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*Moritz Schlick

1882- 1936

Il significato di una proposizione è il metodo della sua verificazione

 

 

Per VERCELLESE (1994,226 citare oggi questa massima è - dato il discredito di cui soffre il neopositivismo - "peggio che mettersi le dita nel naso in pubblico".Ma al fistugatore di turno 8in Italia) del neopositivismo si potrebbe avanzare questa proposta: "Certo, è sbagliato dire che il significato di un asserto è il suo modo di verificazione, ma CHE COSA E' il significato di un asserto?".

 

Moritz Schlick, assassinato da uno studente nazista

I NEOPOSITIVISTI si prefiggono di chiarificare ogni tipo di discorso (asserto), per questo assumono l'analisi logica come metodo per la dotazione di senso delle asserzioni.  Attraverso un lavoro  collettivo essi cercano di definire un sistema globale di concetti. Essi analizzano le questioni filosofiche tradizionali, smascherano le false questioni (metafisica) convertendole in questioni empiriche. Il Circolo di Vienna (gruppo di filosofi e scienziati che 1929 scrisse il manifesto programmatico sulla "concezione scientifica del mondo", sostenendo la necessità della ricerca di gruppo e di unificare il sapere scientifico) sfruttando gli studi di Russell e Wittgenstein sul linguaggio, pose come oggetto della filosofia la scienza intesa come insieme di regole-condizioni logiche e linguistiche per l'osservazione dei fatti. Si richiama al positivismo per il punto di partenza dato dai fatti, ma si definisce anche filosofia analitica o del linguaggio per l'importanza che dà alla trattazione linguistica dei fatti. Al suo interno per primo Schlick formulò il principio di verificabilità, secondo il quale "il significato di una proposizione è il metodo della  sua verifica". Tale metodo era costituito sia dall'ipotesi (esito - per induzione - di varie osservazioni empiriche) che dalla deduzione secondo regole matematiche.

Fonda il Circolo di Vienna con l'obiettivo di arrivare ad una sistemazione del sapere scientifico da distinguere rispetto al sapere metafisico attraverso il principio di verificazione (per avere significato una proposizione deve rimandare all'esperienza: "stabilire il significato di una frase equivale a stabilire le regole secondo cui essa  deve essere usata", vale a dire che equivale a stabilire "il modo in cui essa può venire verificata o falsificata". Frasi sensate sono quelle sottoposte al metodo di verificazione, tutte le altre sono frasi "prive di senso" (metafisica, etica, arte, teologia). Il principio di verificazione, secondo Popper non può essere utilizzato, anzi non esiste nemmeno.  

FONTI

VERCELLESE 1994   Michele Vercellese, Cogito ergo sum. Breve storia della filosofia, MI:Garzanti, 1994 (un giro guidato nell'universo filosofico in 50 massime commentate)

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