Abruzzo  Mountains  

Alpinismo

Gruppo del Velino - Sirente

Trattasi in realtà di due gruppi montuosi ben definiti ma spesso accomunati tra loro.

Sirente (testo di Vincenzo Abbate CAI Sulmona - foto di Giancarlo Guzzardi)
Una cresta lunga circa 20 chilometri che fa da corona ad un alternarsi di piccole elevazioni. Se i fianchi meridionali degradano brulli e assolati verso il Fucino, come un enorme tavolato cosparso di cocuzzoli e doline, a settentrione imponenti speroni rocciosi s'alternano a profondi canaloni, creste e pareti, che nel tratto centrale assumono aspetto severo.
Un vero mondo appenninico, cinto alla base da maestose faggete e sonnacchiosi pianori: è questo il Monte Sirente, gruppo 
montuoso geograficamente definito, ma da sempre considerato appendice del massiccio del Velino. (vedi parte escursionistica)
- Geografia
Del vicino Monte Velino, il gruppo montuoso del Sirente ne ha la stessa origine geologica, sul versante nordest infatti, affiorano calcari organogeni del Cretaceo, ampiamente modellati dal fenomeno del glacialismo diffusosi nel Quaternario; sul versante sud-ovest invece, espone formazioni marmoso-calcaree su cui si sono diffusi i fenomeni carsici. La lunga dorsale montuosa orientata da Nord-Ovest a Sud-Est, s'allunga dall'abitato di Rovere (1413 m) al passo di Forca Caruso (1107 m), alternando una serie di cime mai veramente distinte: Mandra Murata (1949 m), Punta Macerola (2258 m), Monte di 
Canale (2207 m) e Monte San Nicola (2012 m).
Il complesso montuoso così definito è limitato a nord dall'Altopiano delle Rocche, dai colli a ridosso dei monti di Bagno e d'Ocre e dalla valle del fiume Aterno, che ne costituisce anche il limite orientale. A meridione è delimitato dall'ampio bacino del Fucino, dalla Valle della Forca, dal passo di Forca Caruso e dal Fosso di Goriano Sicoli; ad ovest dai Piani delle Rocche, dalla Val D'Arano e dalle suggestive Gole di Celano.
Il versante nord-est della montagna, precipita sui Prati del Sirente, è costituito da una parete rocciosa non omogenea solcata in più parti da ampi canaloni. Sono questi i resti dell'azione dei ghiacci sviluppatisi durante l'ultima glaciazione del Pleistocene, che lascia come traccia 5 nicchie dalle quali scendevano altrettanti piccoli ghiacciai il cui fronte si spingeva fmo a quota 1400 ove ora si estende la vasta macchia boschiva. Questi brecciai sono oggi conosciuti come Valle Inserrata o canale Majore, Valle Lupara, la Neviera, canalone San Vincenzo e canalone di Monte Canale.

 

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