Note di Il Settimo: Il giorno di riposo


(1)  Per L'acqua come simbolo della madre, vedi Sigmund Freud, «Simbolismo nel Sogno», in Opere, Bollati  Boringhieri, Torino 1989, vol. VIII, p.325. Back

(2) Samuel Noah Kramer, The Sumerians -- Their History, Culture and Character, New York 1963, pp.112-3.

(3) Riporto la storia orfica come viene raccontata da  Karoly Kerenyi, Gli Dei della Grecia, Il Saggiatore, Milano 1962, pp.26-7. Back

(4)  Ibidem, p. 27. Per la Notte e il buio, come simbolo del ventre materno, vedi K. Abraham, «Limitazione del piacere di guardare», in Opere, B.Boringhieri, Torino 1997, vol. II, pp.577-80 e  597-8. Back

(5) K.Kerenyi, ibidem, pp. 27-8

(6) Erano ovviamente nella mitologia sumerica.

(7) La suddetta leggenda è riportata nel Sefer Haggadà, Devir Pubblishing, Tel Aviv 1948, p.13. in ebraico. Back

(8)  Giorgio Colli, La nascita della filosofia, Adelphi, Milano 1994, p.18.

(9) Vedi S.Freud, “Totem e Tabu”, in op.cit., vol.VII, p.134.: «...il padre è ammirato in quanto possessore del grande genitale e temuto come colui che minaccia il genitale del bambino».

(10) Qui ci ricolleghiamo a quello che ci ha detto Freud sul simbolismo del numero tre, che essendo il simbolo del genitale maschile è un potente strumento apotropaico. S.Freud, «Simbolismo nel sogno», in op.cit.,, vol. VIII, p.335. Freud dice: «Cominciamo con l’osservare che per il genitale maschile nel suo insieme è simbolicamente significativo il numero sacro tre».

(11) Theodor Reik, «I riti della pubertà» in Il rito religioso, Boringhieri, Torino 1969, pp. 104-123.

(12) Il battesimo cristiano, che fino al Basso Medioevo era a immersione completa, simboleggia una rinascita: «O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu resuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua resurrezione» (Lettera ai Romani, 6,3-5). L’implicazione è, dunque, che anche il battesimo cristiano, come il bagno rituale ebraico, il miqve, sia il simbolo della rinascita che fa parte del contesto dei riti della pubertà arcaici.

(13) Per la Crocefissione come trasfigurazione dell’arcaico rito della pubertà inziatico, vedi Reik, in op.cit.,  pp.164-173.

(14)  Per la natura particolare del popolo ebraico, dovuta al aver ripetuto in epoca storica il delitto primordiale sulla figura di Mosè vedi Freud,  «L’uomo Mosè», terzo saggio, op.cit. Vol. 11, pp. 410-1.
Per l’interpretazione di molti riti ebraici come tracce mnestiche di riti tribali vedi Reik,  Il rito religioso, cit., pp. 229-359. Dello stesso autore, Pagan Rites in Judaism, Farrar and Straus, New York 1964;  Mystery on the Mountain, Harper and Brothers, New York 1959; Myth and Guilt, Brazillers, New York 1975; The Creation of the Woman; The Temptation, New York 1959, nella Trad. It.: Psicanalisi della Bibbia, Sugar editore, Milano 1963.

(15) La Bibbia italiana traduce la parola qaddosh, sacro, con santo, ma in ebraico non esistono due parole diverse sacro e santo, bensì una sola. Qaddosh significa sia sacro che sacrilego. Come in tutte le lingue antiche esisteva una solo parola per definire entrambe i concetti, in quanto sacro era quello che non si poteva avvicinare, in quanto troppo sacro o troppo sacrilego. Il sacrilego è una conseguenza del sacro e non un concetto antitetico. In ebraico qaddosh è sacro e qaddesh-qaddeshà, il prostituto-prostituta che commetteva atti obbrobriosi, che una volta, prima di diventare tali, erano considerati sacri. In arabo haram è sia sacro che proibito. In latino sacer e persino in francese sacrée.

(16) Freud spiega il mito dei Titani che divorano Dioniso, un dio fanciullo=giovane, come condensazione dell’atto diretto contro dio-Padre e l’espiazione che avviene per mezzo della morte-sbranamento del dio-figlio («Totem e Tabù», op. cit., pp.156-7). Alla stessa maniera gli Ebrei sacrificano un agnello e non un montone, in quanto l’agnello è la condensazione del divoramento del corpo del dio-totem, montone, con l’espiazione nel sacrificio del dio-figlio, l’agnello.

(17) Molto illuminante la similitudine tra il sacrificio dell’agnello pasquale, che viene sovrapposto e poi sostituito dal pane azzimo e il corpo di Cristo (l’agnello), che viene sostituito dall’Ostia, il pane sacro, come simbolo del suo corpo. Il dio-totem delle antiche tribù ebraiche era il montone e nel sacrificio dell’agnello pasquale avviene una condensazione del dio- totem-Padre con quella del figlio stesso, l’agnello. L’agnello pasquale simboleggia, così, nella liturgia ebraica sia il simbolo del corpo del Padre ucciso, il misfatto, che l’espiazione nella morte simbolica del figlio, l’agnello.

(18)  T.Reik, «Il Kol Nidre», in op.cit., pp. 199-200. Per il Kippur come ripetizione dall’atto cannibalistico e la sua espiazione, vedi anche: K.Abraham, « “Il Giorno dell’Espiazione: osservazioni a «Il rito religioso: studi psicoanalitici” di Theodeor Reik», in op.cit., Vol. 2, pp.710-721.

(19)  T. Reik, «A Home Away from Home», in Pagan Rites in Judaism, NewYork 1964, pp.3-26.

(20)  T. Reik, La Creazione della Donna, op.cit, p. 30.

(21)  Kramer, Samuel Noah, and Maier, John, Myths of Enki, the Crafty God, Oxford University Press, New York,1989, pp. 2-3.

(22)   Morris Jastrow, "Adam and Eve in Babilonian Literature", in The American Journal of Semitic Languages and Literature, Vol. XV, n. 4.

(23) Per l’acqua, cfr. Supra, nota 66. Per il buio e la Notte, come simbolo del ventre materno, vedi K. Abraham, «Limitazione del piacere di guardare» in Opere, B. Boringhieri, Torino 1997, vol. 2, pp. 577-80.

(24) Batei Midrashot, parte seconda, midrash otiot Rabi Akiva nusah beit. La leggenda di Rabi Akiva parla di mille cubiti, che sono circa quattrocento metri, e non di un cubito come riporta erroneamente Reik, in op.cit., p.37.

(25)  Rashi è il più importante di tutti i commentatori delle sacre scritture. Visse in Francia      nell’undicesimo secolo della nostra era.

(26)  Reik nel suo libro (La Creazione della donna, op.cit.) ha dimostrato come la nascita di Eva dalla costola di Adamo rappresenti un antico rito della pubertà, in cui l’estrazione della costola simboleggia un’evirazione simbolica al pari della circoncisione o l’estrazione di un dente, e l’apparizione di Eva sia il primo rapporto eterosessuale che si sussegue a catena. Noi accettiamo l’interpretazione di Reik e ci teniamo ad enfatizzare che non vi è contraddizione alcuna tra la nostra versione della Creazione del mondo in cui Jahvè da dio iniziatico si trasfigura in iniziato e quella di Reik che vede nella creazione della donna una scena del rito in cui Jahvè fa da iniziatore. Queste due scene si assommano e non si escludono a vicenda, e sono un’ulteriore prova che tutte le saghe bibliche contengono tracce dei riti della pubertà arcaici che erano il contenuto esistenziale principale di tutta la vita delle tribù ebraiche, al punto che riescono ad infiltrarsi anche nella cosmogonia, diversamente da come accadde a tutti gli altri popoli.
Il popolo ebraico viveva sotto la perenne cappa della minaccia iniziatica e quindi sfruttò gli elementi comuni ai miti cosmologici sumeri e babilonesi per introdurvi la propria tensione peculiare di popolo che mantenne sempre la forma mentis tribale.

(27) “Psicologia delle Masse”, in op.cit., Vol 9, p. 324.

(28) “L’Uomo Mose’”, terzo saggio, in op.cit, Vol. 11, p.406.

(29)  Vd. S.Freud:  "Il caso dell’uomo dei topi" , in op.cit., vol. 6 p. 34.

(30)  Josephus riferisce che quando Tolomeo I Soter mise l’assedio su Gerusalemme pote’ conquistarla facilmente perche’ gli ebrei rifiutarono di difendersi il giorno del Sabato, e che Agatharchides di Cnidus, che scrisse gli atti dei successori di Alessandro, “Ci abbia schernito dicendo che abbiamo perso la nostra liberta’ per colpa di oscure superstizioni” (Antichità Giudaiche,  XII,1)
Ecco per esempio cosa dice Tacito del riposo sabbatico: “Si dice che abbiano eletto al riposo il settimo giorno, nel ricordo di quel settimo giorno che aveva visto la fine delle loro sofferenze. Poi, con l’abitudine alla pigrizia, consacrarono all’ozio anche un anno ogni sette.” ( Hist., V, 4).

(31) K. Abraham, “Una base constituzionale dell’angoscia locomotoria” in Opere, Bollati Boringhieri, Torino 1975 e 1997, vol. I, pp. 64 -5 . IL corsivo è di Abraham.

(32)Winton Solberg,: “Luther and Calvin on the Sabbath”, in Redeem the Time –The Puritan Sabbath in Early America, in <http://www.grace-for-today.com/347.htm “Luther criticized the Sabbatarian Carlstadt and certain Anabaptists for their Judiazing of Sunday: "that if Sunday were anywhere made holy merely for the day's sake or its observance set on a Jewish foundation, 'then I order you to walk on it, to ride on it, to dance on it, to feast on it, to do anything that shall remove this encroachment on Christian Liberty' " (p.17). Calvin "regarded the external observance of the Sabbath rest as a Jewish ceremonial ordinance and no longer binding on Christians." He said of Sabbatarians that they "surpass the Jews three times over in a crass and carnal Sabbatarian superstition" (p.19). For very practical reasons, Calvin wished to retain a stated rest day for rest and worship. "When Spirituals taunted Protestant as Judaizers for still keeping Sunday, Calvin replied that they celebrated it not scrupulously but 'as a remedy needed to keep order in the church.' " Solberg notes also that "in Calvin's Geneva, citizens were free to amuse themselves after Sunday worship, and they did so with military drill and bowling. Calvin himself bowled on Sunday and was buried on a Lord's Day afternoon" (p. 19).
(33) "witches' sabbath" Encyclopædia Britannica Online.
<http://members.eb.com/bol/topic?eu=79346&sctn=1&pm=1>
[Accessed March 9 2000].

(34) Vedi, in un quadro di Hans Baldung Grien del 1510, esposto al Museo Metropolitan of Art di New York,  “Witches Sabbath, 1510, woodcut. 113KB” un rito satanico in cui si vedono streghe nude, di cui una vola in aria cavalcando un capro. In  www.mirror.tvd.be/cjackson/grien/p-grien1.htm.
Vedi anche un quadro di Goya della fine del settecento, in cui si vede un “ Black Sabbath”, con un gruppo di streghe sedute intorno a un enorme capro, a cui sacrificano bambini, in < www.hol.gr/cgfa/goya/p-goya38.htm

(35) Goethe, Faust, prima scena nello studio, riportato da Freud in "Totem e tabù", in op.cit.,, p.164.
 
 
 

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