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                                                              #2 RED AUERBACH (1917-2006)
                           16 CHAMPIONSHIPS WITH THE BOSTON CELTICS

THE STORY
Aurebach � il vero artefice di quella che poi sarebbe stata chiamata la "mistica dei Celtics".

Senza aver mai giocato una partita NBA nel corso della propria vita, Arnold Auerbach, Red per tutti, � stato uno dei personaggi di maggior impatto nella storia del basket professionistico, prima come allenatore poi come general manager. Se esiste un "Celtic pride", un orgoglio dei Celtics, se Boston � la squadra con pi� titoli e tradizione nella storia della NBA, lo deve in gran parte ad Auerbach. Bill Russell, John Havlicek, Bob Cousy e poi Dave Cowens, Larry Bird, Kevin McHale hanno alimentato la leggenda dei Celtics, ma l'uomo alla base di tutto � lui, Auerbach. E' stato grande come allenatore, un genio nel piegare le regole a proprio favore, nel condizionare arbitri e avversari, nel motivare i propri giocatori ma anche nel costruire squadre perfette, arroccate attorno a concetti tipo difesa, collettivo, impegno. Come general manager ha inventato dal niente scambi incredibili che hanno portato a Boston campioni sottovalutati o ignorati da altri. In 20 anni come allenatore ha vinto 938 partite, 98 vittorie nei playoffs,  di cui ben 79 nelle semifinali e nella finalissima e 9 titoli NBA, come general manager ne ha vinti altri 7: non c'� titolo finito a Boston che non lo abbia visto protagonista.

Auerbach � nato nel 1917 a Brooklyn, figlio di un immigrato russo che in una delle zone pi� popolari di New York aveva aperto una piccola lavanderia. Costretto ogni giorno a fare i conti con i centesimi, poverissimo, il padre di Auerbach pretendeva che il figlio lo aiutasse a sbarcare il lunario anzich� profondere impegno ed energie nello sport. Ma Red non lo ascolt�: dopo una buona carriera alla scuola superiore approd� a George Washington University allenato da Bill Reinhart, il mago del contropiede (da cui Red ha detto di aver imparato tutto). Finita la carriera, and� nella Marina Militare, ma inappagato torn� al vecchio amore, il basket. Fu assistente alla Duke University prima di entrare nei pro come coach dei Washington Capitols. Al primo colpo li port� finale. Conosceva le regole meglio degli arbitri, era consumato dal desiderio di vincere, era un intimidatore. Dopo Washington allen� i Tri-Cities Blackhawks(franchigia che poi si sarebbe trasferita a Saint Louis e quindi ad Atlanta) e infine l'approdo a Boston, squadra all'epoca perdente. Fu Walter Brown, il proprietario, ad assumerlo dandogli carta bianca. Il rapporto di Auerbach con la propria professione era di tipo religioso. Ossessionato dalla vittoria, non smise mai di vivere a Washington, ma durante la stagione lasciava la famiglia nella capitale e si trasferiva a Boston, senza preoccupazioni, senza niente che gli impedisse di pensare 24 ore al giorno a basket. E' per questo che Auerbach ha sempre suggerito a tutti i membri dei Celtics, allenatori e giocatori, di non comprare casa a Boston, di affittarla, di tenere la famiglia altrove. Pretendeva che tutti avessero il suo stesso approccio alla professione. La sua teoria era: dopo l'allenamento o la partita, torno in albergo, mangio qualcosa preparo le prossime partite, mi invento qualcosa, mentre i miei avversari devono cenare con la moglie, dare il bacio della buonanotte ai figli, pensare a troppe piccole cose che distolgono la mente da ci� che realmente conta.

E' stato anche fortunato, Auerbach. Innamorato del gioco veloce appreso al college, voleva trapiantare lo stesso tipo di basket ai Boston Celtics, ma aveva bisogno di un point man in grado di spingere. Era certo che non potesse essere Bob Cousy, una specie di idolo locale per la provenienza da Holy Cross, gi� noto al pubblico del Boston Garden. Nei draft Boston prese Charlie Share, un 2.13 da Bowling Green, mentre Cousy fin� a Tri-Cities che lo gir� immediatamente ai Chicago Stags. Ma gli Stags fallirono e i giocatori di loro propriet� vennero distribuiti per sorteggio. Auerbach sperava di avere il potente Max Zaslofsky, invece gli tocc� Cousy. Imprec�, Auerbach, ma dopo pochi allenamenti si rese conto che Cousy era esattamente l'uomo che gli serviva.
L'avvento di Cousy a Boston fu dettato in gran parte dalla fortuna, ma Auerbach mise a segno molti dei suoi colpi grazie a un fiuto per gli affari strabiliante. Nel 1956 mand� ai St.Louis Hawks Ed Macauley e Cliff Hagan, due splendidi giocatori, in cambio della seconda scelta dei draft, Bill Russell. La mossa venne anche criticata perch�, impegnato con la nazionale alle Olimpiadi di Melbourne, Russell non sarebbe stato disponibile fino a quasi met� stagione. Auerbach decise di aspettare, la ricompensa furono 11 titoli NBA, quelli vinti con Russell!

Quando smise di allenare, nel '69,  Auerbach pass� dietro la scrivania (diventando presidente e gm), scegliendo personalmente l'allenatore. La prima caratteristica che pretendeva era sangue verde nelle vene. Dopo Auerbach, arriv� Bill Russell, poi Satch Sanders, Tom Heinsohn, tutti ex Celtics. L'eccezione fu Bill Fitch, reclutato da Cleveland quando c'era davvero da ricostruire. Fitch ebbe grandi meriti, non ultimo quello di aver riportato il titolo a Boston nel 1981. Ma Fitch non era un vero Celtics e non accettava che Red desse dei consigli tecnici ai giocatori, cos�, quando venne il momento,  fu cacciato e la squadra venne affidata ad un Celtics autentico, KC Jones, a cui sarebbe seguito l'assistente Jimmy Rodgers (oggi a Chicago) e ancora Chris Ford e ML Carr.
Auerbach realizz� altri colpi memorabili nei panni di general manager. Nei draft del 1978, scelse Larry Bird pur sapendo che il fenomeno di Indiana State non sarebbe stato disponibile che un anno dopo (e c'era anche il rischio, se non lo avesse firmato prima dei draft del 1979, di perderlo per sempre!) Nel 1980, cedette a Golden State il diritto di scelta numero 1 in cambio del numero 3 e di Robert Parish, col risultato di ottenere per Joe Barry Carroll, due terzi della front line pi� famosa nella storia del basket: Kevin Mc Hale e appunto Parish. Molte altre volte Auerbach si limit� a scegliere il giocatore giusto per la sua squadra, come nel 1963 quando una formazione considerata vecchia venne rinfrescata dai vari John Havlicek, Bailey Howell e Don Nelson. Sempre pronto ad ascoltare i buoni consigli, diede retta a Russell e nel 1970 rinunci� a trasformare il 2 metri Dave Cowens in un'ala. Quando Cowens, dopo essersi ritirato, nel 1982 gli chiese di autorizzarlo a giocare a Milwaukee dal suo amico Nelson, Auerbach non fece una piega: si fece dare in cambio Quinn Buckner che nel 1984 sarebbe stato decisivo per il 15� titolo dei verdi "irlandesi", insieme con Danny Ainge che Auerbach volle scegliere nonostante avesse un contratto in corso con i Toronto Blue Jays di baseball. Nel 1986, cedette Cedric Maxwell ai Clippers in cambio di Bill Walton. Il "Grande Rosso", dai piedi logori, aveva una sola stagione di basket da spendere. Auerbach l'aveva capito e lo trasform� nel miglior sesto uomo dell'anno vincendo il 16� titolo NBA, l'ultimo dei Celtics.

Quando allenava, Auerbach celebrava le vittorie accendendosi un sigaro, spesso fumandolo in panchina, facendo infuriare gli avversari, un rito che ormai fa parte dell'aneddotica della Lega. Ai Celtics aveva costruito una specie di strategia del nonnismo in base alla quale nessun rookie poteva guadagnare pi� dei veterani e i giocatori dovevano sentirsi orgogliosi di vestire la maglia dei Celtics, rinunciando anche a qualche migliaio di dollari. Nel 1981, Kevin McHale, che cresciuto nelle miniere del Minnesota, dei Celtics sapeva poco o niente, and� addirittura a Milano a negoziare con l'Olimpia irritato dalla rigidezza di Auerbach. All'ultimo momento, Auerbach capitol� e McHale torn� ai Celtics alle proprie condizioni. Fu una delle poche sconfitte di Auerbach al tavolo delle trattative. Ma si rivel� una clamorosa vittoria...

Cos� Dan Peterson, ex allenatore di college basket e del campionato italiano, descrive Auerbach.
Il segreto del successo di Auerbach?
Primo: condizione fisica. Credeva nel giocatore molto magro. Diceva a tutti di arrivare con un peso prestabilito per i primi allenamenti. Niente ciccioni. Tutti snelli, asciutti, in forma, senza infortuni. Disse a Rich Falck, della Northwestern University, uno che pesava solo 75 kg (alto 1.83): "Ti voglio a 72 kg, per il primo allenamento".
Secondo: lavoro. Le prestagioni dei Celtics erano terribili. Bob Cousy diceva: "Red non ricordava che avevamo vinto l'anno prima. Per lui  non contava. Si ricominciava sempre daccapo, come fossimo ultimi in classifica. E il lavoro era da ammazzare i cavalli. Correre, correre, correre. Un messaggio al cervello e un messaggio ai polmoni e alle gambe".
Terzo: mentalit�. A parte il fatto di cominciare daccapo, come nulla fosse successo l'anno precedente, lui voleva anche una partenza bruciante: "Una vittoria in Novembre conta come una vittoria in Marzo. Meglio averli in classifica primi anzich� dover vincere una gara per forza pi� tardi. Cerchiamo di uccidere campionato prima del necessario. Lasciamo il secondo posto agli altri".
Quarto: tattica. E' stato il primo ad usare il sesto uomo come arma tattica prima con Frank Ramsey (1.90), poi con Sam Jones (1.88), poi con John Havlicek (1.95). Ma anche altri. Il primo ad usare lo specialista: Gene Conley per i rimbalzi, Frank Ramsey per il tiro, K.C. Jones per la difesa, Tom Heinsohn per l'attacco, Jim Loscutoff per picchiare qualcuno, Woody Sauldsberry per correre.
Quinto: psicologia. A parte il suo leggendario pugno di ferro e la sua disciplina tremenda, lui sapeva motivare. Doveva sgridare Heinsohn, uno che accettava la sgridata? Sgridava Heinsohn. Doveva sgridare Bill Russell, un tipo ultrasensibile? Sgridava tutti con messaggio velato: "Non stiamo prendendo rimbalzi". Messaggio: Russell, rimbalzi. Il genio per eccellenza in questo.
Sesto: pressing. Era il primo coach a ruotare 10-12 uomini per stancare l'avversario. Primo quarto: Bob Cousy e Bill Sharman a correre e tirare per stancare le guardie avversarie. Secondo quarto: Sam Jones e K.C. Jones per pressare le altre guardie per stancarle ancora di pi�. Terzo quarto: Cousy e Sharman ammazzano due povere guardie avversarie stanchissime.
Settimo: contropiede. E' stato il primo coach a stabilire dove doveva andare ogni giocatore. Playmaker (Cousy)? Si fermava al gomito destro. Guai variare. Tre corridori: destra, sinistra e il rimorchio (primo) all'altro gomito (sinistro). Il quinto (spesso Bill Russell), il secondo rimorchio, a sfruttare un blocco del primo rimorchio (gomito sinistro) per tagliare a canestro per il rimbalzo.
Ottavo: schemi. Met� campo? I sette schemi famosi di Auerbach, post alto, due ali larghe ai prolungamenti della linea di tiro libero, e due guardie con 5 metri di spazio fra di loro. Gli stessi schemi hanno funzionato per anni. Ma lui variava opzioni ogni anno, un concetto nuovo per i tempi. Comunque, schemi eseguiti alla perfezione da grandi giocatori.
Questo � Auerbach, duro fuori, morbido dentro. Lui crede sempre nella lealt�. Lui tiene giocatori finiti fino alla fine della carriera. Vuole che i Celtics finiscano la carriera con la maglia dei Celtics, non con un'altra divisa. Auerbach � un uomo incredibile. Famose le foto di lui, sigaro in bocca, dopo l'ennesimo titolo vinto. Protagonista senza protagonismo. Il modello per una intera generazione di allenatori.

(Fonte: American Superbasket)

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