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Di famiglia nobile, come governatore dell'Italia Settentrionale i milanesi gli riconobbero capacità propositive e di soluzione di conflitti sociali (scoppiati dopo la morte del vescovo filoariano Aussenzio) e lo elessero vescovo. La sua opera  pastorale e di proposizione in occidente della teologia di Didimo e dei cappadoci (Basilio Gregorio da Nazianzo, Gregorio di Nissa) attraverso un'interpretazione esortativo-morale di Basilio, Filone, Origene lo portò alla radicale diffusione in Italia del cristianesimo ufficiale e alla scomparsa dell'arianesimo. Nel 387 volle battezzare Agostino,  che lo venerò sempre come padre. E padre della chiesa fu. 

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