MAASTRICHT, SCHENGEN E L'ARROGANZA DELLA NOMENCLATURA

di Massimo Galanti

O Maastricht o Morte!

Alcuni giorni fa, durante la trasmissione televisiva "Pinocchio", mi pare, il Presidente del Consiglio, con la solita aria professionale del tipo capisco tutto io, di quello che manifesta grande fastidio per chi mette in dubbio le sue affermazioni, ma che nello stesso tempo cerca di mascherare tutto questo assumendo atteggiamenti da buon curato di campagna, affermava che fuori da Maastricht per l' Italia sarebbe rimasto solo il suicidio. Fuori da Maastricht e' tragedia.

Perche'?

L' intervistatore, che forse non era stato istruito abbastanza, o forse perche' colpito improvvisamente da un raptus di coraggio, a quel punto chiedeva perentorio : Perche'? Perche' dovrebbe essere una tragedia?
E' una domanda questa che cominciano a farsi sempre piu' Italiani.

E la Gran Bretagna?

Ci si comincia a chiedere anche come mai la Gran Bretagna, che e' immune da questo isterismo maastrichtiano, pur infischiandonese allegramente della moneta unita, ha un'economia che tira come non mai, la disoccupazione e' in percentuale la meta' della nostra, e la sterlina, fuori dal patto fra le monete europee, ha recuperato in questi ultimi 3 anni tutto quello che aveva perso dal momento della sua uscita dallo SME. Oggi la sterlina, fuori dallo SME, ha raggiunto nei confronti del marco lo stesso livello del '92, mentre la lira, del cui rientro tanto ci si vanta, e' ancora ben lontana dai livelli pre-speculazione, anzi perde vistosamente anche nei confronti della stessa sterlina e del dollaro.

Le "non" risposte di Prodi

Tornando a "Pinocchio", interessante e' la risposta che ha dato Prodi alla domanda del giornalista, anzi sarebbe stata interessante se avesse dato una qualche risposta.
Come era scontato, dato il personaggio, ha balbettato solo qualcosa sull' eventuale attacco cui verrebbe sottoposta la lira, nel caso dovesse rimanere fuori dall' UME.

Ma soprattutto ha dato l' impressione di essere un po' seccato di una domanda cosi' cretina, e dal dover spiegare qualcosa al pubblico italiano di una materia che solo lui e qualche altro privilegiato hanno l'onore di masticare.

Che la lira debba subire un qualche attacco speculativo nel caso dovesse rimanere fuori dall' UME, e' tutto da vedere. Anzi, ambienti molto vicini ai soliti grandi speculatori suggeriscono un forte attacco speculativo nel caso il governo italiano dovesse insistere nel suo disegno di voler entrare a tutti i costi nel Club dei primi della classe perche', nonostante tutte le smentite ufficiali, la parola d'ordine e' sempre quella: fuori il Club Med dall'unione monetaria europea.

Contro un'Italia poi che eventualmente decidesse di non resistere a tali attacchi e lasciasse liberamente fluttuare la lira, c' e' sempre il patto di stabilit� che contempla anche delle sanzioni per chi volesse fare una tale politica. In altre parole grazie a Prodi, non solo molto probabilmente non entreremo nell'Ume, ma ci siamo gia' incastrati da soli: saremo fuori, ma dovremmo continuare a subire i diktat dei banchieri tedeschi e dei loro alleati.

Ci sono altre strade

Con una lira che accettase la svalutazione senza resistere agli attacchi speculativi, come hanno potuto constatare in questi ultimi tre anni i nostri partners-concorrenti, invece di essere eliminati dal gioco, avremmo tutto da guadagnare sul piano del commercio internazionale, dello sviluppo dell'industria e quindi dell'occupazione. I disegni dei grandi speculatori, e degli eventuali loro suggeritori, hanno una qualche probabilita' di successo solo se vengono facilitati, anche inconsapevolmente, dai responsabili delle politiche finanziarie.

Se ad esempio, nel 1992, di fronte all' attacco speculativo, forse suggerito (vedi "La truffa di Maastricht" del numero precedente), si fosse evitato, come fece la Gran Bretagna, di difendere la moneta, il Tesoro Italiano non avrebbe perso varie decine di migliaia di miliardi ed i grandi speculatori sarebbero rimasti scottati.

Di fronte a questi argomenti si obbietta che la svalutazione di una moneta ha come conseguenza un aumento dell'inflazione. Si dimentica troppo facilmente, o non si vuole studiare bene il fenomeno, che in un mercato globale gli effetti inflazionistici sulla singola nazione sono fortemente mediati dall'inflazione degli altri paesi.

Resta poi ancora da studiare il ruolo poco chiaro ed inquietante che hanno assunto, o cercano di assumere, i dirigenti dei grandi Fondi Internazionali come suggeritori delle politiche finanziarie dei vari paesi. Coloro che speculano contro la moneta sono anche quelli che pretendono di suggerirne i rimedi. Il Professor Prodi, per il quale i mercati finanziari sono la Verita', con la V maiuscola, questo mondo dovrebbe conoscerlo molto bene. Non e' un'accusa, ma non si puo' fare a meno di constatare che la grande finanza internazionale si interessa sempre piu' delle forme di governo e della politica economica dei vari Stati.
Non e' neanche casuale il ruolo politico sempre maggiore che hanno sui governi, o nei governi, banchieri in carica od in pensione.

La nuova religione: i mercati finanziari

Dopo le delusioni delle utopie marxiste, siamo arrivati ad una nuova religione fondata sulla totale libert� dei mercati finanziari. Come dice Prodi, i mercati (finanziari) sono Verita'!
Cosi' come il marxismo avrebbe dovuto creare l'uomo nuovo, cosi' i mercati finanziari, lasciati finalmente e totalmente liberi, risolveranno tutti i problemi economici e socio-politici dell'umanita'. Almeno fossero veramente liberi, nel senso fondati soprattutto sul rischio: dato il forte intreccio finanza privata-finanza pubblica-governi, non e' chiaro quanto il mercato sia libero o ... aiutato.

Finanza e cittadini

Per i nostri governanti sembrano contare solo i problemi finanziari. Da risolvere comunque sempre nello stesso mondo, ovvero mediante l'introduzione di nuovi balzelli, che invece di chiamarli tasse va di moda farli passare oggi come contributi di solidarieta', ma sempre tasse sono.

Il paese reale e' letteralmente allo sfascio. Almeno questa e' la constatazione di chi vive in Europa.
Abbiamo la criminalita' piu' pericolosa d'Europa sia in termini di "qualit�" che di "quantit�". Un Mezzogiorno che sempre piu' scivola verso il terzo mondo, con livelli di disoccupazione giovanile superiore al 50%. Dal Nord soffiano ormai sinistri venti indipendentisti, alimentati anche dalla dissennata politica di alcuni nostri " grandi" uomini di Stato. Quando era a portata di mano la possibilita' di ridimensionare di molto la Lega, si e' pensato bene di servirsene e quindi di mantenerla in vita e farla crescere, nonostante i chiari intenti separatisti, pur di raggiungere lo scopo della distruzione politica del Polo.
Abbiamo istituzioni scolastiche che hanno prodotto quasi il 10% di analfabeti reali.
Quando leggiamo che si vuol fare una legge per mandare a scuola i figli degli immigrati, quando non si e' in grado di controllare la frequenza scolastica di una massa enorme di bambini e ragazzi italiani, non si sa bene se ridere o piangere di rabbia per il modo come i nostri reggenti continuano a farsi beffe di noi.

In Europa, quell'Europa che e' continuamente sulla bocca, ma non nel cuore, dei nostri massimi reggitori e delle loro corti, i figli degli emigranti vanno regolarmente a scuola, cos� come ci vanno il 100% dei cittadini in eta' scolastica, e senza bisogno di leggi ad hoc.

Abbiamo una magistratura che, insieme alle forze dell'ordine riesce a scoprire appena gli autori di non piu' del 10-15% dei delitti commessi. Come dire licenza di far cio' che si vuole.
Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico, modernizzazione del paese appartengono ormai al mondo dei sogni di pochi. Per molti invece un peso di cui finalmente ci si e' liberati. Un paese che ormai non pratica piu' nemmeno la manutenzione dell' esistente, un paese che si sta avviando velocemente verso una sorta di moderno medio evo.

L' Europa e' lontana da questa situazione, nessuna meraviglia che abbia paura di un paese che sempre piu' sembra allontanarsi nell'aspetto e nella cultura dai modelli di un moderno paese industriale.

Schengen

Si parla solo di Maastricht, e ci si dimentica che esiste anche Schengen. Siamo gia', per colpa o per volonta' dei nostri reggenti, cittadini europei di seconda categoria. Anche qui vogliamo raggiungere l'Europa solo con le parole. A sentire i nostri partners europei, abbiamo nei confronti dell'immigrazione una politica che e' difficile averne una piu' stupida. Siamo gli unici che affrontiamo questo fenomeno con quell'incredibile approssimazione e ignoranza che solo puo' venire quando si affrontano i problemi da posizioni d'integralismo ideologico.
A giustificazione poi della nostra incapacita' diamo a bere che il fenomeno immigrazione e' incontrollabile, quando non e' piu' demagogicamente una necessita' ineluttabile, se non, addirittura, un dono del Signore.

Nella realta' i nostri partners ci accusano di voler incoraggiare l'immigrazione e non ne capiscono il perche'. Nello stesso tempo siamo fra gli Europei quelli che fanno di meno per gli immigrati.
L' unica cosa che siamo riusciti a fare, fenomeno unico in Europa, e' l'avere trasformato gli incroci stradali delle citta' in altrettante casbe e corti dei miracoli. E c'e' chi si augura che entro poche decine di anni gli immigrati siano il 25% della popolazione!

Una cosa e' certa ed i nostri politici ben lo sanno, anche se ipocritamente ce lo nascondono: finche' non saremo in grado di controllare i nostri confini non faremo parte degli accordi di Schengen.

Le Alpi: il nuovo muro

Insomma non ci vogliono nell'Europa di Maastricht, non ci vogliono nell'Europa di Schengen. E non perche' loro sono cattivi, ma piu' semplicemente perche' i nostri governanti non hanno nessuna intenzione di comportarsi da bravi Europei. D'altro canto, coloro che reggono i nostri destini sono gli eredi di chi e' sempre stato con la testa e con il cuore o ad est del muro di Berlino, o nei paesi del Terzo mondo. La Comunita' Europea e' sempre stata parte integrante di quel mondo cosiddetto capitalista che i seguaci di Marx o di Dossetti hanno sempre tenuto in gran disprezzo. Ed ora c'e' da chiedersi se tutto questo gran parlare d' Europa senza fare nulla per entrarvi, non sia l'ennesima manifestazione di un altro e piu' antico disprezzo, quello che la nomenclatura italica ha sempre nutrito e nutre ancora nei confronti del popolo.
L' Europa con tutta la sua retorica serve solo per giustificare il potere di fronte all'incapacita' di governare.

L' Europa, quella reale, preferisce invece tenerci a distanza, mal fidandosi delle nostre intenzioni.
Ma Prodi continua a prometterci l'Europa, senza far nulla per migliorare il paese e le condizioni dei suoi cittadini.

Anche nel passato si prometteva al popolo quello che al popolo non si poteva dare.
Quando il popolo parigino chiese il pane che non c'era, la regina Maria Antonietta disse: allora dategli le brioches.

Abbiamo ormai la netta impressione che Maastricht e Schengen siano solo i maritozzi di Prodi.

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