L'articolo del dott. Levi
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Inviato da: Gioia Marzi il
January 08, 2003 at 11:30:48:
L’articolo del dott. Levi evidenzia una serie di analogie presenti
nei miti: zoppia=sciatalgia; nervo sciatico=pene; piede,
mano-avambraccio, ginocchio= pene; occchio, fronte= pene. Leggo
anche che, con il rito iniziatico Giacobbe diventa Israele e zoppica a
testimoniare che ha sostenuto l’iniziazione e ce l’ha fatta. Dunque
portare dei segni è una castrazione e un’affermazione allo stesso
tempo: questa considerazione mi induce a molte considerazioni e,
tra le altre, l’osservazione delle mutilazioni che si producono
talvolta alcuni psicotici. Non molto tempo fa un uomo di 40 anni,
ritenuto fino a quel momento sano, si presentò all’accettazione di
un reparto psichiatrico accompagnato dai parenti che lo vedevano
sempre più taciturno e pessimista. Mentre si procedeva alle estenuanti
procedure di Pronto Soccorso l’uomo si enucleò l’occhio destro e
si produsse lesioni irreversibili anche al sinistro. Accecato, fu
ricoverato in psichiatria (non senza essere stato traghettato da
un reparto all’altro perchè, a quel punto, si riteneva idoneo un
ospedale generale dotato di oculistica!). Durante la degenza fu
talmente tranquillo, adeguato e addirittura sintonico che sostenere la
sua psicosi in base ai criteri diagnostici imposti dai DSM
diventava arduo. Di lui si sono perse le tracce, ma l’orrore del gesto
fa risuonare la non metoforica pregnanza delle parole del Vangelo
che Levi ci ha ricordato: "Se il tuo occhio destro ti è occasione di
scandalo, cavalo e gettalo via da te..." (Mt. 5,29-30). Da parte
psicoanalitica si è più volte osservato che il mito di Edipo indica
nell’accecamento la punizione per l’appagameto del desiderio
d’incesto in quanto, nell’ontogenesi, più spesso è l’occho
l’organo percettore della scena primaria e della sua funzione di
riattivazione del desiderio di possesso della madre-uccisione del
padre. L’osservazione di Levi sull’analogo significato del gesto
islamico di battere la fronte a terra si aggancia ad altro materiale
clinico da me reperito: nella prima fase dell’analisi di una
giovane donna emerse il ricordo di una caduta durante la prima
infanzia. Tale caduta aveva determinato numerose piccole cicatrici
del volto e un’aderenza cutanea a livello della fronte, visibile
all’ammiccamento. Anche attraverso lo studio successivo delle
fotografie fu possibile ricostruire la vicenda legata a classiche
ragioni edipiche sulle quali non mi dilungherò. Ma è interessante un
dato catamnestico: a distanza di molti anni (dalla caduta, ma
anche dall’analisi) il caso giunse all’osservazione e al trattamento
di un osteopata che chiese senz’indugio se la donna avesse subito
un trauma a livello della fronte. Secondo l’osteopata, infatti, da
quello sarebbero derivate (a cascata e rinnovate da traumi fisici
successivi, nella seconda infanzia, adolescenza ed età adulta) una
serie di disequilibri interessanti l’apparato osteoarticolare, i
legamenti e, in definitiva , molti dei derivati mesodermici.
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