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Milano - Villa Reale (Villa Belgiojoso Bonaparte) - Galleria d'Arte Moderna |
![]() Galleria d'Arte Moderna
L'origine della Galleria d'Arte Moderna risale al 1868 con il lascito
Marchesi-Fogliani, ben presto incrementato con opere lasciate in
eredità, o donate da ricchi collezionisti. Nelle sue sale, un'ampia rassegna di
opere, pittoriche e scultoree, che vanno dal neoclassico al romanticismo, dal
divisionismo al futurismo. I nomi sono illustri: da Antonio
Canova a Domenico Induno, da Giovanni Fattoria
Silvestro Lega. Anche i pittori francesi dell'Ottocento vi sono rappresentati:
Sisley accanto a Gauguin, Manet accanto a Van
Gogh, Renoir accanto a Cézanne. È difficile
poter fare una scelta fra i tanti capolavori che si susseguono lungo le sale della
Galleria. Ma come non ricordare Le Due Madri di Giovanni
Segantini, sereno cantore delle semplici cose e della semplice gente; o Il
Pescatore di Vincenzo Gemito, in cui la sicurezza geometrica della
figura si pone nello spazio saldamente come in un'opera del miglior Rinascimento
italiano; o Le Lavandaie di un Mosè Bianchi che si
riconferma ancora una volta come uno dei più tipici esponenti della
Scapigliatura? A Medardo Rosso, il più alto rappresentante
della scultura impressionista, sono dedicate due salette. La
Maternità, una delle sue migliori opere in cera, ci appare schietta,
massa vibrante e quasi evanescente nella luce, poesia di un attimo, carica di intensa
emozione. Anche il veneziano Giacomo Favretto è rappresentato
con diverse opere, fra cui la Lezione di Anatomia: la tradizione propria della
città lagunare gli ha lasciato il senso prezioso del colore e un gusto piacevole
per gli episodi narrativi. Umberto Boccioni, la maggior personalità
del primo Novecento, è presente con numerose opere: Dinamismo di un
Corpo Umano illustra alla perfezione la teoria del dinamismo universale
formulata dall'artista. Anche qui Boccioni dipinge una sintesi di ciò che vede
e di ciò che sente: gli oggetti si compenetrano l'uno con l'altro, in un gioco di
luce, di angoli, di spirali, di colori. È l'esasperazione del Cubismo,
per cui l'oggetto non è più statico, forma fissa e immutabile, ma
movimento turbinoso, dinamico, vitale. |
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