OSSERVATORIO POLITICO

di Massimo Galanti

Fra i piu' chiari il titolo del " The Wall Street Journal" :
EU Commision Declares Italy Unlikely to Join EMU at Outset

I titoli degli altri giornali stranieri sono dello stesso tenore. Dall'articolo si comprende anche il significato di "unlikely", dovuto essenzialmente a enormi pressioni del governo italiano e del Commissario Monti: altrimenti il giudizio di Brussels sarebbe stato ancora piu' netto.

La reazione del Governo italiano, come hanno messo in luce i giornali stranieri, e' stata rabbiosa ed ha coinvolto anche le piu' alte cariche dello stato. Reazione, che se non fosse dovuta a motivi propagandistici di politica interna, sarebbe del tutto ingiustificata e di scarsa comprensibilita.

Era infatti chiarissimo da mesi, come abbiamo gia' avuto l'opportunita di scrivere, che l'Italia non sarebbe mai stata accettata nel Club dell'Europa Carolingia, almeno non al primo turno. Di questa spiacevole realta', il Governo aveva il dovere di essere cosciente meglio e prima di noi, altrimenti vorrebbe dire che non sanno con chi hanno a che fare ed hanno anche delle grosse difficolta' in aritmetica ed in economia.

Ma per cercare di capire in maniera obbiettiva il comportamento dei nostri reggenti, tentiamo un'analisi dei fatti, cercando di usare un po' di logica. Cercheremo di dimostrare che siamo stati esclusi essenzialmente per tre motivi:
1) conti pubblici non in regola;
2) volonta' della Germania e forse della Francia;
3) debolezza del Paese, anche nei confronti dei "ragionieri di Brussels".

Conti Pubblici

Sia la Commissione, sia il Fondo Monetario Internazionale danno il deficit italiano al 3,2-3,3% (1997) questo nonostante gli aggiustamenti della manovrina di primavera. Ma soprattutto si prevede per il 1998 un deficit vicino al 4%, a meno che non venga rinnovata l'Eurotassa insieme alle altre una tantum, o non vengano fatte delle serie riforme strutturali che portino a dei risparmi permanenti.

La logica dice che tutto cio' corrisponde al vero ed e' anche una conferma di quanto, noi ed i meno faziosi commentatori economici andavano dicendo da tempo. Non e' con gli incassi anticipati, con le entrate straordinarie o con un certo dilettantismo che si riformano i conti dello stato. Il nostro governo ha invece sempre e spudoratamente tentato di nascondere la verit�.

Sappiamo qual e' stato il comportamento di Dini e Prodi, I e II governo dell'Ulivo, e del super ministro dell'economia Ciampi. Dini ha sempre cercato di negare di aver sottostimato il deficit per il 1996 di ben 40.000 miliardi, circa il 2% del PIL. Anzi durante la campagna elettorale sia lui che Fantozzi hanno sempre negato che i conti fossero sbagliati. E' bene tener presente che questo comportamento ci ha fatto perdere piu' di un anno e forse oggi ci porta ad essere esclusi dall'Europa. Per inciso un altro anno e' stato perso per colpa di chi ha cosi' duramente contestato, usando anche la piazza, le misure che intendeva prendere il Governo Berlusconi in materia di riforma dello stato sociale.

Prodi a sua volta dopo avere sempre negato che sarebbero state necessarie grosse manovre di aggiustamento, in solo 24 ore, dopo un colloquio con il Premier spagnolo, ha raddoppiato l'importo della finanziaria 1997, andando a chiedere agli italiani quei sacrifici che aveva giudicato inutili il giorno prima.

La manovra 1997, e quella di aggiustamento della finanziaria 1996 (Dini) essendo basate soprattutto su nuove tasse, sia per i singoli che per le imprese, hanno avuto il solo effetto di mortificare l'economia. E non parliamo della "manovrina" di primavera. Oltre a non aver risanato i conti pubblici,(debito sempre al 125%), i Governi dell' Ulivo hanno inflitto un colpo mortale all'economia italiana. Oggi per l'Italia, dopo la stagnazione del 1996, si prevede un aumento del PIL di appena lo 0,7%, di fronte ad un'economia mondiale che va crescendo al ritmo del 4,4%. L'Italia non solo e' l'unico paese che ha visto letteralmente crollare la sua produzione industriale (meno 4% su base annua) ma e' anche l'ultimo nella crescita del PIL.

Quanto detto e' la causa principale del calo dell'inflazione, unico dato apparentemente positivo di questo governo. Apparentemente pero', in quanto nonostante un'inflazione paragonabile a quella dei nostri maggiori partners, il costo del denaro e' ancora il doppio di quanto non lo sia in Francia, Germania od Olanda ( il 7% contro meno del 3,5% in questi paesi). Non solo, ma il differenziale costo del denaro-inflazione in realta' si e' allargato.

In definitiva, visto il comportamento della classe politica al potere e viste le misure finanziarie prese, anche ammesso che per il 1997 il deficit possa essere vicino al 3%, non vi e' nessuna garanzia che questo valore possa essere mantenuto in futuro. Questo, al di la' dei fattori politici che andiamo subito ad analizzare, e' sufficiente motivo per giustificare la decisione prese dai "ragionieri di Brussels" di escludere l'Italia dall'EMU.

Da questo punto di vista il piagnisteo leggermente isterico dei nostri reggenti e' veramente fuori luogo.

Il ruolo di Germania e Francia

Da mesi andiamo scrivendo della chiara intenzione di questi due paesi di tenerci fuori dall'EMU, o perlomeno di farci entrare in ritardo ed alle loro condizioni. Dicemmo pure ( vedere l' articolo : "La truffa di Maastricht" nel N.13 del 5-2-1997) che, onde toglierci probabili alleati, avrebbero fatto entrare anche la Spagna ed il Portogallo, gli altri membri del Club Med, anche se il Portogallo, se non altro per motivi geografici, rifiuta questa definizione.

L'increscioso episodio di Prodi con il premier spagnolo andava letto in questa luce. I motivi di questa esclusione li rimandiamo ad una lettura di quell'articolo e degli altri che lo precedevano. Ci preme qui mettere in evidenza quella che e' stata la dimostrazione a posteriori delle nostre facili deduzioni di allora. Se andiamo infatti a leggere i valori assegnati dalla Commissione ai cinque paesi in questione,notiamo che mentre all'Italia viene assegnato un 3,2%, a Germania, Francia, Spagna e Portogallo viene assegnato un bel 3.0% tondo, tondo. Se invece andiamo a leggere le tabelle presentate dal Fondo Monetario Internazionale, si ha la bella sorpresa di vedere, che con l'eccezione del Portogallo (2,9%),a Italia, Germania,Francia e Spagna viene assegnato rispettivamente il 3,3%, 3,3%, 3,3%, 3,2%. Ovvero questi paesi sono tutti allo stesso livello.

Ancora piu' "sconcertante" e' il notare che per quel che riguarda gli altri paesi dell'Unione Europea, il FMI e la Commissione si trovano in quasi perfetto accordo. In altre parole questi "ragionieri di Brussels" sono d'accordo con il FMI su tutti i paesi meno, guarda caso, Francia, Spagna e Germania a cui abbonano un bel 0,3% in modo da farli rientrare nei parametri di Maastricht.

A Brussels si dice che i telefoni sono stati bollenti, ma si dice anche che quelli di Brussels avrebbero potuto rischiare la vita (politicamente) se avessero messo un paese sopra il 3% se questo paese decide che e' sotto il 3%.

A meno che questo paese non sia l'Italia, che puo' essere presa letteralmente a schiaffi in faccia, tanto quando mai si e' ribellata alle imposizioni di questi "ragionieri"?

I "ragionieri" ed il peso dell'Italia.

E' chiaro che Brussels, come e' sempre stato, e' particolarmente sensibile ai "consigli" di certi Paesi. Altro che " ragionieri", questi sono dei politici che prendono delle decisioni politiche, d'accordo con i paesi che contano. Gridare contro i ragionieri europei serve solo a fare demagogia e politica interna.

Rispondiamo cosi` al terzo motivo dell'esclusione, ovvero l'intrinseca debolezza del paese. L'Italia evidentemente gode, da un punto di vista politico, di scarsissima considerazione nei paesi che contano, ovvero in quelli dell'Europa Carolingia. D'altro canto il nostro governo e' l'unico che tiene in grande considerazione la Commissione Europea: gli altri paesi si limitano a darle degli ordini.

Propaganda e politica interna

E' evidente da quanto abbiamo detto che il nostro governo fa solo propaganda e politica interna.Basti, per concludere, quest'ultimo episodio. Ciampi, il terzo moschettiere o triumviro che sia, dichiara al vertice dei G7 (da cui e' prevedibile in tempi brevi una nostra esclusione) che mai l'economia italiana e' stata cosi' forte come adesso. Se Ciampi credesse in quello che dice avrebbe il dovere, di fronte a quello che sarebbe stato allora un grave atto d'inimicizia da parte dei nostri partners e di evidente dichiarazione di guerra economico-finanziaria, di difendere la Nazione prendendo adeguate e serie contromisure. Prendersela con i burocrati Europei e' semplicemente fuorviante.

Le conseguenze del documento della Commissione potrebbero essere devastanti sul piano economico-finanziario. Non � che l'Italia e' stata esclusa momentaneamente dal gruppo dei primi, come va dicendo il giovane Veltroni, bensi` l'Italia e' l'UNICO paese escluso. Come giustamente riportano i giornali stranieri, l'Italia e' l'UNICO paese dei quindici che viene considerato inaffidabile e che merita l'esclusione.

Se veramente il Governo e le piu' alte cariche dello Stato pensano che l'esclusione sia ingiustificata, sapendo che le vere decisioni non vengono prese dalla Commissione, come abbiamo dimostrato con il confronto con i dati del FMI, dovrebbero allora agire di conseguenza e presso quei paesi che contano. Ci si limita invece a qualche brontolio sdegnato.

Gli faremo vedere i sorci verdi, diceva il sempre piu' incredibile Prodi. La risposta dei nostri arroganti amici per ora e' stata quella di farci vedere l'uscita.

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