Chiesa a Rocchetta Alta Il Municipio e la Chiesa di Rocchetta Nuova Castelnuovo ai piedi delle Mainarde  
 

Rocchetta a Volturno

 

Staz.FF.SS. a Roccaravindola (21 km)

 

Provincia: IS - C.A.P. 86070 - Altezza s.l.m. 650 - Superficie kmq 6

 Abitanti: 1150 -  Santo Patrono: San Vincenzo

Festa del S. Patrono: 1a domenica di Maggio

 

TELEFONI UTILI

 
Municipio 0865 955200         Carabinieri: 0865 955100/200
Fax Municipio 0865 955100          Guardia medica 0865 955385

Origini

Rocchetta Alta

Rocchetta risale al VII secolo d.C., nel Medio Evo,  ed era un piccolo villaggio chiamato "Vaccareccia", situato sul colle chiamato Bactaria nel territorio di appartenenza di San Vincenzo al Volturno.
Fu distrutta durante le invasioni saracene e ricostruita nel XII secolo, con il nome di
Rocchetta dell'Abbadia sul colle dove adesso c'è Rocchetta Alta
. Il nome odierno risale al 1863.

Storia

I ruderi del castello Battiloro

Le origini del castello di Rocchetta al Volturno vanno ricercate intorno al XII secolo quando l’abate Marino, di San Vincenzo al Volturno, indusse alcune famiglie provenienti da Atina, sua città natale, a trasferirsi nelle terre di proprietà della Badia, esercitando il cosiddetto “ius incastellandi”.

La scelta dell’Abate di creare un nucleo a Rocchetta Alta, dopo la seconda ondata saracena, era motivata da ragioni di difesa dei territori dell’abbazia, che uscivano da un periodo di grandi violenze e distruzioni.  

L'antica Chiesa dell'Assunta, oggi pericolante

La costruzione del castello fu contemporanea allo sviluppo urbanistico del borgo che si sviluppò proprio intorno al maniero.

 L’Abbazia di San Vincenzo al Volturno rimase proprietaria del feudo fino alla fine del XV secolo e fu governata dai benedettini, ai quali succedettero cronologicamente le seguenti famiglie: Evoli, Caldora, Pandone, Barone e per concludere i Battiloro.

Antonio Caldora perse la titolarità su Rocchetta in seguito alle lotte angioino - aragonesi del 1442: fu punito da Alfonso I d’Aragona, re di Napoli, per aver tradito la monarchia

Una scultura sulla Chiesa dell'Assunta

abbracciando la causa angioina. Ad Antonio Caldora successe Francesco Pandone, già conte di Venafro, la cui stirpe rimase titolare di Rocchetta sino al 1525. Numerose famiglie si susseguirono nella titolarità di Rocchetta, ultima delle quali la famiglia Battiloro con Candido che divenne proprietario del maniero di Rocchetta nel 1725. E proprio a questa famiglia dobbiamo il nome del castello.

Il Comune, attualmente, è costituito da tre distinti nuclei abitati: Rocchetta Alta, Rocchetta Nuova e Castelnuovo a

Case di Rocchetta vecchia

Volturno.

Rocchetta Alta è un centro disabitato, costituito da case addossate l’una all’altra, da stretti vicoli e passaggi di epoca medievale. Surreale e affascinante, questo luogo attrae turisti e curiosi, che non resistono al fascino di una passeggiata nel passato. Una piccola Pompei del

‘900, distrutta nel corso della II guerra mondiale, che ha una storia più recente, ma altrettanto significativa, da raccontare. A stupire il visitatore è soprattutto l’atmosfera che regna nel borgo: passeggiando per le stradine non si può fare a meno di immaginare quella che doveva essere la vita dei suoi abitanti con le loro botteghe, la loro chiesa, il loro Municipio.

Rocchetta Nuova è l’abitato situato in pianura e costituito da case di recente costruzione.

L'antico borgo di Castelnuovo a Volturno, frazione inserita nel Parco Nazionale d'Abruzzo ai piedi del Monte Marrone, dove si svolge annualmente l'antico rito del Cervo, di evidente ed antica tradizione culturale montanara.

Architettura

Rocchetta vecchia

Strutturalmente Rocchetta Alta ricorda il periodo medioevale con gli insediamenti che vi furono. Nel XII secolo fu costruito sulla roccia un castello, che evidenzia tutte le caratteristiche di una costruzione difensiva medioevale. Al suo ingresso si può vedere una torre circolare ed alcuni ambienti del suo interno.

Il castello Battiloro domina il borgo medievale di Rocchetta Alta, oggi ridotto in stato di semi abbandono.

Rocchetta ha dovuto subire, infatti, l’inesorabile movimento migratorio della sua popolazione verso la pianura sottostante, detta Rocchetta Nuova, che ebbe inizio subito dopo i bombardamenti durante la II guerra mondiale, e continuò alcuni anni dopo a causa di un movimento franoso che mise a repentaglio la sicurezza della popolazione.

Chiesa di S. Maria delle Grotte

Il paesaggio intorno a Rocchetta al Volturno, dai monti della Meta alle Mainarde fino ad arrivare alla sorgente del Volturno, è di una bellezza spettacolare, che incanta i visitatori.

In questo paesaggio incantato si inserisce la chiesetta della Madonna delle Grotte, notevole testimonianza artistica, per giungere alla quale si attraversa un sentiero di campagna, circondato da una rigogliosa vegetazione; un paesaggio che dona un senso di pace e di beatitudine, rara a trovarsi. Sembra quasi che il tempo in questa zona si sia fermato a qualche decennio fa.

La chiesa di Santa Maria delle Grotte, richiama lo stile romanico. Nel suo interno vi si trovano, seppure danneggiati,  affreschi di grande valore del XIII secolo, che raffigurano varie figure di santi e del Redentore.

La chiesa di San Vincenzo si trova nel Comune di Rocchetta al Volturno, a circa 2 chilometri dalle sorgenti del fiume Volturno, accanto al monastero benedettino, oggi popolato da monache.
La chiesa e il monastero sono stati fondati nel XII secolo dopo l'abbandono del sito alto-medievale, che si trovava sulla riva opposta del fiume Volturno.

Ancora oggi la chiesa, sebbene ricostruita, mantiene il suo fascino, accresciuto dal porticato rinascimentale che la precede.

Tradizioni

Un abbeveratoio alle sorgenti del Volturno

Nel paese sopravvive ancora la tradizione degli zampognari, che durante il periodo natalizio suonano le zampogne per tutto il territorio nazionale ed anche all'estero (si dice che la zampogna sia nata in questa zona).

Proprio in questo luogo gli artigiani costruiscono le zampogne. Nella frazione di Castelnuovo al Volturno, è

Il Cervo con Martino

particolarmente festeggiato il Carnevale. Infatti nell'ultima Domenica di questa ricorrenza, si mantiene una antica tradizione, che consiste in un uomo (Gl' Cierv') vestito di solo pelli di capra, che, correndo

a piedi nel paese con vero impeto, distrugge tutto ciò che trova davanti il suo cammino. Tale mostro, unitamente alla compagna, viene affrontato dal buon Martino, il quale dopo dura lotta riesce finalmente a catturare, legandolo e immobilizzandolo. La creatura riesce a svincolarsi e verrà ucciso da un cacciatore che lo farà poi risuscitare purificato, soffiandogli in un orecchio.

Sport e

Tempo libero

Nel paese sono presenti vari impianti sportivi: il campo da calcio polivalente, la piscina, il campo da tennis, la palestra polivalente, campi di bocce e la pista ciclabile.Tutto ciò permette a chi sosta nella zona di passare allegre giornate e di trascorrere in modo sano il tempo libero. E' presente anche un pub dove si riuniscono tutti i giovani del paese e dintorni.

Escursioni

Arcate della Chiesa di S.Vincenzo

Arrivando nei pressi dell'abbazia nuova, ovvero nell'area dove il monastero è stato ricostruito dopo l'abbandono del sito alto-medievale, è immediatamente visibile una serie di arcate in travertino locale.

Si tratta dei resti di un porticato del '500, in cui probabilmente venivano ospitati i pellegrini. Seguendo il viale che oltrepassa le arcate, si incontra l'area archeologica del quadriportico, che mostra l'estensione

Chiesa di S.Vincenzo

originaria della chiesa di XII secolo.

La chiesa ripropone le tipiche proporzioni di una chiesa romanica, con facciata a capanna. L'altezza della parte sovrastante la navata centrale è doppia rispetto alle ante che coprono le navate laterali. Nella lunetta del portale della chiesa si trova un mosaico moderno,

 

rappresentante il Cristo Buon Pastore, al di sotto del quale è inserita la data di ricostruzione della chiesa, il L'interno della Chiesa1960.

All'interno della chiesa, colonne antiche scandiscono la divisione in tre navate.

L'absidiola di destra invece conduce alla attuale sacrestia. Sulla sinistra rispetto all'ingresso è posto il campanile, al cui interno le monache hanno allestito un piccolo museo dedicato alla storia dell'abbazia di San Vincenzo, basandosi sulla Regola di San Benedetto. La storia del sito è spiegata attraverso la pratica dell'Ora et Labora, ovvero della preghiera, testimoniata dai codici evangeliari miniati e dalle iscrizioni funerarie, e del lavoro manuale, documentato dal rinvenimento delle officine monastiche alto-medievali e dai molti manufatti prodotti dai monaci in quelle officine,

Studio di reperti archeologici

riprodotti in fotografia. Il museo mostra inoltre la continuità d'uso della Regola, attraverso le attività artigianali ancora portate avanti dalle monache ai giorni

nostri.  

Al termine della navata centrale tre scalini conducono al presbiterio, absidato, in cui si trova un altare molto semplice. Le absidiole laterali ospitano delle statue.

Negli ambienti adiacenti all'absidiola sinistra, collegati al campanile, sono stati trovati dei pavimenti in opus sectile, ovvero formati da composizioni di tessere marmoree policrome di varie forme geometriche, risalenti al XII secolo.

Sorgenti del Fiume Volturno

Evidentemente tali ambienti risalgono alle origini della chiesa, e testimoniano che anticamente anche il pavimento della chiesa doveva essere ricoperto da lastrine di opus sectile.

Il paese è situato in una zona dove si intravede un magnifico scenario naturale ed è proprio da questo territorio che nasce il fiume Volturno. Da visitare le bellissime le sorgenti del fiume, in prossimità anche degli scavi di Castel S.Vincenzo, in un ambiente di

La Croce sulla cima di Monte Marrone

serena tranquillità e di aria incontaminata.

Effettuare un escursione attraverso il Colle Rotondo e la Valle Viola, si tratta di una gita non molto lunga in una zona molto bella, ma di una durata di circa 2 ore.

Si attraversa la località, che fu teatro di durissimi scontri durante l'ultimo conflitto mondiale. Si possono osservare il Monumento e la targa che ricordano quegli avvenimenti.
Dall'abitato di Castelnuovo occorre seguire la strada che entra nella Valle del Rio Petrara. Al termine della strada inizia l'itinerario lungo una pista sterrata fino al Passo della Montagnola, a circa 1750 metri, dal quale, voltando a destra si raggiunge la vetta del Monte Marrone a metri 1805.

Avvenimenti

 

Nei giorni 21, 22 e 23 agosto di ogni anno, nel paese viene attuata una grande festa religiosa e civile in onore della Madonna delle Grotte.  

Centri vicini

Rocchetta al Volturno dista 90 km. da Campobasso e 25 km. da Isernia.

In evidenza

A pochi chilometri di distanza, un altro panorama pittoresco è offerto dal lago di Castel San Vincenzo, circondato da creste di roccia e dominato dalle Mainarde.

          

Chiesa di S.Maria delle GrotteAnitre selvatiche sul Volturno

              

   

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