del disegno. Se i due disegni sono sullo stesso foglio
unisci le due linee trasversali in modo da evidenziarne l'identita`.
Altrimenti marcale con una coppia di lettere, per esempio "A-A".
Fig. 184. Raccordo con linee trasversali
4.5.4 Accuratezza e precisione nel rilievo
L'accuratezza e` il grado con cui un rilievo rappresenta la realta`.
Dipende dalla qualita` dei dati, cioe` da come questi descrivono
la realta` [
353] .
La precisione e` il limite di misurazione che si puo` ottenere
con determinati strumenti e procedure operative. Essa descrive
l'uniformita` con cui si ottiene una certo valore nell'eseguire
le misurazioni.
Supponiamo di misurare tante volte un tiro di rilievo.
L'accuratezza mi dice quanto il valore medio delle
mie misure si avvicina al valore reale. La precisione
e` l'errore medio che commetto nel fare le misure.
E` abbastanza semplice stimare la precisione.
Se nel misurare la direzione fra due capisaldi, leggo sempre
dei valori entro un intervallo di +/- 1°, ho una precisione
di 1 grado. Questo non vuol dire che ho una accuratezza di 1 °poiche` potrei stare usando una bussola sballata.
Nel caso del rilievo ipogeo la precisione delle misurazioni
e` necessaria per raggiungere una certa accuratezza.
La bindella quando e` ben tesa ha un errore di 2-3 cm
[
352] .
Gli strumenti Suunto riportano il mezzo grado.
Tuttavia le modalita` operative spesso riducono le precisione
a 1-2 gradi [
354] [
355] .
E` inutile prendere dati con falsa precisione
cioe` scrivere le misure con un numero di cifre superiore
a quelle significative. Per esempio non ha senso dire che
la misura della distanza e` 857.5 cm, anche se la bindella riporta i mezzi
centimetri, quando il posizionamento sui caposaldi
ha una incertezza di 2 cm. Similmente e` importante evitare
la falsa accuratezza. Per esempio dire che il tiro e` lungo
857.5 cm quando la precisione della misura e` affetta da un errore
di 2 cm.
Avendo a disposizione i "valori reali" si puo` stimare
l'accuratezza mediante il coefficiente Kappa di Cohen.
Sia
p(x
m,x
r) la probabilita` di misurare
xm,
quando il valore reale e`
xr. La probabilita` di
misurare
xm e`
pm(xm) = ∑p(xm,xr) dxr
Similmente la distribuzione dei valori reali e`
pr(xr) = ∑p(xm,xr) dxm
Il coefficiente Kappa e` definito come
K = ( d - q ) / (1 - q )
dove
d=∑p(x,x) dx mentre
q=∑p
m(x) p
r(x) dx.
Tanto piu`
K e` vicino ad uno tanto piu` accurati sono i valori.
Fig. 185. Accuratezza e precisione
4.5.4.1 La scala di accuratezza della BCRA
La pubblicazione della UIS [
344] conteneva anche delle
indicazioni per la accuratezza del rilievo.
- schizzo a memoria, non in scala
- disegno senza strumenti, scala approssimativa
- misure con bussola (precisione 10 °) e bindella; errore sui
capisaldi di 20 cm
- bussola (1 grado) e bindella
- bussola, clinometro (1 grado) e bindella metallica; errore
sui capisaldi 5 cm
- come al punto precedente, ma con strumenti su treppiede e
precisione al mezzo grado
- teodolite e bussola, bindella metallica; rilievo di precisione.
Questa scala di accuratezza e` praticamente poco utilizzata [
356] ,
mentre quasi ovunque si utilzza la scala di "qualita`" dei rilievi
sviluppata negli anni dalla
British Cave Research Association [
330] [
357] [
338]
e disponibile online
http://www.bcra.org.uk/surveying
.
Questa tien conto sia della accuratezza della presa dei dati
che di quella della restituzione.
Grado
|
Inclinazione
|
Direzione
|
Distanza
|
Posizionamento sui capisaldi
|
G3
|
+/- 2.5° |
+/- 2.5° |
50 cm
|
50 cm
|
G5
|
+/- 1.0° |
+/- 1.0° |
10 cm
|
10 cm
|
G6
|
+/- 0.5° |
+/- 0.5° |
+/- 1 cm
|
+/- 2.5 cm
|
A queste si aggiungono due gradi piu` approssimativi,
G1 (schizzo a memoria), e G2 (schizzo con misure di distanze e
direzioni).
Infine c'e` un gradoi, GX, per rilievi di precisione fatti con il
teodolite (o strumento analogo).
Oltre alla accuratezza della poligonale, la scala BCRA considera
anche la qualita` dei dettagli,
- A: dettagli disegnati a memoria;
- B: stime annotate in grotta;
- C: misure fatte ai capisaldi;
- D: misurazioni di dettaglio (errore 10 cm) anche in altri punti.
4.5.4.2 La scala di accuratezza della ASF
La Australian Speleological Federation utilizza tre scale
per descrivere il grado di qualita` di un rilievo
[
358] [
359] .
La prima si riferisce alle misure della poligonale (tabella sotto),
la seconda alle informazioni morfologiche e di dettaglio,
la terza serve ad indicare correzioni nel corso
della elaborazione del rilievo.
Il grado di un rilievo e` indicato da due cifre (la prima per le misure,
la seconda per i dettagli) eventualmente seguite dalle lettere di suffisso
relative all'elaborazione, per esempio "Grado ASF 43A".
Grado
|
Precisione angolare
|
Precisione lineare
|
Accuratezza
|
Note
|
0 |
- |
- |
- |
senza grado
|
1 |
- |
- |
- |
schizzo a memoria
|
2 |
- |
- |
- |
schizzo da note
|
3 |
5° |
50 cm |
10% |
bussola e bindella
|
4 |
2° |
10 cm |
5% |
strumenti e disegno
|
5 |
1° |
5 cm |
2% |
strumenti calibrati
|
6 |
15' |
2 cm |
1% |
strumenti calibrati e montati su tripode
|
7 |
5' |
1 cm |
0.1% |
miniteodolite
|
8 |
20" |
5 mm |
0.02% |
teodolite
|
9 |
1" |
0.5 mm |
0.004% |
...
|
Il grado della morfologia e` riportato nella seguente tabella.
Eventuali suffissi di elaborazione sono elencati nella tabella
successiva.
Grado
|
Metodo
|
0 |
senza grado
|
1 |
disegno a memoria
|
2 |
note; dimensioni stimate
|
3 |
misure dei dettagli principali, stima degli altri
|
4 |
misure dei dettagli significativi
|
5 |
misure di tutti i dettagli
|
Suffisso
|
Metodo
|
A |
corretto per chiusura di cicli
|
C |
corretto per anomalie magnetiche
|
E |
verificato e corretto con metodi elettromagnetici
|
marco corvi - Tue Jan 22 12:56:11 2008
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