Un Paese Per Un Poeta

Sull'onda dei versi di Clemente Di Leo, scomparso nel pieno della maturità letteraria, Colledimacine si candida a capitale della poesia giovanile, con una serie d'iniziative che coinvolgono cittadini e Amministrazione comunale.

Testo di Camilla Lucia D'Alonzo* Foto di Tommy Della Frana

"Dirupi d'Abruzzo sono la mia reggia. L'ho colorata d'azzurro con la mia voce, frantumata in getti di parole".

La poesia di Clemente Di Leo (per gli amici Dino), apprezzata, sin da quando era ancora in vita, da critici di lama nazionale, trae origine proprio da Colledimacine, questo piccolo paese posto su un colle con alle spalle l'imponente massiccio della Maiella, dove egli nacque il 30 marzo 1946. L'amore per la letteratura sboccia dalla prima adolescenza, quando, costretto ad interrompere la scuola a causa di una malformazione cardiaca congenital si dedica completamente alla poesia, allo studio dei grandi protagonisti della cultura letteraria europea.

Dopo un primo esercizio stilistico e tematico su Dante e Leopardi, Di Leo sviluppa una poetica personale dolce, forte e incisiva proprio come la terra in cui vive. Con l'audacia e l'innocenza propria dei poeti net 1964 pubblica, a proprie spese, con il ricavato delle vendita di una mucca, la sua prima raccolta "Cimeli", e per attirare l'attenzione del pubblico e della critica finge che i versi siano di un ipotetico Massimo Rocovic, poeta slavo morto suicida di cui per alcune segrete e misteriose circostanze ha recuperato il manoscritto.

La poesia lo domina completamente, egli vive per essa nonostante la sua professione ufficiale, sia quella di daziere, presso il municipio di Colledimacine.

A piedi o in autostop o in coffiera, raggiunge Chieti, Pescara, Roma, Urbino e ad altre città in cui può seguire da vicino i vari dibattiti letterari che fioriscono alla fine degli anni '60. E dove non può arrivare fisicamente, arriva con l'immaginazione, spaziando nei suoi versi da Venezia ad Atene, Detroit, Sidney; sino alle colline di Johannesburg e le rive dell'immenso Atlantico.

Con "Frantumi di una reggia azzurra", raggiunge la maturità poetica. La descrizione dei luoghi natii dà vita ad uno scenario suggestive fatto di pietre, dirupi, stagni, querce, prati. Un paesaggio colorato di verde e soprattutto d'azzurro, in cui domina l'imponenza della Maiella, montagna di cui Di Leo si definisce "il primo lupo rosso".

Ma Dino non è poeta di panorami ameni e scorci di vita rurale, ma esaltando la bellezza della natura, pone l'accento sulla durezza della vita nella sua Contea dei ginepri dove "devi spaccare la scorza delle querce con un pugno - tanta è la forza per poterci vivere."

Molto profonda è anche la descrizione dei suoi conterranei, "gente dura dalle pupille dolci"; gente spesso costretta ad emigrate in cerca di miglior fortuna lasciando le madri a gemere "tra le canne vuote sino al tramonto".

La poesia di Dino non si ferma agli aspetti contingenti della vita e alla polemica politica tipica degli anni in cui vive: sia in "Frantumi" che in "Una lunga puzza", editate in proprio emergono la sua personalità letteraria, le sue passioni: l'impegno politico, l'amore fisico, la ricerca di Dio.

La sua opera comincia ad attirare l'attenzione degli esperti, primo fra tutti Giuliano Manacorda, il quale scrive la prefazione alla raccolta "Una lunga puzza", elogiando l'originalità, la profondità e l'indipendenza della lirica. Nel giugno 1970 vince, a L'Aquila, il premio "La Madia d'oro" con il poema epico "Gilgamesh" ma soltanto un mese dopo, net sonno, la morte lo porta via silenziosamente. I suoi versi, incisi sulla lapide tombale ammoniscono:

Educate i bimbi alla morte.
È irreale l'unica cosa vera
ma lì scoppiano i colori della vita
da lì ogni uomo è un atleta.

Un uomo ed un poeta come Clemente Di Leo non può essere dimenticato! Non lo hanno dimenticato gli amici, non lo hanno dimenticato i letterati. Net 1985, è stata pubblicata la raccolta "Polesie" con prefazione di Manacorda, in una collana diretta da Benito Sablone comprensiva di brani tratti dalle opere precedenti e con versi all'epoca ancora inediti. Net 1996, in occasione del cinquantenario della nascita, in una cerimonia omaggio organizzata dal comune, hanno partecipato decine d'amici e professori, ricordandone la figura umana e poetica.

Non lo ha dimenticato l'Amministrazione Comunale, che dal 1996 in poi, ogni anno organizza delle giornate dedicate al poeta concittadino, senza falsi pietismi per la sua morte precoce ma con l'orgoglio di portare avanti un'attività in cui si crede davvero. Net 1997 è stato organizzato un concorso di poesie per giovani poeti sotto i 24 anni, 1'età in cui Dino è scomparso, al quale hanno partecipato numerosi giovani abruzzesi e di altre regioni. Net 1999 le manifestazioni legate at nome di Di Leo sono diventate itineranti: la prima giornata si è svolta a Colledimacme e le altre due nei paesi limitrofi di Lama dei Peligni e Pizzoferrato, allo scopo di far conoscere al giovani partecipanti luoghi montani decantati dal poeta.

A questo primo Festival della Poesia intitolato "La Contea del Ginepri", come la poesia che parla della bellezza e della durezza della vita in questi paesini di montagna sono intervenuti anche giovani poeti stranieri, come Anila Hanxavi, la quale ha recitato del versi molto commoventi sia in italiano che in albanese. Con queste due iniziative, concorso e festival, si è voluto dare la possibilità ai giovani poeti di declamare le loro opere e farsi conoscere, aiutandoli un po' a superare le difficoltà che anche loro, proprio come era accaduto a Dino; incontrano nel tentare di affermarsi nel tentare di affermarsi nel campo della poesia.

L'Ammistrazione Comunale ha intenzione di continuare a pubblicizzare l'opera di Di Leo realizzando iniziative rivolte ai giovani, anche nell'ambito scolastico. L'ideale sarebbe che la "Contea dei ginepri", diventasse un punto d'incontro per giovani e meno giovani che vogliono divulgare le loro opere, aperto sia alla poesia che alle altre forme di arte.

Su questo filone Si inserisce l'idea di realizzare un cd in cui la poesia sia da corollario alle immagini del territorio di Colledimacine. Le foto sono state realizzate da Emio Di Meo, ideatore del progetto, e da Tommy Della Frana. Un'idea che ci permette non solo di far apprezzare le poesie di Clemente Di Leo, ma anche di far conoscere le bellezze di Colledimacine, un piccolo centro situato nella Valle Aventina, su di un colle, tra due torrenti, Cupo e Torbido, affluenti di destra del fiume Aventino, sul versante orientale della Maiella. Un paese che può offrire al turista e al visitare suggestivi scorci e preziose testimonianze storiche come la piazza Barbolani in cui risaltano la chiesa di San Nicola di Bari, il Palazzo dei Conti Barbolani , la Torre con l'orologio, le rovine della chiesa di San Rocco con l'arco in pietra, la fontana monumentale, la pineta. Un paese piccolo, distante dalle grandi realtà urbane, in cui si respira ancora aria pura e si beve un'acqua eccellente che scorre dai fontanili in pietra, con una popolazione ospitale che vuole con determinazione farlo sopravvivere.

*Camilla Lucia DAlonzo è Sindaco di Colledimacine

Alcuni scorci del centro storico di Colledimacine,
patna del poeta sede di iniziative poeticbe e letteratie

Il CD ROM su Clemente Di Leo esce in allegato con questo numbero della rivisita a 22,000 lira, gli abbonati possono richiederlo presso la libreria D'Abruzzo (Tel. 0859064999) al prezzeo di 16,000lira.

A VILLAGE FOR THE POET: Clemente Di Leo was born in 1946 in Colledimacine, a little village in the center of the Peligna Valley on the bills of Mount Maiella. He was a cardiopath and had to leave school when he was a teenager, so he started to study literature and to dedicate himself completely to poetry; his most important work was "Fragments of a blue palace", with the description qf the impressive scenaries of stones, cliffs, ponds, oaks, meadows of his land and the imposing presence of Mount Maiella. Moreover, be underlined the hardness of life and of his fellow villagers in the "County of Junipers", the importance of political commitment, love, the search for God, he was awarded "La madia d'oro" prize in 1970 and diesd after a month. His human and poetic character inspirered various cultureal initiatived: his poems were collected in 1985, the fiftieth anniversary of his birth was celebrated in 1996, the town council promotes poetry-days and competitions for young poets and students, to keep the memory of the poet in the life of his village.

 

"D'Abruzzo Turismo Cultura Ambiente" Anno XIV, N.55 Autunno 2001

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