Modernità e rivoluzione.


Gli autori rappresentati in questo lavoro, per quanto siano tutti fieramente avversi all' Ancien Regime, non tutti possono definirsi moderni e, a volte, alcuni di loro sono consapevolmente contrari ad alcuni aspetti della modernità. Lo studio dei processi di modernizzazione è uno fra i temi di indagine più rilevanti della storiografia contemporanea. Per modernizzazione si intende il processo attraverso il quale una formazione sociale acquista globalmente le caratteristiche delle cosiddette moderne società industriali. In linea di massima si può affermare che il processo di modernizzazione di una società consiste nel progressivo affrancamento della maggior parte dei suoi membri da vincoli considerati tipici delle società tradizionali, quali la miseria materiale, l'ignoranza, le malattie che vi sono connesse e talvolta anche l'oppressione politica. Uno dei padri del liberalismo e tra i precursori di quelle idee che con la rivoluzione francese hanno portato alla concezione dello Stato moderno è proprio il filosofo francese Montesquieu, sebbene l'illustre filosofo riteneva non sempre desiderabile l'eccesso della ragione; e che gli uomini si adattasse quasi sempre meglio alle istituzioni moderate piuttosto che a quelle estreme.

Anche Voltaire è ritenuto uno dei massimi artefici della caduta dell'Ancien Regime e dell'avvento dei nuovi tempi con il loro messaggio di libertà e di riconoscimento della dignità umana. In ciò e non in sentimenti rivoluzionari che non nutrì mai consiste la modernità di questo filisofo, arricchita dalla novità dell'impegno civile, del coraggio e del vigore polemico dell'uomo di lettere, ignorati prima di lui.

 Jean Meslier nel suo singolare Testamento lancia l'appello più violento, forte e disperato in favore di una rivoluzione incitando il popolo ad unirsi per scuotere il giogo tirannico dei principi e dei re. Per questo oscuro curato di campagna la salvezza del popolo non dipende che dal popolo stesso.

Il pensatore francese Morelly auspica una nuova società caratterizzata dall'abolizione della proprietà privata, causa di tutti i mali, e dalla realizzazione di una perfetta uguaglianza fra gli uomini.

 Le sue idee influirono molto su Rousseau che scrisse Il contratto sociale, considerato senza alcun dubbio il trattato politico-sociale più rivoluzionario dei tempi moderni. Quest'opera si fonda sul sentimento di libertà e di uguaglianza che è innato in tutti gli uomini. Il pensiero di Rousseau venne attaccato e criticato non solo dal potere politico allora vigente e dalla Chiesa, che scorsero in esso un pericolo per le loro istituzioni, ma anche dagli stessi enciclopedisti che considerarono Rousseau, per la sua polemica antirazionalistica e per la sua rivalutazione ed esaltazione del sentimento, un traditore degli ideali dell'Illuminismo. Ma ciononostante l'influsso esercitato dall'opera di Rousseau su tutta la cultura occidentale fu enorme.

 Per quanto riguarda Diderot, il suo pensiero è il più moderno del suo tempo. Sconfessata la concezione politica dell'Illuminismo, Diderot si stacca dalle idee di Voltaire per avvicinarsi a quelle di Rousseau, in cui l'assolutismo illuminato è addirittura giudicato come il peggiore dei mali, tale da far perdere a chi ad esso si abbandona il sentimento della libertà così indispensabile ad ogni progresso umano e sociale.

 Questa analisi sui processi di modernizzazione durante la Rivoluzione francese ci aiuta, sia pure parzialmente, ad affrontare il problema del rapporto fra rivoluzione e modernità nel Settecento, sostenendo che non sempre chi è rivoluzionario è anche moderno; come non sempre chi è moderno si dichiara propenso alla rivoluzione. E parlando di rivoluzione si intende non solo l'abbattimento di un ordinamento politico e l'istituzione di uno nuovo, attuati in modo illegale anche perchè questa concezione nel suo formalismo non coglie il contenuto politico-sociale del fatto rivoluzionario, secondo cui una rivoluzione produce una completa ristrutturazione nei rapporti fra le classi e nei valori fondamentali della società che ribalta il sistema economico-sociale precedente fondando un assetto assolutamente nuovo. In questa concezione rientra pienamente la Rivoluzione francese della quale abbiamo finora discusso.


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