Anselmo
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Ciò di cui non si può pensare il
maggiore non può esistere solo nell'intelletto
Per VERCELLESE (1994,80) la massima è da citare "solo a chi non soffre di mal di testa abituali". |
(n . Aosta 1033 - arcivescovo di Canterbury- m. 1109) |
Per Anselmo è all’interno
della fede che si può sviluppare la ragione (fides qauerens intellectum), il credere per fede è la condizione
per capire (credo ut intelligam). Sostiene
5 prove dell'esistenza di Dio: 4 a Posteriori (=basate sull’ esperienza) e UNA
A PRIORI (=basata sulla ragione senza supporto dell'esperienza): quest'ultima
riguarda Dio come essere (questa
prova si chiama perciò ONTOLOGIA). Dio è dimostrabile come esistente, è cioè
l'ESSERE STESSO, l'essere la cui essenza comprende l'esistenza: quest'idea sarà
poi ripresa da Bonaventura e da un parte degli scolastici. I nomi-concetti universali sono realtà in sé, res: questa la tesi di Scoto e di Anselmo. Sorse così la questione - discussa dagli scolastici - se cioè gli universali siano solo NOMI o siano invece REALTA'. Nella controversia sugli universali Roscellino (1050-1120) afferma che tali concetti sono puri nomi (flatus vocis). Si può quindi definire NOMINALISTA (fu uno dei più famosi). |
Dante lo pone nella seconda corona di 12 spiriti con a capo il francescano Bonaventura che li presenta: (Par., XII, 127-129): Illuminato ed Agositin son quici, |
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(immagine tratta da: TASSINARI, St. della filosofia occid., I, FI:Bulgarini, 1994) |
FONTI
VANNI ROVIGHI 1987 Sofia Vanni Rovighi, Introduzione a Anselmo d'Aosta, BA:Laterza1987
VERCELLESE 1994 Michele Vercellese, Cogito ergo sum. Breve storia della filosofia, MI:Garzanti, 1994 (un giro guidato nell'universo filosofico in 50 massime commentate)