L'altare del Rosario


Nella navata laterale destra della Parrocchiale di San Bartolomeo, nell'ultima arcata, si trova l'altare del Rosario, datato come iniziale costruzione al 1654 circa, unica suppellettile di rilevanza proveniente dall'edificio demolito nel 1699.
In origine era addossato alla parete destra della navata unica, in una nicchia come gli altari a sinistra.
Con la costruzione della navata destra (il progetto della navata sinistra non venne mai realizzato), fu' rimosso e quindi riposizionato all'interno della navata.
La struttura � di stucco dipinto e di legno dorato. La parte superiore presenta una nicchia centrale nella quale � ricoverata una statua della Madonna con il Bambino; intorno alla nicchia, incorniciate da decorazioni lignee, sono disposte 15 pregevoli formelle raffiguranti i misteri.
Sul colmo della trabeazione � posta una statua lignea di San Sebastiano.
Nel 1998 l'altare � stato sottoposto ad un attento e preciso restauro con i fondi ricavati dalle offerte dei fedeli della Parrocchia.
Lo stato del altare era quello che ci si poteva aspettare da tre secoli di uso.
Colature di cera, patina e ridipinture, distacchi cedimenti ed invecchiamento dei materiali ne avevano appannato lo splendore barocco ed insidiato la solidit�. La leggibilit� delle formelle era praticamente nulla.
La foto qui sotto illusta il rilevamento dei danni effettuato prima del restauro.
La descrizione dello stato dell'altare all'inizio lavori e la descrizione degli interventi di restauro che seguono sono tratti dal documento di relazione sul restauro redatto da Alessandra Curti


Descrizione dello stato di conservazione prima del restauro


L'altare � appoggiato alla parete della navata laterale destra della Chiesa ed � costituito da una mensa scolpita sopra la quale vi sono il tabernacolo, i gradini, due colonne scanalate che sorreggono l'architrave con timpano spezzato.
Al centro dell'altare vi � la statua della Madonna con Bambino circondata dai Misteri del Rosario attorniati da intagli lignei a foglie e volute dorate. Sulla sommit� � posta una statua di S.Sebastiano di piccole dimensioni, inserita in una nicchia architettonica dei timpano.
Tutta l'opera � costruita in legno (pioppo, noce, abete), dorata e dipinta di azzurro fatta eccezione per i 15 Misteri che sono dipinti ad olio su tela.
Bracci reggicero sono inseriti ai lati dei Misteri, per illuminarli.
La parte centrale dell'opera � costituita da tavole verticali unite con incastro maschio/femmina e tramite un'asse retrostante; le tele dipinte sono di forma rettangolare e fissate dagli intagli applicati sopra.
Gli intagli a foglie e volute sono dorati a foglia con la tecnica dei guazzo e circondano le tele formando delle comici ovali intorno alla portella che d� accesso alla nicchia e all'intercapedine che separa l'altare dalla parete.
La statua della Madonna con Bambino, racchiusa nella nicchia, � molto ben scolpita ma appariva ridipinta.
Il tabernacolo ha una portella con spighe di grano intrecciate a tralci di vite, i bordi a volute che culminano con una testa di cherubino ed � inserito nei gradini decorati con rose e grani del rosario. Lo stato di conservazione dell'altare del Rosario era pessimo, soprattutto per ci� che riguardava il supporto ligneo.
Si � riscontrato un consistente attacco di insetti xilofagi diffuso su tutta la superficie.
Interventi precedenti antichi avevano sicuramente interessato la parte basamentale dell'opera che si presentava infatti ridipinta e modificata rispetto all'originaria posizione. Fortunatamente tutta la parte superiore alla mensa non era alterata da manomissioni ma presentava il degrado causato dal tempo e dalla mancanza di manutenzione.
Sul timpano risultavano mancanti alcune comici e la struttura era assai sconnessa e attaccata dai tarli ma sostanzialmente integra.
La doratura e il colore erano per� coperti da accumuli di sporco, polvere e sudiciume. Le scaglie erano molto sollevate e in molte parti cadute, lasciando evidente il legno di noce sottostante.
Le colonne erano anch'esse molto sporche, lacunose e con la foglia dorata abrasa e consumata.
La scultura raffigurante S.Sebastiano presentava un incarnato chiaro ma coperto da strati di sporco che nascondevano le cadute di pellicola pittorica.
Le tele del Rosario apparivano deformate a causa dei naturali movimenti di ritiro del supporto retrostante e completamente ricoperte dallo sporco che le rendeva quasi illeggibili. Numerose erano le sconnessioni e le fessure tra gli intagli applicati e le tavole di base, nella parte centrale.
Vi erano inoltre piccole mancanze di supporto ligneo, comici, volute e alcuni bracci reggicero sono andati perduti. Molte erano le colature di cera e alcune le bruciature. La doratura non sembra essere stata oggetto di ridipinte: essa appariva molto sporca, abrasa e sollevata in pi� punti.
La scultura raffigurante la Madonna con il Bambino era parzialmente ridipinta. In un precedente intervento infatti il colore originale � stato ritoccato lasciando integre le decorazioni dorate e la meccatura originali, nonch� alcuni particolari quali gli occhi della Madre e del Bambino.
1 gradini e le due alzate decorati con intagli che rappresentano i simboli del Rosario, le rose intrecciate ai grani della corona, sono separati dal tabernacolo centrale. Esso � intagliato con belle volute, testa di puttino e nella portella compaiono le spighe di grano e il ramo di vite, simboli eucaristici. All'interno del tabernacolo vi � ancora la fodera in stoffa originale.
La struttura lignea in pioppo e gli intagli erano caratterizzati da un degrado strutturale e biologico.
Le tavole costituenti i gradini erano sconnesse e attaccate dai tarli. Lacune d� supporto interessavano le estremit� pi� aggettanti. La superficie dorata e azzurra era assai sporca, consumata dall'uso e con sollevamento e cadute diffuse.
La mensa si presentava completamente dissestata in quanto appoggiava sul pavimento che aveva subito gi� da tempo un notevole cedimento, soprattutto nella zona sinistra. Anche i fianchi dell'altare, in pioppo e noce e la pedana subivano le conseguenze di tale deformazione. Tutta la struttura inferiore dell'altare risultava sbilanciata verso sinistra.
La parete di fondo manifestava evidenti segni di umidit� di risalita ristagnante. Durante un intervento precedente i fianchi della mensa erano stati prolungati con mattoni e intonaco per aumentarne le dimensioni a scopi celebrativi, probabilmente.
Tali aggiunte, assai degradate a causa della tecnica impropria avevano in parte danneggiato la struttura lignea provocando ristagno di umidit� in una zona gi� sensibile e favorendo l'attacco biologico. La pedana originale era in condizioni anche peggiori.

Intervento effettuato

Per poter intervenire adeguatamente sulla zona centrale dell'altare, in particolar modo sulle tele dipinte, si deciso, in accordo con la Direzione Lavori, di smontarla e trasportarla in laboratorio, unicamente alla statua della Vergine, S. Sebastiano, ai gradini e al tabernacolo.
Il restauro delle rimanenti parti, trabeazione, colonne, mensa, � cominciato dall'alto; la prima fase � stata la spolveratura. Con l'aiuto di pennelli a setola morbida e con l'aspirapolvere si sono rimossi gli accumuli di polvere e sporco, procedendo con estrema cautela sul timpano dove pi� numerosi erano i sollevamento di doratura. Contemporaneamente le scaglie pericolanti sono state fissate con colla alifatica diluita in acqua distillata (Weldwood), fatta penetrare con siringhe previa umidificazione con acqua e alcool.
Dopo lo smontaggio di alcune parti lignee sconnesse (comici) e pericolanti (timpani), si � proseguito effettuando tasselli di pulitura su tutta la superficie dell'altare, per individuare il corretto livello di pulitura, la natura degli strati originali, le ridipinture e i mezzi pi� idonei per la loro rimozione.
Per eliminare lo sporco dalla doratura e dalla cromia azzurra si � utilizzata una miscela di acqua, acetone e alcool, alternata all'impiego di sola essenza di petrolio dove la superficie risultava sensibile ai solventi polari. Mi riferisco precisamente a quelle zone di doratura decorate con velature a colla e pigmento, originali, stese probabilmente per smorzare il tono troppo luminoso della foglia metallica. Tali velature, assai rare e difficili da trovare su opere antiche, erano ben conservate sul timpano ma anche sulle foglie e volute centrali, nascoste dallo sporco Dopo la pulitura e il consolidamento del colore e doratura la trabeazione � stata disinfestata dagli attacchi biologici con Permetar. Le comici mancanti sono state ricostruite in legno di noce, patinato con rolla e cera d'api, per ridare alla struttura architettonica un aspetto unitario. Velature di acquerello hanno integrato le lacune di doratura e le piccole stuccature..
La statua di S.Sebastiano � stata pulita dai depositi di sporco con una miscela di acqua e Tween 20 (tensioattivo non ionico), disinfestata e consolidata con colletta, ritoccata e protetta con vernice Mat e in seguito r�posizionata nella nicchia del timpano con piastre metalliche in ottone.
In laboratorio gli intagli dorati e la cromia della parte centrale sono stati trattati in modo analogo a quello descritto in precedenza. Accumuli di cera sono stati rimossi con l'uso del termocauterio e con essenza di petrolio. Il legno, ove necessario, � stato consolidato con Paraloid B72 in nitro a basse percentuali, dopo la disinfestazione.
Per quanto riguarda i dipinti su tela, sono stati puliti con una miscela buffer a pH 9 addensata in Klucel poich� anch'essi si presentavano molto sporchi e privi di verniciature recenti o ritocchi. Il colore � risultato piuttosto integro e la tecnica esecutiva a olio rivelava una buona mano in alcune delle scene rappresentato.
A causa delle deformazioni descritte in precedenza si � reso necessario smontare gli elementi intagliati che tenevano fissate le tele al tavolato di supporto. In seguito si sono distaccate le tele (protette dalla velinatura) dal tavolato; esse risultavano essere di forma rettangolare, di tessuto spesso ad armatura 1: 1 fitta, fissate con chiodi direttamente sulle assi, senza telaio. E' per questo motivo che hanno risentito cos� tanto dei movimenti di ritiro del legno sottostante.
Dopo aver pulito bene il verso delle tele a secco con pennelli, spazzole e bisturi, si sono appianate mediante sottovuoto e apporto di calore moderato e umidit�. Una volta asciugate ed eliminare tutte le deformazioni si � applicato sul verso, mediante Bevaftlm, un sottile supporto di vetroresina (2 mm) che a sua volta � stato fissato al tavolato. In questo modo i dipinti non risentiranno pi� dei movimenti delle assi e manterranno la loro originaria planarit�. Gli intagli sono stati riposizionati sul recto con viti inox.
La struttura lignea � stata rinforzata dal verso con una semplice parchettatura costituita da listelli trasversali in alluminio forato applicati mediante viti ammortizzate da un sistema di molle ed anelli scorrevoli che permettono il naturale movimento del legno. Dopo aver steso un protettivo finale sulle tele (Sprhu Film Lukas) il tavolato centrale � stato trasportato di nuovo in Chiesa e sistemato nella sua sede corretta utilizzando viti inox nei punti di fissaggio originali.
Gli angeli che reggono la corona posti al di sopra della portella a vetri sono stati fissati alle tavole nella loro originaria posizione.
A causa del pessimo stato di conservazione anche la parte basamentale � stata oggetto di smontaggio. Si � cominciato sfilando la pedana, sollevando e togliendo la mensa e infine i fianchi. Grazie a tale operazione si sono potute rimuovere le macerie depositate da anni dietro al paliotto. Detriti di varia natura coprivano piccole parti di intaglio e cornici originali che sono state recuperare.
Il pavimento antico, emerso al di sotto della pedana era effettivamente sconnesso e cedevole nella parte sinistra. La mensa quindi, appoggiando male, si era distorta a causa del suo peso e aveva preso una posizione squilibrata.
Anche le cornici al di sotto dei plinti erano state riposizionate scorrettamente per adeguarsi alla deformazione. Le tavole costituenti i fianchi erano compromesse da attacchi biologici.
L'intervento � consistito nell'eliminare le parti lignee troppo rovinate, disinfestare e consolidare ci� che restava e sostituire con legno della stessa specie le parti rimosse. Tramite l'uso di piastrine metalliche forate e inserti lignei si sono rinforzate le strutture dei fianchi e dei paliotto. Le "prolunghe" in mattoni e malta sono state eliminate e sostituite con due sagome in legno multistrato, patinato con rolla e cerato.
In accordo con la D.L. si � quindi deciso di rispettare e mantenere la dimensione della mensa cos� come l'abbiamo trovata.
Pesanti strati di ridipinture (almeno tre) interessavano la parte inferiore del paliotto. La cartella centrale presentava due strati pittorici di epoche diverse sopra all'originale. L'ultimo raffigurante S.Domenico e S. Chiara ai piedi della Madonna del Rosario, quello intermedio una Rosa Mistica molto danneggiata. Dopo averli documentati fotograficamente si optato per le loro rimozione. L'originale scritta in lettere dorate su fondo azzurro chiaro emergeva integra: D 0 M ROSARY AVGVSTISSIME REGINE PIA SODALITAS DICAVIT ANNO 1 7 2 9.
Le ridipinture presenti sui fianchi sono state eliminate con solventi e rifiniture a bisturi. Sul lato destro � apparsa una scritta analoga in caratteri bianchi e regolari che testimonia l'anno di dedica dell'altare.
Le comici sotto ai plinti sono state fatte aderire correttamente con viti inox dal retro e integrate con modanature in noce, mordenzato e cerato, ove mancanti. La scultura della Vergine, restaurata in laboratorio, ha subito analoghi trattamenti dal punto di vista conservativo. Per quanto attiene il colore si � scelto anche qui di recuperare le cromie originarie, asportando le ridipinture ottocentesche con solventi applicati in gel (acetone) e addensati (alcool etilico).
La pellicola pittorica originale, ben conservata, � stata ritoccata e verniciata con vernice Mat. La statua � stata posizionata all'interno della nicchia, chiusa dalla portella a vetri.
E'stato anche realizzato un impianto adeguato di illuminazione a comando che permette di apprezzare i contenuti artistici dei diversi elementi che compongo questo altare.
Attualmente l'altare � coperto da un sistema di antifurto.

La Confraternita del Rosario

La Confraternita del Rosario viene eretta il 25 Maggio 1654 presso l'altare del Rosario nella chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo
Un documento conservato nella Parrocchia di Portacomaro riprende l'atto di fondazione nel 1717 con Bolla del rev. Padre Generale dei Predicatori fr. Antonino Cloche.
Sono tutt'ora conservati presso l'Archivio Parrocchiale:
- Copia del 1717 del documento originale di costituzione
- Libro con elenco dei confratelli e delle consorelle dal 1654 al 1769 e della rifondazione del 1945
- Libro dei conti (entrate ed uscite) del 1721 al 1922
- Elenco dei beni e dei censi posseduti della Compagnia sec. XVII� e XIX�
La Confraternita, attiva anche durante il periodo napoleonico, cade in abbandono nel peorido compreso tra le due guerre mondiali e viene ripristinata canonicamente l'11 Novembre 1945 dal Parroco Vicario Foraneo Don Mario Cortese, insieme alla Bianca Legione dei Piccoli Rosarianti che era stata fondata nell'Aprile del 1922.
Nella prima lista, allegata all'atto di ricostituzione, sono 104 i nomi di Parrocchiani che aderiscono alla Confraternita.




La Parrocchiale di San Bartolomeo La chiesa dell'Annunziata
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