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13.1 Archeologia del sottosuolo
La speleologia in cavita` artificiali, meglio definibile come "Archeologia del
Sottosuolo", si configura come disciplina analoga a quella praticata nelle
cavita` naturali.
Ricercando e indagando le grotte, considerandone la possibile origine,
l'evoluzione e i fattori fisici e antropici ad esse connesse, la
speleologia inquadra organicamente un complesso di acquisizioni alla
cui elaborazione concorrono altre
varie discipline: geologia, geografia, mineralogia, archeologia, architettura,
topografia, biospeleologia, etc.
Da tale metodologia ha preso avvio l'indagine nelle cavita` artificiali.
Nel suo crescere si e` poi arricchita mediante l'apporto analitico e
conoscitivo dato da altre discipline.
La speleologia in cavita` artificiali e` il risultato di una attivita`
che nello specifico si ottiene mediante lo sviluppo di criteri originali
dove convergono piu` aspetti di altre scienze. Si puo` pertanto parlare
di multidisciplina. E` la risultante data dalla capacita` di permanere
nel sottosuolo all'interno di un manufatto e dalla capacita` di raccogliervi
dati, finalizzati alla sua analisi, per procedere
all'interpretazione e alla comprensione della sua funzione.
Intraprendere tali ricerche implica quindi la discesa nell'ipogeo per
lo svolgimento del proprio lavoro. I risultati di tale lavoro potranno
poi essere correlati alle evidenze di superficie con apposite indagini
rientranti nella cosiddetta "archeologia dei paesaggi" [
1060] .
Senza perdersi in astrattismi o particolarismi fini a loro stessi,
occorrera` comprendere che si tratta anche di archeologia, perche'
l'oggetto dello studio sono comunque le opere realizzate dall'uomo.
Ma l'aspetto della raccolta dei dati, della restituzione grafica,
della documentazione, dell'analisi e della sintesi e` differente.
A questo punto altri aspetti della ricerca, quali la documentazione
storica, l'architettura, la geologia, la geomorfologia, etc., sono
parte integrante della comprensione e dello studio di quanto indagato.
13.1.1 Le cavita` artificiali
Si definisce cavita` artificiale quel manufatto ottenuto attraverso
l'asportazione, nel suolo e nel sottosuolo, di terreno o di roccia con
l'intento di realizzare un
ambiente sotterraneo avente almeno due pareti, una volta e un piano di
calpestio, destinato a una specifica funzione.
Le cavita` artificiali possono autosostenersi se scavate nella roccia, oppure
essere dotate di strutture interne di contenimento, o portanti, e rivestite
d'intonaco, d'argilla, o con paramenti murari per fattori contingenti, comunque
nell'intento di renderle consone alle caratteristiche richieste. La funzione
assolta da un manufatto cosi' realizzato ne determina l'appartenenza
a una specifica tipologia. Occorre considerare che l'opera non e` sempre
il frutto di un intervento unico e, al momento della nostra indagine,
puo` risultare articolata
in piu` fasi distribuite lungo un variabile arco temporale. L'opera ipogea
puo` essere anche stata soggetta a interventi che ne hanno mutato sia la
struttura sia l'originaria funzione. Ma non � tutto, perche` vi sono alcuni
manufatti i quali, pur non essendo propriamente sotterranei, rientrano
nella categoria delle cavita` artificiali.
Tralasciando ogni dissertazione filosofica, si possono solo avanzare ipotesi
circa i motivi che hanno suggerito o spinto l'uomo, agli albori della
civilta`, a sfruttare il sottosuolo anche per ricavarne spazi.
In generale, si possono verosimilmente proporre le seguenti motivazioni:
- necessit� di un luogo protetto;
- culto anche dei morti;
- sfruttamento delle risorse del sottosuolo;
- necessita` di ambienti adatti alla conservazione di derrate alimentari;
- necessita` di ambienti adatti alla conservazione dell'acqua;
- smaltimento dei rifiuti in senso generale;
- necessita` di aumentare l'approvvigionamento idrico.
Alla luce dei lavori condotti, si puo` constatare come le operazioni di ricerca
e di studio siano state svolte anche in ambienti non propriamente ipogei.
L'analisi e la distinzione per la formulazione di una casistica sono quindi
risultate complesse ed inutili, tanto da considerare che gli innumerevoli
ambienti censibili come "cavita` artificiali" potessero avere in comune
i soli fattori:
- scarsezza o assenza di luce;
- percorribilit� non sempre agevole.
Si possono considerare e censire come cavita` artificiali le opere sotto elencate,
considerandole senza operare altra distinzione se non quella che le classifica
in una ben precisa tipologia, e nella relativa sottotipologia.
- Opere realizzate dall'uomo che s'inoltrano nel suolo e nel sottosuolo.
- Opere costruite all'interno di trincee e coperte a lavoro ultimato come,
ad esempio, taluni acquedotti, oppure alcune opere difensive.
- Opere realizzate a cielo aperto e successivamente dotate di copertura come,
ad esempio, i corsi d'acqua e i canali artificiali dotati di volta, sia essa
coeva o posteriore all'impianto idraulico stesso.
- Opere costruite fuori terra e successivamente ricoperte sia artificialmente
che a seguito di eventi naturali come, ad esempio, talune opere militari
e civili.
- Particolari ambienti come, ad esempio, casematte ed opere di mina
e contromina,
realizzati generalmente in costruzioni militari all'interno degli alzati,
sia in fase con il manufatto che ricavati successivamente mediante uno scavo.
- Cavita` naturali interessate da attivita` estrattiva.
- Cavita` naturali antropizzate, ovvero quelle grotte che recano tracce di
ampliamento o semplice adattamento per mano dell'uomo, oppure costruzioni a
carattere difensivo, insediativo, cultuale, etc.
13.1.2 I perche' della "cavita` artificiale"
Rispondendo o soggiacendo alle richieste continue e pressanti del vivere
comunitario, imposte da una
societas in costante sviluppo, l'uomo
ha realizzato innumerevoli opere nel tentativo, reale o illusorio,
di sfruttare a proprio vantaggio cio` che la
terra gli offriva piu` o meno velatamente; anche ricavandole "all'interno".
Si potrebbe affermare che singoli fattori, o il loro concorso,
abbiano favorito lo sviluppo delle tecniche di scavo, dando luogo a
cavita` artificiali con differenti destinazioni. Come afferma Kant:
"Ma sebbene ogni nostra conoscenza cominci con l'esperienza, non percio`
essa deriva tutta dalla esperienza. Infatti potrebbe
esser benissimo che la nostra stessa conoscenza empirica fosse un composto di
cio` che noi riceviamo dalle impressioni e di cio` che la nostra propria
facolta` di conoscere vi si aggiunge da s�"
[
1061] (p. 40).
Inoltre: "Cosi` di uno che ha scavato le fondamenta della sua casa, si dice che
avrebbe potuto sapere a priori che questa sarebbe caduta: cioe` egli
non avrebbe dovuto aspettare l'esperienza che crollasse di fatto.
Se non che, egli non avrebbe potuto saperlo interamente a priori; perche',
che i corpi siano pesanti, e quindi
cadano se si sottrae loro il sostegno, doveva pure essergli noto gia` per
esperienza"
[
1061] (p. 41).
Dall'adattamento di grotte e dallo scavo di abitazioni rupestri,
protrattisi fin quasi ai nostri giorni, sono venuti a svilupparsi
agglomerati urbani anche di
rimarchevole estensione. Dalle coltivazioni minerarie e` verosimile che si sia
compresa, o comunque specializzata, la tecnica di operare scavi e condottare le
acque sia a scopo di drenaggio, sia per la ricerca di falde freatiche
indispensabili all'approvvigionamento idrico degli insediamenti in via
d'espansione. Il culto dei morti e` ovunque diffuso e in sua funzione
si sono realizzate cavita` artificiali di varie forme ed estensione.
Si puo` quindi asserire che apprese le tecniche di scavo l'essere umano
le abbia applicate ogni qual volta lo ritenesse utile o necessario.
Considerando le cavita` artificiali nella loro globalita`, occorrera`
intuire cosa ha effettivamente condotto l'uomo a scavare il sottosuolo e
come determinate esigenze legate alla sopravvivenza, nonche' al miglioramento
delle proprie condizioni di vita, gli abbiano consentito di sviluppare
architetture ipogee, a tutt'oggi in corso di evoluzione.
Gianluca Padovan (SCAM-FNCA) Mon Nov 19 11:34:13 2007
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