Quando si parla di aggregazioni, spesso emergono delle resistenze e
ci sono sicuramente validi motivi per respingere il progetto.
Tuttavia, dal referendum popolare del 2011, nei Comuni di Ascona,
Ronco s./A., Losone e Brissago, che si concluse con un voto
globalmente contrario, molte cose sono cambiate. Forse ora si
possono intravedere qualche opportunità in più, specialmente
considerando che i moltiplicatori d’imposta non seguono più lo
stesso trend di allora. È interessante notare che, all'epoca, Losone
fu l'unico Comune a esprimersi favorevolmente.
A
oltre dieci anni di distanza, si comincia ad ipotizzare
un’aggregazione tra Locarno e Losone, che già condividono alcuni
servizi. Ne sono esempio consorzi quali il Centro Balneare Regionale
(cui partecipano quasi tutti i Comuni del Locarnese), che ha
consentito di sopportare i costi di un’eccellente offerta, molto
apprezzata dai privati come da innumerevoli società sportive. La
fornitura di acqua potabile è un altro buon esempio.
Locarno,
in particolare, in questi anni ha lavorato molto bene, organizzando
gruppi di progetto volti a identificare gli aspetti ritenuti
importanti dalla popolazione, per valorizzare la città e renderla
attrattiva, sia per abitarvi, sia per le attività ricreative, come
pure per l’offerta lavorativa. Alcuni di questi progetti sono stati
realizzati, altri si stanno già concretizzando: il piano viario di
Largo Zorzi, le ristrutturazioni che vanno dalla Piazza Grande fino
alla stazione di Muralto, ecc. In fase di progettazione v’è
ancora il comparto nuovo ex. Macello-Gas verso la Chiesa della Sacra
famiglia, ma vi sono anche progetti per valorizzare maggiormente
Città Vecchia e altri quartieri.
Losone
da parte sua ha pure mosso i suoi passi: ha sviluppato ulteriormente
il quartiere industriale, adottando una centrale di teleriscaldamento
che ha destato l’interesse di altre realtà economiche, anche fuori
Cantone. Sono state rinnovate tutte le infrastrutture di pubblica
utilità, quali canalizzazioni, fibra ottica, ecc…, il piano viario
è stato rivisto e rimodellato, anche per rendere più funzionale
l’accresciuto servizio dei trasporti pubblici, il cui obiettivo sul
lungo termine è di snellire il traffico privato. Sono stati
rinnovati i centri scolastici, è stata ampliata Casa Patrizia
migliorandone l’offerta per gli anziani residenti, sono stati
ampliati e rinnovati i suoi numerosi parchi giochi, l’area del
Merige e in fase di costruzione v’è pure il Palazzo Comunale. Un
progetto pronto a decollare sarà l’offerta per il rinnovamento
delle strutture del Tennis e dei campi di calcio. Lo sviluppo ha pure
attratto importanti attività commerciali.
Partendo
dal principio che l’unione fa la forza e va ben oltre una semplice
somma aritmetica, l’unione di idee e risorse dovrebbe esprimere un
miglioramento esponenziale di risultati, in una visione lungimirante,
anche a livello di valorizzazione del territorio, concentrando in
maniera più razionale le zone industriali, ora ancor sempre a
macchia di leopardo, disperse sul nostro bel territorio. Aspetti
questi che saranno molto apprezzati pure dal settore turistico, la
cui importanza economica è indiscussa.
La
globalizzazione non è solo simbolo di svantaggi, bensì una
condivisione di risorse che vanno dai cervelli ai capitali, ai valori
e ai costi.
Nel
frattempo, in Ticino alcune regioni hanno sperimento vantaggi e
svantaggi delle aggregazioni, prendendosi il tempo necessario per
adottare le giuste misure e ripartire tutti i servizi sull’intero
territorio: guardiamo al Bellinzonese, alla regione del Gambarogno,
alla Valle Maggia, alla Valle Verzasca, l’alto Ticino, ma anche
Lugano, le cui dimensioni sono decisamente maggiori. I vantaggi
superano sul lungo termine il rammarico di dover cedere a qualche
compromesso, tant’è che ora anche Lavertezzo chiede di potersi
unire a Locarno.
Sul
tema della politica, si spera che un’unione di risorse attragga
persone sempre più competenti, motivate, proattive, a vantaggio sia
della qualità di vita per i cittadini, quanto ad una
razionalizzazione dei costi.
Insieme,
con i suoi 23'000 abitanti, Losone e Locarno acquisiscono un
interesse ed un’attenzione ben maggiore, anche dalle autorità
cantonali.
Alcuni
vantaggi di una aggregazione con Locarno potrebbero essere riassunti
così:
Ottimizzazione
delle risorse:
il raggruppamento permette di consolidare le
risorse finanziarie, umane e materiali. Questo può portare a una
gestione più efficiente dei bilanci e a una distribuzione più equa
dei servizi tra i diversi comuni.
Economie
di scala:raggruppando più comuni, è possibile ottenere
economie di scala condividendo i costi di amministrazione,
manutenzione delle infrastrutture e altri servizi pubblici. Questo
può portare a un uso più efficiente dei fondi pubblici.
Maggiore
attrattività:
un raggruppamento di comuni può aumentare
l'attrattività di una regione offrendo una gamma più ampia di
servizi e infrastrutture. Ciò può contribuire ad attrarre nuove
imprese, residenti e investimenti, promuovendo così lo sviluppo
economico locale.
Coordinamento
dei progetti:
Il coordinamento dei progetti può essere
semplificato all'interno di un'unica struttura amministrativa. Ciò
favorisce l'attuazione di progetti comuni e la pianificazione
strategica a lungo termine per lo sviluppo armonioso della regione. (vedi ex-caserma)
Miglioramento
della qualità dei servizi:
mettendo in comune le competenze, è
possibile ottimizzare la qualità dei servizi pubblici rendendoli più
accessibili e più adatti alle esigenze della popolazione. Ciò può
includere servizi sociali, educativi, sanitari, ecc.
Rafforzamento
della governance: un raggruppamento di comuni può
rafforzare la governance locale incoraggiando un processo decisionale
più coerente e facilitando la collaborazione tra le varie entità.
Può anche contribuire a una migliore rappresentazione degli
interessi della popolazione.
Gestione
di questioni trasversali: alcune questioni, come la protezione
dell'ambiente, la gestione delle risorse naturali e la pianificazione
urbana possono essere gestite meglio a livello di un gruppo di
comuni, consentendo un approccio più completo e integrato.
È
importante notare che il successo di un raggruppamento di comuni
dipende dal modo in cui viene attuato e dalla partecipazione attiva
dei portatori d’interesse locali. Le caratteristiche specifiche di
ogni regione e le esigenze della popolazione devono essere prese in
considerazione per garantire una governance efficace e adeguata.
Questi
e molti altri motivi, mi fanno propendere a favore di un’unione tra
Losone e Locarno e, meglio ancora se altri Comuni vorranno unirvisi.
POLITICA SOCIALE E POLITICA SOCIALE PLR
Giovedì 27 maggio 2022 la Direttiva
Cantonale, ha affrontato il tema di una visione PLR della politica
sociale. Alcuni esperti hanno stimolato il Presidente Speziali e la
sala, condividendo le loro analisi sugli Enti che si occupano di
socialità, lavoro e integrazione in Svizzera.
Il professor Giuliano Bonoli (UNIL e IDEHAP) invita ad una maggior attenzione sul
tema delle disuguaglianze sociali. Lo Stato dovrebbe prediligere
interventi mirati evitando, come egli segnala da tempo in alcuni suoi
studi, incentivi “ad innaffiatoio” rivelatisi insoddisfacenti. A
conclusioni simili è giunto pure il Dr. Marco Salvi di Avenir Suisse e
sottolinea come il PLR sulla socialità condivide con altri partiti i
medesimi obiettivi, ma ha una visione diversa nelle azioni da
intraprendere per raggiungerli. Entrambi incoraggiano il partito a
restar fedele ai principi e alla filosofia liberali, puntando sulla
responsabilizzazione individuale e lo stimolo al lavoro. In poche
parole, sostenere sì, ma in cambio di controprestazioni, anziché offrire
sussidi incondizionati. Entrambi sconsigliano la politica dei redditi
di base – specie se troppo alti – poiché non invitano le persone a
lavorare abbastanza. Sono state espresse criticità al riguardo delle
“rendite ponte”, in vigore dal prossimo 1° luglio a partire dai 60 anni
d’età. La misura potrebbe incoraggiare ancor più l’esclusione di
un’importante forza lavoro già dai 55 anni. Gli esperti ritengono misure
progressiste liberali gli incentivi al lavoro, gli incentivi che
favoriscono la partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro e
l’eliminazione del gap salariale tra donne e uomini.
Bonoli invita il PLR a dialogare maggiormente con il ceto
medio-inferiore, che lavora molto, ma a cui sono offerte limitate
possibilità d’ascensione sociale. Salvi consiglia piuttosto di puntare
al pubblico urbano. Negli ultimi anni in Svizzera, il divario della
disuguaglianza sociale non è peggiorato, contrariamente a quanto
accaduto negli Stati Uniti e nei Paesi anglofoni. In una recente
pubblicazione “sì alla formazione continua, purché mirata”, Salvi si è
espresso a favore di bonus che stimolino il longlife learning per tutte le fasce di popolazione, affinché restino al passo con le sfide del mercato del lavoro.
Bonoli mette in guardia dalle richieste di assistenzialismo da parte
dei “perdenti della globalizzazione”. Egli cita il rapporto OCSE 2002 “Making work pay”,
ritiene che il lavoro debba poter offrire maggiori vantaggi rispetto al
non lavorare. Salvi esprime dubbi in merito all’attuazione di una
simile misura in Svizzera, a causa degli aiuti sociali divenuti troppo
generosi.
L’analisi sul profilo dell’elettorato del PLR ticinese del Dr. Andrea
Pilotti (UNIL) offre ottimi spunti. Se da un lato si è in linea con i
valori medi dei partiti ticinesi, si evince un impatto inferiore del PLR
tra le persone che si ritengono insoddisfatte del proprio salario e tra
i lavoratori indipendenti.
Molti spunti interessanti vengono dal pubblico, in generale concorde nel voler incentivare il lavoro.
Decisioni politiche che sembrano interessanti e generose, a volte si
rivelano un boomerang, anziché uno stimolo al lavoro. Molti sono gli
spunti su cui il PLR è chiamato a riflettere. Particolare attenzione va
prestata alla formazione, alla flessibilità, alla responsabilizzazione
individuale e delle imprese, al ruolo dello Stato, rispettivamente della
socialità, alle misure necessarie per mantenere la pace sociale.
Valorizzare il capitale umano è fondamentale per il futuro del nostro
Paese, per garantire dei buoni cittadini e risolvere l’attuale scarsità
dei contributi alle istituzioni sociali (AVS, casse pensioni…). In tutto
questo occorre ricordarsi dei giovani, accompagnandoli nel mercato del
lavoro, affinché possano collezionare esperienze di successo.
Mirella Mozzini Scolari, membra della Direttiva PLR
https://www.plrt.ch/attualita/opinione-liberale/opinione-liberale-detail/news/politica-sociale-e-politica-sociale-plr
Parità. Le donne in politica e nelle funzioni dirigenziali: perché così poche?
La terra nei passati milioni
di anni ha avuto molti cambiamenti climatici importanti provocati da
diversi eventi particolari come eruzioni di vulcani, caduta di
asteroidi, inclinazione dell’asse
terrestre, macchie solari. Anche negli ultimi secoli ci sono stati
cambiamenti climatici minori come il periodo caldo medioevale dal 900
al 1250 circa (era stata colonizzata la Groenlandia dai vichinghi) e
la piccola era glaciale tra il 1500 e il 1850. Agli inizi del 1800
nelle alpi vallesane i fedeli pregavano ancora affinché i ghiacciai
si ritirassero. Dal 1850 in avanti è iniziato un cambiamento
climatico non più causato da eventi naturali ma dall'uomo. Con
l'inizio dell'era industriale l'uomo ha iniziato ad utilizzare il
combustibile fossile come carbone, petrolio e gas. Da quando è nata
la terra è la prima volta che i cambiamenti climatici sono causati,
almeno in parte, dall'uomo. A partire dal termine della seconda
guerra mondiale (considerato da alcuni ricercatori l'inizio
dell'antropocene) con la forte immissione di CO2, ha cominciato a
formarsi una cappa nell'atmosfera creando l'effetto serra. Questo
farà aumentare nei prossimi decenni sensibilmente la temperatura
causando lo scioglimento dei ghiacci polari e quindi l'innalzamento
del mare. Si calcola che se il mare dovesse alzarsi di 1 metro, il 50
% territorio del Bangladesh, paese tra i più poveri con 170 milioni
di abitanti, verrebbe innondato. Con aumenti minori del livello del
mare, certe isole del Pacifico dovranno essere abbandonate già nei
prossimi anni. Avremo quindi i primi «rifugiati climatici». I
cambiamenti climatici porteranno anche a disintegrazioni delle
strutture sociali che colpiranno i più vulnerabili. Secondo Union
Refugee Agency(UNHCR )«le regioni in via di sviluppo, che sono
tra le più vulnerabili dal punto di vista climatico, ospitano 84%
dei rifugiati del mondo».
Possiamo essere ancora
positivi malgrado queste previsioni? Oggi abbiamo i mezzi scientifici
per misurare, anticipare gli eventi e la scienza ci può dare gli
strumenti per contrastarli. Chi prenderà o non prenderà le
decisioni non saranno gli scienziati ma saranno i politici. Va da sè
che, oltre a sostenere i politici che prenderanno le giuste decisioni
sull'ambiente, tutti noi dovremo cambiare le nostre abitudini di
vita. E questo non vuol dire peggiorarle.
La sesta estinzione di massa
secondo molti scienziati sarà comunque inevitabile, come pure quando
il sole esaurirà il suo combustibile tra 5 miliardi di anni. Ma
questa è una storia che scriveranno altri.
Mirella Mozzini Scolari,
pubblicato il 30 gennaio 2022 su www.tio.ch/rubriche/ospite/1640981/cambiamenti-scienza-quando-mare-eventi
Sempre più spesso si parla di territorio e sostenibilità dell’ecosistema. La Confederazione ha invitato il Ticino a rivedere i piani regolatori e recuperare terreno non urbanizzato, in particolare nel Bellinzonese, dove la zona edificabile sembra essere sovradimensionata. Anche la Città di Locarno si pone da tempo degli interrogativi per rendersi più attrattiva e il 14 febbraio ha presentato nuove proposte di variante del piano regolatore del settore 4, i cui progetti innovativi contemplano un armonioso inserimento e recupero di diverse zone verdi e collegate tra loro in modo da creare dei percorsi naturalistici. Nella fattispecie è anche molto interessante l’idea d'introdurre una “cittadella dello sport” e di campetti poco strutturati, in modo da poter essere usati liberamente da giovani e meno giovani.
Già negli anni Novanta del secolo scorso, Adelio Scolari, in un’intervista rilasciata a Enrico Morresi, affermava che “in futuro si dovrà rifare il paesaggio e di risanare la «mal edilizia» fatta negli ultimi 30 anni”. Forse la gente si era resa conto che il territorio doveva essere gestito in modo razionale ed economico, e diceva «consumato il territorio di questo comune non c’è territorio di un altro comune, consumato il territorio di questo cantone, non c’è un altro cantone da poter utilizzare ulteriormente». Scolari riteneva pure che un’altra battaglia persa era la protezione delle rive dei laghi in particolare la riva bianca (quella striscia che viene coperta dalle acque durante le piene normali del lago). La riva bianca è demanio cantonale e quindi dovrebbe essere usufruibile da tutti i cittadini.
Sono trascorsi altri 30 anni da quella intervista. I comuni si sono dotati di piani regolatori e il Cantone di una “Legge cantonale di applicazione della legge federale sulla pianificazione del territorio” (1990). Malgrado ciò la prolificazione anarchica delle brutte costruzioni e la cementificazione continua. Il territorio per l’agricoltura, per lo svago e anche edificabile che lasceremo alle generazioni future, è sempre più ridotto.
Negli ultimi anni la gestione del territorio è migliorata grazie alla maggiore sensibilità della gente e di parecchi politici. La città di Locarno, ad esempio, ha pedonalizzato la Piazza Grande riportandola all’utilizzazione originale cioè luogo d’incontro (Festival del film, concerti, mercati, Locarno on Ice). Fino agli anni Novanta era un orribile e disordinato parcheggio. Altro esempio, la riva bianca sul lago Maggiore che da Mappo va fino alla foce della Verzasca, in inverno è accessibile a tutti. Durante la già citata serata informativa del 14 febbraio, abilmente moderata dal municipale Nicola Pini sono emerse informazioni confortanti: anche Locarno promette la realizzazione della passeggiata sulla riva bianca fino al delta della Maggia di Locarno.
Si può fare ancora molto? Sì, se votiamo per i politici che hanno la sensibilità per la gestione oculata del territorio.
Accanto ad esemplari testimonianze di
giovani impegnati su diversi fronti (società sportive, volontariato,
politica), si contrappongono altri giovani che vivono un forte
disagio. Si fanno sempre più considerazioni sul fenomeno del
crescente malcontento giovanile. L’adolescenza sembra iniziare
prima e terminare molto più tardi, rispetto al passato. Genitori,
scuole, aziende, autorità, associazioni, mondo politico, si
ritrovano disorientati di fronte alle insistenti proteste esplicitate
dai giovani che a volte sembrano incontrollabili.
L’adolescenza
è un momento delicato, in cui si sperimenta l’insicurezza nella
presa di coscienza del mondo circostante, il bisogno d’affermazione
e soprattutto di riconoscimento. Riconoscimento come individuo, preso
tra le proprie virtù e l’accettazione dei propri difetti.
Incoraggiamento e sostegno sono fondamentali per coltivare e far
crescere quel tanto di autostima, che alimenti il motore del
coraggio. Coraggio, la spinta necessaria per affrontare un mondo
interconnesso, globale, frenetico e soprattutto… esigente.
Importante
che i giovani possano accedere a supporti adeguati come la consulenza
psicologica, la famiglia e la scuola. Oggigiorno, accanto ai valori
è importante promuovere attività che aiutino a sviluppare la
resilienza, le competenze sociali, la capacità di gestire la miriade
di informazioni che ci investono quotidianamente attraverso internet
e in particolare i social. Fondamentale risulta l’acquisizione
della competenza di discernimento, riflessione, selezione, che
consenta di capire quali informazioni sono vere e quali sono false. O
almeno far nascere il dubbio.
Sul
territorio si moltiplicano enti pubblici e privati che cercano di
affrontare, in vari modi, il disagio giovanile e ripensano metodi e
regole. In realtà spesso i giovani si ribellano a quei vincoli che
sentono troppo stretti e che molto chiedono in termini di risultati e
competitività. Le aspettative degli adulti sono forse cresciute
troppo? E` forse utile ripensare e ricalibrare gli strumenti basilari
che si vogliono trasmettere al bambino perché possa crescere e
diventare un buon cittadino, consapevole e responsabile.
È
urgente che tutti questi enti e associazioni, nate per sostenere i
giovani, si organizzino in rete per meglio rispondere ai nuovi
bisogni della società. Gli adulti devono per primi acquisire nuove
competenze, utili a meglio comprendere le molteplici e variegate
difficoltà incontrate dai giovani. Comprendere per sostenere, per
incoraggiare l’individuo. Ciascuno vive il disagio a modo suo.
L’origine del disagio è diversa per ogni persona e le risposte non
possono essere univoche.
Al
mondo del lavoro sempre più giovani chiedono impieghi a tempo
parziale, che gli consentano una maggior libertà nel gestire il
tempo libero. Vi sono ora giovani che richiedono posti
d’apprendistato a tempo parziale. Alla politica il compito di
valutare bisogni e possibilità. Ai giovani adulti la responsabilità
di capire qual è il proprio fabbisogno per lo standard di vita che
si prefiggono.
Ogni
epoca ha attraversato e superato le proprie sfide: queste sono le
sfide attuali, che apriranno nuove finestre e nuove opportunità
verso il futuro.
Una versione abbreviata a 1800 caratteri è stata pubblicata sulla "Regione" di venerdì 3 marzo 2023
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