Pizza

    CURIOSITA'

Un' autore di nome francese:  De Bourcard   parlo' molto della pizza  in una sua celebre opera " usi e costumi di Napoli", aiutato da un "esperto", Emanuele Rocco,  disse "La pizza non si trova nel vocabolario della Crusca, perchè si fa col fiore (di farina) e perchè è una specilalità dei napoletani, anzi della città  di Napoli (sentite il giusto orgoglio patrio e la sottile polemica).

Il re Umberto I° con la regina Margherita la trascorsero a Napoli nella Reggia di Capodimonte, come voleva una certa regola della monarchia, per fare atto di presenza nell'antico regno delle due Sicilie. La regina era incuriosita dalla pizza che non aveva mai mangiato e di cui forse aveva sentito parlare da qualche scrittore o artista ammesso a corte. Ma non poteva andare lei in pizzeria, così la pizzeria andò da lei; fu chiamato  don Raffaele Esposito, titolare della rinomata pizzeria Pietro il Pizzaiolo, che si trovava alla salita Sant'Anna, a pochi passi da via Chiaia.
Don Raffaele venne, vide e vinse, utilizzando i forni delle cucine reali, assistito dalla moglie donna Rosa, che era poi la vera maestra di pizze, la vera autrice di quelle classiche che furono presentate ai sovrani (le cronache del tempo ci hanno informato di tutto): una con sugna, che è una sorta di strutto, formaggio e basilico; una con l'aglio, olio e pomodoro, e una terza con mozzarella, pomodoro e basilico, cioè con i colori della bandiera italiana, che entusiasmς in particolare la regina Margherita, e non solo per motivi patriottici. Don Raffaele, da bravo uomo di pubbliche relazioni, colse al volo l'occasione e chiamò questa pizza "alla Margherita", il giorno dopo la mise in lista al suo locale ed ebbe come si puς immaginare innumerevoli richieste...
E questa è la storia vera; solo che la pizza alla margherita o pizza margherita, come si incominciò a chiamarla, passava per una novità, una invenzione vera e propria, mentre si sa che esisteva già prima. Non era considerata tra le più classiche e importanti però a Napoli si faceva già.
Per esempio, per un'altra regina, la borbonica Maria Carolina che di pizza era ghiotta, tanto che aveva voluto a corte, nel palazzo di San Ferdinando, un forno apposito. Carolina amava molto la pizza bianca, rossa e verde, ma forse, se avesse potuto immaginare che quelli sarebbero stati i colori dell'Italia unita sotto un'altra dinastia, che avrebbe cacciato la sua, non ne sarebbe stata più tanto entusiasta...

La pizza può essere il cibo italiano più famoso, ma la verità è che è di origine egiziana. Il processo di lievitazione ed il primo forno costruito con la pietra nuda è un’ invento dei egizii 6.000 anni fa. In Cairo le donne impastano e cuociono la pizza per strada e nei villaggi turistici i giovani offrono la pizza condita col pesce.

Lo sapevate che?...

La pizza è molto diffusa in Giappone, dove ci sono 13.000 ristoranti, moltissimi con pizzeria. A Tokyo ce ne sono circa 3.000 e di cui 2.000 sono esclusivamente pizzerie. Le pizze sono molte care ma spesso sono condite con pesce crudo (Pizza - Sushi) oppure con i frutti di mare (PPizza del Pescatore). Molti italiani lavorano in Giappone e si fanno mandare gli ingredienti per preparare la pizza dall’ Italia. E sono loro che insegnano i pizzaioli giapponesi come preparare una pizza. Quest’ anno era un giapponese che hai vinto il titolo di Pizzaiolo Campione del Mondo. I pizzaioli napoletani hanno inventato una Pizza Sushi con cozze e vongole.

Oggi i pizzaioli utilizano nuovi prodotti per fare una pizza con sapori diversi. Così ci sono pizze con cioccolato, crema, yogurt, ananas, spaghetti. Tutti ingredienti erano una volta severamente vietati perchè ruotano la profumata della farina, del pomodoro e della mozzarella. Le pizza non hanno sapori tradizionali ma creativi, che richiedono l'impiego di ingredienti originali come il miele, la marmellata, i canditi, il cioccolato e la vaniglia, il caffè, lo yogurt, la panna, i liquori. C’è anche la pizza alla frutta, alla mostarda e persino con gli spaghetti, e ampia scelta fra ragù, carbonara, pesto o amatriciana.

Una volta se la pizza 'A CECENIELLI' (minuscole alici) scendeva di prezzo, era segno che la pesca era stata abbondante. Se la pizza all'olio costava di più voleva dire che il raccolto delle olive non era stato soddisfacente. A chi non possedeva neppure la modesta somma necessaria per assicurarsi la pizza, venivano concesse varie forme di credito.
Ad esempio si faceva credito fino al giorno dell'uscita dei numeri al lotto, nell'inconsulta speranza che qualcuno del quartiere vincesse per poter pagare la pizza a tutti. Oppure in attesa della paga settimanale, si dava la pizza 'Oggi 'a otto. Cioè la pizza che viene mangiata oggi veniva pagata fra una settimana. Succedeva che il napoletano ogni giorno mangiava la pizza e ogni giorno ne pagava una: con questa formula il debito diventava eterno e il pizzaiolo lo sperava, ormai la pizza 'Oggi 'a otto è scomparsa!

Il nome della pizza proviene dalla parola latina PULS (pappa, pappina) e da essa deriva la parola italiana "polenta o polentina"; le polentine o puntes erano il cibo di tutte le antiche popolazioni italiche, come lo erano state per gli uomini della preistoria, ed θ da questa poltiglia impastata e cotta che deriva la nostra pizza. Il termine PIZZA deriverebbe da PINSA, participio passato del verbo latino PINSERE, che significa pestare, schiacciare, pigiare, frantumare, macinare, ridurre in poltiglia.

 Laganum (Orazio e Apicio)

 Tractum (Catone)

 Placenta (Catone e Orazio)

 Libum (Catone)

 Moretum (Virgilio e Apicio)

 Picea (Orazio)

 Puls (pappa, pappina)

 Pultes (polentina)

 Pinsere (pestare, schiacciare)

 Pinsa (schiacciata)

 Pitta (pece)

 Picea (peciata)

 Pincea

 Pinsa

 Piza

 Pizza

Pizza pertanto potrebbe anche significare schiacciata di farina, ma nei dizionari troviamo molti sinonimi: crostata, stiacciata, schiacciata, sfogliata, focaccia.

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