Ricordo di Titania

Sissi, l'Imperatrice triste

Incantevole è la Baviera nel 1837, se ad allietarla è il vagito di una bambina, una duchessina, importante, perché destinata a diventare una delle più amate donne dell'Impero austro-ungarico, in quanto moglie dell'Imperatore Francesco Giuseppe: si chiama Elisabeth, Eugenie, Amelie o, meglio, Sissi o, ancora meglio, secondo i familiari e gli amici, Sisi, l'Imperatrice Triste.
Le stelle esultano!
I Wittelsbach pure: bel regalo di Natale hanno ricevuto (Sissi è nata il 24 dicembre!).
Non ci sono foto risalenti alla nascita, ma, senza dubbio, guardando un dipinto del 1839, Sissi appare graziosissima: il viso paffutello, è incorniciato da riccioloni e boccoli castano chiaro... bellissima questa "figlia della domenica", come essa ama definirsi, essendo nata appunto in quel giorno.
Pur essendo nobili, i genitori la educano secondo un modello liberale, cosa che l'etichetta disapprova. Questo è in gran parte dovuto al Duca Max, il padre di Elisabetta: dotato del fascino dei grandi egoisti ed avendo i mezzi per soddisfare i suoi vizi, sperpera il denaro della famiglia, dando scandalo, sia perché, se i bambini sono stanchi, non esita a farli dormire nella casa di una delle sue amanti ed è solito ricevere a colazione le sue due figlie naturali, sia perché, coltissimo, viaggia il mondo (va pure in Egitto, dove suona la cetra sulla piramide di Cheope), riempie la biblioteca di moltissime opere, inframezza il suo libro Voyage in Orient di pagine bianche con su scritto solo "Censurè", per eccitare la curiosità dei lettori, scrive poesie, secondo il suo modello, Heine, verso il quale Sissi nutrirà un vero e proprio culto a tal punto da considerarlo il più vivo fra i vivi, anche se morto alcuni anni prima.
Bel tipo il Duca Max!
Pessimista e gaio, spensierato, amante della cultura e, ancora di più, degli stravizi, spesso assente, è amatissimo dai figli, che lo preferiscono alla madre, Ludovica, troppo brontolona!
Il loro non è un matrimonio felice: l'innesto non ha attecchito! Però il cinema non si cura di questo particolare e forse neppure Sissi, che vede nella sua infanzia il Paradiso: senza dubbio infelice nel suo ruolo di moglie poco considerata dal marito, che possiede un forte senso del dovere, e giudicata male dalla suocera, la quale fa di tutto per renderle la vita difficile, essa nel ricordo abbellisce gli anni dell'infanzia.
Però la Magia ad un certo punto si interrompe: la Morte si insinua tra lei e la Vita... muore Riccardo, il suo primo amore.
Anche se si tratta solo di infatuazione, Sissi è sconvolta al punto di dedicargli versi molto malinconici ed amari e di ricordarlo pure da sposata.
Tuttavia la vita segue il suo corso...
Mentre Sissi si rinchiude in sé, nel suo dolore, continuando comunque a studiare e a praticare l'equitazione, che in seguito diventerà non solo un suo hobby, ma pure un modo per scaricare le tensioni accumulate, Elena o Nenè, com'è abitualmente chiamata la sorella maggiore, viene educata in modo più severo e puntiglioso, perché vista come possibile moglie di Francesco Giuseppe dalla madre di costui, l'Arciduchessa Sofia, considerata alla corte viennese non solo quale la madre dell'Imperatore, ma come la "vera Imperatrice".
La Duchessa Ludovica è al settimo cielo: una duchessa in Baviera sposata con l'Imperatore d'Austria! Che onore! Oltretutto questo matrimonio la riscatterebbe dal suo poco felice.
15 agosto 1853: una carrozza viaggia in direzione di Ischl. Dentro siedono Ludovica, Sissi, Nenè ed una cameriera: sono dirette all'appuntamento tanto sognato, quello con Franz!
Estasi, delirio... una favola sta per sorgere!
Eccolo: è lui!
L'agitazione sorge nel cuore di Elena, un dardo colpisce il petto di Francesco Giuseppe!
La madre amatissima non s'è sbagliata: ecco la donna della sua vita, quella che lo infiamma dal profondo... Peccato che quella donna sia Sissi e non Elena: il complotto delle madri, per ora, è solo compromesso... tra poco andrà in frantumi!
Impotenti, le madri assistono alla demolizione del loro accordo.
Franz si fidanza con Sissi.
Nenè è stravolta! Si sente uno straccio in balia del vento, una promessa sposa non accolta fra le braccia del suo amore e tutto questo a causa della sua graziosissima sorella, tra l'altro molto amata!
Pur avendo la forza interiore di perdonare la "piccola ladra", ora prova la bruttissima sensazione di essere in ombra, di far tappezzeria in un contesto in cui le voci e le malignità si prendono a braccetto, mentre gli altri ballano e si divertono.
Era stata inventata una storia, una favola: ora dov'è?
Ora c'è solo una duchessina nei panni di una Fata, di un'incantatrice!
Come un fulmine, ha rubato il cuore di Francesco Giuseppe!
L'Arciduchessa Sofia è sconvolta: per suo figlio ci vuole una donna istruita, raffinata, capace nel suo ruolo, non una ragazzina, una "contadinotta". Tuttavia capisce che nulla può fare contro questo grandissimo sentimento... Può solo far notare al figlio che il suo amore ha i denti gialli, non perfetti. Una annotazione: una pugnalata per Sissi, che lascia le sue risate piene ed impara a sorridere a denti stretti. Ma questo non fa mutare ciò che prova Francesco Giuseppe, che più che Imperatore è un vero e proprio tenentino innamorato. Infatti Franz è cambiato, è come trascinato verso quella creatura "fresca come una mandorla appena dischiusa", col volto incorniciato da una magnifica corona di capelli, lo sguardo dolcissimo e le labbra, che paiono "le più belle delle fragole".
E Sissi? Sissi è entusiasta: lo sguardo di un uomo l'ha trasformata! Tuttavia presagisce già da ora quale ruolo le pesi sul capo: non a caso, pur contentissima di questo suo grandissimo amore, giunto inaspettato, confessa: "Amo l'imperatore. Se solo non fosse Imperatore...".
Tuttavia per il momento non s'accorge appieno delle difficoltà che le prospetta il futuro: il timore di non essere all'altezza prende a braccetto l'ansia, mentre fin troppo velocemente si succedono gli eventi... Ora c'è il ritorno a casa, la trasformazione da duchessina insignificante ad Imperatrice, le lezioni impartitele dai precettori, le visite di Franz, i regali, le apparizioni in pubblico, le solennità... fino all'appuntamento che le trasmette tanto timore e fin troppa commozione: il suo matrimonio, fissato per il 24 aprile 1854.
Già la commozione: addio, rive dell'Asar... tutto fugge, il tempo le sta scorrendo via fra le dita, la sua famiglia già non le appartiene più... non solo ben presto dovrà abbandonare i suoi genitori, i suoi fratelli, il suo lago, il suo paese, la sua infanzia. Dovrà abbandonare anche se stessa e la cosa la terrorizza. E se Elena, perdendo, abbia in realtà vinto? Sissi si sente a disagio, continuamente in ansia: ogni suo gesto viene giudicato, criticato, talvolta approvato. Non può più passeggiare da sola, cavalcare all'alba: il suo fidanzato glielo proibisce... ma non vuole che lei sia felice? Non capisce. Talvolta piange, ma poi pensa che Franz sarà il suo nido in una casa che appartiene più a sua suocera, l'Arciduchessa Sofia, che a lei.
Il bruco dell'infelicità sta già erodendo la mela, ma nessuno se ne accorge: tutti si godono la favola!
22 Aprile 1854: accompagnata dalla famiglia, Sissi scende il Danubio sul Franz-Joseph tra gli evviva e i saluti della gente che dai villaggi della riviera è venuta a renderle omaggio. La meta è Nussdorf, vicino a Vienna. Lì la attende il suo Sogno!
Vestita con un abito di seta color confetto ed un cappello bianco, sotto un sole tiepido, Elisabetta saluta dal piroscafo, rassicurata dal girare delle pale.
Ecco Nussdorf: ecco il suo amato Franz!
Eccolo fra le sue braccia: Francesco Giuseppe non sa attendere l'arrivo del piroscafo e, quindi, non aspettando che esso finisca di completare le manovre, supera il vuoto che lo divide dalla banchina ed abbraccia e bacia la sua adorata Sissi tra gli sguardi sbalorditi dei funzionari.
Sono belli. Incantevoli. Sono giovani: sembrano eterni.
Non fanno parte della realtà: sono i protagonisti di una bella favola... sono una favola!
Vienna balla al ritmo del valzer e sogna il loro amore!
Anche loro sognano. Solo i loro ruoli li richiamano alla realtà.
Solo questa nube oscura la fiaba, questa nube destinata a diventare sempre più grossa, un vero temporale tanto da diventare così soffocante da far fuggire Sissi da Vienna, dalla Hofburg, dal marito, dai figli e dai suoi compiti di Imperatrice e spingerla lontano: l'altrove diventerà una meta, la casa, la pace!
Ma ora nessuno se ne cura.
E intanto il bruco mangia la mela...
24 Aprile: il giorno tanto atteso... il miracolo giunge allo zenit!
Per vestire la nuova Imperatrice, addomesticarle il mare dei suoi capelli fulvo-castani e sistemarle sulla fronte il diadema regalatele dalla suocera, ci sono volute ben tre ore...
La Chiesa degli Agostiniani è in festa: il cardinale Rauscher celebra le nozze della coppia imperiale.
Francesco Giuseppe non osa neppure guardare la sua giovane moglie: bellissima ed incantevole, ella è così fragile, pallida e grave da sembrare più un'apparizione da sogno che appartenente alla realtà... un sogno non deve né può essere turbato!
Vienna è in festa.
L'ammaliatrice strega tutti.
Nessuno sospetta le disgrazie del domani: le diete aberranti, le fughe, la mania per l'equitazione spinta all'estremo, il dolore per vedere il marito sempre impegnato nel suo ufficio, per sentirsi sempre mal giudicata dalla suocera e dal corteo di dame, il cui unico credo è l'etichetta, per assistere allo spodestamento nel suo ruolo di madre a favore di precettori e bambinaie, il suicidio di Rodolfo, il suo terzogenito, il suo conseguente decadimento a mater dolorosa, viva solo in qualche occasione, come il festeggiamento in onore dei sovrani in Ungheria, il suo preferire gli abiti scuri a quelli colorati in dimostrazione del suo perenne lutto, fino al suo assassinio da parte di Lucheni, un anarchico italiano per parte di madre, il 10 Settembre 1898.
Tutti si godono il presente fra urla di gioia, valzer, balli, evviva, fanfare e carillon.
Tutti, cinema e Mito compresi, non guardano al dopo, a ciò che farà diventare Sissi un'Imperatrice Triste: Elisabetta è bella, straordinariamente bella. Così incantevole e dolce che incanta tutti: il marito si sente addirittura in soggezione al suo cospetto!
Eccola la Fata: bellissima!
Però sola: lei, che chiede soltanto di essere amata, non lo è abbastanza, anzi spesso è solo ammirata per la sua bellezza particolare... Così bella, ma così triste... Che fare? Sparire, perdersi, andare lontano, a Corfù, a Madeira, in Italia, in Ungheria (nella sua amatissima terra magiara)... O, semplicemente, isolarsi in sé, rifugiandosi nel Sogno, fuggendo il Reale.
Eccola dunque vivere fra i suoi miti, quelli degli eroi di Shakespeare per esempio, quale Titania, la Regina delle Fate, che ha popolato "Sogno di una notte di mezza estate", oltre che le fantasie dell'Imperatrice.
Già Titania... Titania, quale l'ha immortalata Winterhalter. Titania, quale lei stessa ha voluto essere ed essere ricordata. Titania, quale il cinema l'ha voluta presentare. Titania, quale la Barbie la raffigura. Titania, quale io la ricordo fin da piccina!
Brilla, mia Regina. Brilla, illuminata dalla Luce della fiaba. Dimentica le sofferenze, allontanati dal dolore, anche se per te è difficile, perché "sembri la bimba della fiaba, per la quale la Strega Cattiva ha disposto che tutte le buone qualità offertele dalle fate buone le si rivoltino contro", come ha fatto notare la sua dama ungherese Maria Festetics.
Brilla: la luce ti incorona.
Brilla, Titania!
Sarai sempre nel cuore di chi ti ama!!!

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