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articolo su revista frontiera romania

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CAPTAIN OF ROMANIAN BORDER POLICE MARIUS IONESCU REDATTORE
REVISTA FRONTIERA
ROMANIA
on left Iulian Puica
in the middle Nicola Zichella
on the right Marius Ionescu

Articolo DI Fabrizio Locurcio sul mensile ufficiale delle Polizia di Frontiera della Romania "Revista Frontiera"

GRANDE TRAGUARDO, ROMANIA IN EUROPA: UN SOGNO REALIZZATO IN PARTE
I principi encomiabili e nobili dell’Unione Europea, spinta da una benevola intuizione di emulare il modello di potenza e unità americana, spesso non considerano il risvolto della medaglia relativa alle problematiche scaturenti dal fenomeno conseguente.
Prima vittima del problema che affligge l’intera Unione , reso ancora più grave dal diverso modo in cui è percepito nella vecchia e nella nuova Europa, è il problema della libera circolazione prevista per il 2007. Una delle quattro libertà: uomini, soldi, commercio e servizi, su cui poggiano l’intere fondamenta dell’Ue, si connette a questo problema.

Attraversando la frontiera fra le due Europe, ci si rende conto dell’impatto negativo, dimostrato dall’opinione che le persone fanno discriminando, con diffidenza e paura, i loro cugini poveri dell’Europa centro-orientale.
Credo, comunque, che il traguardo raggiunto dalla Romania relativo all’entrata nell’Unione Europea sia una meta storica sia per l’Europa che per tutto il popolo rumeno, ma ritengo che sia altrettanto importante creare per il popolo rumeno condizioni sociali, economico-politiche identiche a quelle dei Paesi membri.
E’ necessario aiutare il governo rumeno a risollevarsi e a ritrovare la giusta collocazione che merita all’interno dell’Europa, senza discriminazioni, derivate dalle differenze economiche con gli altri Paesi europei occidentali. Ardua e lunga è l’impresa, se consideriamo che in Paesi come Francia, Italia,Spagna esistono degli squilibri sociali enormi e grande povertà; si pensi che nel sud d’Italia ci sono ancora famiglie che non sanno come superare la giornata e vivono in case prefabbricate senza risorse economiche.
I timori sono sempre gli stessi sia per gli italiani che per il resto dell’Europa, la libera circolazione di persone prevista per il 2007, comporterà enormi problemi di sicurezza, lavoro e denaro, poiché l’immigrazione verso occidente dell’Europa orientale costituirà una crescita esponenziale di domanda di nuovi posti di lavoro nettamente inferiore rispetto all’offerta.
Un altro problema è l’antagonismo tutt’ora presente in Italia, in Germania, Francia, tra cittadini del proprio paese e quelli provenienti da altri paesi stranieri.
Per esempio in Italia, molti lavori sono affidati a cittadini provenienti dalla Romania, come ad esempio il compito delle badanti alle signore e i lavori di operaio agli uomini.
Assisterei gli anziani è un lavoro pesante che richiede dedizione, sacrificio e molta sensibilità umana, doti che le donne rumene hanno, e che sanno mettere bene in pratica. Eppure, ancora esiste in alcuni casi un atteggiamento prevenuto e diffidente da parte di molti, sul fatto di assumere un cittadino straniero, per i problemi che questo potrebbe creare, anche se realmente non esiste alcun ostacolo. Un altro lavoro in Italia molto richiesto dai rumeni , è quello di operaio o manovale, che molti italiani vogliono fare, solo quando vengono a sapere che è stato offerto ad un cittadino rumeno, attribuendo ai rumeni il loro stato di disoccupazione.
E’ chiaramente una contraddizione parlare di immigrazione e stranieri, in una Europa unita, dove tutti dovrebbero essere cittadini europei e non rumeni, bulgari, francesi tedeschi! tutti sappiamo però quanto questa discriminazione sia presente, così naturale e spontanea nelle parole di tutti i giorni della gente, e per questo siamo consapevoli delle reali difficoltà che l’Unione Europea dovrebbe affrontare preliminarmente.
Personalmente penso, per le ragioni sopra esposte, che l’Europa non sia ancora pronta a pensare e parlare realmente di Europa Unita, proprio per i divari che interessano gli stessi Stati membri, anche sotto il profilo giuridico, poiché molte direttive europee, sono ancora lente nella loro approvazione e non vincolanti per le leggi degli Stati membri.
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