COME VENNE FONDATA L'AGESCI A BUSTO ARSIZIO

 

Sono passati più di 38 anni, da quella sera del 26 Aprile 1945, e devo affidare alla memoria quanto descrivo già scusandomi per le inevitabili lacune. L'ASCI (di ispirazione cattolica) non va confusa con la G.E.I. (Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani) né con i "Pionieri" di pretta derivazione marxista. E' esatto ciò che dice il Capo Scout Agostino Valentini ("Luce" del 11/9/83) sulla fondazione in B.A. della G.E.I., soppressa in seguito dal regime fascista e di cui ebbi il modo di conoscere alcuni come: il Gigetto Croci (partigiano), il Venzaghi (cotonificio), l'Armiraglio ed altri giovani amici. L'A.S.C.I. (scouts cattolici) preesisteva al ventennio fascista anche a Busto sotto la guida del dinamico don Paolo Cairoli che seppe fondere in un unica attività giovanile con l'Avanguardia di Sacconago e Busto Arsizio. Nel ventennio del "fez" tutto venne sciolto e potette sopravvivere solo l'Azione Cattolica sia pure con grandi difficoltà. L'ASCI pertanto non ha ereditato nulla dalle G.E.I. e rinacque in città a Busto per la volontà di due partigiani: don Giuseppe Ravazzani ed Ugo Chierichetti, la sera "del 26 Aprile 1945" (ancora eravamo in fase ultimativa di operazioni belliche), presso le attuali scuole "Ezio Crespi" partigiano caduto in combattimento il 21 Aprile 1945 a Biganzoli di Intra, ed al quale nel giorno stesso della Liberazione dedicammo a suo nome tale scuola. Decidemmo la sera stessa di metterci in contatto con le "Aquile Randage" così chiamati quei nostri Scouts Anziani: don Andrea Ghetti e fratello, Giulio Uccellini, Melzi ed altri, che durante la dittatura fascista (anche l'ASCI era stata sciolta), avevano nella clandestinità tenuto alta la fiamma dello Scoutismo e che anche loro avevano pagato un tributo di sangue, subito torture e deportazioni per l'ideale della Libertà. Fu subito con noi anche Michele Tosi e venne costituito il primo Riparto Scouts con don Giuseppe assistente, Ugo direttore e Michele istruttore, il cui foulard che lo distingueva era "azzurro con bordo giallo". Con le "Aquile Randage" (Ugo e Michele), partecipammo ai corsi di istruzione domenicale di mattino, alle Groane di Solaro (la stessa località dove essi durante la clandestinità si riunivano). Non passò molto tempo e con noi si unì anche Giampiero Rossi e così fu fondato il secondo Riparto il cui foulard che lo distingueva era "verde con righe trasversali" con Istruttore Giampiero. Dopo i periodi di incontro di Ugo e Michele con le "Aquile Randage" alle Groane, i due partecipavano a Luglio/45 al primo Campo Isruttori Scouts a Colico ed il primo e secondo Riparto avevano la loro ufficialità organica riconosciuta dalla dirigenza centrale. Ma chi erano e da dove venivano quei circa 200 ragazzi che saputo degli scouts si univano a noi che non avevamo né sedi, né mezzi e che al canto del nostro inno "passa la gioventù....... mamme guardate......... è vostro vanto questa primavera........ passano le squadre.......... passano i drappelli gli esploratori tutti son fratelli..........." si convogliavano nel cortile (allora prato) del Palazzo delle Associazioni Cattoliche di via Pozzi 7. Venivano da via Quintino Sella e dintorni con alla testa il buon Gianni Moalli, i due fratelli Castiglioni Dino e Franco del bar Camillo, il Gildone Sansonel, il Mario Bandera sempre sorridente, il Rocca simpaticone, il Mara sabbia e ghiaia, il Grassi ciccione, l'Umbertino Gallazzi, Lualdi il brutto ma bello ed anche quello sbarazzino che, quando radunati in circolo al fuoco di bivacco, doveva cantare quella giaculatoria che diceva "viva viva don Giuseppe Ravazzani......... che quandocanta.........fa scappare i cani.........."Altri venivano dalla località cinque ponti con in testa i due fratelli Antonio e Paolino Locamo. Dal viale della Gloria, altri con in testa l'Aldo Aspesani. Dal centro città arrivava con il seguito il Colombo della ferramenta con il Pramma (o Prada) e da strà Brughetto il gruppo di Sergio Galli (il più piccolo ma che con il suo zaino affardellato non era secondo a nessuno). Qualche gruppo mi sfugge, però non dimentico che da Borsano veniva un Grassi con altri....... e tutti sapevano che con noi avrebbero faticato..... ma ci stavano. A questo punto penso di interpretare anche il pensiero di don Giuseppe, Michele e Giampiero, dicendo che quei ragazzi non li avevamo tolti a nessuno, ma avevamo bensì colmato uno spazio che altre organizzazioni cattoliche non avrebbero potuto fare. 1 nostri ragazzi erano un po' allergici al fumo delle candele, bigiavano l'oratorio ma a loro modo e con quella Fede che era di tutti, erano attaccati alle istituzioni della Chiesa ed ai loro preti. Dalle nostre file sono usciti solo galantuomini. Ma, proseguendo in questi ricordi è doveroso non dimenticare l'aiuto spontaneo che ci fu dato dalla Divisione Partigiana Alto Milanese. La Libertà era appena stata conquistata e l'amico Luciano Vignati Commissario Politico del Raggruppamento Divisioni Partigiani Alfredo di Dio, ci appoggiò dandoci tende da campo, coperte, gavette ed altri utili materiali. Erano quelle coperte residui degli equipaggiamento che nei lunghi inverni del 1943/45, avevano protetto sulle montagne i nostri partigiani dal freddo, dal gelo e dalle intemperie. Nei nostri campeggi, i vettovagliamenti venivano messi in comune (era vigente ancora il tesseramento e non tutti i nostri scouts avevano disponibilità in tale senso) ed in questo fummo aiutati dall'amico Luigi Bandera. Fatta l'associazione e il rispettivo riconoscimento costitutivo, ottenute le sedi, in Agosto 45, veniva effettuato il primo campo scouts fisso estivo, ad Alagna Sesia con circa 190 ragazzi, ed i futuri scouts iniziavano il contatto con la natura ed il "fare da soli". Anche in questa occasione non ci mancò l'apporto di Luciano Vignati, che tramite la Cooperativa Trasporti Partigiana Alto Milanese, dispose i trasporti degli scouts con zaini e materiali in quella località. Fu per noi e don Giuseppe motivo di gioia e soddisfazione, quando un giorno quel buon uomo che ci aveva subito capito (Mons. Giovanni Galimberti) venne il Lindone Gallazzi a farei visita ed a mangiare con noi il rancio, intrattenendosi anche al fuoco di bivacco, constatando che la sua fiducia era stata ben corrisposta. Nello stesso anno 45, a metà Novembre circa e con una marcia di più di due giorni , Ugo, Michele ed il Grassi di Borsano, nell'alta valle d'Aosta, scalavano il monte Emilius a quota 3.559 e su quella cima molto pericolosa depositavano e sotterravano sotto quelle nevi perenni, una pergamena effigiante la Madonna dell'Aiuto della nostra città, consegnataci dal nostro protettore Monsignor Galimberti. i due Riparti Costitutivi, a fine Dicembre 45 organizzavano il primo campo scouts invernale a Chesio nell'alta valle Strona. Qui mi è grato ricordare l'appoggio che ci fu dato dai partigiani, alpini e valligiani di quella valle. Contemporaneamente pur con condizioni atmosferiche non favorevoli ed in pieno inverno, Ugo, Michele, Giampiero ed il Gianni Moalli, in circa 20 ore di marcia, davano anche la scalata al monte Massone a quota 2.161, quota questa che fu roccaforte dei partigiani depositando ai piedi di quella croce che sta in cima un ricordo bustocco. In quella occasione (nel teatrino del paese), sotto la direzione di Giampiero, furono effettuate dai nostri scouts, alcune rappresentazioni teatrali, il cui ricavato serviva per tirare avanti, secondo un detto nostro che diceva "questa sera si mangerà......... o non si mangerà........... ma!!" Nel Luglio-Agosto 46, viene effettuato il secondo campo scouts estivo mobile. Quei ragazzi di allora e oggi uomini e padri di famiglia (di cui alcuni ormai nonni) sanno cosa significa la parola "Campo Mobile" Tutto deve essere spalleggiato:
tenda coperte, vettovaglie e materiali vari e per loro non esiste il materassino gonfiabile. Il giaciglio notturno è preparato su quelle sterpaglie che riusciranno a racimolare. Tutto è sulle spalle e con don Giuseppe in testa si parte da..... ma qui faccio una piccola sosta per dire del nostro Prete, del nostro Sacerdote, del nostro Assistente Scouts: don Giuseppe. Anche lui portava il suo zaino affardellato con in più..... ciò che necessitava per celebrare quelle tante Messe sugli Altari da campo, che decorosamente i nostri scouts preparavano.Pur non avendo gambe molto diritte con il piccolo Sergio Galli non fu mai in coda alle varie Squadriglie. Con noi ha cucinato e mangiato i ranci, come noi preparava il suo giaciglio, con noi ha cercato legna per fare il fuoco ed acqua per cucinare e lavare i propri panni, con noi ha diviso tutto mettendoci anche quel poco delle sue entrate personali. Non sempre avevamo il sufficiente Scout tra gli scouts, mi preme ricordare che a don Giuseppe, noi scouts bustocchi dobbiamo molto grazie don Giuseppe per gli insegnamenti e quella forza d'animo che dava coraggio e di cui oggi si è persa la conta. Grazie ancora don Giuseppe per quanto hai saputo prodigare, prima tra i ragazzi ed i giovani dell'Oratorio San Luigi e poi tra le file Partigiane con noi. Non abbiamo dimenticato la "Preghiera del Soldato", che ancora recitiamo come ex combattenti e anziani scouts. Delle scorribande scoutistiche ne ricordiamo alcune, come quella in Zona alto Verbano. Si parte da Intra, da dove eravamo arrivati da Laveno via battello, aggrappati a quel trenino di allora (oggi non più esistente), Arriviamo in quel di Premeno dove si piantano le tende. Ogni giorno è un trasferimento, ogni giorno è una marcia, all'imbrunire si piazza la tenda e all'alba si prepara l'altare da campo per la Messa e poi si spiazza l'accampamento.
Con tutto l'equipaggiamento spalleggiato si attraversano boschi, valli, calanchi, torrenti e sentieri verso i paesi. Da Premeno ad Aurano, indi all'Alpe Pala in quel di Miazzina (allora disabitata). Fu qui arrivati a notte inoltrata i nostri scouts intorno al fuoco di Bivacco, dovettero accontentarsi solo di poca polenta e latte reperita presso un casolare vicino, ma soddisfatti e contenti. Qualcuno dalla "borraccia senza fondo" di Ugo, mandava giù un goccio di vino. Attraverso quei sentieri, si potevano trovare ancora visibili le tracce delle Formazioni di ARCA e che avevano visto il sacrificio di Bruno Raimondi, Ezio Crespi e tanti altri conosciuti e sconosciuti. 1 nostri scouts arrivano anche a Scareno, davanti al Monumento del "Partigiano Ignoto" eretto a memoria dei partigiani Caduti e dove don Giuseppe celebra la Messa. Da Scareno a Intragna, Caprezzo, Traregno ed altri paesi fino a Bieno e quindi giù alla Piana di Fondotoce per ricordare i 42 martiri di Fondotoce. Da lì dopo tante fatiche il ritorno nelle nostre sedi. Da ultimo non posso dimenticare gli amici chiamati da Dio alle vite Celeste in ordine di tempo: Capo Pattuglia Giancarlo Brusatori (Scoiattoli); Vice Capo Pattuglia Antonio Locarno (Aquile); Capo Pattuglia Aldo Aspesani (Aquile). Erano tutti e tre del primo Riparto e gli ultimi due erano già padri di famiglia. Il 26 Aprile 1985 l'ASCI di allora (oggi AGESCI) compirà 40 anni di vita. Due generazioni sono passate attraverso le nostre file ed agli attuali Capi, Guide e Scouts lancio un appello affinché tale giorno non venga dimenticato. Davanti all'Altare da campo i ragazzi di allora e di oggi attorno al fuoco di "Bivacco" vivremo qualche ora di gioia! Dai luoghi Celesti ricorderemo gli Scouts: Giancarlo Brusatori, Antonio Locarno, Aldo Aspesani. Le "Aquile Randage": don Andrea Ghetti, Giulio uccellini, ed altri. Il Tenente Ettore Bottini Commissario del Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani e quelli che furono con loro ci guarderanno con simpatia! E..... per dire grazie ancora una volta allo Scout don Giuseppe..... ed a Luciano.

 

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