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THE "STEREO ANIMATION" ©

Uno degli "obiettivi" piú ambiti per l’astrofilo che si dedica alla fotografia astronomica - a parte il tripletto apocromatico da 20 cm f/5 ... - é senz’altro l’ottenimento di foto a colori di buon contrasto e alta risoluzione dei principali pianeti, quali sono Marte, Giove e Saturno.

Giá parecchi degli astrofili piú avanzati si sono cimentati con questo genere di fotografia, ottenendo risultati, a dir poco, spettacolari.

Il raggiungimento di queste mete non dovrebbe tuttavia essere il fine ultimo, dato che sulla base di foto cosí ottenute é possibile fare altri interessanti esperimenti.

Il piu comune, giá abbastanza diffuso e conosciuto, é quello di combinare una lunga serie di riprese cosí ottenute con il fine di simulare la rotazione dei pianeti. Questa tecnica é conosciuta con la parola inglese "animation".

Un’altra tecnica, forse non ancora abbastanza apprezzata ( e mi domando perché) é quella di combinare due sole foto, ottenute a intervalli di tempo, per ottenere immagini stereoscopiche dei pianeti ("stereo view").

Questa é anche molto semplice. Nel caso si Giove, per esempio, una rotazione del pianeta di soli 15 gradi (circa 25 minuti) é sufficiente per ottenere una visione stereoscopica. Infatti, una rotazione di 15 gradi equivale a immaginare il pianeta immobile, e spostarsi sulla sua orbita di altrettanti gradi, vedendolo da due punti di vista molto differenti, ció che permette una visione stereoscopica profonda quanto si voglia.

C’é infine una ulteriore possibilitá, della cui applicazione non ho avuto finora alcuna notizia, e che mi sembra pertanto abbastanza originale:
quella di combinare la animation con la stereo view.

La cosa dovrebbe essere abbastanza semplice: in un lunga serie di foto, infatti, sono contenuti in potenza tutti gli elementi per raggiungere entrambi gli obiettivi. Basta combinare le due animazioni, avendo pero l’accortezza di farle girare con un leggero sfasamento (una frazione di secondo, da determinare empiricamente). Il risultato sarebbe ovviamente una stereo animation.

Io ho avuto tutte queste idee giá da molto tempo, ma per molteplici ragioni contingenti non ho avuto finora la possibilitá di metterle in pratica. Mi limito pertanto in questa nota a suggerire agli astrofotografi piú avanzati di tentare di farlo, usando preferibilmente il metodo della visione incrociata, che puó essere applicata senza l'uso di nessuno strumento e permette di conservare integralmente i colori.
Non sottovalutate la capacitá dei lettori di riuscirci!
Gli altri metodi (uso di uno stereoscopio, metodo dei colori complementari) sebbene applicabili, presentano vari inconvenienti, e non sono, a mio modesto parere, i piú indicati (vedere a tal proposito il mio articolo sulla  visione binoculare)

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