testo di Cesare Della Pietà
foto di Stefano Unterthiner
estratti dall'articolo della rivista Airone n°266 giugno 2003
Per gli abitanti di Zanzibar è kima punju
("la scimmia del veleno" nell'idioma locale).
Forse perch� la vedono mangiare impunemente foglie ricche di sostanze tossiche;
o forse per il radicato sentimento di ostilità che in tanti Paesi
africani carica questi animali di inquietanti connotati magici e di valenze
di malaugurio.
Per i turisti, invece, è un'attrazione: una visita alla foresta
di Jozani e alle sue confidenti scimmiette aggiunge un tocco di
"natura" al classico menù di sabbie candide, folclore
e atmosfere grevi di languori tropicali della grande isola al
largo della Tanzania.
Quanto a lui, se provassimo ad ascoltarlo, ci racconterebbe una
storia nello stesso tempo assolutamente particolare e simile a tante
altre: che parla della fragilità della natura e della difficoltà
per gli animali di sopravvivere oggi dove vissero, sovrani, per millenni.
II colobo di Zanzibar
è una scimmia di piccole dimensioni (100-150 centimetri, occupati
per più di metà dalla coda).
Fa parte della sottofamiglia Colobine e, all'interno di questa,
del raggruppamento dei cosiddetti colobi rossi; il suo nome scientifico è Procolobus
kirkii,
anche se sull'attribuzione al genere non c'è unanimità
tra gli studiosi e neppure sul fatto di considerarla specie a
sé oppure sottospecie (vedi scheda 2).
Diffuse in Africa e in Asia, tutte le
Colobinae sono
strettamente legate all'ambiente della foresta grazie a sapienti
adattamenti alla vita arborea e alla dieta di foglie.
Peso ridotto, arti lunghi e sottili per fare acrobazie tra le fronde;
mani dall'alluce atrofizzato e dalle lunghe dita che diventano
ferrei uncini se c'è da aggrapparsi a un ramo;
e soprattutto uno stomaco "da ruminante",
munito di sacche che contengono una microflora batterica in grado
di disgregare la struttura cellulare della cellulosa.
Poter sfruttare una risorsa alimentare abbondante ma riservata a consumatori specializzati, qual è il fogliame, ha garantito a questi
primati una nicchia ecologica poco affollata.
Ma oggi che le foreste primarie vengono cancellate a colpi di motosega con ritmo sempre crescente, questa dipendenza si rivela a doppio taglio: meno cibo, isolamento genetico, bracconaggio, fanno sì che molti primati di foresta, in ogni parte
del mondo, siano in pericolo. E tra loro anche il colobo di Zanzibar.
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