Benito Mussolini
Il fascismo secondo Mussolini
dal "Diario della Volontà" (1921)
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Che cosa é questo fascismo, contro il
quale si accaniscono invano i nemici vecchi e nuovi? Che cosa é questo Fascismo
le cui gesta riempiono le cronache italiane?
Sia concesso a noi, che abbiamo l'orgoglio di aver lanciato nel mondo questa
superba creatura, piena di tutti gli impeti e gli ardori di una giovinezza
traboccante di vita; sia concesso a noi di rispondere a queste domande.
Il Fascismo é una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si
propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale
programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e
materiale del popolo italiano.
Parliamo schietto: Non importa se il nostro programma concreto, non é
antitetico ed é piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò
che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro
Paese.
Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o
disprezza, ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che é
ipoteca arbitraria sul misterioso futuro.
Oggi si compiono i due anni dal giorno in cui sorsero i Fasci italiani di
Combattimento. Abbiamo appena il tempo di evocare la data. La battaglia infuria
dovunque. Le cronache sono rosse o arrossate dal latin sangue gentile fascista.
E poi, non abbiamo la stoffa dei commemoratori. Camminiamo avanti e guardando
dinanzi a noi. E' il nostro stile. Siamo giovani, nati ieri e non abbiamo
storia. O ne abbiamo troppa. Ma non ci pesa. Non grava sulle nostre anime il
passato, perché il tumultuoso presente c'incalza verso l'avvenire.
Non eravamo in molti, nella sala di Piazza San Sepolcro due anni fa, quando
gettammo le prime basi della nostra costruzione ideale. Un centinaio forse. Io
stesso non mi cullavo in illusioni eccessive. Mi contentavo di costituire, in
prosieguo di tempo, un centinaio di Fasci nelle principali città d'Italia.
Il Fascismo non aveva molti numeri per conseguire un successo di adesioni e di
popolarità. Si chiamava di "combattimento" e questa parola, dopo
quaranta mesi di guerra, suonava ingrata alle orecchie di molta gente; partiva
in lotta contro il rinunciatarismo, il che alienava al fascismo le simpatie di
coloro che fanno dell' "imperialismo" per tutti i popoli, salvo che
per quello italiano; rivendicava la necessità dell'intervento in guerra e la
grandezza della vittoria, la qual cosa urtava i nervi di quelli che intendevano
superate le storiche differenze di neutralismo e interventismo, finalmente
scendeva in campo apertamente contro la demagogia socialista che consigliava
tutti i malcontenti delle classi medie ed esasperava, nell'assurda aspettazione
del paradiso russo, tutti i fanatismi politici e le miserie morali del
proletariato.
Dopo due anni di lotte, varie e tempestose vicende, gettiamo uno sgurado sulla
strada percorsa; il punto di partenza ci appare straordinariamente lontano. Il
Fascismo dopo essersi affermato trionfalmente nelle grandi città, dilaga,
straripa nei piccoli paesi e sin nelle più remote campagne..
Due anni! rapida successione di eventi! Tumulto e passare di uomini! Giornate
grigie e giornate di sole. Giornate di lutto e giornate di trionfo. Sordo
rintocco di campane funebri; squillore gioioso di fanfare all'attacco. Fra poco
il Fascismo dominerà la situazione.
Nell' annuale della fondazione, inchiniamoci dinanzi ai morti e salutiamo in
piedi i vivi che si raccolgono a fiumane attorno alle nostre bandiere. E' la
migliore gioventù d'Italia, la più sana, la più ardimentosa. Intanto, dietro
le armature possenti, tutto il cantiere fascista é all'opera. Chi porta le
pietre, chi le depone, chi dirige e traccia i piani.
Avanti, Fascisti! Tra poco saremo una cosa sola! Fascismo e Italia!
( Benito Mussolini, Diario della volontà, 23 marzo 1921 )
"Io riconosco e mi vanto di possedere uno spirito nobile ed alacre: e
aggiungo che il giorno in cui non mi sentissi più stimolato da questa
inquietudine mi riterrei diminuito e liquidato.
Io non mi "adagio" mai in nessuna posizione; non mi siedo non mi
addormento sul già raggiunto; non sono un impiegato tardo e marginatore di
pratiche, ma un camminante che non riconosce mai nella meta raggiunta, quella
definitiva o suprema.
Ho l'orgoglio di aggiungere a questo quadro auto-biografico che non mi mancano e
volontà e tenacia. Sono trenta mesi oramai che io, giorno per giorno,
implacabilmente, ho tenuto fermo nella battaglia contro le forze che
minacciavano di rovina la Nazione. Trenta mesi di duro lavoro, di quotidiano
lavoro, alternato da vittorie e da sconfitte; confortato talvolta da vasti
consensi, gelato talora da isolamenti improvvisi. E non ho mai piegato.
Sono infiniti i campi nei quali possiamo applicare le nostre energie. Comprendo
e compiango quelli che non sanno astrarre dai loro ambienti, vi si inchiodono e
non vedono altro, e non credono alla esistenza di un più vasto e complesso e
formidabile mondo. Sono i riflessi del campanilismo, riflessi che sono estranei
a noi, che vogliamo sprovincializzare l'Italia e proiettarla come "entità
nazionale" , come blocco fuso oltre i mari e oltre le Alpi.
Ma l'uomo che ha fondato e diretto un movimento e gli ha dato fior di energia,
ha diritto di prescindere dalle analisi di mille elementi locali per vedere il
panorama politico e morale nella sua antitesi; ha il diritto di vedere dall'alto
di una montagna, cioé da un ampio orizzonte, il panorama, che non é di Bologna
o di Venezia o di Cuneo, ma é italiano, ma é europeo, ma é mondiale. "
(Benito Mussolini, Diario della Volontà, 19 agosto 1921).