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Averroè (Ibn Rushd)

(Cordoba 1126, Marrakush-Marocco 10 dicembre 1198 filosofo arabo di Spagna).

Averroè sostiene che la semplice FEDE religiosa serve a far conoscere la verità alle persone ignoranti - mentre alla filosofia si addice la DIMOSTRAZIONE. Per Averroè l'intelletto-nous è eterno mentre è mortale l'anima individuale.

Averroìs, che 'l gran comento feo. (Dante, Inf., IV, 144)

Raffaello, Averroé, nell'affresco "Scuola d'Atene" in Vaticano

Medico giudice sotto la dinastia degli  Almohàvidi, accusato dai teologi musulmani di eterodossia, fu confinato negli ultimi tre anni della sua vita ad Al-Yusanah a sud-est di Cordova. e liberato pochi mesi prima della  morte. Scrisse una settantina di opere in arabo di diritto astronomia medicina filosofia e teologia, oggi conosciute sostanzialmente attraverso traduzioni ebraiche e successivamente latine. 

Le sue opere di commento ad Aristotele (quasi tutte perdute in arabo) sono raggruppate in: a) sharh: grande commento (testo aristotelico a fronte, tra cui Metafisica, De anima, De caelo), b) talkish  o Media expositio, compendio; c) gawami' (nozioni) o Epitome.

Le sue maggiori opere originali sono il Tahafut at-tahafut (Destructio destructionis o "L'incoerenza dell'incoerenza") contro i detrattori di Aristotele; e il De animae beatitudine. 

Gli arabi artefici del passaggio in Occidente della tradizione scientifica greca e orientale

In tutti i filosofi arabi l'elemento scientifico è integralmente connesso al pensiero logico e alla passione per la ricerca. La spiegazione sta negli Hadith, le tradizioni canoniche musulmane che ordinano esplicitamente "Cerca il sapere, dalla culla  alla tomba",  "Cerca la scienza, sia pure in Cina"; "La ricerca della conoscenza e della scienza è obbligatoria per ogni musulmano, uomo o donna che sia".Mentre nei testi delle precedenti religioni monoteistiche (ebraici e cristiani) il riferimento alla scienza è casuale, nel "Corano" sono 750 i versetti che esortano alla ricerca dei fondamenti della natura e alla comprensione scientifica della vita da parte della comunità. 

Da questa spinta nasce anche la raccolta di tradizioni orientali e greche operata dagli arabi, con traduzioni e sistematizzazioni passate poi in occidente (p.e. lo zero,il seno,tratti dalla scienza indiana,  la chimica, l'astronomia, la medicina). 

 Combatté apertamente contro le degenerazioni del pensiero aristotelico attuate dagli integralisti teologi mussulmani e da Avicenna. Punto sostanziale é l'intervento di Dio nel mondo. Dio è atto puro. Se ne prova l'esistenza con i passaggi avicenniani  a contingentia mundi e dei gradi di perfezione (dall'imperfetto al perfetto): tali modalità di prove vennero poi accolte come terza e quarta prova da S. Tommaso (che - in qualche punto - riflette l'averroismo, p. e. quando asserisce che la non-eternità del mondo sola fide tenetur et demonstative probari non potest (S. theol.,I,qu. 46, art.2). Subì l'influenza della scuola alessandrina (in particolare di Alessandro di Afrodisia). Non esiste una creazione ex nihilo una volta per sempre, ma un continuo trarre le cose dalla potenza all'atto, dando per scontato che materia prima e mondo esistono ab aeterno, causati necessariamente da Dio fin dall'eternità. Riprendendo la dottrina anassagorea delle omeomerie, egli ritiene che la materia prima sia pura potenza ed abbia dimensioni "interminate" necessarie a produrre le forme sostanziali, di modo che ad ogni determinata  forma deve preesistere una determinata materia e nella materia esistono già i germi dell'esistenza che l'agente estrarrà. L'anima stessa vi è contenuta in potenza. 

Unità ed eternità degli intelletti umani. Il motore della sfera della luna, la più basa delle intelligenze delle sfere celesti, coincide con l'intelletto attivo. L'intelletto materiale (quello che Aristotele chiamava intelletto passivo) è l'intelletto umano,  che però è unico per tutta l'umanità in quanto è forma immateriale eterna, separata dagli individui, non facente parte dell'essenza dell'anima. Esso accoglie le idee che l'intelletto attivo rende intelleggibili all'anima umana. L'efficacia dei due intelletti nei singoli individui dipende dalla disposizione della singola anima, per cui la somma delle cognizioni intellettuali nel mondo rimane costante.Le conoscenze scientifiche sono ingenerabili ed eterne, e rientrano nei singoli individui casualmente. Ne deriva che anche la specie umana è esterna.

Filosofia e religione rivelata sono  un'inscindibile verità, ma mentre la rivelazione - che è diretta a tutti  gli uomini - mira al potenziamento della virtù attraverso il linguaggio semplice che colpisce il sentimento e l'immaginazione, spetta ai filosofi (non ai teologi)  l'interpretazione e la dimostrazione scientifica dei dogmi forniti dalla rivelazione.  

Le sue opere- tradotte in latino - influenzarono Alberto Magno  e Tommaso d'Aquino, il quale ultimo utilizzò l'unione di intelletto umano e intelletto attivo per spiegare la visio  beatifica vale a dire la felicità in paradiso (il De unitate intellectus contra Averroistas dell'Aquinate è diretto contro le successive interpretazioni di Averroè poste in atto da Sigieri di Brabante che poneva la ragione su un piano di piena autonomia rispetto alla fede, fino a prefigurare la dottrina della doppia verità, una  per il teologo, una per l'uomo di ragione).  

In un codice medievale (Parigi, Bibl. Naz.) viene rappresentato in discussione con il neoplatonico Porfirio. 

Probabilmente è Averroè uno dei tre filosofi che Giorgione dipinge nel suo capolavoro.

Gloria di San Tommaso, di Francesco Traini (1321-73). Tommaso - qui riprodotto - è contornato da vari filosofi, tra i quali Averroè. PI:Santa Caterina

Eco al Salone del libro (Torino 2004) parlando di "traduttologia" ha preso lo spunto per affrontare il tema della interpretazione connessa alla traduzione:: è partito dall' episodio dell' "Aleph" di Borges in cui si presenta Averroè alle prese con la traduzione di Aristotele nella Marrakesh del 1100.

Fonti:

ILLUMINATI 1996 Augusto Illuminati (a cura di), Averroe' e l'intelletto pubblico, Roma:Manifestolibri 1996

RENAN 1881: Ernest Renan, Averroés et l'averroïsme, Paris:18812   (per la storia dell'averroismo latino)

Filmografia:

Il destino (Youssef Chahine, Egitto-Francia 1997) Censura fondamentalista dello sceicco Riad nella Cordoba del 1195

Linkografia:

http://users.erols.com/zenithco/ sito su pensatori arabi, specialmente Avicenna ed Averroè.

L'invasione americana dell'Irak ha portato anche ala distruzione della memoria dei filosofi arabi.

Nel suo libro pubblicato in Spagna nel 2004 (e non ancora in Italia) "La destrucción cultural de Iraq (prefazione di Noam Chomsky) lo scrittore venezuelano Fernando Báez, già autore di una  storia universale della distruzione dei libri, denuncia che le truppe degli USA hanno permesso a Bagdad la distruzione di milioni di libri e di più di 10 milioni di documenti. Denuncia anche l'attacco dei militari degli USA al Museo Archeologico e l’uccisione di custodi iracheni, la distruzione sistematica da parte USA dei centri culturali irakeni.

L’Archivio Nazionale di Baghdad ha perso più di un milione di libri e due milioni di documenti, includendo quelli del periodo Ottomano; la Biblioteca Awqaf è in rovina come quella dell’Università; sono stati distrutti 700 manoscritti antichi e 1500 sono spariti dalla Biblioteca Nazionale. A Bassora, a Mosul, a Tikrit è successo lo stesso. In alcuni casi sono stati deliberatamente  bombardati solo i piani delle Biblioteche degli edifici...

Esemplari unici delle “Mille e una Notte”,  le opere di Averroè, Avicenna, Alfarabi e altri grandi filosofi e storiografi arabi sono scomparsi per sempre.

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