GIULIANO AMATOLO

di Massimo Galanti

La storia di Roma antica termina malinconicamente con la deposizione dell'ultimo Imperatore, un tenero personaggio piu' dedito alla cura delle sue galline, che usava chiamare per nome dando ad ognuna il nome di una citta', che a quella dell'Impero che gli era stato affidato.

Si narra che quando gli comunicarono che Roma era caduta, si mostro' molto sorpreso in quanto le aveva dato da mangiare personalmente solo pochi minuti prima e gli era sembrata in ottima salute. Si chiamava Romolo, come il primo re di Roma, ed assurse al trono con il nome pomposo di Romolo Augusto. Ben presto venne chiamato con il diminutivo Augustolo, e con questo passo' alla Storia. Non era di famiglia imperiale, bensì un usurpatore posto sul trono dal padre Oreste, generale romano di stirpe barbarica. Così tristemente ed un po' comicamente moriva un grande Impero.

Ironia della Storia, anche la nostra meno nobile e sconquassata "Seconda Repubblica" sembra dover finire in modo altrettanto tragicamente comico, con l'assunzione allo scanno di Primo Ministro dello stesso che la tenne a battesimo, il Professor, Dottor Sottile, Giuliano Amato. Tragicamente perche' un altro triste anno dovranno aspettare gli Italiani prima della liberazione.

Di comico invece ci son le botte che si son date Dipietristi, che mal digeriscono vedere il piu' stretto collaboratore di Craxi nei panni di Presidente del Consiglio, ed antidipietristi durante l'ultima riunione dei Democratici di Parisi. Analogamente al nostro Augustolo, anche l'esimio professore, sui cui libri, come lui stesso ha tenuto a farci sapere, ha studiato l'onorevole dottor Pecoraro, e' un usurpatore, in senso politico naturalmente, imposto dai partiti di maggioranza con sommo disprezzo del popolo italiano che giustamente aspira a scegliersi direttamente i propri governanti.

Nel lontano 1992 era stato nominato Primo Ministro dal suo inventore Bettino Craxi che l'aveva proposto all'allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro. Contro Craxi, in quel periodo, si stavano scatenando i soliti giornalisti, e stavano affilando le armi alcuni magistrati. Non piu' amato, ormai da tempo, dai poteri forti e sottoposto all'attacco concentrico di quelle forze politiche che l'avevano sempre considerato un ostacolo insormontabile ai loro piani, il povero Craxi aveva pensato bene di passare la mano alla sua controfigura.

Lo scopo di quegli attacchi non era il PSI per sé, che anzi negli ultimi 30 anni aveva permesso alla DC di continuare tranquillamente ad occupare il potere senza dover correre il pericolo dell'alternanza, ma lo stesso Craxi che, data la sua forte personalita', pretendeva di fare il Primo Ministro sul serio. Anni prima era stato tacciato di decisionismo in quanto ogni tanto prendeva delle decisioni, crimine gravissimo in un paese dove il non-decidere e' una virtu'.

Craxi era un ostacolo per l'alleanza, che si andava rafforzando, fra la grande finanza ed i rappresentanti dei lavoratori. La Grande Alleanza sarebbe potuta nascere solo screditando la politica ed i politici e facendo accettare al popolo l'avvento dei Grandi Mandarini. A questo avrebbe provveduto la macchina propagandistica della grande stampa padronale. Amato infatti, fiutando l'aria, penso' bene di abbandonare in seguito la carica di vice segretario del PSI ed anche di parlamentare, dichiarando la sua intenzione di lasciare la politica. Infatti oggi e' stato ripescato proprio per il suo ruolo di "tecnico".

Altro grande tecnico era Ciampi, manco a dirlo ex Presidente della Banca d'Italia. Amato e Ciampi insieme riuscirono a far crollare la lira, facendo dimagrire contemporaneamente le riserve. Si parla di una perdita di almeno trentamila miliardi. I grandi finanzieri e speculatori internazionali e nostrani ancora ringraziano. Non che i due l'abbiano fatto apposta, ma certo commisero, a mio parere, un grave errore di valutazione. Fossero stati i responsabili di una finanziaria privata sicuramente avrebbero perso il posto. Ma essendo solo i responsabili delle finanze pubbliche italiane, sono stati promossi.

Cosi' nasceva la seconda Repubblica ed i primi governi dei Mandarini (v. Il Governo dei Mandarini nel N° 1 di questa rivista). Dopo Amato e Ciampi, escludendo la breve parentesi Berlusconiana, invisa mortalmente ai poteri forti, venne il momento di Dini, anche lui, manco a dirlo, ex Banca d'Italia. In quel Governo si tento' anche di far entrare, in barba al conflitto d'interessi, lo stesso Avvocato Agnelli, che pero' rifiuto' e pare che propose la sorella, che divenne Ministro degli Esteri.

Ma il capolavoro dell'élite finanziaria fu il Governo Prodi, ex Presidente dell'IRI, che riuscì a dare veste politica, L'Ulivo, alla Grande Alleanza cui si accennava prima, fra Finanzieri e rappresentanti dei lavoratori. La posta sarebbe stata l'ingresso trionfale della lira nell'Euro, oggi scassatissima moneta e causa prima di un, fortunatamente debole, ritorno inflazionistico. L'ingresso nell'Euro fu propagandato allora come il toccasana per l'economia e le malconce finanze italiane. L'Euro avrebbe portato stabilita' nei cambi ed eliminato le ricorrenti svalutazioni competitive che impedivano la modernizzazione del nostro sistema economico. Infatti la lira, seguendo il destino dell'Euro, ha subito una svalutazione del 25%. Ma i nostri grandi economisti, invece di nascondere la faccia, continuano, incuranti del ridicolo, a propinarci le solite scemate. Ora sembra che la svalutazione dell'Euro, che doveva nascere come moneta forte, sia un bene per l'economia europea, in quanto favorisce le esportazioni. Insomma fino a ieri una moneta debole era lo specchio di un'economia debole ed infatti il forte marco era il simbolo di un sistema economico da imitare. Oggi invece l'Euro debole sembra che sia una vera e propria manna del cielo per la rinascente economia europea.

Di fatto, come avevamo facilmente previsto, la politica monetaria europea e' bloccata, data la difficolta' di trovare un accordo fra realta' economiche nazionali troppo diverse fra loro. Con arrogante malafede si tenta di attribuire le difficolta' dell'Euro alla forte crescita dell'economia americana, dimenticando che con l'esclusione di due o tre monete di paesi ex-comunisti, l'euro si e' indebolito nei confronti di tutte le altre monete. Fortunatamente, soprattutto a causa del mercato globale, come era facile prevedere, l'inflazione si mantiene bassa, l'unica spinta venendo dai prezzi del petrolio.

Comunque Prodi ed il suo Governo si attribuirono il gran merito di aver fatto entrare la nostra moneta nell'Euro e di aver ridotto drasticamente l'inflazione. Di fatto tutto cio' ci e' costato quasi quattro anni di stagnazione ed una economia terribilmente arretrata rispetto a quelle dei nostri diretti concorrenti. Per quel che riguarda l'inflazione, come abbiamo detto, il merito e' piu' che altro da attribuirsi agli effetti del mercato globale. Il Governo Prodi comunque, dopo questi successi, aveva perso, come si dice in politichese , la sua spinta innovatrice.

Tutto era pronto per una nuova svolta. I grandi finanzieri scalpitavano: come a suo tempo avevano cooptato i socialisti, ora volevano sigillare definitivamente l'alleanza con i miracolati di Mani Pulite, gli ex-comunisti, orfani del Muro. Fatto fuori Prodi, la strada era aperta per l'esperimento D'Alema. Purtroppo per loro, due successivi governi D'Alema si trascinarono stancamente e inconclusivi: il tentativo di ridare la mano alla politica si stava dimostrando fallimentare.

Ed alle porte premevano minacciosi i Barbari. Cosi' almeno, incautamente, sentenziava la grande Signora dei Verdi riferendosi agli elettori della Casa delle Liberta'. Eccolo qui allora l'ultimo baluardo contro gli invasori, contro coloro che all'Italia della Finanza vogliono opporre l'Italia del Popolo e degli Imprenditori. Chi meglio di lui? Il Professore, sottilissimo Dottore, Giuliano Amatolo, primo Presidente del Consiglio della II Repubblica e probabilmente, con qualche speranza, anche l'ultimo.

Ma non tutti se la sentono di puntare sull'ex consigliere di Craxi. Ed ecco spuntare allora il generale Fazio, manco a dirlo attuale Presidente della Banca d'Italia. Che Fazio sia l'ultima spiaggia di questa traballante Repubblica l'abbiamo capito leggendo i giornali padronali che grande risalto hanno dato per due o tre giorni alla grande adunata papal-confederale-concertistica del Primo Maggio. A questa manifestazione ha fatto da contorno un pranzo offerto appunto da Fazio a Cardinali, Vescovi e Banchieri. Fra una portata e l'altra si sara' senz'altro parlato della fame e dei debiti del Terzo Mondo. L'associazione fra Preti e Banchieri sembra essere una costante della storia d'Italia sin dal 1870, e non sempre positiva, i grandi scandali infatti non sono mai mancati.

Quindi a Fazio e non ad Amatolo dovrebbe essere affidato alla fine l'incarico di fermare i Nuovi Barbari. Fazio, come Ciampi, e' un "Mandarino puro", poco immischiato con la politica militante, in piu' cattolicissimo e sembra anche che goda di gran rispetto fra le truppe mercenarie della sinistra, convinte ormai che difficilmente un loro generale potra' nel breve periodo riprendere il potere.

Così nei salotti delle Grandi Famiglie si continua a sperare. Ed intanto Odoacre preme alle porte.

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