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E/G - campo invernale 26-28/12/2004

Fu dura svegliarsi alle sette di mattina ma, credetemi, ne è valsa proprio la pena! Dopo esserci aspettati tutti e un rapido controllo alle squadriglie per verificare eventuali morti partimmo alla volta del Duomo monteclarense, imponente e biancheggiante costruzione posta come divisoria fra le due piazze, per ascoltare la messa delle otto. Sembrava più lunga delle altre messe, vista la nostra fretta di partire. Dopo la benedizione e l’ultimo canto via di corsa al Centro Giovanile per evitare di “perdere” il nostro autobus privato…Le facciamo in grande le cose! Da qui in avanti inizia la nostra odissea…su e giù per le strade e i viottoli fino a raggiungere l’autostrada e da lì in poi campo libero per arrivare a Vicenza, in località Laghi. Arrivammo a fianco di un piccolo lago ghiacciato con posto al centro un presepio. L’autobus prese a slittare e non ci fu verso di fargli cambiare idea: non voleva salire. Dovemmo fare un “atterraggio d’emergenza” e scaricare, sotto la pioggia che cadeva, zaini e materiale vario (fra cui le cibarie). Infilati i nostri ponchi tuttofare iniziammo a scarpinare su e giù da delle strade asfaltate a tratti fino ad arrivare in un piccolo borgo abitato. Aspettammo il nostro caro Giulio che aveva portato fin lì con la macchina il materiale per poi riprendercelo e portarcelo fin su alla casa (il tutto sotto l’acqua) dato che la macchina slittava in maniera incredibile. La casa, abbastanza piccola e riscaldata da delle stufette elettriche amorevolmente chiamate Elicent, era posta sopra a dei campi innevati. Uno spettacolo fantastico. Ci rifocillammo in una stanza con l’entrata bassissima dove “qualcuno” di noi lasciò un’impronta del cranio bella stampata sullo stipite. Il primo giorno trascorse velocemente: distribuzione degli incarichi, riordino della zona letto e fabbricazione Manitù (dei regali preparati da noi e regalati a chi veniva assegnato dalla sorte). Poi fuoco delle Puma, una buona notte e via nelle stanze, tranne i coraggiosi appena entrati ai quali spettava l’arduo compito di una veglia...brrr!! Da soli con Francesco ed Adele… Il giorno dopo noi maschi dovemmo stare molto attenti ai nostri passi: le assi, vecchie e impolverate, lasciavano andare una polverina sopra il cibo sottostante (la Cambusa). Yummmmy…Di pomeriggio una bella scampagnata nei prati ormai bianchi antistanti alla casa con gioco del lancio delle palle di neve e del Roverino (Abbiamo vinto!!). Al ritorno ci siamo impratichiti nella discesa da una parete rocciosa (il cosiddetto alpinismo, anche se non siamo riusciti a farlo tutti causa buio, ma prima o poi toccherà anche a te Marta…) e poi a far merenda con degli ottimi budini preparati dalle nostre cambusiere Paola Dany e Isa accompagnati da una tazza di the caldo normale (cioè né al Limone né alla Pesca…) mentre Fabry e Luca “intrattenevano” il reparto con la filmografia di Mel Brooks. Finita la merenda ci ritirammo nelle “nostre” stanze ma non per molto, causa solenne cerimonia in arrivo…le promesse! Poi una bella cenetta, il fuoco dei Bulldog e via a dormire! Il mattino seguente il classico consiglio per vedere la situazione generale –e che ottima situazione— e poi di corsa a pulire, rassettare e riordinare. Partenza sotto il sole ed arrivo in anticipo ed ora, se non vi dispiace, mi farei una bella doccetta… Che Bel Campo!!

Fabry –Non ancora totemizzato– Bulldog

 

 

 

 

 

 

 

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