Capitolo 2 - Portacomaro nel Medioevo

Il più antico documento in cui venga citato Portacomaro risale all'anno 927. Si tratta di una cessione di beni tra il diacono Abelardo ed il notaio Litone.
Nell'anno 1054 compare la prima citazione di vigneti presenti nella zona di Portacomaro, si tratta della cessione a Berno del fu Martino di una vigna situata in Cortecomaro da parte di Giovanni del fu Ingelberto.
Portacomaro, al contrario di molti paesi vicini, non possiede un vero e proprio castello. Eppure il luogo è quanto mai propizio, sia strategicamente che topograficamente, al punto che, sempre affidandosi alla leggenda, venne eletto da Federico Barbarossa come suo quartiere generale e domicilio durante l'assedio di Asti.
La spiegazione al fatto c'è ed è la seguente: il giorno 11 febbraio 1179 venne stipulato un trattato tra il Marchese del Monferrato ed il Comune di Asti. In seguito a questi accordi il paese di Portacomaro, situato lungo il confine, perse il diritto di ospitare castelli e guarnigioni. Ecco lo stralcio del documento che riguarda il paese di Portacomaro:
"... quanto al castello di Portacomaro, diciamo ed ordiniamo che nè il Marchese nè la città facciano fortezza o castello: quelli che tengono il Marchese nel suo dominio e reddito non paghino il fodro alla città, ma gli uomini di coloro che tengono dal Marchese con gli altri uomini di Portacomaro diano del possesso e distretto della Città di Asti..."
Questa clausola, dichiarando Portacomaro "zona smilitarizzata", salvò il paese da successive devastazioni, ma ne diminuì l'importanza militare e politica. Al posto dei castelli e fortificazioni dei paesi confinanti, Portacomaro sviluppò un Ricetto, gruppo di case contadine prottette da un muraglione, per il ricovero della popolazione e la custodia dei raccolti in caso di pericolo.
Un curioso documento dell'anno 1296 ci fa conoscere il primo Portacomarese storicamente noto. Faceva di nome Rogerius de Curte ed aveva vasti interessi "citra et ultra montes" ovvero al di qua ed al di là delle Alpi (nel Duecento le Fiandre, la Savoia e la Champagne erano territori in cui i mercanti astesi erano particolarmente attivi insieme a lombardi e casanieri). Di mestiere faceva l'usuraio ed il mercante, logica accoppiata in quanto il denaro che accumulava con il commercio doveva ben farlo rendere.
Questo Roggero (chiamiamolo con il nome attualizzato) provava per i propri compaesani sentimenti di profondo rancore.
Gravemente ammalato, ma in pieno possesso delle sue facoltà mentali, il 9 Novembre chiama il vicario vescovile di Asti. A questi confessa il peccato di usura e dispone la restituzione delle usure certe e la distribuzione ai poveri di quelle incerte "excepto quoddam debito comunitatis et hominium loci de Curtecumario".
Revoca dei debiti per tutti quindi, eccetto che per il paese ed i suoi compaesani. Questi evidentemente non lo avevano amato molto da vivo (probabilmente invidiandone il successo e la fortuna economica) ma sicuramente lo avranno amato ancora di meno da defunto.
Il 20 ottobre 1387 è una data singolare nella vita del paese: quel giorno tutti i capifamiglia del paese furono convocati sulla "piazza del forno" e qui giurarono solennemente fedeltà al casato degli Orleans. Era accaduto che il paese era stato portato in dote da Valentina Visconti che va in sposa a Louis de Beaumont, Duca d'Orleans, Conte di Valois , figlio di Carlo V°, Re di Francia.
L'occasione era talmente solenne da venire verbalizzata in un documento e questo ci ha tramandato il più antico elenco completo di Portacomaresi e dei loro cognomi.
Poi vennero gli anni del buio, il Comune di Asti perse progressivamente la sua potenza e Portacomaro, priva di protezione militare e politica, fù teatro di invasioni e scorribande.



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