LETTERA DALL'EUROPA

di Massimo Galanti

Racconta Prodi che dopo il colloquio Kohl-Chirac, egli decise che era giunto il momento di far rientrare la lira nello SME.

Prodi sembra avere il complesso del decisionista, forse perche' il piu' delle volte a decidere e' Bertinotti. Ha anche il complesso dello statista, e quindi gli piace apparire come grande amico dei potenti della terra: vi ricordate l' atteggiamento di grande familiarita' con il premier cinese, noto per essere a capo di un governo che piu' democratico di cosi' non si puo' (v. L'Italia che cambia nel N.10)? e l' accoglienza a Castro ? Negli Stati Uniti si stanno ancora chiedendo se l'Italia e' un alleato affidabile, in Europa non se lo chiedono piu' perche' la risposta la sanno gia'.

Comunque il nostro uomo, una volta capito che l' Italia doveva rientrare nello SME, senza porre indugi lo comunica subito a Kohl. E perche' proprio a Kohl, potrebbe chiedersi qualcuno. Perche' non anche a Chirac? E gli altri partners? Non contano niente? Forse che Kohl e' il custode dello SME, il gran sacerdote? Forse che Kohl e' l' attuale Presidente dell' Unione ? Niente di tutto questo, naturalmente, solo che Kohl e' il piu' potente in Europa, ed il nostro Professore, per quanto dicevamo prima, ama far vedere che lui tratta da pari a pari con i potenti.

Scrive il " Wall Street Journal" a grandi titoloni: "Italy with hat in hands" . Avesse scritto: " Prodi col cappello in mano", ci saremmo fatti quattro risate e tutto sarebbe finito li'. Purtroppo invece eccoci qui a cercare di capire il significato di tutto cio'.

Prodi ci fa capire, rivolgendosi a Kohl, che ormai Europa vuol dire Germania, o meglio la sua Banca, ovvero i grandi burocrati tedeschi con i loro amici europei e la grande finanza. Ma questo, noi all' estero gia' lo sapevamo. Chi non lo sa ancora sono soprattutto gli Italiani. La Germania vuole una piu' forte area del marco, a cui per non offendere troppo gli altri alleati cambiera' il nome in Euro. E siccome questa "nuova" moneta la vuole anche piu' forte della vecchia, ecco che la Germania farebbe volentieri a meno di un partner come l' Italia. L' Italia, cio� Prodi, quindi bussa, e per farsi aprire offre subito un cambio a mille lire, nonostante le perplessita' della piccola, e questa volta anche grande industria, che vorrebbero un cambio intorno a 1020. Come e' andata a finire e' cosa vecchia: grazie alla Francia che preferisce, per evidenti motivi, una lira forte e stabile, la Germania e' costretta a far buon viso ottenendo almeno un cambio a quota 990.

Cosa tutto questo significhi per noi, nessuno ce l' ha ancora spiegato. Sappiamo solo dalla propaganda di Stato, ovvero da Teleulivo e dai quotidiani nazionali che dell' Ulivo sono i grandi sponsors, che senza l'Europa l'Italia sarebbe condannata ad una decadenza senza ritorno. A questo punto sorge spontanea la domanda: ma in Europa non ci siamo gia'? E perche' tutta questa fretta? Quando chiesero a Major, primo ministro britannico, se non era il caso di affrettarsi ad aderire allo SME per non rischiare di non far parte della moneta unica, egli rispose che alla moneta unica avrebbe aderito quando avrebbe fatto comodo alla Gran Bretagna, e se avesse deciso di aderire anche all' ultimo momento nessuno si sarebbe potuto opporre. Il fatto e' che Major non e' cresciuto in parrocchia, e conosce ancora il significato di dignita'.

Ed infatti non si tratta di entrare in Europa, perche' almeno formalmente gia' ci siamo, e non si tratta nemmeno di aver tutta questa fretta. Si e' deciso semplicemente di voler cedere la nostra sovranita' alla Germania, che a dire il vero farebbe volentieri a meno di caricarsi di questo pesante fardello.

Il ragionamento e' semplice, diabolico, furbastro ed anche un po' cretino, com' e' la natura dei nostri reggenti.

Semplice: ancorandoci all' Europa saremmo finalmente costretti dai nostri partners a comportarci da persone serie, e potremmo mettere ordine nei nostri conti e nella nostra societa'.
Diabolico: in cambio della cessione di sovranita' i nostri reggenti, ovvero nomenclatura parassita, grande finanza, e miracolati vari del regime, potranno continuare a sfruttare il popolo italiano in nome e per conto di piu' alte autorita'.
Furbastro: i nostri debiti li scarichiamo sui nostri partners.
Cretino: perche' il piano non funzionera'. E adesso spieghiamo perche' non funzionera'.

Per entrare a far parte della moneta unica bisogna, come tutti sanno, rispettare alcuni parametri e cosa ancora piu' importante bisognera' essere in grado di continuare a soddisfare certi criteri economici che si dovranno decidere a giorni in un speciale conferenza europea, che tra l' altro dovra' anche stabilire le sanzioni per chi non e' in grado di adeguarsi alla nuova disciplina.
Ovvero la Germania mettera' le multe a chi fara' il cattivo. Quest' ultima idea sembra una cretinata, ma purtroppo c' e' qualcuno che ci sta pensando seriamente.

Ma veniamo alle condizioni d' entrata. Una di queste condizioni dice che il debito pubblico non dovra' essere superiore al 60% del PIL. Ora grazie anche alla gestione finanziaria di Dini, capo del governo preulivastro, detto anche Governo del Ribaltone o Scalfaro-Bossi, quest' anno , come gia' scritto varie volte su questa rivista (v. ad es. ...rnuti, mazziati e tartassati nel N.9), il deficit ammontera' a circa 140.000 miliardi. Ovvero , nonostante la manovra correttiva di quest' estate, a fine anno avremo un deficit in piu' di circa 30.000 miliardi, il che fara' crescere di qualche punto la percentuale del debito complessivo che arrivera' a superare il 125% del Pil, ben lontano dal 60% di cui sopra.

Ma ci dicono (almeno in Italia, nel resto d' Europa non sono tanto convinti) che questo parametro non e' cosi' importante. Solo che per lo stesso motivo di cui sopra, nonostante una finanziaria di 62.500 miliardi, tra l' altro ancora misteriosa, anche se sembra certo che sara' una finanziaria di classe, il rapporto deficit/Pil che secondo Maastricht, dovrebbe essere intorno al 3% , quest' anno superera' facilmente il 7%.

Sono questi i motivi che fanno scrivere al Wall Street Journal "Italy with hat in hands". Sono questi stessi motivi che fanno ritenere certa una manovra correttiva per questa primavera. A quel punto il bluff del nostro Professore, cui piace piu' la propaganda dei fatti, sara' smascherato, sia in Europa, dove a dire il vero non nutrono molti dubbi in proposito, sia in Italia.

Altre volte, in passato, i nostri reggenti, pur di non perdere il posto, hanno svenduto gli italiani a padroni d' oltralpe, lo fecero con Carlo Magno, lo rifecero al tempo di Federico II, accadde ancora nel 1500. Le armi usate furono sempre la menzogna e l' inganno. Ogni volta le conseguenze per l' Italia furono a dir poco tragiche.

Pensate che bello se per una volta gli Italiani dicessero: adesso BASTA, io non ci sto!. Tra l' altro sembra che tali espressioni vadano di moda.

Noi che viviamo in Europa, che lavoriamo ogni giorni con amici e colleghi di tutte le nazioni europee, siamo europeisti convinti, ed e' per questo, perche' amiamo l' Europa, che vorremmo che l' Italia fosse in grado di contribuire alla costruzione dell' Europa, e non che questa fosse solo un pretesto per continuare ad opprimere l' Italia con il potere di una cultura che non appartiene alla maggioranza del suo popolo.

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