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Dante
lo cita per il suo tentativo di strappare al demonio l'anima
dell'imperatore Traiano (la cui storia è raffigurata sul marmo del primo
girone del Purgatorio): (Purg., X,73-75):
Qui v'era storiata l'alta gloria
Del roman prince, lo cui gran valore
Mosse Gregorio alla sua gran vittoria;
Lo cita per l'errore da lui commesso (rispetto all'esattezza
mostrata da Dionigi Areopagita) nel descrive l' ordine esatto (vale a
dire quello che indica Beatrice a Dante) degli angeli attorno a
Dio (Par., XXVIII, 130-139):
E Dionisio con tanto disio
A contemplar questi ordini si mise,
Che gli nomò e distinse com'io.
Ma Gregorio da lui poi si divise;
Onde, sì tosto come gli occhi aperse
In questo ciel, di sè medesmo rise.
E se tanto segreto ver profferse
Mortale in terra, non vogl'io ch'ammiri;
Chè chi 'l vide quassù gliel discoverse,
Con altro assai del ver di questi giri.
Secondo la tradizione chi spiegò a
Gregorio gli errori fu San Paolo. |