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10.4 Specie biologiche
Il numero delle specie troglobie esistenti in un ecosistema ipogeo
dipende da svariati fattori, tra cui
- fattore trofico;
- dimensione della grotta;
- morfologia ed estensione del sistema carsico;
- distanza fra la cavita` ed altre cavita`;
- disponibilita` di acqua;
- fattori storici.
Diversi indici ecologici sono stati proposto per caratterizzare e
differenziare le cominuta` biotiche,
- indice di specializzazione
- indice di dispersione/raggruppamento
- indice di similitudine e indice di dissimilitudine
- indice di diversita` biotica
- indice di equalita`
L'indice di specializzazione e` il rapporto fra il numero delle specie
troglobie e la somma di quelle troglobie e troglofile,
Ispecializzazione = Ntroglobi /
[ Ntroglobi + Ntroglofili ]
Esso descrive il grado di specializzazione di una comunita` animale.
Per stimarlo occorre contare le specie presenti. Cio` puo essere fatto
posizionando trappole, oppure facendo un conteggio col metodo dei
quadrati, oppure con un marcaggio e ricattura.
Il metodo dei quadrati consiste nel
contare il numero di animali presenti in quadrati campione
in un certo tempo, suddivisi per specie (ed eta` e sesso).
I quadrati campione sono scelti e devono essere esemplificativi delle
condizioni della grotta.
Queste misure vengono ripetute piu` volte.
Si estrapolano
i numeri ottenuti per stimare il numero di specie presenti e le percentuali
delle stesse.
Il marcaggio e ricattura consiste nel catturare un numero
M di esemplari
e marcarli (con coloranti ad essicazione rapida). Dopo un tempo sufficiente
ad una ridistribuzione degli esemplari marcati nella popolazione si esegue
una seconda cattura e si contano fra gli esemplari catturati quelli
marcati,
R, e quelli non marcati,
T. La stima della
popolazione e` allora
N = M (T+1) / (R+1)
Questa tecnica non e` semplice e ci sono molte possibilita` di errori.
Critico e` il tempo di ridistribuzione: non deve essere troppo lungo
per assicurarsi che gli esemplari marcati siano ancora nella popolazione,
e non deve essere troppo corto, per assicurare una ridistribuzione.
L'indice
di dispersione/raggruppamento descrive la dispersione spaziale degli
esemplari. Una popolazione di
N individui con distribuzione casuale
(uniforme) su una area
A ha una distanza media da un punto centrale
D = (2/3)
R. Si misura la distanza media degli esemplari da un
punto centrale,
D' = (1/N) ∑d(i)
e la si confronta con
D. Il rapporto
D'/D descrive il grado
di dispersione della popolazione, che risulta tanto piu` dispersa quanto piu`
esso e` elevato.
L'indice di diversita` biotica descrive il numero di specie presenti in un
ecosistema. Una maggiore diversita` biotica comporta una maggiore
complessita` del sistema ed una maggiore stabilita` dello stesso.
Come indice di diversita` biotica si puo` utilizzare l'entropia di
Shannon della distribuzione delle specie [
945] ,
Idiversita` = - ∑pi log( pi )
dove
pi e` la percentuale della
i-esima specie.
L'indice di similitudine fra due comunita` biotiche e` il rapporto
fra il numero di specie comuni ale due comunita` e la somma dei
numeri delle specie delle due conunita` [
946] ,
Isimiltudine = C12 / ( C1 + C2 )
Ldi dissimilitudine e` il complemento a 1.
L'indice di equalita` descrive l'equalita` della ripartizione fra
le specie presenti nella comunita` [
946] ,
Iequalita` = Idiversita` / log(S)
dove
S e` il numero di specie della comunita`.
10.4.1 Gli adattamenti dei troglobi
Tra i caratteri [
947]
morfologici piu` cospicui dei troglobi sono da sottolineare la
regressione (microftalmia) o scomparsa degli occhi (anoftalmia) e del
pigmento, e, nel caso degli insetti, la perdita delle ali (atterismo)
o la loro saldatura,
fenomeni che individuano la cosiddetta "evoluzione regressiva" o meglio
"rudimentazione strutturale".
Gli animali cavernicoli sono depigmentati; hanno una colorazione bianco
rosata, oppure bruna (per la chitina presente nell'esoscheletro).
L'allungamento di arti ed appendici e il loro arricchimento di strutture
sensoriali (ciuffi e setole) e`
forse uno dei fenomeni piu` vistosi di adattamento all'ambiente
cavernicolo. La specializzazione a tale ambiente e` quasi sempre correlata
con un aumento dello sviluppo di queste strutture. Le lunghe antenne di
insetti e crostacei troglobi svolgono un ruolo tattile di indubbio
vantaggio nella completa oscurita`.
In secondo luogo favorisce il funzionamento
dei numerosi organi di senso (chemiorecettori, igrorecettori, recettori di
tatto, ecc.) ampliandone a distanza il raggio di azione.
Il grande sviluppo delle setole e` invece correlato con la capacita`
di percepire movimenti dell'aria e dell'acqua.
La assenza di epicuticola, cioe` dello strato esterno
del tegumento che permette l'impermebilizzazione dello stesso
e` un'altra caratteristica dell'adattamento alle condizioni ipogee
in cui umidita` e temperatura restano pressoche` costanti.
Allungamento del corpo ed aumento delle dimensioni dell'addome.
Vari e speciali organi di senso sono stati osservati nei cavernicoli. Non
sempre chiara, pero`, e` la loro funzione: in taluni Coleotteri Batiscini e`
stata osservata una struttura lamellare spiralizzata che sembra essere un
recettore di raggi infrarossi, una sorta di occhio termico che consentirebbe
di individuare altri esseri viventi nell'oscurit�. Il senso
dell'olfatto e` particolarmente sviluppato nei troglobi, circostanza
dimostrata dalla velocita` con cui giungono alle esche odorose poste anche a
notevole distanza. Un altro caratteristico adattamento dei troglobi
terrestri, in particolare dei Coleotteri, consiste nel lo sviluppo inconsueto
delle superfici addominali e delle elitre, che tendono ad assumere una
forma globosa. Tale condizione e` strettamente in relazione con una
riduzione delle strutture respiratorie; la respirazione si svolge cosi`
direttamente attraverso la superficie tergale dell'addome, ridotta a
sottile membrana, nella camera respiratoria formata dalle elitre. In questo
modo l'insetto, marcatamente stenoigro, puo` assorbire aria umida ed
immagazzinarla all'interno delle elitre per utilizzarla durante i brevi
periodi in cui, ad esempio, attraversa zone piu` secche.
A livello fisiologico, il metabolismo rallentato e` caratteristica comune,
e quindi l'allungamento del ciclo vitale (e la diminuzione del numero degli
stadi necessari allo sviluppo).
Esperimenti
effettuati hanno dimostrato come il consumo di ossigeno da parte dei
cavernicoli sia da 3 a 7 volte inferiore rispetto alle specie analoghe
epigee.
Un altro adattamento evidente risulta a livello riproduttivo.
I cavernicoli mostrano una netta diminuzione della fecondita`,
riduzione del numero di uova, affiancata da
un maggior volume delle uova e delle riserve vitelline
(criptometabolia), nonche`, in alcune
specie, la perdita dei cicli riproduttivi in concomitanza con l'alternarsi
delle stagioni.
Tale periodicita` si riscontra invece nelle specie troglobie
troficamente dipendenti da vettori trofici esterni - come piene periodiche,
ibernazione o estivazione in grotta da parte di altre specie, ecc..
In generale i troglobi non seguono il ciclo nittemerale (alternanza
giorno-notte), pur mantenendo quello stagionale, condizionato dagli
apporti pluviometrici e di nutrienti.
Adattamenti comportamentali sono il cannibalismo e la reotassia positiva.
La polifagia, cioe` la capacita` di nutrirsi con sostanze organiche di
diversa provenienza.
10.4.2 Relitti e fossili viventi
Nell'adattarsi alla vita in grotta i troglobi ne restano prigionieri.
L'ecosistema di una grotta e` geograficamente separato da quello di
altre grotte. Questa barriera fisica favorisce lo sviluppo di
endemismi, riduce la possibilita` di dispersione interspecie e
favorisce il perdurare di mutazioni specifiche.
La qualifica di fossile vivente (o relitto filogenetico) viene attribuita
a una specie rimasta l'unica rappresentante di un gruppo animale,
ampiamente diffusa nel passato, con distribuzione geografica
attuale assai limitata.
Per relitti (relitti biogeografici) intendiamo invece animali appartenenti
a specie ancora rinvenibili in superficie, ma in zone geograficamente
molto distanti. Cio` e` dovuto a migrazioni svoltesi in tempi remoti a causa
di variazioni climatiche e ambientali.
Le grotte, per il loro isolamento e peculiarita`, sono dei veri serbatoi
di relitti e fossili viventi.
Naturalmente, entrambe le categorie si riscontrano unicamente nei
troglobi piu` specializzati.
La presenza di queste categorie pone il problema dell'origine delle
specie cavernicole. Le osservazioni su cui si basano le teorie di
speciazione dei troglobi sono fondamentalmente tre,
- Un gran numero di specie troglobie sono da considerarsi relitti;
- I troglobi sono molto pi� abbondanti nelle zone temperate che ai
tropici;
- Specie troglobie affini sono rintracciabili in sistemi di grotte
diversi nella stessa zona geografica.
E' generalmente accettato che le grotte delle zone temperate servirono da
rifugio agli antenati dei troglobi in seguito alle vicissitudini climatiche
del Pleistocene.
Specie alticole o nivicole (amanti del clima freddo), al ritirarsi dei ghiacci,
si rifugiarono nelle caverne per sfuggire al clima divenuto pi� caldo e secco.
Per altre specie si e` verificato un processo analogo, ma a causa di
condizioni climatiche opposte e generalmente pi� antiche e
cioe`, in concomitanza con l'avanzata dei ghiacci, alcuni organismi
termofili hanno trovato rifugio nelle
grotte, dove il clima risultava piu` mite dell'esterno.
10.4.2.1 Teoria della evoluzione regressiva dei troglobi.
La teoria della evoluzione regressiva dei troglobi spiega l'assenza o la
regressione di organi tramite i concetti di compensazione materiale,
accumulo di mutazioni casuali, ed effetto indiretto della pleiotropia
[
937] .
- La compensazione materiale, cioe` l'economia della energia
di crescita, presume che certe strutture divenute inutili regrediscano
a favore di altre utili, cosi` favorendo l'utilizzo del nutrimento.
- L'accumulo di mutazioni casuali spiega la regressione di organi
con la mancanza di pressione selettiva, cioe` la mancanza di pressione a
produrre tali organi. Essa, pero`, non e` sufficiente da sola a render
conto dell'assenza di certi organi. Inoltre richiederebbe tempi piu` lunghi
di quelli impiegati da molti troglobi per l'adattamento all'ambiente ipogeo.
- L'effetto indiretto della pleiotropia, cioe` di geni che influenzano
piu` caratteri, spiega la riduzione di organi come correlata ad altri
caratteri ad alto valore adattativo.
La deriva genetica spiegherebbe la riduzione delle dimensioni per la
perdite o fissazione di geni alleni (cioe` controllanti lo stesso carattere,
in cromosomi omologhi) in popolazioni con scarso scambio genetico che favorisce
l'omozigosi.
Altre teorie, comportamentali, sono quella della fuga (animali che rifuggono
dalla luce), quella della trappola (animali che, entrati in grotta,
non riescono piu`
ad uscirne), e quella della allometria negativa o positiva (variazione della
velocita` di accrescimento di un organo).
Giorgio ... (con modifiche) Mon Nov 19 11:34:13 2007
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